Shiver || Michael Clifford

By accolasvoice

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«Respingo tutti quanti, non prenderla sul personale.» highest rank in fanfiction #1 More

cast
Prologue.
1. A New Beginning
2. Echo
3. Cookies
4. Little crush
5. Moe
6. Rain And Green Eyes
7. Melting
8. Innocent
9. Overthinking
10. Bravery
11. Confessions
12. Brothers
13. Battleships
14. Miss Marple
15. Challenge
16. Revenge
17. Affection
18. Nightmares
20. Sweatshirt
21. Awkward
22. Feelings
23. Let Me In
24. You
25. The First Time
26. Feel Again
27. Make Me Fall
28. The Last Time
29. Remember
30. Change My Mind
31. Up
32. She Is The Sunlight
33. I Won't
34. You And Me
35. Tear Me In Two
36. Best Of Me
37. Sweet Despair
38. I Will Be
THANKS.
39. Broken
40. No More Lies
41. Demons
42. Wasted
43. Everything Has Changed
44. All About Us
45. Look After You
46. Sparks
47. Unbreakable
48. Holding On And Letting Go
49. Mine For A Night
50. Reason
51. Hush Hush
52. Can't Stop
53. This Love
54. Find My Way Back
55. Firefly
NON ODIATEMI
It All Ends.
Ringraziamenti
Characters Ask

19. Madness

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By accolasvoice

Calore.

Perché sentivo calore sotto la guancia?

Aprii pigramente gli occhi e sospirai.

- Buongiorno. - sentii sussurrare nei miei capelli, da una voce leggermente ironica.

Realizzai di stare dormendo col viso sul petto di Michael e mi mossi di scatto, facendolo involontariamente cadere dal letto.

- Ma qual è il tuo problema? - sbottò lui, dopo aver imprecato per il colpo preso sul pavimento.

- Io... scusa. - sussurrai, portandomi le mani alla bocca nel tentativo di reprimere una risata. - Te l'ho detto, il contatto umano non è il mio forte. -

- Ma era proprio necessario spingermi giù dal letto? - brontolò, tirandosi su. - E comunque, mi pare che tu abbia dormito fin troppo bene. -

- Tu no? - domandai, inclinando la testa.

- Si, ho dormito anche io, almeno fino alle dieci. - alzò le spalle, sedendosi di nuovo sul letto accanto a me.

- Le dieci? Che ore sono adesso? - quasi urlai, sgusciando fuori dalle coperte ad una velocità da record.

- Le dieci e trentacinque. - replicò, mentre io correvo qua e là per la stanza.

- Si può sapere perché non mi hai svegliata prima? - lo rimproverai, passandomi le mani nei capelli e sentendo un gran freddo alle gambe e alle braccia.

Abbassai lo sguardo e mi ricordai di avere addosso soltanto una T-shirt che mi arrivava a metà coscia e un paio di boxer che superavano di nemmeno un centimetro l'orlo della maglietta. Arrossii immediatamente e mi voltai verso Michael, che mi stava osservando con le sopracciglia sollevate.

- Hai finito di dare di matto? - chiese, con un tono leggermente scocciato.

- No! Devo tornare in camera mia e ho i vestiti ancora cosparsi di farina, in più è tardissimo e la mia coinquilina si starà domandando che fine ho fatto! - sbottai, recuperando la mia roba dalla scrivania.

- Per prima cosa, non puoi rimetterti questi addosso. - sentenziò, alzandosi dal letto e togliendomi dalle mani gli indumenti ricoperti di farina.

- Non posso uscire in mutande! - protestai, guardandolo con occhi spalancati.

Lui soffiò dal naso e si diresse verso l'armadio, tirando fuori un paio di pantaloni della tuta grigi ed una felpa a caso, che sicuramente mi sarebbe arrivata alle ginocchia. - Mettiti questi. -

- Avevi dei vestiti del genere e mi hai fatta dormire con una maglietta a maniche corte ed un paio di boxer?! - sbottai, spalancando occhi e bocca per la rabbia.

- Ho pensato che potessi avere caldo! - rispose lui, ridacchiando tra una parola e l'altra.

Mi lasciai andare ad un grugnito ed afferrai i vestiti dalle sue braccia, dirigendomi poi in bagno per cambiarmi.

- Che ore sono adesso? - gli urlai.

- Le dieci e quarantuno. -

- Jenna mi riempirà di domande! - mugugnai, finendo di vestirmi.

- Se davvero tuo fratello è rimasto con lei per la notte, credo che il fatto che tu non sia ancora tornata sia l'ultimo dei suoi pensieri. -

- Dovevi proprio dirlo? - uscii dal bagno con un'espressione disgustata

Lui rise brevemente, ma poi ammutolì e rimase a fissarmi.

- Che c'è ora? - domandai, infilandomi (con non pochi intoppi) le mie Converse nere.

- No... niente. - scosse la testa, distogliendo lo sguardo.

Aggrottai le sopracciglia, ma non indagai oltre; in fondo, in quelle ultime ore, avevo ottenuto dialoghi fin troppo lunghi da Michael.

- Ti riporterò tutti i tuoi vestiti lavati tra qualche giorno. -

- Lavarli? - ridacchiò lui. - Quelli li hai messi soltanto per dormire. - indicò gli indumenti che avevo piegato sulla scrivania. - Mentre questi li usi soltanto per tornare in camera. -

- Ma io... -

- Non contestare. - replicò in tono perentorio, indurendo la sua espressione.

- Ok. - sussurrai, restandomene in piedi di fronte a lui, incerta su cosa dire e fare.

Scese nuovamente il silenzio e, anche se avevo lo sguardo rivolto verso il basso, sapevo che gli occhi di Michael erano su di me.

Perché aveva deciso di essere gentile? Ma soprattutto, perché, dopo aver reso chiaro il fatto che io non gli piacessi, si era infilato nel letto con me e mi aveva abbracciata?

Quel ragazzo non aveva le idee chiare. Non aveva le idee chiare per niente.

Valutai l'opzione di chiederglielo, ma la scartai immediatamente: avevo imparato che diventava ancora più irritabile del solito quando qualcuno gli poneva troppe domande. E io la sera precedente non avevo fatto altro per quasi tutto il tempo.

- Beh, suppongo che ci vedremo domani, a storia. - sorrisi brevemente, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. - Io... grazie per... per avermi ospitata qui, e per avermi prestato le tue cose. -

Lui si limitò ad annuire ed io mi incamminai fuori dalla stanza, senza aggiungere altro. Che situazione imbarazzante.

Prima di entrare in camera bussai, per evitare che una scena come quella della sera precedente mi sconvolgesse la giornata.

- Chi è? - domandò la mia coinquilina, con la solita voce squillante.

- Sono io, Jen. -

Lei aprì immediatamente (con indosso una buffa vestaglia rosa) e mi rivolse un sorriso, che subito però si tramutò in un'espressione interrogativa quando vide ciò che indossavo.

- Ieri ho avuto un incidente con la farina mentre cercavo di recuperare il barattolo dello zucchero. - le spiegai, in modo sbrigativo, entrando in camera e lasciando cadere i vestiti sporchi nella cesta dei panni da lavare.

- E perché Lux aveva nell'armadio una felpa dei System Of A Down e dei pantaloni della tuta da uomo? - domandò, confusa.

Solo a quel punto abbassai lo sguardo sulla felpa e mi resi conto del logo che vi era stampato sopra. In realtà, anche a me i System piacevano un sacco.

- Shiver? - mi richiamò Jenna.

- Uh, scusa. Non lo so, credo che fossero dell'ex della sua coinquilina. - alzai le spalle, buttando lì la prima scusa che mi venne in mente.

- E perché hai dormito con quella cosa invece che con un pigiama di Lux? - proseguì lei, lasciandomi intuire una nota di disgusto per quello che indossavo. Eppure quella felpa era così morbida e calda e... aveva quel buon odore.

L'odore di Michael, mi ricordò la mia solita, stupida vocina interiore.

- Perché avevo freddo. - mentii nuovamente.

- Io invece sono stata proprio al calduccio. - sospirò lei, sognante.

- Jen, che schifo, non voglio sapere nulla. - la rimproverai, facendo una smorfia disgustata.

- Ma cosa pensi, Shiver? - esclamò stizzita. - Abbiamo semplicemente dormito! -

Tirai un sospiro di sollievo. - Sul serio? -

- Ma certo. - confermò lei, con una breve risata. - Non stiamo nemmeno insieme ufficialmente, non farei mai sesso con tuo fratello prima di chiarire queste cose. -

- Non mettere mai più le parole "sesso" e "tuo fratello" nella stessa frase. - asserii, rivolgendole una veloce occhiata.

Lei alzò gli occhi al cielo, ma poi mi rivolse un sorriso. - Perché ti è venuto in mente che potessi fare una cosa del genere? -

Io le rivolsi uno sguardo eloquente e lei sbuffò. - Ti ho già detto che non voglio più sentir menzionare ciò che è accaduto tra me e il microcefalo. -

- Io non l'ho detto. - sorrisi, con falsa innocenza.

Jenna alzò nuovamente gli occhi al cielo, ma poi si lasciò cadere sul letto e riassunse la sua solita espressione. - Dov'è finita la tua tazza? -

Merda. Avevo lasciato la tazza in camera di Michael e Luke!

- Probabilmente l'ho dimenticata in cucina. Andrò a recuperarla più tardi. - mentii, ancora una volta.

Lei annuì. - Hai programmi per oggi? -

- Pensavo di studiare un po', perché? -

- Nulla, pensavo sparissi di nuovo con i ragazzi. - alzò le spalle.

- No, penso che per un giorno possano fare a meno di me. - sorrisi, cambiandomi i pantaloni, ma lasciandomi la felpa. Avevo già detto che era calda e morbida?

E aveva l'odore di Michael, aggiunse nuovamente quella maledetta vocina.

- Tu hai dei programmi? -

- Alle quattro devo vedermi con alcuni compagni di corso per un progetto. - sbuffò, in modo teatrale. - Non farmici pensare! Distraimi con qualche pettegolezzo: sai com'è finita la passeggiata tra Ashton e Lux? - ammiccò lei.

Doppia merda. In teoria avevo dormito nella sua stanza, ma in pratica non vedevo la nostra amica dalla sera precedente.

- Non lo so. Sai com'è fatta Lux, non ti racconta mai i fatti suoi. - alzai le spalle, cercando di sembrare convincente.

- Oh, secondo me l'ha baciata. - l'espressione da pettegola fece il suo trionfale ritorno.

- Forse. - sporsi in fuori il labbro inferiore.

- E parlando di baci, Mosey, devi dirmi qualcosa? - chiese, con un sorriso eccessivamente malizioso.

Quella sarebbe stata una lunghissima giornata.

---------------------------

Jenna era uscita da pochi minuti, quando sentii bussare in modo buffo alla porta. Mi alzai sospirando ed andai a controllare di chi si trattasse, anche se ero praticamente sicura di conoscere già la risposta.

- Luke, sto studiando e non... - iniziai a parlare, ma poi mi bloccai ed alzai un sopracciglio. - Colton? -

Mio fratello mi rivolse uno dei suoi soliti sorrisi e mi porse una maxi scatola di cookies.

- Mi hai portato i biscotti! - esclamai felice, osservando il pacchetto viola tra le mie mani.

- Già, ho fatto bene a comprarne una maxi scorta, l'ultima volta che sono andato in centro città. - rise brevemente.

- Tu hai una maxi scorta di cookies e me lo dici soltanto ora? - mi finsi piccata, dandogli un leggero pugno sul petto.

- Li sto conservando per occasioni speciali... tipo questa, in cui devo sia ringraziarti che scusarmi con te. - sorrise in modo colpevole.

- Intendi per ieri sera? -

- Già, scusa pulce, davvero. - si passò una mano sulla nuca e mi guardò con occhi dispiaciuti.

- È ok. L'immagine di voi due che vi sbaciucchiate mi rimarrà impressa in mente per sempre, ma non importa, conta solo il fatto che tu sia felice. - gli sorrisi io sinceramente.

- Affetto, Shiver? Stai bene? - ridacchiò lui.

- Ti lamenti sempre che sono fredda. - alzai le spalle e mi lasciai andare ad una breve risata.

- Ehi, sei di buon umore, che è successo? - domandò, entrando e lasciandosi cadere sul letto di Jenna. - C'entra il ragazzo di cui mi hai parlato? -

Mi sedetti sul mio letto a gambe incrociate, proprio di fronte a lui.

- Non lo vedo da qualche giorno, in realtà. È molto impegnato con gli allenamenti per la partita di mercoledì. - gli spiegai, evitando di rispondere alla sua domanda principale.

- Andrai a vederlo? -

- Si, verrà anche Jen con me. - annuii, tirando leggermente fuori le mani dalle maniche lunghissime della felpa di Michael.

- E Luke? - chiese lui, seriamente stupito.

Risi brevemente ed annuii di nuovo. - Farà lo scettico per un bel po', ma alla fine verrà anche lui. -

- Mi piace quel ragazzo, ti fa ridere. - sentenziò Colton, sinceramente.

- È un buon amico. - sorrisi.

- E sei sicu... -

- Col, se mi chiedi ancora una volta se provo qualcosa per lui, ti caccio dalla camera a calci. -

Lui scoppiò in una limpida risata. - Sono il tuo fratellone, devo sapere queste cose! -

Oh, quante te ne sei perso di cose in diciannove anni, fratellone, la mia vocina interiore fece capolino ancora una volta, ma la zittii immediatamente.

- Quindi non c'è mai stato nulla tra voi due? -

Arrossii involontariamente e mio fratello lo notò subito, indicando le mie guance con l'indice. - Sei tutta rossa! Non puoi più negare, sputa il rospo! -

Io sbuffai. - No! -

- Shiver! - mi rimproverò, ma con tono divertito.

- Colton! - ribattei io, spalancando gli occhi per la frustrazione.

- Non me ne andrò da qui finché non mi dirai tutto. - replicò, incrociando le braccia al petto.

Assumeva quella stessa ed identica posa da quando aveva sette anni. La prima volta in cui l'avevo vista, stavamo giocando con i soldatini, ed io avevo preso il suo cavaliere preferito perché aveva una bellissima divisa color blu oltremare (ricordavo quel giocattolo nei minimi dettagli); lui si era offeso immediatamente ed era rimasto seduto con il broncio e le braccia incrociate al petto finché non glielo avevo restituito.

Era il suo modo per convincermi a fare ciò che voleva lui. E, dannazione, alla fine funzionava sempre.

Sospirai ed alzai gli occhi al cielo. - Ci siamo baciati, ok? Ma è successo ad una stupida festa e solo perché stavamo facendo il gioco della bottiglia. -

- Tu cosa? - domandò, spalancando gli occhi e sporgendosi maggiormente verso di me. - Sei andata ad una festa? E hai partecipato al gioco della bottiglia? Che ne hai fatto di mia sorella, alieno? -

- Oh, finiscila. - sorrisi io, tirandogli un cuscino. - Mi ci ha trascinato Jenna. -

- Giusto, ora che ci penso, me ne aveva parlato. Ma non pensavo saresti andata anche tu. -

- Ha detto che se non ci fossi arrivata con le mie gambe, Luke mi ci avrebbe portata di peso. - scossi la testa, con un piccolo sorriso sulle labbra.

- Ho già detto che quel ragazzo mi piace? - rise Colton, facendomi alzare gli occhi al cielo per l'ennesima volta.

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Wei ehi, come state?
Spero abbiate passato un buon weekend e vi siate divertite. (:
Cerco di addolcirvi perché so già che mi vorrete uccidere (che novità eh?!) per la freddezza con cui si sono salutati Moe e Michael... Ma cercate di capirmi, sono due personaggi molto complessi e non possono cambiare di punto in bianco (non è ancora detto che lo facciano proprio, quindi!)
Ok, vi sto già dicendo troppo, perciò mi limito a ringraziarvi come sempre e a dirvi che vi adoro. (:

love you all,
accolasvoice.

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