IL PRECETTORE

Von NoraFerraris

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Venezia del 1639. Il giovane Raphael Deshawn si trova col suo amico Duccio Vivanti nella villa dei Fo... Mehr

Mappe
1.Boredom
2. Astrea
3.Old Lagoon
4. Poor Pheasant
5. Ofelia's Drame
6. Amleto's Distraction
7. Cart Birch
8. Another Man's Face
9. Antidote
10. The Glass Beaker
11. Shade of Blue
12. Angel's Fall
13. Revulsion
14. Unlucky Star
15. The Sadistic Lesson
16. Cloud of Flies
17. Green-Eyed Monster
18. Before the Stain Widens
19. The Queen is Dead
20. Little Flower
21. The Shadows
22. Homini Novi
23. Gentle Sin
24. Mother and Daughter
25.Ruby Red Blood
26. The Tempest
27. Rumors
28. Requirement
Spazio autrice - Che fine ho fatto?
29. Checkers
30. The Jew's footsteps
31. Black and White
32. Glass Butterfly
33. Silky Fan
34. Angelo's Hearth
35. Serpent's Tongue
36. Stake Down
37. Wild-goose chase
38. Halcyon Days
Non è un capitolo ma UN GRAZIE!
39. If this be known
40. In Lethe Steep
41. Gorgon
42. Like the courser's hair
43. Bring down the devil
44. Take all!
45. The Owl and Hawk
46. Canker Blooms
47. To Catch the Hip
48. Andromeda's Voice
49. Dust in the Sun
50. The Cavalry
51. Guilty Mind
52. The grace of God
53. The Devil's Prophecy
PARTE II e... Sorpresina!
1.Penalty of Adam
2. That Chatter
3. Soap Bubble
4. Echo
5. Anemone
6. The Threat of Adone
7. The Whistle of the Wind
8. Triumph
9. Hold your Breath
10. Red Crescent
11. Maybe
PREORDER AMAZON!
12. Invisible Fox
13. The Huntsman
14 . Feigned Indifference
Quasi BUON SAN VALENTINO!
15. Give the cue
16. Muse of Fire
17. The Gordian knot
18. Damaged
19. A Groung for Blame
20. Hollowness
21. Shelter
22. Lead
23. Minuet
24. Intention
25. The Truth
A proposito dei nuovi capitoli
26. The Sound of Silence

27. Saint Sebastian

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Von NoraFerraris

Aveva chiesto più volte a Brummidge dov'erano diretti ma suo marito aveva deciso d'ignorarla. Eagle invece ogni tanto le aveva invece domandato se avesse freddo con il solo zendalo addosso e lei si era rifiutata quando quest'ultimo, sotto lo sguardo attento dell'amico, aveva tentato di porgerle con una certa insistenza la sua mantella alla veneziana.

Il fatto che Eagle fosse così gentile con lei, così premuroso e tanto serio, non faceva presagire niente di buono.

Era come se finalmente avesse smesso di vederla come una minaccia esterna, si comportava al pari di un nemico che di colpo abbia, mostrando una certa sprezzante superiorità, realizzato il proprio innegabile vantaggio.

Infine anche le chiacchiere di circostanza tra Eagle e Brummidge erano terminate e avevano attraversato in silenzio il Canal grande dove sulle rive faceva da contraltare una Venezia colorata, chiassosa e agghindata a festa per il Carnevale di quell'anno. Niente avrebbe potuto creare un contrasto più acceso con ciò che in quel momento Arianna aveva nel cuore.

Impossibile d'altronde non notare come gli occhi del marito ogni tanto adocchiassero qualche giovane e procace veneziana mascherata, come indugiassero rapiti sul corpetto generosamente scollato o sulle acconciature barocche che l'avevano affascinato anche a Londra ma che ora a lei vietava severamente di portare.

Si, Brummidge era compiaciuto, sembrava che la notizia della sua mancata gravidanza non lo avesse minimante scalfito, concentrato com'era su ciò che aveva intorno e su quello che li aspettava.

Quando Gustavo si fermò di fronte alle gradinate di Cà d'Oro l'aria le si ghiacciò nei polmoni.

Le fiaccole all'ingresso, i dipinti a cielo aperto che la prima volta l'avevano tanto piacevolmente stupita, adesso le facevano ribrezzo.

Il contrasto tra le pareti di sinistra rivestite di candido marmo bianco, e quelle di destra, con il portico terreno, le logge gotiche sovrapposte ad archi incrociati, le fecero venire un capogiro.

Arpionò con la mano buona la seduta della gondola: «Voglio tornare a casa, riportatemi a casa, vi prego.» disse a Eagle che si era mostrato tanto gentile con lei.

«Mi dispiace Arianna» rispose quest'ultimo con una voce che voleva sembrare dispiaciuta, ma non lo era, «è necessario che assistiate in prima persona alle conseguenze delle vostre azioni e di quelle del vostro amico

«Muoviti.» le intimò invece suo marito, spazientito e annoiato.

E visto che non dava cenni di volersi avventurare fuori dalla gondola, la prese malamente per il braccio e con molto poco tatto quasi la scaraventò sulle fondamenta.

«Brummidge...» lo ammonì Eagle, appariva costernato e contrariato dai modi dell'amico.

Vennero accolti da un servitore in livrea che dopo aver preso in consegna i soprabiti, li condusse attraverso l'ampio salone fiocamente illuminato in una stanza più piccola dove l'enorme figura di un Santo trafitto da innumerevoli frecce, quasi incombeva su di loro.

La tavola era sontuosamente apparecchiata e di tanto in tanto l'oro delle tovaglie, dei piatti e dei bicchieri sfavillava alla luce delle candele creando un'atmosfera suggestiva.

«Mia cara, è passato molto tempo dall'ultima volta che ho avuto il piacere di vedervi.» Le disse Marco Landò e il marito sorrise stupidamente. Arianna sapeva che non aveva capito una parola, vide che Eagle traduceva per lui, sottovoce, all'orecchio.

«L'ultima volta che ho avuto il piacere di vederti mi hai rapita e quasi hai permesso che il tuo amico mi uccidesse.»

«Quasi, avete detto bene. Facciamo tutti i nostri errori, i veneziani hanno dimenticato, sono stati misericordiosi. Lo farete anche voi?»

Notò che Eagle non traduceva al marito, niente di quello che si erano appena detti.

Camilla Trevisan, gonfia e sformata dalla gravidanza, che ormai si intuiva bene sotto le stoffe sontuose dell'abito in velluto grigio, si avvicinò a sua volta. Il belletto e la cipria non riuscivano a nascondere il livido violaceo sotto l'occhio e nemmeno quello più piccolo sullo zigomo.

«Come state?» Disse abbassando il capo e poi sembrò volare tra le sue braccia, se la ritrovò addosso, la stringeva in maniera convulsa mentre le mani di Arianna rimanevano rigide lungo il corpo.

«L'hanno preso, hanno l'angelo.» sillabò tra i suoi capelli.

Poi sembrò ritrovare la voce di un tempo, quella velenosa che in società le aveva garantito un certo rispetto.

«Avevo sentito dire che Londra vi aveva giovato, che curavate il vostro aspetto in maniera prodigiosa, che vi agghiandavate come una dama, ma mio malgrado mi tocca appurare che non è così,» le sollevò una ciocca ramata e poi la lasciò ricadere, «è vero, siete un po' meno gracile di un tempo e in effetti il vostro corpo somiglia moltissimo a quello di vostra madre, ma dovreste far qualcosa per rendere giustizia a ciò che la natura vi ha dato, » poi notò le pieghe del misero guantino nero, di una taglia più grande, che le copriva la mano guasta, «e soprattutto a ciò che vi ha tolto.»

Arianna quasi non aveva ascoltato l'ultima parte.

«I vezzi puramente estetici non mi interessano.» rispose solo per guadagnare tempo.

Marco l'ascoltava con le sopracciglia leggermente aggrottate.

Era bello com'era sempre stato ma in lui si indovinava senza alcuna fatica una certa, innata abitudine, alla violenza.

Si a Marco piaceva la violenza.

E anche a suo marito.

L'hanno preso, hanno preso l'angelo.

Chi l'aveva preso? Brummidge non aveva tale potere, il visconte non l'avrebbe mai fatto. Chi allora? Eagle?

Quest'ultimo, come se fosse in grado persino di leggere i pensieri, l'affiancò per accompagnarla alla sua seduta, anche se non spettava certo a lui.

«Non sono d'accordo con Camilla, avete sempre conservato un indiscusso fascino ai miei occhi proprio in virtù del vostro spregio delle mode. Sia di quelle estetiche, che di quelle amorose. La stessa cosa purtroppo non possiamo dirla della nostra Camilla.»

«Non è così! Vi ho giurato che la lettera non era indirizzata a lui!»

Si erano seduti, i camerieri avevano iniziato a servirli e Eagle aveva ripreso a tradurre. L'attenzione di suo marito era tutta per lei.

«Una lettera?» Arianna lo domandò quasi con noncuranza mentre una grossa quaglia già porzionata le veniva messa davanti.

«Vi piace la quaglia? Pensate che le ha cacciate personalmente il visconte de Roin. Doveva essere il vostro visconte, non è vero? Eh si, eravate destinata a lui un tempo,» Marco fece cenno ai commensali di mangiare senza fare complimenti, «non mi sono mai rammaricato della piega che ha preso la situazione, anche se mi auguravo che avreste fatto scelte migliori.»

«Avete una bella faccia tosta Marco, dopo quello che mi avete fatto.»

Le parole erano uscite senza che Arianna avesse alcun modo, o forse alcuna intenzione, di fermarle.

Il silenziò calò intorno a quella tavolata piena d'oro e male assortita.

Marco Landò non solo non sembrava offeso e oltraggiato, ma le sorrideva complice.

Eagle aveva deciso di non intervenire e si limitava a parlare con Brummidge che la studiava attentissimo.

Camilla Trevisan era nervosa, la gorgiera bianca che contrastava col nero corvino dei capelli, e s'addiceva molto poco al pallore del viso, sembrava averla intrappolata e di fatto rendeva impacciati i suoi movimenti.

«Nessuno vi amerà mai come vi ama lui.» disse molto seriamente Marco, «e un'altra delle cose di cui mi rammarico sommamente è che voi non abbiate mai compreso la portata dei suoi sentimenti per voi.»

Di chi stava parlando? Come si permetteva Marco Landò di tirare fuori una questione tanto delicata di fronte a Brummidge? Notò che Eagle non stava riferendo all'amico niente di quel discorso.

«Di chi state parlando?»

Non di Raphael, pensò. Ma non ne fu sicura.

«Non ho scritto io quella lettera, Marco.» disse di nuovo Camilla, quasi parlando tra sé e sé, come se lo avesse ripetuto innumerevoli volte.

«Vi piace quella tela?» domandò Marco a Eagle, invece di rispondere alla domanda.

«Molto, è un martire?» il veneziano di Eagle era un po' stentato ma comprensibile. Aveva frequentato il convento dei francescani di borgo, a Mozzano. Gli anni più belli e i più intensi della sua vita, aveva detto una volta a lei e ad Eagle. 

«Un santo. San Sebastiano, dipinto da Mantegna. Mi piaceva talmente tanto che ho preteso che dalla cappella, la tela fosse spostata qui. Voglio vedere quell'espressione mentre mangio, voglio avere sempre davanti agli occhi la disperazione di quell'uomo, gustarne lo stupore, la resa. Riuscite a leggere cosa c'è scritto sul cartiglio che si trova ai piedi del santo, proprio intorno alla candela spenta?»

Di fatto Eagle si trovava talmente tanto vicino da non dover nemmeno sforzare la vista.

«Nulla è durevole tranne Dio: il resto è fumo. Sono assolutamente d'accordo col pittore.»

Brummidge gli chiese cosa si fossero detti, Eagle spiegò brevemente.

«Siete d'accordo anche voi, Arianna?»

«No.»

«Nemmeno io.» continuò Marco.

«Dovresti stare in prigione a marcire con il tuo amico.» Arianna mantenne un tono calmo quando lo disse, ma gli occhi marroni si erano fatti di brace, sentiva la gola riarsa, come se contenesse tanti tizzoni ardenti.

«Io avrei detto che "nulla è durevole tranne l'amore: il resto è fumo". E a proposito di ciò che ritenete giusto, vi sbagliate perché sono qui e non certo a marcire in prigione. La giustizia mi ha giudicato innocente.»

«Il tuo denaro, non la giustizia, ti hanno giudicato innocente.»

«Fa differenza? Agli occhi degli altri si è trattato di una svista. Ho dovuto ricevere in qui dentro quasi tutti i patrizi della città e posso assicuravi che non desideravano altro se non porgermi le loro scuse. Ad ogni modo lo vedete coi vostri occhi dove mi trovo; qui, seduto accanto a voi a mangiare ottima quaglia e a bere buon vino. E in un certo senso siete stata voi ad agevolarmi, la vostra fuga, ad essere precisi.»

«Non sono scappata.»

«Sapete cos'è successo subito dopo?»

«Non ho scritto io quella lettera!» gridò Camilla, ma nessuno vi fece caso tranne Arianna, che alzò lo sguardo e vide che il pallore si era fatto ancora più spettrale.

«Come potrei saperlo?»

«L'angelo è venuto a cercarmi e ha tentato di uccidermi. E per sua sfortuna non ci è riuscito. E indovina un pò chi gli aveva detto dove mi nascondevo?»

«Non sono stata io! Non ho scritto io quella lettera.»

«La mia cara mogliettina ha pensato bene di scrivergli dove mi trovavo sperando di conquistarlo, nonostante il nostro seduttore già si fosse consolato con una biondina francese con la quale addirittura conviveva.»

Fino a quel momento quasi niente di tutto quello che aveva ascoltato l'aveva davvero colpita. Marco però dovette rendersi conto che le ultime parole facevano un qualche effetto su di lei.

Non solo l'aveva abbandonata, pensava, ma si era presto consolato con un'altra donna quando ancora il ricordo dei giorni dell'orrore era vivido.

«Noto mio malgrado che la cosa non vi lascia indifferente. L'angelo non è mai stato innamorato di voi, Arianna.»

«Questi non sono discorsi da fare ad una donna sposata.» disse Arianna ma sentiva il cuore che martellava come se tentasse di uscire dalla cassa toracica.

«Ma Duccio Vivanti si, lui vi ama intensamente e non vi avrebbe mai, per nessuna ragione al mondo, fatto davvero del male.»

Arianna si alzò in piedi, sentiva la stanza vorticare, le sembrò di vedere ancora il pulviscolo danzare, Raphael ferito e spaventato, ebbe l'impressione di ascoltare di nuovo la voce di Duccio che parlava attraverso il corpo di Marco. Le mancò il respiro.

«Non sai cosa dici Marco, non lo conosci davvero. Ci avrebbe uccisi tutti.»

Brummidge ed Eagle non si mossero mentre Marco si alzava e la raggiungeva.

«Non a te, a te non avrebbe torto nemmeno un capello. Ti ama come la sua stessa vita.»

«Perché mi stai dicendo tutto questo?»

«Vuole rivederti, una volta soltanto.»

«No.» guardò suo marito che sorrideva e si chiese quanto avesse capito del discorso, poi vide Eagle, era serissimo.

«Oh, non ti preoccupare di lui, crede che ti stia dicendo cosa abbiamo fatto all'angelo

Camilla scuoteva la testa, i riccioli neri oscillavano lentamente di qua e di là mentre portava le mani al viso.

«Che cosa avete fatto a Raphael?»

«Potrai vederlo coi tuoi occhi, Arianna, potrai dirgli addio se solo mi dirai di sì.»

«Di sì?»

«Duccio vuole solo parlare con te. In fondo mi sembra un equo scambio.»

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