Shiver || Michael Clifford

By accolasvoice

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«Respingo tutti quanti, non prenderla sul personale.» highest rank in fanfiction #1 More

cast
Prologue.
1. A New Beginning
2. Echo
3. Cookies
4. Little crush
6. Rain And Green Eyes
7. Melting
8. Innocent
9. Overthinking
10. Bravery
11. Confessions
12. Brothers
13. Battleships
14. Miss Marple
15. Challenge
16. Revenge
17. Affection
18. Nightmares
19. Madness
20. Sweatshirt
21. Awkward
22. Feelings
23. Let Me In
24. You
25. The First Time
26. Feel Again
27. Make Me Fall
28. The Last Time
29. Remember
30. Change My Mind
31. Up
32. She Is The Sunlight
33. I Won't
34. You And Me
35. Tear Me In Two
36. Best Of Me
37. Sweet Despair
38. I Will Be
THANKS.
39. Broken
40. No More Lies
41. Demons
42. Wasted
43. Everything Has Changed
44. All About Us
45. Look After You
46. Sparks
47. Unbreakable
48. Holding On And Letting Go
49. Mine For A Night
50. Reason
51. Hush Hush
52. Can't Stop
53. This Love
54. Find My Way Back
55. Firefly
NON ODIATEMI
It All Ends.
Ringraziamenti
Characters Ask

5. Moe

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By accolasvoice

- Ehi, aspetta, io ti conosco! - esclamò lei, sorridendo ancora di più. - Sei la ragazza di ieri notte, quella dei biscotti! -

Ma certo, era l'amica di mio fratello.

- Si, sono proprio io. - sorrisi debolmente.

- Ti spiace se mi siedo? - domandò, indicando il posto accanto al mio.

- No, affatto. - risposi cortesemente.

Lei sorrise nuovamente e si accomodò, poggiando il suo sgangherato zaino multicolor a terra e voltandosi nuovamente verso di me. - Comunque, mi chiamo Claire Montgomery. - si presentò, tendendomi la mano.

- Shiver Mosey. - replicai, ricambiando il suo gesto.

- Si, tuo fratello mi aveva accennato il tuo nome. È piuttosto strano, ma mi piace. - sentenziò. Poi mi osservò per qualche istante. - Tu e Colton avete gli stessi occhi, ma lui non ha le lentiggini. -

Già, le lentiggini ereditate da mio padre. Scossi la testa, cercando di scacciare quel pensiero triste. - Come mai anche tu qui? Pensavo che fossi nel ramo scientifico. -

- In effetti, si, ma dobbiamo frequentare due corsi a scelta e io me la sono sempre cavata in storia, quindi... - scrollò le spalle lei.

Io annuii, voltandomi nuovamente per setacciare l'aula. Ma del ragazzo con i capelli blu ancora non c'era traccia.

- Stai aspettando qualcuno? - domandò lei, seguendo il mio sguardo.

Io arrossii leggermente. - No, no, stavo solo notando quanto l'aula si fosse riempita in poco tempo. - mentii.

Lei annuì, poi mi rivolse un sorriso contagioso. - E tu come mai sei qui? -

- Storia è un corso obbligatorio per me. - le spiegai. - Ma non mi pesa, mi ha sempre affascinata. -

- Cosa studi? - domandò, con voce curiosa.

- Lettere. - risposi, senza guardarla.

Proprio mentre Claire stava per mettersi a parlare di qualcos'altro, i miei occhi furono catturati da una chiazza color cobalto che si stava muovendo sulla scalinata all'altro lato dell'aula. L'ambiguo ragazzo aveva fatto il suo ingresso nell'aula, con un involucro sulle spalle che sembrava la custodia di una chitarra, e ora stava svogliatamente cercando un posto a sedere nella marea di studenti.

- Era lui che cercavi prima? - sentii domandare dalla mia vicina, che ancora una volta aveva seguito il mio sguardo.

- No! - risposi subito, arrossendo nuovamente (ma che diavolo mi prendeva? Io non arrossivo mai). - L'ho solo visto entrare, e il fatto che avesse i capelli blu mi ha incuriosita. -

- Si, in effetti sembra un tipo strano. - scrollò le spalle lei.

- È nel ramo scientifico anche lui? - domandai, simulando indifferenza.

- Dall'enorme custodia che si porta dietro, oserei supporre che sia nel corso di musica. -

Che imbecille, avrei anche potuto arrivarci.

- Comunque ora ti sta fissando. - sentenziò lei, voltandosi verso di me e rivolgendomi un sorriso malizioso.

Furtivamente, spostai a mia volta lo sguardo su di lui e, come aveva detto Claire, trovai i suoi occhi (di cui ancora non distinguevo il colore) puntati sul mio viso. Non sorrise, né mi rivolse un gesto della mano; se ne rimase semplicemente lì a fissarmi.

- Magari ha una cotta per te. - azzardò la mia vicina, scrollando le spalle e rivolgendomi un nuovo sorriso.

- Non credo proprio. - scossi la testa, spalancando leggermente gli occhi.

- E perché mai? -

Fortunatamente, l'ingresso in aula del professor Monroe interruppe la nostra discussione, e io passai le successive due ore a scrivere ininterrottamente sul mio disordinato bloc notes, lanciando, di tanto in tanto, un'occhiata in direzione del ragazzo misterioso. La prima volta lo vidi disegnare distrattamente sul banco che aveva di fronte, con una vecchia matita gialla tutta mangiucchiata; la seconda, invece, era concentrato a scrivere un messaggio, nel tentativo di non farsi vedere; e infine, la terza volta, trovai nuovamente la sua attenzione completamente concentrata su di me.

Restammo ad osservarci per ore, minuti, secondi: non avrei saputo dirlo.

- Ehi, Shiver. - mi richiamò Claire, ridendo brevemente. - La lezione è finita. -

Mi riscossi improvvisamente e mi resi conto che tutta la classe, tranne me, si stava dirigendo verso l'uscita. - Scusa, mi ero incantata. -

- Già. - annuì lei, ridendo nuovamente.

Mi voltai un'ultima volta verso il punto in cui era seduto il ragazzo dai capelli blu, ma di lui non c'era più nemmeno l'ombra.

- Che lezione hai ora? -

Spostai nuovamente lo sguardo verso la mora accanto me. - Ora buca, tu invece? -

- Fisica, quindi mi tocca attraversare tutto il campus... di nuovo. - sbuffò.

Io la osservai, incamminandomi accanto a lei nell'affollato corridoio. - La frequenti insieme a mio fratello? -

- No, io sono una matricola, lui è al terzo anno. - mi spiegò, con il solito sorriso.

- Oh, giusto. - annuii io, tirando più giù le maniche del mio maglione.

- Ora scappo, la mia lezione inizia tra venti minuti. - sentenziò, sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle. - Suppongo che ci vedremo domani, qui a storia. -

- Uh, si, certo. Se... se vuoi ti tengo un posto. - mi offrii, con voce incerta.

- Sarebbe fantastico! - sorrise lei, allontanandosi nel corridoio e salutandomi con la mano.

Rimasi ad osservarla mentre si allontanava, poi mi infilai le cuffie e mi recai lentamente al mio rifugio, pronta a proseguire la lettura del mio amato libro.

Giunsi lì e con piacere constatai che il luogo era deserto come il giorno precedente, inoltre il sole pallido di settembre non aveva abbandonato la Scozia, regalandomi quel piacevole torpore che mi ricordava la vecchia coperta di pyle che avevo a casa.

Mi accomodai nella stessa posizione che avevo assunto il giorno prima e, finalmente, potei dedicarmi alla mia amata lettura, dimenticandomi per un po' di tutto e tutti.

-----------

- Shiv! - sentii sbraitare da una voce affannata.

- Come mi hai chiamata? - domandai perplessa, voltandomi per incontrare i grandi occhi blu di Luke.

- Shiv. - ripeté lui, prendendo fiato dopo la corsa fatta per raggiungermi. - Perché? -

- Perché è orrendo. - ridacchiai io, corrugando le sopracciglia e riprendendo a camminare lentamente verso l'aula in cui si sarebbe tenuta la mia lezione successiva.

- E come dovrei chiamarti? - Mi rivolse un'espressione ingenua, che lo fece sembrare più giovane ed innocente.

- Con il mio nome?! - risposi, in tono sarcastico.

Lui scosse la testa. - Troppo lungo. -

- Sei lettere sono proprio tante da pronunciare, hai ragione. - lo presi in giro.

- Come ti chiami di cognome? - domandò, ignorando il mio commento.

- Mosey. -

- Moe! - esclamò lui, tutto eccitato. - Ti chiamerò Moe! -

- Luke, non sono un cane randagio che hai appena adottato e che ha bisogno di un nome. - precisai, fermandomi davanti alla mia aula.

- Che lezione hai? - chiese, ignorando nuovamente il mio commento.

- Letteratura inglese fino all'una, tu? -

- Nessuna lezione fino ad oggi pomeriggio, quindi sto andando a recuperare Calum per andare in biblioteca. -

- Tu leggi? - domandai, incredula.

- No, figuriamoci, devo solo accompagnare lui. - scosse la testa lui, come se avessi appena detto una profanità.

Risi alla sua espressione e lui ricominciò a camminare all'indietro, agitando una mano. - Ci vediamo a pranzo, Moe! -

Roteai gli occhi, ma sorrisi nuovamente, salutandolo a mia volta e poi entrando nell'aula sovraffollata.

- È libero? - domandai, indicando una seggiola vuota.

La ragazza del posto accanto parve riscuotersi da uno stato di trance e annuì, con occhi vuoti. - Certo, accomodati, non aspetto nessuno. -

Mi sedetti e poggiai lo zaino a terra, iniziando a tirare fuori pigramente le mie cose.

- Tu aspetti qualcuno? - sentii domandare, con una voce talmente flebile da essere a malapena udibile.

Spostai lo sguardo sulla ragazza accanto a me, non del tutto certa che fosse stata lei a parlare e, quando anche lei rivolse a me un'occhiata, capii che si, era stata proprio lei. Aveva lunghi e ondulati capelli scuri, grandi e terrorizzati occhi castani, labbra sottili e pelle lattea.

- Scusa, è che sono una matricola e non conosco nessuno. - bisbigliò, rivolgendomi un timido sorriso.

- Anche io sono una matricola. - le sorrisi a mia volta. - Mi chiamo Shiver Mosey. -

- Lucille Hamilton, - rispose, stringendomi la mano. - ma puoi chiamarmi Lux. Il tuo è un nome insolito. -

- Già, - ammisi, con un leggero imbarazzo. - colpa di mia madre e della sua fissazione per i nomi particolari. -

- No, mi piace. - sorrise nuovamente. - Quindi nemmeno tu conosci nessuno? -

- Non che frequenti le mie stesse lezioni. - scossi la testa. - Jenna, la mia coinquilina, è al secondo anno, studia arte; poi ci sono Luke, Calum e Ashton e loro... - esitai, ragionando per un attimo. - In realtà non so nemmeno cosa studino. -

Lei rise brevemente. - La mia coinquilina, Georgia, è piuttosto insopportabile. Passa le sue giornate davanti allo specchio, o con la faccia incollata al computer. -

- Cosa studia? - domandai, anche se in realtà non mi interessava particolarmente.

- Marketing, credo. - scrollò le spalle lei, proprio un attimo prima che una donna minuta e con dei giganteschi occhiali con la montatura verde fluo facesse il suo ingresso in aula, rivolgendoci un sorriso amichevole.

- Sono la professoressa Adelaide Swift, e vi insegnerò letteratura inglese per questo semestre. - esordì, con una buffa vocina stridula.

Io e Lux ci scambiammo una veloce occhiata di intesa, nel tentativo di trattenere una risata, poi chinammo la testa sui quaderni e incominciammo a prendere appunti, nonostante seguire le spiegazioni di Miss-Voce-Da-Topo fosse tutto fuorché facile, vista la sua innata capacità nel divagare.

Le due ore passarono piuttosto in fretta e, prima che me ne accorgessi, stavo già riponendo le mia cose nello zaino.

- Vuoi unirti a noi a pranzo? - domandai a Lux, dopo qualche incertezza.

- Voi? -

- Si, suppongo che ci saranno anche i ragazzi di cui ti parlavo prima. - risposi, sistemandomi lo zaino sulle spalle e dirigendomi verso l'uscita.

- Non so se è una buona idea... -

- Sono davvero simpatici. - cercai di convincerla. - E poi, è sempre meglio che pranzare da sola. -

Lei esitò ancora per qualche istante, ma alla fine annuì, quindi ci incamminammo fianco a fianco in direzione della mensa. Lì trovammo tutti quanti seduti, con Luke e Jenna che, ovviamente, stavano già litigando.

- Ci sono un centinaio di tavoli qui intorno, devi proprio sederti con noi? - sbottò lei, limandosi le unghie furiosamente.

- Ci sono dei posti liberi, quindi non vedo perché no. - replicò lui, con un sorriso sfacciato.

- Stanno già discutendo? - domandai, sedendomi di fronte ad Ash insieme a Lux.

- E lo chiedi pure? - rise Calum, sfasciando il suo sandwich e riponendolo con cura su un tovagliolo.

- Già, domanda stupida. - sorrisi io.

- E lei è? - domandò Ash, indicando la mia nuova amica, che ancora non aveva aperto bocca.

- Oh giusto, lei è Lux, fa lettere come me ed è una matricola. - spiegai loro. - Questi due, invece, sono Ashton e Calum, mentre quelli che non hanno ancora smesso di scannarsi a vicenda sono Luke e Jenna. -

- Stanno insieme? - domandò lei, provocando una fragorosa risata da parte di tutti tranne che dei diretti interessati.

- Nemmeno in un milione di anni mi metterei con questo microcefalo! - squittì Jenna. (Ancora "microcefalo", seriamente?!).

- Vorrei ricordarti che sei venuta a letto con me l'anno scorso. - borbottò lui, con un ghigno.

- Non ricordarmi questi dettagli osceni del mio passato. - asserì lei, con una smorfia disgustata.

Ridemmo nuovamente, poi Ash parlò, distraendo Luke dall'ennesima litigata. - Dov'è Mike? Ha lezione anche oggi? -

- No, ha detto che aveva da fare. - scrollò le spalle il biondo, azzannando voracemente il suo trancio di pizza al salame piccante.

- Si può sapere che gli prende? - sbottò Cal, con la bocca piena.

- Lo sappiamo tutti e tre. - mormorò Ash.

Li guardai confusa e sempre più curiosa di conoscere questo misterioso Michael e la sua storia. Perché quel ragazzo era sempre assente? E che gli era capitato per renderlo così? Cal, Ash e Luke sembravano esserne al corrente e, anche se io nemmeno lo conoscevo, ero più che determinata a scoprirlo.

--------------------

Necessaria precisazione: il soprannome di Shiver, Moe, si legge semplicemente Mo, la "e" non si pronuncia :)

detto questo, abbiamo una piccola new entry, Lux, e abbiamo rincontrato Claire. Che ne pensate di loro? ma soprattutto, a cosa pensate si riferisca Ash quando dice che tutti e tre sanno cosa sta succedendo a Michael?

aspetto come sempre le vostre opinioni e vi do appuntamento al prossimo capitolo (ho il sentore che vi piacerà parecchio).

love you all,

accolasvoice.

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