Lights (Italian translation)

By inevansarms

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Blair Price combatte contro molte cose nella sua vita, come la morte di sua madre, la nuova famiglia "perfett... More

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Epilogo

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By inevansarms

"Non essere preoccupata," dice Harry.

"Non sono preoccupata."

"Vedo lo sguardo sulla tua faccia. Conosci mia mamma da quanto la conosco io, Blair. Non essere preoccupata."

Sospiro. "Spero che faccia quella crostata per dessert."

"Stavo pensando alla stessa cosa," dice Harry. "Con un dannato mucchio di panna montata sopra."

Ridacchio. "Spero che tu non parli così intorno a tua mamma."

"Posso fottutamente parlare come cazzo voglio," dice, provocandomi. Ghigno.

Alzo gli occhi al cielo e appoggio la testa contro il finestrino. Harry allunga il braccio e allaccia le sue dita con le mie. Porta la mia mano alle sue labbra, piantando un bacio soffice su di essa. Il mio cuore svolazza per il suo piccolo gesto. Appoggia le nostre mani sulle sue gambe mentre usa l'altra mano per guidare.

"L'aspetto positivo è che non c'è traffico," riflette.

"Già," concordo. "Tre ore in uno spazio chiuso con te sono abbastanza."

Harry ghigna. "Senti quella che parla."

Restringo i miei occhi verso di lui. "Io sono incantevole," scatto.

"Incantevolmente fastidiosa."

Serro la mascella. "I fidanzati dovrebbero essere carini," dico, sbuffando.

"Scusa, scusa. Quello che intendevo dire è che sei la persona più piacevole--"

"Stai zitto, so che stai mentendo." Gli sorrido e lui ride.

Continuiamo a guidare, e una, poi due ore passano. Vedo il cielo iniziare a diventare arancione per il tramonto. Harry sbadiglia.

"Posso guidare io se vuoi," offro.

Scuote la testa. "Sto bene."

"Sei sicuro?"

"Non voglia che tu mi rompa la macchina."

Sbuffo. "Non romperei la tua macchina."

"Giusto."

Alzo gli occhi al cielo e noto che la mia mano è ancora stretta in quella di Harry sulle sue gambe. Sorrido.

Accostiamo finalmente nel vialetto di una casa alta di mattoni. Alberi sono allineati lungo il sentiero verso la porta principale di legno, quasi come un piccolo tunnel di alberi.

"Wow, che bello," dico mentre slaccio la cintura.

Harry scrolla le spalle. "Robin è uno sporco ricco."

Alzo gli occhi al cielo. Prima che possiamo anche solo tirare fuori le nostre borse dalla macchina, la porta principale si apre ed esce la mamma di Harry, Anne. Indossa un grembiule e i suoi capelli sono come sempre: scuri e lisci. Ci sorride a trentadue denti e tira entrambi in un abbraccio.

"Pensavo di aver sentito qualcuno qui fuori!" Si agita. "Mio Dio, guardatevi. Blair, sei così bella, Gesù. Harry, più tatuaggi vedo. Oh, non importa. Entrate, entrate! Sto giusto finendo la cena!"

Harry alza gli occhi al cielo. "Mamma," geme. "Dobbiamo prendere le borse."

"Oh, certo. Scusa, sono solo così emozionata di vedervi!" Batte le mani. "Mando Robin per aiutarvi con le borse."

"Va tutto bene, ce la facciamo," le dico.

Anne ci sorride di nuovo prima di ritirarsi in casa, lasciando me ed Harry a trascinare le nostre borse dentro.

"È così dannatamente vivace," dice Harry.

"Oh, è fantastica," dico. Ci facciamo strada dentro attraverso la grande porta di legno. Il soffitto è molto alto e altrettante finestre permettono ad una grande quantità di luce di entrare.

"Lasciate le borse qua, potete portarle sopra dopo," ci guida Anne. Mi guardo intorno e mi cade la mascella.

Un enorme tavolo sta al centro, con i fornelli da una parte di esso. Altri tavoli sono allineati lungo le pareti con armadietti color caffè sul muro.

"Che bello," dico.

"Grazie, l'ho progettato io stessa," dice Anne, afferrando alcuni piatti e camminando verso il tavolo largo da pranzo. "Abbiamo fatto su misura l'intera casa, davvero."

"Wow," dico.

"È carino, mamma," dice Harry.

Anne sorride. "Lasciate che chiami giù Gem e Robin."

Harry sta in piedi di fianco a me, le sue mani nelle tasche.

"Mi era mancata tua mamma," dico.

Harry sbuffa. "Avrebbe una crisi se vedesse casa mia."

"Io ho una crisi ogni volta che vedo casa tua," rimbecco. "Se pulissi un po' meglio--"

"Oh, ma poi qual è il punto di averti in giro?" Harry ghigna e mi afferra per il polso.

Alzo gli occhi al cielo. "Grazie," dico sarcasticamente.

Harry preme un veloce bacio sulle mie labbra prima che sentiamo passi scendere le scale.

"Blair! Harry!" Stride Gemma, precipitandosi verso di noi e divorandoci in un abbraccio. Cado quasi per la forza con cui ci abbraccia, ma mi stabilizzo con il tavolo dietro di me.

"Mi siete mancati così tanto!" Dice, indietreggiando. I suoi capelli non sono più il solito castano scuro, ma sono di un chiaro castano ramato, che le dona meravigliosamente. I suoi occhi sono dello stesso verde animato di sempre.

"Blair, stai benissimo," complimenta, stringendo una delle mie mani nelle sue.

"Anche tu," le dico.

"Oh, signore, Harry," provoca Gemma. "Altri tatuaggi, eh?"

Harry alza gli occhi al cielo e Gemma lo abbraccia di nuovo, ghignando. Robin emerge dalle scale, sorridendo.

"Ciao, Harry, Blair," dice, annuendo e scuotendo le nostre mani. "È bello rivedervi."

Annuisco, sorridendo in risposta. "Anche per noi."

"Cena, tutti quanti," chiama Anne e ci facciamo strada verso il tavolo da pranzo. Spalanco gli occhi per la quantità di cibo sul tavolo.

Ci sediamo tutti e ci serviamo. Anne smania per quanto siamo cresciuti e Gemma ci racconta di come si è diplomata recentemente all'università. Annuiamo e sorridiamo, concentrandoci su quanto sia assolutamente delizioso il cibo.

"Il pasto è ottimo, Anne," la complimento.

"Oh, grazie cara. Ho cucinato tutto il pomeriggio." Ridacchia.

Robin non parla molto, sono soprattutto Gemma e Anne che ci fanno domande. Non mi importa, loro sono come la mia famiglia estesa. Sono cresciuta attorno a loro e le amo quasi quanto Harry.

"Quindi, dimmi," dice Anne, un sorriso astuto si estende sul suo viso. "Blair, qualche ragazzo speciale là fuori? Voglio dire, sei carina, devono esserci ragazzi che strisciano da te."

Harry soffoca mentre beve, tossendo e sputacchiando. Gemma lo colpisce sulla schiena fino a che non respira normalmente. Si schiarisce la gola e mi guarda.

"Uh..." appoggio la forchetta sul piatto. "In realtà..."

"Blair sta con me," termina Harry per me casualmente.

Sia Gemma che Anne spalancano i loro occhi con shock. Gemma fa cadere la forchetta sul piatto con un rumore metallico. La mascella di Anne cade.

"Voi due state..." Inizia Gemma.

Annuisco, guardando Harry che scrolla le spalle.

"Wow," dice Anne. "Posso dire onestamente che non me lo sarei mai aspettata." Ridacchia.

"Sì, beh," dice Harry.

Gemma sbuffa. Harry alza di scatto la testa verso di lei, restringendo gli occhi.

"Cosa?" Chiede.

"Niente... voi due siete... come, un ossimoro." Ridacchia Gemma.

"In che modo?" Chiede Harry, la sua mascella serrata.

"Non essere così difensivo, Harry," dice Gemma. "Sto solo dicendo che... beh, a Blair piace leggere e lei è piuttosto tranquilla e Harry... Harry è tipo, l'opposto."

Harry alza gli occhi al cielo. "Che mucchio di cagate."

"No, in realtà è abbastanza vero," dico. Tutti gli occhi cadono su d me. "Voglio dire, è vero che Harry e io siamo molto diversi ma siamo stati migliori amici tutti questi anni."

Anne annuisce. "Immagino di averlo sempre visto arrivare in un certo modo. Con Harry che si struggeva per te mentre gli adolescenti--"

"Mamma!" Ringhia Harry. Gemma e Anne ridono. Cerco di nascondere il mio sorriso, ma Harry mi coglie.

"Non è divertente," scatta.

"Ricordi come ci chiedeva che tipo di fiori le piacessero--" inizia Gemma.

"Gemma, stai zitta!" Urla Harry, afferrando la forchetta così forte da pensare che si possa rompere in due.

"E come diceva sempre che gli piacesse il nastro nei suoi capelli," dice Anne, annuendo. I suoi occhi scintillano.

"Oh, sì, quello rosa," concorda Gemma e le due ridono. Mi copro la bocca con una mano in modo che Harry non mi veda ridere. Immagino mi ami da quanto lo amo anche io. È bello saperlo, immagino.

"D'accordo, il tempo passato a prendersi gioco di Harry è finito," scatta Harry.

Gemma e Anne tremano per le risate. Anche Robin incrina un sorriso.

"Possiamo per favore cambiare soggetto?" Chiede Harry, mettendosi la testa tra le mani.

"Aw, sembra che l'abbiamo imbarazzato," provoca Gemma e Harry le rivolge il medio.

"Harry," lo rimprovera Anne. "Non è una cosa appropriata."

Harry borbotta sottovoce e continua a mangiare. Mi mordo il labbro per trattenermi dal ghignare. So che provocherò Harry dopo per questo.

Dopo che mia mamma è morta, Anne è diventata come la mia madre sostituta. Mi preparava il pranzo per scuola e noleggiava film sentimentali quando era quel mio periodo del mese. Non è che abbia rimpiazzato mia mamma, ma era la cosa più vicina che avessi a quel tempo.

"Mi ricordo quando voi due avevate cinque anni e Harry avrebbe fatto qualsiasi cosa per Blair," dice Anne, appoggiandosi contro la sua sedia. "Blair voleva travestirsi come una principessa, e Dio, Harry è passato dall'Harry regolare a Principessa Harry in dieci minuti."

Sembra che Harry stia per esplodere.

"E abbiamo bevuto soda facendo finta che fosse vino," ricordo.

"Madeleine lo amava. Pensava fosse la cosa più carina, voi due con dei vestiti a bere la vostra idea di vino." Anne ridacchia con nostalgia. Sorrido alla menzione di mia mamma.

Harry sospira drammaticamente. "Vi sto pregando, cambiate il dannato soggetto." Questa volta rido con Anne e Gemma e Harry mi lancia un'occhiataccia.

Aiuto Gemma a pulire il tavolo quando finiamo di mangiare. Mi racconta del ragazzo con cui si sta vedendo e ci lamentiamo giocosamente di Harry insieme. Anche lei è sempre stata come una sorella per me.

Mentre sto mettendo via alcuni piatti, intravedo una grande piscina blu fuori nel giardino sul retro.

"Wow," dico.

Gemma segue il mio sguardo e ghigna. "Oh, sì. Quella è il clou di questa casa, a mio parere."

"È calda?" Chiedo.

"Oh, sì. Il sole la riscalda durante il giorno. Il miglior momento in cui nuotarci è ora, in realtà."

"Oooh," dico. "Dovrò provarla qualche volta."

Anne mostra a me ed Harry le nostre camere poco dopo. Sono praticamente le stesse, solo con lenzuola diverse sui letti. Harry mi guarda.

"Mamma, a me e Blair va bene condividere una stanza," dice.

Anne ci fissa. "Oh," dice.

Arrossisco. "No, non è come sembra," dico velocemente. "È solo che Harry... è insonne."

Harry stringe i pugni e mi rivolge un'occhiataccia.

Anne annuisce. "Vedo. Va bene, allora." Ci sorride. "Dormite bene, ragazzi." Bacia ognuno di noi sulla guancia e ci lascia.

Harry mi segue in una delle stanze e chiude la porta. Inizio a svuotare alcune cose ma mi afferra il polso con rabbia.

"Cosa?" Gli chiedo.

"Perché glielo hai detto?" Sibila.

"Cosa?"

"Che sono... sono--"

"Ho dovuto, Harry, o sarebbe saltata alle conclusioni."

"Che c'è di così male in quello?"

Resisto all'urgenza di schiaffeggiarlo. "È una cosa non vera e non voglio che lei pensi che facciamo cose che non facciamo."

"Ancora."

Questa volta lo schiaffeggio. Ghigna e si tiene la mano sulla guancia. "Bel colpo."

Alzo gli occhi al cielo e tiro fuori il pigiama, stendendolo sul letto. Harry mi afferra di nuovo il polso, girandomi.

"Cosa c'è adesso?" Chiedo, infastidita.

"Andiamo a nuotare," dice Harry.

Sbeffeggio. "Non ho portato il costume."

"Quindi? Hai l'intimo, giusto?"

"Harry!"

"Andiamo, che c'è di male? Andavamo sempre a nuotare con la nostra biancheria intima quando eravamo ragazzini."

"Quello era... quello era quando eravamo ragazzini."

"Andiamo, Blair!" Sembra così ingenuo e infantile, con il modo in cui i suoi occhi si dilatano con eccitazione.

Brontolo. "Sono le dieci di sera."

"Quindi? La piscina ha le luci. Non ti lascerò affogare."

"Harry--"

"Per favore? Per me?"

Sospiro. "D'accordo."

Harry sembra così emozionato che quasi mi butta a terra quando corre fuori dalla stanza, tirandomi per mano dietro di lui. Camminiamo silenziosamente giù dalle scale, Harry apre la porta del retro per me. Camminiamo fino all'estremità della piscina. Harry si toglie immediatamente la maglietta e i jeans, saltando nell'acqua senza batter ciglio.

Arrossisco e distolgo i miei occhi da lui. Emerge in superficie e mi sorride. "L'acqua è calda, entra," mi dice.

"Immergo solo i piedi--"

"Cazzate. Tu vieni in acqua."

Scuoto la testa. "Non--"

"Andiamo, togliti i vestiti." Gli rivolgo un'occhiataccia e lui ride. "Non in quel senso. Vieni solamente in acqua!"

Gemo e mi tolgo la maglietta e i pantaloncini, piegandoli attentamente e appoggiandoli lontani dall'acqua così che non si bagnino. Mi giro e noto Harry che mi fissa, i suoi occhi spalancati. Quando vede che l'ho colto a fissarmi, si immerge velocemente sott'acqua, lontano dalla mia vista.

Ringrazio silenziosamente Dio di aver deciso di mettermi la biancheria nera oggi e mi lego i capelli. Harry emerge di nuovo, più vicino a me.

"Ora, hai intenzione di entrare di tua volontà o devo fartelo fare?" I suoi occhi brillano.

Mi allontano dal bordo della piscina.

"Non esiterò ad uscire da questa piscina e lanciarti fisicamente nell'acqua."

Aggrotto le sopracciglia. "Non voglio nuotare--"

"Conto fino a tre e poi esco--"

"Ugh," borbotto.

"Uno--"

"Harry--"

"Due--" Inizia ad uscire dalla piscina.

"Harry!"

"Tre!" Mi rivolge un sorrisetto mentre cammina verso di me, acqua gocciola dal suo corpo tatuato.

"No, Harry," dico, mettendo le mani davanti a me per spingerlo via.

"Ho contato fino a tre, ora devo buttarti dentro."

"Ma io--"

Mi prende nelle sue braccia, in stile sposa, trasportandomi fino all'estremità della piscina. Grido e strillo, ma non mi lascia giù.

"Pronta?" Mi chiede, un ghigno sulle sue labbra.

"No!"

Ride e mi lancia nell'acqua, saltando dopo di me. Grido mentre l'acqua fredda mi inghiottisce. Mi alzo e lancio un'occhiataccia a Harry.

"In che cazzo di universo quest'acqua è calda?"

Harry ride e cammina verso di me, prendendomi nelle sue braccia. "Ti ci abituerai."

Alzo gli occhi al cielo. "Sei un coglione."

Scrolla le spalle. "Non ho mai affermato il contrario."

Si piega in avanti e mi bacia, le sue labbra sanno di cloro e gomma alla menta. Avvolgo le braccia intorno al suo collo, approfondendo il bacio. Harry sposta le labbra sul mio collo, baciando via l'acqua della piscina dalla mia pelle. Rabbrividisco.

"Posso--posso uscire adesso?" Chiedo.

Ridacchia contro il mio collo. "Ma sei appena entrata."

"Non mi interessa." Lo spingo lontano, rabbrividendo per la perdita di contatto delle sue labbra sul mio collo.

"Oh, Blair. Quando eravamo ragazzini eri tu quella che mi pregava di venire a nuotare di notte."

"Sì, beh." Incrocio le braccia sul petto.

"Facciamo un gioco."

"No."

"Blair, se hai la sindrome premestruale capisco--"

"Oh, mio Dio." Alzo gli occhi al cielo.

"Ti sto solo prendendo in giro." Sento le sue braccia calde intorno a me di nuovo, travolgendomi. Rabbrividisco.

"Non puoi avere ancora freddo," dice.

"Beh ce l'ho."

Sospira. "Vuoi davvero andare dentro?"

"Molto."

Ghigna. "D'accordo. Guardiamo solo le stelle per un po', allora."

Annuisco e alzo lo sguardo. Luminose, brillanti stelle punteggiano il cielo. I miei occhi atterrano sulla più intensa. Mi domando se mia madre sia lassù, a danzare con le stelle, guardando me ed Harry.

"Harry?"

"Mmm."

"Pensi che mia mamma sia lassù?"

Gli occhi di Harry rispecchiano il cielo stellato. "Certo che è lassù," dice. "Si è fatta una nuova casa."

Sorrido. "Lo pensi davvero?"

Harry annuisce. "Sì."

Mi sento all'improvviso una bambina, a guardare le stelle e a parlare di mia madre in questo modo. Una brezza sfiora delicatamente la mia pelle, facendomi ancora venire i brividi.

"Andiamo dentro," dice Harry nel mio orecchio. Annuisco e mi aiuta ad uscire dalla piscina. Afferriamo i nostri vestiti e Harry mi guida dentro.

"Merda, ho dimenticato di portare gli asciugamani," sussurra.

Alzo gli occhi al cielo mentre camminiamo di nuovo verso la nostra camera, chiudendo la porta delicatamente dietro di noi. Mi faccio la doccia e scivolo nel mio pigiama, leggendo un libro mentre Harry si lava. Emerge finalmente dal bagno, i suoi ricci umidi e i suoi occhi vivi. Chiudo il mio libro mentre spegne la luce, scivolando nel letto di fianco a me. Le sue braccia mi accerchiano e mi bacia delicatamente il collo, lasciando una scia di baci umidi su di esso.

"È vero che avresti fatto qualsiasi cosa per me allora?" Sussurro.

Smette di baciarmi. Lo sento espirare, il suo respiro caldo mi tocca la spalla. "Farei qualsiasi cosa per te ora," risponde.

Mi giro per guardarlo in faccia. "Davvero?"

Sorride, le sue fossette compaiono. "Davvero."

Lo bacio lentamente prima di stringermi a lui e addormentarmi.


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