Come To Me

By -shoot-

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-Quand'ero bambina sognavo un futuro perfetto, fidanzata col ragazzo perfetto, vivere in un enorme villa, ave... More

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Epilogo
Nuova storia!
#1!
Eternamente grata
Revisione!
Gruppo whatsapp

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By -shoot-

Canzone del capitolo:
Preach- Drake

Rimasi immobile in un angolo buio del corridoio.

Lui aveva la testa china sullo schienale, i suoi occhi erano chiusi e le mani erano posate sui fianchi di lei mentre si dondolava su di lui.

"Guardami Cameron" disse lei infilandogli una mano nei capelli, lui prese la sua mano con forza facendola sussultare.

"Se ti guardo finisce tutto e ti tolgo di dosso, non toccarmi i capelli" disse continuando a stare ad occhi chiusi e scostandole la mano.

"Perché non riesci a guardarmi in faccia? Ti disgusto per caso?"

"Stai pensando a qualcun'altra? Pensi che ci sia un'altra ragazza al mio posto?" chiese ancora facendolo sbuffare.

"Sì, ma stai zitta" disse prendendola per la nuca e baciandola con forza.

Lei non esitò a ricambiare il bacio con altrettanta brutalità, mi chiedevo come facesse ancora a respirare.

Quando le cose iniziarono ad approfondirsi decisi di andare, tornai in camera decisa ad addormentarmi costi quel che costi.

Quando chiusi gli occhi cercai di eliminare il ricordo di quell'orribile scena.

______________

Mi resi conto di essermi addormentata quando sentii la porta sbattere e balzai dal letto.

Quando guardai il cellulare mi resi conto di aver dormito a malapena quattro ore, tentai di dormire ancora un po' chiudendo gli occhi ma non ci riuscii, così rassegnata andai in bagno a farmi una doccia.

Terminata, andai in cucina dove trovai Kara dormire beatamente sul divano, un sorrisino irritante contornava il volto dolce e angelico.

Forse Cameron l'aveva soddisfatta abbastanza.

Tirai indietro i capelli bagnati e aprii delicatamente il frigo per non svegliare la principessa sul pisello.

Cercai il succo alla mela ma non c'era così decisi di prendere una bottiglia d'acqua, quando mi sistemai sulla sedia guardai sul divano i gusti di Cameron.

Ma... aveva anche detto che se avesse aperto gli occhi l'avrebbe mandata via e che pensava ad un'altra.

Scossi la testa e mi avviai verso il corridoio con ancora la bottiglia tra le mani, vidi la porta alla mia destra aprirsi mostrando un Nate con indosso solo dei boxer.

Arrossii all'istante ricordando che questa era una delle conseguenze nel vivere con tre ragazzi.

"Appena sveglia anche tu?" annuii continuando a guardarlo mentre era ancora tutto assonnato.

"Scommetto è stato Cameron con la porta"

Notai i suoi occhi ancora socchiusi e i capelli chiari cadere sul viso e andargli a destra e sinistra, era così tenero.

"Scusa per lo stato in cui mi trovo" disse ravvivandosi i capelli con una mano.

"No, ti sei appena svegliato quindi è comprensibile" abbassai lo sguardo con ancora le gote accaldate.

"Hai qualcosa da fare?" guardai l'ora sul cellulare, erano le otto, di certo non avevo nulla in programma.

"No"

"Che ne dici se uscissimo un po'? Non possiamo nemmeno guardare la tv che Kara dorme in cucina"

"Ok, allora vado ad asciugarmi i capelli"

"Intanto io mi vesto"

Andai in bagno e attaccai la spina dell'asciugacapelli per poi accenderlo, non avevo la forza di volontà per truccarmi quindi decisi di evitare e indossai le Vans.

Sentii bussare alla porta e poco dopo spuntò la testolina platino di Nate.

"Sei pronta?"

"Sì"

Trovai Nate con una camicia bianca arrotolata fino ai gomiti, un gilet nero e dei jeans attillati dello stesso colore.

Cavolo se era un figurino, poteva fare il modello.

"Andiamo" uscimmo di casa e inserì le chiavi in una grande macchina grigia, mi aprì da gentiluomo lo sportello e lo ringraziai con un sorriso.

La radio trasmetteva le notizie mattutine informandoci che erano le otto e mezza, mi stropicciai gli occhi e sorrisi quando incontrai lo sguardo del guidatore.

"Sai mi sento ancora in colpa per quello che ti ho detto il giorno dell'incontro"

"Oh no, non sentirti in colpa, non fa nulla"

"Se posso chiedere, hai avuto un passato difficile?"

"Abbastanza..." risposi abbassando lo sguardo, il discorso finì lì e arrivammo al bar nel completo silenzio, probabilmente aveva intuito che non mi sentissi a mio agio nel parlarne.

Con educazione mi aprì la porta facendomi entrare per prima e poi la chiuse dietro di sé.

"Allora, cosa ordiniamo?"

"Un caffè"

"Va bene" una ragazza si avvicinò al nostro tavolo, aveva delle grandi borse sotto agli occhi e lo sguardo stanco.

"Avete già scelto?"

"Sì, due caffè" disse Nate continuando a guardarmi.

"Arrivano subito" iniziai a fare disegnini immaginari sul legno consumato del tavolo e ,quando lo sentii schiarirsi la voce, alzai lo sguardo per guardarlo.

"Allora perché non mi parli un po' di te? Ci conosciamo da una settimana ma non so molto della tua vita"

Odiavo parlare di me e sperai che le cose che gli avrei detto gli sarebbero bastate.

"Sono nata e cresciuta in Italia, ho sempre amato Londra e ho sempre odiato la monotonia del mio piccolo paesino"

"Sei venuta qui per una ragione precisa?" tesi la mascella e iniziai a studiare il locale per non incrociare i suoi occhi.

"A dir la verità no" mentii cercando di raggirare la verità e di terminare quel discorso.

"Non hai un sogno?" corrugai le sopracciglia e finalmente incontrai il suo sguardo.

"No, ormai non sogno più, troppe delusioni" risposi amaramente con un sorriso.

"Beh, questa è una cosa che deve essere cambiata" cominciai a ridere e alzai le sopracciglia in modo da chiedergli se stesse facendo sul serio.

"Se non sogni non hai più uno scopo per cui lottare nella vita e se non hai uno scopo nella vita e come se non vivessi per davvero" continuai ad ascoltarlo incantata da quelle parole, per quanto potesse esser vero ciò non cambiava la realtà.

"Tu ce l'hai un sogno?"

"Certo"

"Posso sapere qual è?"

"Trovare qualcuno che mi completi" non mi aspettavo che quello fosse il suo sogno, infatti, rimasi in silenzio e continuai a guardarlo mentre scrutava ogni parte del mio viso.

Trovare qualcuno che potesse completarci, una cosa così semplice ma allo stesso tempo così complicata.

La ragazza di prima ci portò i due caffè e la ringraziammo educatamente.

Mentre giravo lo zucchero nel caffè sbloccai il cellulare trovando una chiamata da Manuel, ero così persa nel parlare con Nate che non avevo minimamente sentito il cellulare squillare.

Gli mandai un massaggio veloce e cominciai a bere la bevanda scura, assaporai il gusto leggermente dolce godendo della carica che la caffeina mi stava donando.

Osservai l'esterno della finestra e quando vidi i nuvoloni minacciare la pioggia sbuffai, Manuel mi aveva chiamata di certo per disdire il nostro appuntamento, odiava la pioggia perché gli rovinava i capelli "perfetti".

Quando le piccole gocce iniziarono a picchiettare contro il vetro mi voltai verso Nate e decisi di renderlo partecipe del fatto che non avrebbe più dovuto accompagnarmi.

"Sai, credo che oggi non dovrai più darmi quel passaggio"

"Come mai?"

"Il mio amico ha annullato il nostro appuntamento"

"Oh, mi dispiace ma credo sia meglio per te restare a casa, sono sicuro che verrà a fare un bel temporale" annuii e continuai a bere il mio caffè.

Finito tornammo in auto, accese il riscaldamento e lo ringraziai per il gesto, stavo letteralmente gelando.

"Non dovevi offrirmi quel caffè, lo sai?"

"Odio quando le ragazze pagano e poi è un modo per farmi perdonare per quel discorso" rispose porgendomi un sorriso.

"Nate te l'ho già detto, non sentirti in colpa" quando mi voltai lo trovai guardarmi con aria afflitta e le sopracciglia aggrottate.

"Vorrei tanto che un giorno mi rendessi davvero partecipe nella tua vita" disse flebilmente mettendo in moto.

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"Oh mio Dio, Nate..."raccontai tutto a Victoria, sapevo di potermi fidare. poi mi stava assillando nel farsi raccontare ogni singolo dettaglio.

"Voglio solo dirti che è un ragazzo d'oro"

"Sì, questo lo so"

"Puoi fidarti di lui come puoi fidarti di me e di tutti gli altri" tenni lo sguardo basso non rispondendo, forse avrei potuto raccontargli tutta la mia storia ma era molto difficile.

E dannatamente doloroso.

"Ho capito, Aaron" disse Kara spuntando dal corridoio seguita dal fratello.

"Beh, ci vediamo ragazzi è ora che me ne vada" sentii Victoria sussurrare un "grazie al cielo" e mi trattenni dal ridere.

"È stato un piacere conoscerti Joi"

Mi piacerebbe poter dire lo stesso.

"Ciao" mi limitai a dire sorridendole falsamente.

"Uffa, non posso nemmeno salutare Cameron" si lamentò facendomi arricciare il naso, a quanto pare non l'era bastato il "saluto" della scorsa sera.

"Allora, ciao a tutti" disse scuotendo la mano e uscendo con Aaron.

Mi andai a sedere sul divano mentre la tv trasmetteva una replica di Two and half a man.

Sentii il divano abbassarsi sotto il peso di qualcuno e quando mi voltai trovai Nate, si avvicinò al mio orecchio in modo da non farsi sentire.

"Scusa per ciò che ti ho detto in macchina ma sembra quasi che tu mi nasconda la vera te stessa" continuai a tenere lo sguardo basso sentendo i suoi caldi respiri sull'orecchio e il collo.

"Sai Nate anch'io voglio avere un sogno per cui lottare" dissi poggiando la testa sulla sua spalla e immergendomi nel suo profumo.

"Tutti abbiamo uno scopo nella vita, anche tu Joi"

Chiusi gli occhi facendo ripetere all'infinito quella frase e ,senza volerlo, mi addormentai sulla sua spalla.

#spazio all' autrice
Aggiornamento mattiniero!
Stamattina mi sono svegliata stranamente di buon umore ( se svegliarsi alle 12:00 si ritiene di mattina) e ho deciso che oggi pubblicherò due capitoli.
Si,si amatemi,no scherzo dai.
Datemi una vostra opinione di come sta andando e continuate a leggere se vi sta piacendo.

Xx-shoot-

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