Once upon a love: Back Down

By newtown56

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Secondo libro della serie skyline. Seguito di Once upon a dream. Sono passati mesi da quando Kim è andata via... More

"B."
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''Once upon a story''

2. Natale

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By newtown56

2.

Otto mesi prima...

Brian

Natale si avvicinava sempre di più, Kim si era ripresa, quelle sarebbero state le migliori feste di sempre.
Qualche minuto e avrei incontrato i restanti membri della famiglia di Kim. C'erano anche Gail e Philippe con noi. I miei avevano invitato anche loro per Natale.

Mi avvicinai al quadretto davanti a me, ero emozionato di conoscere quelle persone così importanti per il mio amore.

<<Immagino che tu sia Brian.>> disse una donna davanti a me che ipotizzi fosse la mamma.

Mi presentai.

<<Immagina bene, Mrs Dufort. Ora capisco dove abbia preso Kimberly tanta bellezza.>>
La madre arrossì.

Subito dopo si presentarono anche gli altri, quelli che erano i suoi fratelli gemelli e infine il padre.

Raggiunsi Kim  la baciai sulla guancia e l'attirai  a me.

<<Ho fatto prima che ho potuto.>> sussurrai al suo orecchio.

Avevo affittato due enormi suv con i quali avremmo viaggiato verso la casa al lago.

Avevo diviso la truppa tra le due auto.  Io avrei viaggiato con Kim i suoi genitori e Jaime, la sorella, mentre il resto della combriccola montò sull'altro suv.

Avrei guidato io con suo padre al mio fianco.

Parlammo del più e del meno quando, dallo specchietto retrovisore notai che le tre ragazze Dufort si erano addormentate, l'una con la testa su quella dell'altra.

<<Brian, sembri veramente un bravo ragazzo, e spero ti possa prendere cura di mia figlia. La rendi felice, e rendi felici anche noi.>> disse poi il padre.

Sorrisi.

<<Mister Dufort, penso di non essere mai stato così felice in tutta la mia vita. Ha una figlia davvero meravigliosa.>> continuai.

Forse avrei trovato il modo di chiedergli la mano della figlia.

<<Spero che tu abbia intenzione serie con, lei. In questo caso sia io che mia moglie saremmo più che contenti di accoglierti nella nostra famiglia.>> disse con tono pù serio.

Non aveva niente da temere, le mie intenzioni erano molto più che serie.

<<Ne sarei davvero onorato, non resisterei allungo senza sua figlia.>> dissi convinto.

Finalmente eravamo arrivati a destinazione.
Iniziai a sentirmi agitato.
Poco dopo vidi  Paula e Katy, attaccate come due polipetti alle gambe di Kim.

Appena mi videro corsero verso di me.  Le sollevai entrambe.

<<Brian, mettimi giù!>> gridò una.

<<Non siamo più delle bambine.>> continuò l'altra.

La cosa mi fece sorridere.


Quella sera la maggioranza aveva deciso per lasciare alle ragazze il proprio spazio, mi ero quindi ritrovato costretto ad andare a farmi un giro in barca con il resto dei ragazzi, odiavo la pesca e soprattutto odiavo non passare del tempo con la mia ragazza.

Le avrei però lasciato il suo spazio, sapevo quanto ne avesse bisogno.

<<Ehi Brian hai intenzione di metterti quegli stivali, o preferisci continuare a fissarli?>> mi risvegliò dai miei pensieri Ethienne, il fratello minore di Kim.

Quel ragazzo mi stava alquanto simpatico, nonostante fosse estremamente diretto.
Infilai gli stivali e salii all'interno della barca.

Mi ritrovai gli occhi gelidi di Derryll addosso, non era un mistero che ci detestassimo a vicenda.

<<Ei voi due invece di starvene lì a fissarvi venite a darci una mano>> disse mio padre.

Sembrava di essere tornato un ragazzino.

Mio padre avviò il motore e ci allontanammo dalla costa, cosa che non mi piacque molto. Non ero nel mio ambiente, ma non avrei permesso che qualcuno notasse il mio disagio.

Passai la maggior parte del tempo ad osservare i due più anziani con il più giovane, sembravano divertirsi sul serio. Perfino Philippe sembrò divertirsi. Pescarono qualche pesciolino, ad ognuno dei quali Ethienne non trattenne il suo entusiasmo.
Io e Derryll continuammo ad osservarli, e a squadrarci a vicenda.

<<Ragazzi, venite a darci una mano invece di starvene lì impalati, è davvero grosso questo>>.

Notai la difficoltà dei tre, mi rimboccai le maniche e mi precipitai ad aiutarli. A quanto pare però non ero stato l'unico a prendere quella decisione.
Mentre mio padre e Mr. Dufort tenevano ben salda la canna, io provai a tirare il filo a mani nude e provare a sbrigliarlo, forse si era incastrato da qualche parte.

Derryll mi aiutò silenziosamente.

<< Forza ragazzi, che lo abbiamo preso, lo vedo>> urlò Ethienne.

Io e Derryll ci guadammo.

<<Al mio tre>> dissi.

Lui annuì.
<<Uno, due e tre>>
Afferrammo la canna e iniziammo a tirare con tutta la nostra forza rischiando di spezzarla.

Proprio quando iniziai a perdere le speranze, l'enorme pesce uscì dall'acqua cadendo sulla barca, senza smettere di saltare.
Lasciai la canna e cercai di riacciuffarlo.
Ma non ero il solo. Anche Derryll sembrava non volersi arrendere. Iniziò così una vera e propria sfida, tra le risa generali.

<<Non immaginate nemmeno come sia divertente questa scenetta!>> sentii la voce di Phill.

Non mi importava di come potessi apparire in quel momento, e neanche del fatto che ero quasi completamente bagnato.

Dovevo essere io a prendere quel pesce.

Tornati a casa non dissi una parola. Mi sentivo a disagio con tutta quella melma a dosso, cosa che non sembrava infastidire nessuno perfino mio padre.

Fummo accolti dalle ragazze, che avevano impegnato il tempo a prepararsi per il nostro ritorno.

<<Avevo sempre desiderato un arem di donne tutto per me, poi guardate qui che ampia scelta.>> scherzò Philippe.

<<Dall'Italia vi presento Miss Caterina, Dal Giappone Miss Asheley-Sun, Dalla francia la bellissima Elise Amelie, Dalla russia Jaime, Dall'india Kim, Gail da Capo Verde, Carla dall'australia e infine io dal Brasile.>> presentò la piccola Paula.

Sfilarono davanti a tutti.
Ashley e Carla sembravano quelle ad essersi divertite di più.

<<Da New-york con furore mie care signore i marinari peggiori del mondo.>> Continuò Ethienne.

<<Fuori dai loro uffici sono come due pesci fuor d'acqua.>>
A quella battuta di Ethienn, riferita a me e Derryll, i ragazzi iniziarono a sganasciarsi dalle risate.

Iniziarono così a raccontare di come ci eravamo ridotti così.
I miei pugni si strinsero sempre di più, non mi piaceva ad essere deriso e a quando pare neanche al mio compagno di disavventure.

Salii in camera, e Kim era dietro di me.

Preparata in quel modo era meravigliosa, ma non mi sarei avvicinato a lei in quelle condizioni. Mi serviva assolutamente una doccia.

<<Mio marinaio, sei proprio sexy conciato così!>> mi stuzzicò.

A quel punto il mio autocontrollo stava andando a farsi fottere.

Le aferrai un braccio e la trascinai in camera.

<<Ehi piccola, smetti di deridermi. Altrimenti tra poco sarai tu a supplicarmi di smetterla.>>
La spinsi sul letto, e bloccai sotto di me.

Poco dopo arricciò il naso.

<<Che schifo, credo che dovrei farmi una doccia.>> dissi.
La liberai e mi spogliai.

<<Se non fosse per il fatto che impazzisca per questa tua versione bolliwoodiana ti avrei trascinata in doccia con me.>> dissi prima di sparire in doccia.

Una volta ripulito, tornai in camera, lei non c'era. Controllai il tablet. Avevo fin troppe mail a cui rispondere.

Poco dopo la porta si aprì a mi ritrovai Kim davanti.

<<Sss-cusa.>> farfugliò.

Abbassò lo sguardo.

La guardai accigliato, non capivo.

<<Ei, mi hai visto anche più nudo di così.>> dissi.

Sorrisi e lei ricambiò.
La volevo.
<<Brian, devo parlarti>> disse.

Le presi le mani e le baciai.

<<Qualunque cosa devi dirmi, è la stessa cosa che ti ha fatto scappare da me prima?>>

Abbassò lo sguardo.

Si sedette sul letto a baldacchino. Che occupava gran parte della sua stanza.
<<Kim, devo iniziarmi a preoccupare?>>
Chiuse gli occhi.
<<Io...>> iniziò.

<<Kim?>>

Poi qualcuno bussò alla porta.
Continuai a fissarla in attesa.  Chiunque fosse lì fuori poteva aspettare.
<<Ragazzi, so che ci siete.>>

<<Sta zitto Phillippe!>> dissi infastidito.

<<Ok, però voi due dovete darvi una mossa, stiamo per uscire.>>
Mi spostai e a grandi falcate aprii la porta.

<<Philippe, ricevuto ora sparisci>>.

Kim si alzò dal letto.
Chiusi la porta prima che potesse uscire di lì.

<<Ei, mi dici che ti succede?>>.
Invece di rispondere mi diede un bacio.
<<Ne riparliamo stasera.>> continuò poi.

Uscii dalla mia stanza.

Ne approfittai per chiamare l'avvocato, anche se non volevo mi aveva costretto a tenere in considerazione un'accordo prematrimoniale. Io volevo lasciarle tutto, anche perchè senza di lei nulla avrebbe avuto più senso. Con la sua salute però, ecco volevo proteggerci da quella per quanto fosse possibile.

Una volta assicurato che tutto fosse andato per il meglio scesi nella sala, ad aspettare lei. Il fatidico momento si avvicinava e l'ansia si iniziava a prendere gioco di me.

<<Eccovi finalmente, aspettavamo solo voi.>> disse Derryll.

io ero poggiato al muro quando incrociai i suoi occhi, la mia vita.

Prendemmo la range rover che avevamo usato per arrivare negli Hampthon, guidai fino al Golf Club.

Ci avevano riservato un tavolo. Per la sorpresa di tutti soprattutto di Gail ad attenderci c'era William.

<<Bene il figliol prodigo è tornato sui suoi passi?>> si intromise il fratello maggiore di Kim.

Alzai gli occhi e strinsi i pugni, non sarei riuscito a resistere ancora per molto.

<<Derryll sta un po' zitto.>> intervenne poi Kim.
Brava il mio amore.

<<Buonasera.>> salutò William.
Ci accomodammo tutti intorno al tavolo.

Avevo prenotato in uno dei ristoranti migliori della zona, sembravano tutti gradire, tutti tranne Kim che sembrava studiare tutto quello che aveva nel piatto. Deformazione professionale, pensai.

<<Ameliè, ho visto la tua nuova linea, meravigliosa.>> Philippe si illuminò nel parlare di moda.

Sperai che Kim non fosse in imbarazzo nell'avere sua sorella, nonchè mia ex amante al nostro tavolo.

<<Ti ringrazio, sta andando piuttosto bene. Se continua così forse per il prossimo anno riusciamo a partecipare alla settimana della moda a Milano, in Italia.>> aggiunse mia sorella.

<<Brian non avevate una casa voi in Italia?>> si intromise William.
<<Si nei pressi del Lago di Como. Ci siamo andati qualche estate fa'>> risposi prima di finire il mio bicchiere di porto.

<<Rinfrescatemi la memoria, non era la vacanza da cui vi siete riportati quelle bellissime ragazze spagnole. Aspetta com'è che si chiamavano, Rossella e..>> rimbombò la voce di Darryl.

Tutti fissarono me e  William in attesa di una risposta.
<<Wanda, e che gambe ne sa qualcosa Brian!>> aggiunse una voce familiare alle nostre spalle.

Vincent Banks.

<<Vedo che stasera ci siamo proprio tutti.>> osservò Phill.
Gli occhi di William diventarono ancora più scuri. Aveva le mani serrate a pugno e le nocche diventarono sempre più bianche.

A me invece non importava molto della sua presenza, ero troppo in fermento per quello che stavo per fare per soffermarmi su di lui.

<<Vince.>> lo salutai  alzando il calice.

<<Bene, signori vi auguro una buona serata.>> salutò Vince prima di andare via.
<<Vincent se vuoi puoi unirti a noi.>> propose Gail.
Tutti ci voltammo nella sua direzione.
<<Si dopotutto è Natale ed è tempo di mettersi tutto alle spalle.>> aggiunse facendo spallucce.
Poi sorrise in direzione di William.
Così si aggiunse anche Vincent.
Iniziammo a  ricordare i vecchi tempi in cui eravamo ancora una comitiva unita delle nostre avventure. Io e Vincent eravamo quelli che si divertivano di più.
<<Ti ricordi di quella volta che abbiamo sfasciato quell'Hotel?>> mi chiese poi Will.

Mi venne da ridere pensando a quei ricordi.
La tensione si stava allentando e ne fui grato.
Poi vidi Kim avvicinarsi al tavolo non mi ero nemmeno accorto che si fosse alzata.
Appena si sedette le misi un braccio intorno alle spalle.

<<Tutto bene?>> le sussurrai all'orecchio.
Lei annuii.
Poco dopo passò il somelier, versò lo champagne.
<<Un brindisi alle amicizie ritrovate, ai cambiamenti e alla nuova vita che ci aspetta!>> urlò William.
Che doveva aver bevuto già qualche bicchierino.
Brindammo.
In quel momento notai qualche occhiata di troppo di Vincent sulla mia ragazza.

<<Ragazzi ora movida!>> sbraitò Amelièche nel alzarsi dalla sedia diede un'ancata a Vincent.
Scoppiammo tutti a ridere.

Passammo dal ristorante alla discoteca del club.
Nelle casse rimbombava Dangerous di David Guetta.
Cinsi la vita della mia futura sposa e la portai al centro della pista.
Iniziammo il nostro ballo della perdizione. La danza che avevamo iniziato, era davvero hot.
<<Era da quella sera al White che desideravo questo momento.>> dissi cercando di sovrastare la musica.
Poi la travolsi in un bacio bollente. Infilai le mani sotto la sua camicetta. La volevo così tanto.
Poi lei mi prese per una mano e mi portò al tavolo.

Mi sedetti su una poltroncina, trascinandomi Kim sulle mie gambe.
Continuammo a baciarci.
<<Kim andiamo via di qui, voglio farti vedere una cosa.>> dissi.
Non avrei più resistito.
Vidi un'espressione strana sul suo volto.
<<Piccola, sei pensierosa? Tutto bene?>> le chiesi.
Mi sorrise.
L'amavoo se l'amavo.
La baciai. La spinsi al muro. Poi lei fece qualcosa che non mi aspettavo mi allontanò. Mi staccai immediatamente e la fissai.
<<Kim, ti ho fatto male?>> chiesi preoccupato tenedole il volto tra le mani.

<<Nono, è solo che per un attimo... mi è mancao il fiato.>> mi sorrise.
L'avvolsi tra le sue braccia.
<<Lo so posso fare questo effetto.>> scherzai scombinandole i capelli.
Iniziammo a camminare, faceva piuttosto freddino così l'avvolsi tra le mie braccia.
<<Dove mi stai portando?>> chiese curiosa.
Le diedi un colpetto sul sedere, adoravo il suo lato b.
<<Vedrai bambina!>>.

Ero così emozionato, mi sentivo un bambino.

<<Cosa volevi dirmi, in camera?>> mi chiese calmo.

<<Che, bhè... Ti amo.>> sussurrò.

Mi mancò un battito, non poteva essere.

Rimasi in silezio.

<<Ecco siamo arrivati.>> dissi poi.

Davanti a noi c'era un lago e una panchina.
Il panorama era meraviglioso, lo avevo sempre adorato specialmente di sera.
Ci sedemmo sulla panchina e la strinsi a me.
<<Sai qui è dove mia madre ha voluto che spargessimo le sue ceneri.>> chiusi gli occhi.
<<Qui diceva è dove ha detto a mio padre di amarlo.>> aggiunsi.
Dove lo avevo fatto anche lei.

Mi voltai stava piangendo.

<<Prima mi hai sconvolto, senza saperlo hai fatto quello che mia madre ha fatto più di trent'anni fa qui. Devi sapere che da quel giorno che sei entrata in casa mia e ti sei presentata con Kimberly Montgomery, ho capito che lo saresti diventata realmente. So che è presto, che ci conosciamo solo da qualche mese, però senza di te io mi sento impazzire. Maxwell diceva "Le imperfezioni sono la nostra forza perché ci rendono umani". È vero. Tu con il tuo disordine, la tua goffaggine sei piombata nella mia vita perfetta e come un uragano e l'hai sconvolta. Mi hai reso umano, hai amato le mie imperfezioni. Mi hai reso migliore.>>

Mi fissò con occhi pieni di lacrime, pieni di amore.

<<Voglio prendermi cura di te, condividere tutto con te. La tua vita, viene prima della mia, non permetterò mai che tu la metta a repentaglio. Voglio essere felice insieme a te.>> aggiunsi.
<<Sposami>> sussurrai.
Lei si asciugò le lacrime.
<<Si.>>. Disse convinta.
Ci abbandonammo ad un lungo bacio.
<<Volevo chiedertelo a Natale ma non ho resistito.>> confessai.
Mi baciò nuovamente. Le asciugai le lacrime prima di prendere la scatoletta dalla mia tasca.

<<Era di mia madre.>> dissi prima di estrarre dalla scatoletta l'anello con un rubino rosso lo baciai e glie lo infilai.
<<Presto sarai Mrs Montgomery a tutti gli effetti.>> dissi.

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Siamo sempre nei giorni prima che Kim decida di fuggire da Brian, questi sono momenti importanti in cui ha maturato  questa sua decisione. Mancano uno o due capitoli su questi attimi e poi torneremo al presente e saprete finalmente le sorti di Kim e Vincent!
😘❤️

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