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By september199six

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ยซLo faccio perchรฉ io ero come loro.ยป Cover / logaphile Trailer / @-Niaas : https://www.youtube.com/w... More

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๐จ๐ง๐ž
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epilogue
ANNUNCIO

sixtythree

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By september199six

[All of the stars — Ed Sheeran]

«Non mi dirai nient'altro, vero?» gli chiedo, e un sorriso si costruisce inevitabilmente sulle mie labbra mentre tengo il cellulare tra la spalle e il collo.

«No», risponde, e sono sicura che anche sul suo bellissimo volto ci sia un sorriso. «Sorpresa.»

Scuoto impercettibilmente la testa e mi mordo le labbra anche se lui non può vedermi.

«Puoi almeno dirmi come devo vestirmi?»

Sento Harry sospirare, ma alla fine troviamo un accordo.

«Qualcosa di elegante. Voglio vederti come non sono neanche riuscito ad immaginarti.»

Sospiro anch'io, perché sono nello stesso tempo emozionata per tutto questo, ma continuo ad avere quella lieve sensazione che mi preme sul petto e che non vuole lasciarmi andare.

Come se mi leggesse anche soltanto attraverso il mio respiro, Harry continua: «Lasciati andare, soltanto per stasera. Siamo solo io e te, Ariel Green.»

«Credo di potercela fare», dico con un piccolo sorriso sulle labbra.

«Sarò da te alle otto», dichiara, e io incrocio le gambe sul letto.

«Non vedo l'ora», ammetto in un sussurro non riuscendo a farne a meno.

«Anch'io», replica lui, e il cuore mi batte forte nel petto.

Il sorriso non ha ancora lasciato il mio volto quando lancio il telefono al mio fianco e me lo prendo tra le mani chiudendo gli occhi per un istante.

Sposto lo sguardo alla mia destra, dove trovo quello di mia madre.

Tre giorni fa è stato un anno passato senza di lei. Senza quello sguardo, senza il suo sorriso e senza il suo amore per la vita che alimentava tutte le altre che le erano intorno.

Mio padre non è andato in clinica, ed è stato con me tutto il giorno. Mi ha portata fuori e siamo stati insieme come non lo eravamo mai stati, e siamo stati bene. L'ho ritrovato dopo troppo tempo e ne sono felice. Merita la pace anche lui.

Se non ci fosse stato lui, se fosse stato diverso, se non mi avesse trascinata qui con lui, io non so dove sarei. Se sarei nel Maine e se sarei la Ariel che sono ora. No, non lo sarei. La Ariel che sono ora è completamente diversa, è più forte e sta vivendo. Ho smesso di sopravvivere.

«Mi manchi, mamma», mormoro tracciando i contorni della cornice bianca. In questa foto ci siamo soltanto io e lei, vicino al piano nella sala e con un sorriso sulle labbra.

Se fosse qui adesso mi aiuterebbe a scegliere cosa indossare e probabilmente io all'inizio le urlerei contro perché recupererebbe qualcosa che lei crede abbia dimenticato, e lo farei perché, alla fine, so che sceglierei quello che lei sceglierebbe per me. Mi fiderei semplicemente di lei.

Mi chiederebbe di farmi vedere da lei prima di uscire e mi ripeterebbe quanto io sia bella e cambiata anche se non è vero, soltanto perché lei è mia madre. Ma io le sorriderei comunque, perché sono le piccole cose che ti cambiano, che ti fanno stare bene. Mi direbbe che merito tanto e io le direi che il mio tanto in questo momento è Harry. Le direi che lui è anche di più, molto di più.

Le parlerei di lui e lei mi ascolterebbe come se fosse la mia migliore amica. Mi prenderebbe tra le sue braccia se lui fosse la causa delle mie lacrime e mi prometterebbe che andrà tutto bene.

È mia madre. E indipendentemente da tutto, lo resterà per sempre. Resterà per sempre la mia mamma.

Controllo l'ora sul cellulare; Harry sarà qui tra meno di un'ora e io sono ancora su questo letto a desiderare che qualcun altro scelga per me.

Mi alzo e con i piedi nudi attraverso la stanza fino ad arrivare all'armadio. Non so come, ma poco prima che Harry sia qui io sono davanti allo specchio con il mio abito bianco a fasciarmi il corpo. Mi ricopre interamente anche le braccia lasciando scoperta in parte la schiena e mostrando anche la rondine incisa sulla mia pelle.

Mi faccio scorrere le mani tra i capelli ancora una volta mentre continuo a guardarmi; un trucco leggero mi contorna gli occhi e colora le labbra delicatamente.

Poi il mio cellulare prende vita e lo stesso faccio io quando lo recupero e leggo le parole sullo schermo.

Sono qui, non farmi aspettare troppo. H

Sorrido e indosso il cappotto, poi guardo mia madre ancora una volta e mi chiudo la porta della mia stanza alle spalle, insieme a quella dell'appartamento.

L'emozione mi assale come un impeto che mi travolge, e resta con me fino al momento in cui le porte dell'ascensore si aprono e il mio sguardo incontra quello di Harry, che mi aspetta nell'atrio nel suo completo nero. È così bello che per un istante smetto di respirare.

Ha le mani incrociate e nascoste dietro la schiena, e i suoi occhi percorrono il mio corpo non lasciando libertà a nessun dettaglio. Poi arriva al mio cuore, veloce e deciso, e se lo prende, completamente e inevitabilmente.

Il verde intenso dei suoi occhi trova i miei e il suo sorriso è qualcosa che, Dio, me lo inciderei sulla pelle se riuscissi a descriverlo.

Viene verso di me, le mani ancora dietro la schiena. Si ferma esattamente davanti a me, le mie mani sono incrociate mentre ricadono sulla mia pancia fasciata dal vestito bianco.

«Sei bellissima», mi sussurra all'orecchio. Quando si allontana i suoi occhi verdi sono chiari e luminosi.

Sorrido e poi sospiro, l'emozione mi avvolge ancora e il cuore batte forte nel petto come se stesse per scoppiare da un momento all'altro.

«Anche tu», dico, e lui solleva un solo angolo delle sue labbra mentre mi mette un braccio intorno alla vita e mi attira a sé, stringendomi e nascondendo il volto tra i miei capelli prima di baciarmi sulla tempia.

Intreccia le nostre dita e usciamo dall'atrio, mentre Phil ci guarda come se non avesse mai visto niente del genere. Come se non fossimo reali. Io mi chiedo ancora se Harry lo sia.

Harry mi apre la portiera e io lo aspetto mentre fa il giro dell'auto. È una bella notte. Il cielo è terso e si vedono le stelle, e io non so cosa aspettarmi.

Sento la mano di Harry raggiungere la mia gamba e posarsi su di essa mentre cerca la mia. La attira a sé e mi bacia appena sulle nocche, facendomi quasi impazzire per quello che mi fa provare. Lascia poi le sue dita tra le mie sulla mia gamba mentre guarda la strada davanti a noi.

«Dove stiamo andando?» gli domando vedendo la città correre veloce al mio fianco.

«Ti piacerà», mi assicura guardandomi per un istante, e io so che mi piacerà in ogni caso semplicemente perché ci sarà lui con me.

Nel momento in cui Harry svolta mi rendo conto di dove siamo. Sosta la sua auto vicino al locale; una calda luce si intravede dall'esterno.

«Mi hai portata da Beth», realizzo guardando dall'altra parte della strada e poi tornando su Harry.

Annuisce, ma prima che riesca ad aggiungere altro mi precede. «Capirai.»

Mi viene incontro e mi aiuta a scendere, prima di stringere di nuovo la mia mano nella sua. È una sensazione di protezione che non avevo mai sentito, neanche con Jake. Le mie dita tra le sue mi danno una sicurezza che non ho mai avuto né percepito prima. Che nessuno è mai stato in grado di darmi.

Quando la porta del locale si spalanca e il campanellino sopra di essa risuona intorno a noi, capisco davvero.

«Ciao, Ariel», mi saluta Beth con un sorriso sincero sulle labbra e gli occhi che le brillano.

Ricambio il suo saluto e lo stesso fa Harry, che nel frattempo mi ha avvolto debolmente un braccio intorno alla vita.

Beth ci chiede di sederci al centro del locale, che è diverso rispetto all'ultima volta. Il tavolo è apparecchiato per due persone; una candela e una rosa rossa sono posti al centro di esso.

Mi guardo intorno e ci siamo soltanto noi. Noi e nessun'altro.

«Perché?» chiedo poi a Harry in un sussurro, che è di fronte a me mentre io continuo a spostare il mio sguardo all'interno del locale.

Un pianoforte è contro la parete; il bancone e le mura sono illuminate da piccole lucine che si riflettono su di noi.

La risposta è nei suoi occhi mentre mi guarda, è sulle curve del suo cuore che si completa nel mio. Ma non è ancora il momento.

«Perché vorrei poterti dare anche molto di più di così.»

Scuoto debolmente la testa. «Lo fai.»

Non immagina neanche quanto lui lo faccia.

«Lo fai ogni secondo, Harry.» E io non potrò mai ringraziarlo abbastanza.

«È il nostro secondo appuntamento», osserva. Un sorriso è sulle sue labbra insieme ai ricordi di quando mi ha portata a pattinare che sono impressi sul mio.

Beth ritorna da noi insieme a un altro ragazzo che le da una mano con le portate. Il sorriso non lascia il suo volto e io e Harry la ringraziamo.

Una leggera musica risuona nel piccolo locale e niente potrebbe essere più meraviglioso di così. 

Io e Harry parliamo tanto, con le parole e senza dire nulla. Con gli sguardi intensi, quelli voluti, quelli cercati e quelli semplicemente perché non puoi farne a meno. Quelli che vorresti durassero per sempre.

«Ti piace davvero?» mi domanda abbassando lo sguardo e poi riportandolo nel mio.

«È perfetto», rispondo senza esitazioni, e il sorriso di Harry è una di quelle cose di cui non mi stancherei mai. Raggiunge i suoi occhi e poi ti colpisce al cuore, riparando ogni singola crepa.

Improvvisamente si alza e viene verso di me, le maniche della camicia bianca raccolte sulla parte superiore dell'avambraccio. Lo guardo, lui mi fa quel sorriso in cui solleva soltanto un angolo delle labbra e mi tende una mano.

«Balla con me, Ariel Green», dice, e io con le mani chiuse sulle mie gambe lascio ricadere la testa all'indietro, mordendomi le labbra e chiudendo gli occhi.

Torno a guardare lui e metto la mano sulla sua, che afferra e stringe mentre mi alzo anch'io.

Ci spostiamo e Harry mi mette le braccia intorno alla vita mentre io gliele appoggio intorno al collo; le mie mani corrono fino alla base dei suoi capelli decisamente più lunghi dalla prima volta. Ma è sempre talmente bello da togliere il fiato.

«Sai anche ballare», dico muovendo lentamente il mio corpo e seguendo il suo. «Mi fai sentire così inutile, Harry Styles

Una profonda, roca e bellissima risata gli risuona nel petto e scuote entrambi.

«Dio santo, Ariel Green», replica scuotendo la testa e poi guardandomi, tracce della risata sono ancora presenti nella sua voce.

«Cosa?»

«Non immagini neanche cosa io provi per te. Se riuscissi a quantificarlo te lo griderei. Ogni secondo, di ogni singolo attimo.» Le sue parole mi colpiscono una per una, si incidono sulla mia pelle e poi la attraversano, arrivandomi dentro e non lasciandomi andare.

Una mia mano è sul suo volto, l'altra è ancora sul retro del suo collo. Lo accarezzo lentamente e gli sfrego le dita sulla pelle, prima di avvicinarmi a lui e premere le labbra sulle sue.

Harry inspira e mi stringe di più, premendo la sua mano sulla mia schiena per portami più vicina a lui. Separo le labbra e lui mi ricostruisce, pezzo dopo pezzo.

Quando ci separiamo mi posa le labbra sulla tempia, indugiando sulla mia pelle prima che io mi nasconda nel suo petto, al rifugio e al sicuro da tutto.

Harry appoggia il mento sulla mia testa e le sue braccia si avvolgono di più intorno a me. Poi si sposta e si abbassa.

«Suona con me», mi sussurra tra i capelli.

Io sollevo la testa, poi annuisco.

Harry mi tiene la mano e mi conduce al pianoforte contro la parete, si siede e lo stesso faccio anch'io; la mia gamba nuda sfiora la sua. Solleva il rivestimento rivelando la serie di tasti in sequenza.

Si volta ancora verso di me, prima che le sue dita si posino sui tasti, iniziando a sfiorarli. Il tocco è leggero e gentile, e nel momento in cui la melodia prende vita, lo faccio anch'io portando prima una mano e poi l'altra sullo strumento.

Il resto siamo noi. Siamo noi che suoniamo insieme, noi che ci uniamo completamente anche in questo diventando una sola cosa. Siamo noi che non abbiamo bisogno delle parole. Siamo noi che ci guardiamo mentre le nostre mani si muovono insieme creando qualcosa di straordinario.

È il sorriso di Harry che vorrei ricordare per sempre, è Beth che ci guarda con una mano sulle labbra e l'emozione che attraversa i suoi occhi.

Non so per quanto tempo suoniamo. Non so quanto tempo passi prima che le dita di Harry imprimano con la sua essenza i tasti incidendo le ultime note. È come se tutto si fosse fermato.

Poi Harry si volta ancora verso di me e mi prende delicatamente il volto tra le mani, posando le sue labbra sulle mie in un bacio veloce che sa ancora della promessa che ci siamo appena fatti.

Beth batte le mani e ci raggiunge, poggiandosi al piano.

«Siete meravigliosi, ragazzi. Sono davvero tanto felice per voi», dice, e i suoi occhi brillano ancora mentre sono riflessi dalle luci del locale.

Le sorrido e mi appoggio alla spalla di Harry, che mi cinge la vita con un braccio.

«Grazie per tutto, Beth», le dice Harry quando stiamo per lasciare il locale, e lo fa con un'intensità tale che quasi mi spaventa. La abbraccia e lei gli sussurra qualcosa, poi lui le sorride e annuisce. Quando si allontana mi accorgo che Beth non è riuscita a trattenere una lacrima.

«È stato tutto perfetto.» Mi avvicino anch'io a lei, che avvolge le sue braccia anche intorno a me così come ha fatto con Harry.

«Harry merita tanto, Ariel. E dal modo in cui ti guarda ho capito che ha trovato il meglio in te. L'ho capito dalla prima volta», sostiene Beth, che parla sussurrando le parole tra i miei capelli.

«Non lasciarlo andare», dice poi, e quando ci allontaniamo un piccolo sorriso curva le sue labbra e le mie.

«Sarà lui a farlo», rispondo, e quando lei mi guarda so che sa ogni cosa che c'è da sapere.

La mano di Harry trova la mia e insieme salutiamo ancora una volta Beth prima di uscire dal locale. Cerco di imprimere tutti i dettagli di questa serata nella mia mente, li incido sul mio cuore come se fungessero da punti di sutura per tenere insieme i pezzi. Spero soltanto che resistano, che non cedano ancora prima di avermi lasciato una cicatrice.

«Resti con me?» mi domanda Harry spostandomi una ciocca di capelli dal viso e posandomela dietro l'orecchio.

«Sempre», gli prometto, e lui mi stringe a sé in un momento lasciandomi un bacio leggero sulla fronte.

Torniamo al suo appartamento silenziosamente, in questa notte di Nottingham così bella che vorrei che il sole non sorgesse mai più.

La porta si chiude dietro di noi e riesco soltanto a sfilarmi le scarpe, perché Harry mi ha già afferrato la vita e le sue labbra sono sulle mie. Le mie mani si chiudono tra i suoi capelli, mentre le sue si spostano dai miei fianchi fino ad arrivare al mio volto.

Lascio cadere la giacca dalle sue spalle e le mie dita sono sulla parte superiore del suo petto, sulla pelle scoperta dalla camicia. Harry mi porta con lui e io non ho neanche bisogno di sapere dove. Ho soltanto bisogno di lui. Un disperato, vivo bisogno di lui che mi sta consumando. Che sta consumando entrambi, lo sento dal modo in cui le sue mani tracciano il mio corpo, in quello in cui le sue labbra mi sfiorano.

Poi mi fa voltare, le mie spalle ora sono contro il suo petto. Mi ricopre il collo e le spalle con il tocco delle sue labbra sulla mia pelle nuda, mentre le sue dita scivolano sulla cerniera del mio vestito.

Lo sposta prima sulle braccia, lo fa cadere da esse e poi lungo il mio corpo, lasciandomi vulnerabile tra le sue mani.

Bacia la rondine sulla mia spalla e poi mi fa voltare, ancora nelle sue braccia. Il mio petto nudo è contro il suo, e io prendo la sua camicia tra le mani quando riprende a baciarmi, ad assaporarmi e a vivermi.

Le nostre labbra si separano, la camicia di Harry scivola via, le mie dita adesso sulle rondini incise sulla sua pelle e le sue mani intorno al mio volto, che solleva per guardami. I suoi occhi verdi sono così chiari e luminosi, e mi legge dentro arrivando fino a recuperarmi completamente, a farmi risalire in superficie per tenermi con lui.

Mi guarda e io faccio lo stesso. Ci guardiamo soltanto, aggrappati l'uno all'altra in questa notte magica, disperata, meravigliosa.

Poi qualcosa scivola fuori dalle sue labbra, qualcosa che è stato incastrato tra di esse per troppo. Qualcosa in cui io ho imparato a credere soltanto grazie a lui.

«Ti amo, Ariel Green», sussurra, le sue dita accarezzano la mia pelle. «Ti amo più di quanto dovrebbe essere permesso amare.»

Non mi rendo conto della singola lacrima che mi attraversa il volto fino al momento in cui Harry non la raccoglie.

«Scusa se non sono riuscito ad aspettare», continua, e la sua voce roca mi accarezza le labbra con il suo respiro.

Io scuoto debolmente la testa e metto una mano sul suo volto.

«Non riesco ad immaginare una vita senza di te.» Non sono ancora pronta, ma non so se lo sarò mai.

«Allora non farlo», dice, prima di ricongiungere le nostre labbra e le nostre anime, unite ormai incondizionatamente.

Il suo corpo è sopra il mio e io nascondo il volto nell'incavo del suo collo, premendo le labbra sulla sua pelle e percorrendo la cicatrice sul suo petto. Le mie braccia sono piegate ai lati del mio volto e Harry fa scivolare le sue sulle mie, coprendole e intrecciando le dita alle mie, stringendole ad ogni singolo movimento.

Le lenzuola sono incastrate tra le nostre gambe e io e Harry insieme ci sorridiamo, ci sussurriamo promesse che non siamo neanche sicuri di riuscire a mantenere. Ma non importa. Non importa perché in questo momento ci siamo soltanto io e lui. Siamo io e lui, e basta. E va bene così. Io e lui contro chiunque altro e contro qualsiasi cosa. In questo momento possiamo tutto, e lo facciamo. Siamo invincibili e vulnerabili, e nessuno può spezzare e riaprire le cicatrici risanate che iniziano in me e finiscono in lui.

La risata dolce di Harry risuona nella sua stanza insieme alla mia, ed è tutto talmente perfetto che ho paura che all'improvviso qualcuno mi sveglierà e mi dirà che tutto questo è stato soltanto un meraviglioso e doloroso sogno.

Le braccia di Harry si avvolgono intorno al mio corpo quando ricade al mio fianco, attirandomi al suo petto e stringendomi ancora. Le sue dita percorrono la mia schiena nuda lentamente; mi accarezza ogni centimetro di pelle.

Gli sfioro il petto con le labbra e poi sento le sue tra i miei capelli, insieme alla sua voce, prima di scivolare nell'oblio più luminoso che potessi mai immaginare in questa notte.

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