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Por september199six

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ยซLo faccio perchรฉ io ero come loro.ยป Cover / logaphile Trailer / @-Niaas : https://www.youtube.com/w... Mรกs

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๐จ๐ง๐ž
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epilogue
ANNUNCIO

fiftythree

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Por september199six

[A thousand years — Christina Perri]

Le mani di Harry mi tengono stretto gentilmente il volto; io appoggio le mie sulle sue e continuiamo a respirare l'uno l'aria dell'altro. Come se soltanto quella ci fosse indispensabile per sopravvivere.

Le sue labbra si muovono contro le mie e il tocco è dolce mentre entrambi raccogliamo le mie lacrime racchiuse tra loro.

Harry improvvisamente sposta le sue mani e mi solleva senza mai lasciarmi andare, tenendomi sempre con sé. Avvolgo le gambe intorno al suo corpo e le braccia intorno al suo collo, lasciando che lui mi porti dove vuole. Mi basta che sia con lui.

Riconosco la sua stanza anche se non ci sono mai stata quando mi fa cadere delicatamente sul suo letto. Non c'è nessuna luce ad illuminarla, ma non mi importa. Mi basta che Harry resti con me.

La sua bocca spinge contro la mia; le mie mani tra i suoi capelli mentre cerco di tenerlo più vicino. Sento le sue mani spostarsi lungo il mio corpo fino a raggiungere l'orlo della maglia che indosso. Le sue dita lo sollevano delicatamente, ricoprendo la mia pelle con il loro tocco.

«Ariel.» La voce di Harry sussurra il mio nome quando le sue labbra si allontanano dalle mie.

Guardo nei suoi occhi e accarezzo la pelle del suo volto, non dicendo niente.

«Dimmi che non lo stai facendo perché lo sai.» Adesso è insicuro, come se dalla mia risposta dipendesse la sua salvezza.

Io continuo a guardarlo e a tenere la mia mano sulla sua pelle. La sposto portandola sul retro del suo collo.

«Lo sto facendo perché tu sei la mia ragione tanto quanto io sono la tua», sussurro, e soltanto pronunciando quelle parole mi rendo conto di quanto siano anche più vere di quanto credevo.

Siamo l'una la salvezza dell'altro.

Le labbra di Harry si posano ancora sulle mie rispondendomi nel modo in cui abbiamo imparato a fidarci, quello in cui abbiamo imparato a non nascondere quello che siamo. Quello in cui lui è mio e io sono sua, senza il bisogno di parole, senza riserve e senza difese.

Harry riprende l'orlo della mia maglia e quando lo fa mi sollevo per permettergli di sfilarmela completamente.

Il suo sguardo si posta sulla mia pelle scoperta, e mi guarda come mai nessuno ha fatto. Perché mi guarda per davvero, non tralasciando neanche il minimo particolare, neanche la minima imperfezione.

Lascia scorrere le dita sulla mia pelle, che traccia come se potessi rompermi sotto il suo tocco. Si ferma quando mi sposta i capelli su una sola spalla e mi fa voltare leggermente per raggiungere la mia spalla destra, e sento le sue dita contornare la rondine incisa sulla mia pelle anche se non posso vederlo.

«Non l'avevo mai visto», mormora continuando a seguirne i contorni.

«Anche io non la vedo», gli rispondo voltandomi per incrociare il suo sguardo, ancora sulla mia pelle.

«Ma mi basta sapere che c'è. La guardo quando ne sento il bisogno.»

Poi i suoi occhi si sollevano e incontrano i miei. «È tua madre?»

Il modo in cui riesce a capirmi ogni volta, anche prima che riesca a farlo io quasi mi distrugge, e non voglio pensare che un giorno potrebbe non esserci più a farlo.

Annuisco e un sorriso malinconico prendere forma sulle mie labbra. «Sì.»

«È bellissimo», dice guardando di nuovo la rondine e poi me.

Le sue labbra ritrovano le mie ancora una volta; poi siamo entrambi in ginocchio sul suo letto, ci guardiamo mentre io faccio scivolare le mani sotto la sua maglia toccando la sua pelle calda. Indugio su questa, perché adesso so che c'è ancora qualcos'altro a cui non so se sono pronta.

Harry riesce a leggermi dentro anche adesso, anche senza che io lo stia guardando.

«Vuoi che lo faccia io?», mi domanda, e io riesco a percepire il suo dolore attraverso la sua voce.

Annuisco.

Sono debole, con il cuore tra le sue mani, tra i pezzi del suo.

Harry esita e poi si sfila la maglia, scoprendo la sua pelle. Io distolgo lo sguardo dal suo: non so se riesco a farlo.

Poi sento le dita del ragazzo davanti a me posarsi sotto il mio mento e sollevarlo, spingendomi a guardarlo. Le lacrime si formano all'interno dei miei occhi prima ancora che incontrino i suoi.

«Non farlo, ti prego», mi chiede quasi supplicando.

So a cosa si riferisce, e so che lui si aspetta altro da me.

Così mi ritrovo ad annuire ancora e lui prende la mia mano intrecciando le dita alle sue; quindi le solleva portandole sulla sua pelle scoperta. Riesco a sentire il suo calore sotto le mie dita, quando le muovo sul suo petto fino al momento il cui la perfezione di ogni singola linea incisa su di lui viene interrotta dalla cicatrice in rilievo sulla parte destra del suo petto.

I miei occhi percorrono le sue linee fino a raggiungerla, e nel momento in cui la vedo, il mio cuore riprende a frammentarsi.

È grande, e incide indelebilmente il suo corpo e la sua pelle perfetta.

Il petto di Harry si muove velocemente sotto il mio tocco, mentre io continuo a muovere le mie dita intorno alla ferita accanto al suo cuore.

«Ti fa male?», gli chiedo e sollevo lo sguardo su di lui.

Harry scuote la testa. «No, non mi fa male.»

Guardo ancora quella cicatrice, quella che porta al suo cuore e che gli ricorda costantemente, durante ogni singolo respiro di essere lì e di essere la causa di ciò che è costretto ad essere.

«Perché non me l'hai detto?», sussurro, continuando a tracciare il suo contorno e la sua pelle liscia sotto le mie dita.

«Perché hai già perso troppo.» Harry mi risponde senza esitazioni, sollevando la sua mano e sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Prima che possa replicare e che mi rompa ancora una volta in pezzi, lui continua.

«È per questo che cercavo di starti lontano», dice, guardandomi anche più intensamente di quanto abbia mai fatto.

«È per questo che cercavo di evitarti, per ciò che sono. Ho sempre saputo che eri diversa, e che se ti avessi permesso di farmi entrare fin sotto la tua pelle allo stesso modo in cui tu hai fatto con me, avresti avuto troppo da perdere.»

Chiudo gli occhi per un breve istante quando Harry riprende il mio volto tra le sue mani e poggia la fronte contro la mia.

«E sono stato io a chiedere a tuo padre di non dirti niente. Non è colpa sua, Ariel. La colpa è soltanto mia dalla prima volta che ti ho vista», continua, i nostri respiri ancora veloci e all'unisono.

«Allora siamo colpevoli entrambi», sibilo, le mie mani sul retro del suo collo e tra i suoi capelli.

Poi i nostri respiri continuano ad incrociarsi ancora quando lui riporta le labbra sulle mie e mi lascia distendere sul suo letto senza che nessuno dei due lasci andare l'altro. Neanche per un secondo, neanche per un istante. Neanche mai.

«Ariel, io...», sussurra Harry quando si allontana da me, il suo respiro che batte ancora sulle mie labbra.

Io sollevo una mano e gliela porta davanti alle sue. «Ti prego, non dirlo.»

Sul suo volto compare un cenno di insicurezza, ma prima che possa rispondermi lo faccio io.

«Dimmi solo che non ti perderò. Dimmi che non mi lascerai andare.»

Harry si abbassa ancora, la sua testa nell'incavo del mio collo e le sue labbra sulla mia pelle.

«Non ti lascerò andare», promette tornando a guardarmi; e so che vorrebbe aggiungere altro, ma lui sa di cosa ho bisogno adesso, e allora non lo fa.

«Voglio vivere ogni singolo istante di tutto il resto con te, e questo per adesso mi basta», ricambio la sua promessa pronunciando dentro di me quelle parole che lui stava per sussurrarmi.

Ma se l'avesse fatto, se entrambi l'avessimo fatto, tutto questo mi sarebbe sembrato come se avessimo soltanto una sola occasione. Una sola occasione per stare insieme; una sola occasione per volerci, per respirarci, per salvarci.

E io non voglio una sola occasione. Voglio tutto quello che possiamo avere.

Le dita di Harry si muovono sul mio corpo fino ad arrivare sul mio ventre. Slaccia lentamente il bottone dei pantaloni che indosso e li lascia scivolare lungo le gambe, fino a sfilarmeli completamente. Io faccio lo stesso con i suoi, e adesso entrambi siamo sempre più esposti l'uno all'altra.

Le sue labbra ritrovano le mie e le sue dita continuano a muoversi su di me, a tracciare la mia pelle nello stesso modo in cui le mie percorrono la sua.

Mi solleva leggermente e raggiunge la chiusura del mio reggiseno. Fa scorrere le spalline dalle mie spalle alle mie braccia per poi togliermelo del tutto.

«Dio, Ariel», dice, la voce roca e bassa. «Sei bellissima.»

Io avvolgo le braccia intorno al suo collo e lo attiro ancora a me, incontrando di nuovo il sapore delle sue labbra, di cui non mi stancherei mai. Mi ci avvelenerei con quel sapore.

Percepisco il metallo dei suoi anelli quando le sue mani si spostano sui miei fianchi e sul mio ventre.

«È la tua prima volta?» Mi domanda Harry, la voce piccola e bassa, ansimante dopo quel bacio. E so anche che conosce già la risposta, ma me lo chiede comunque.

«No», gli rispondo, tracciando il contorno delle sue labbra con le dita. «Ma non è successo con Zayn.»

I suoi lineamenti si rilassano, ma non del tutto.

«È successo quando ero ancora in America, e quando ancora non sapevo cosa significasse davvero.»

«E adesso lo sai?» Mi domanda esitando, continuando a mantenere il suo peso con le sue braccia piegate ai lati del mio corpo.

«Sì», rispondo, accennando un piccolo sorriso. «Lo so perché adesso ci sei tu con me.»

Una piccola curva compare anche sulle sue labbra, ma non riesco a guardarla quanto vorrei perché si poggiano sulle mie. Poi si spostano sulla mia guancia, sul contorno della mascella, sulla mia fronte, dietro l'orecchio.

E adesso siamo entrambi su questo letto, completamente esposti e pronti a donarci insieme all'altro con tutto ciò che possediamo e con tutto quello che non abbiamo ancora.

Tutti i nostri vestiti sono sul pavimento insieme alle nostre insicurezze.

«Anche io non sapevo cosa significasse davvero. Non sapevo cosa significasse prima di te», mi sussurra, accarezzandomi la pelle del volto e baciando le mie labbra nel momento in cui congiunge i nostri corpi.

E so che non si riferisce soltanto a questo momento, che le sue parole racchiudono di più. Racchiudono tutto ciò che siamo e che eravamo destinati ad essere. È stato inevitabile.

Il peso del corpo di Harry sul mio continua ad essere sostenuto dalle sue braccia, mentre le mie sono piegate ai lati della mia testa; le nostre mani intrecciate si stringono ad ogni singolo movimento.

La testa di Harry si poggia nell'incavo del mio collo, quando ansimante il suo respiro soffia sulla mia pelle e quando lentamente si ferma. Solleva il volto e mi guarda, poi chiude gli occhi.

«Va tutto bene», gli assicuro prendendo il suo volto tra le mani.

«Va tutto bene, Harry», ripeto. «Resta con me.»

So che anche questo è dovuto a ciò che è, ma voglio che lui non se ne vergogni, perché se io sono qui è soltanto per lui.

«Resto sempre con te», mi risponde, poggiando la fronte contro la mia e riprendendo a muoversi.

Avvolgo le gambe intorno ai suoi fianchi e mi aggrappo a lui con tutto ciò che ho, senza alcuna difesa.

E allora siamo l'uno dentro l'altra, mani contro mani, fronte contro fronte, labbra contro labbra, petto contro petto, cuore contro cuore.

E continuiamo ad esserlo, lo siamo fino al momento in cui ciò che proviamo l'uno per l'altra raggiunge l'apice, e lo siamo anche dopo.

Perché io continuo a lasciare che lui mi salvi ancora una volta.

🌹🌹🌹

Mi piacerebbe che commentaste questo capitolo (oltre a poter dire quello che volete/pensate del capitolo o della storia) con due emoji che secondo voi rappresentano questa storia.
Le mie: 🕊🌹

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