Lights (Italian translation)

By inevansarms

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Blair Price combatte contro molte cose nella sua vita, come la morte di sua madre, la nuova famiglia "perfett... More

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Epilogo

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By inevansarms

Distolgo lo sguardo di Harry non appena la porta sbatte.

"Non ti ho mai sentito parlare in questo modo a nessuno," dice Harry.

Abbasso lo sguardo. "Aveva bisogno di sentirlo. Non può controllare la mia vita."

Harry attraversa la stanza verso di me. Mi guarda, la sua espressione illeggibile. "Perché non risparmiamo un passo e resti qua stanotte?" Mi chiede.

"Che cosa intendi, risparmiare un passo?"

"Verresti comunque in mattinata. Risparmiamo... un passo. Come eravamo soliti fare. Sai, stiamo alzati fino all'una del mattino e facciamo un secondo tentativo." Mi sorride, spostando una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.

"Non ho il pigiama," dico. "O uno spazzolino. O il dentifricio."

"Puoi usare il mio."

"Ew, usare il tuo spazzolino? Disgustoso."

"Hai appena scambiato saliva con me, sono abbastanza sicuro che usare lo spazzolino sia più igienico." Mi lancia un gran sorriso e io arrossisco.

Corrugo il naso e lo spingo. "Sei ripugnante."

Harry mi afferra il polso e mi avvicina a lui. "Certo, puoi sempre scegliere l'opzione meno igienica," respira, i suoi occhi dispettosi.

"Sto bene così, grazie." Faccio un sorrisetto, superandolo ed entrando in bagno.

Finisco con l'usare lo spazzolino di Harry, con mio disgusto e suo divertimento. Harry trova dei pantaloncini e una maglietta per me, e mi cambio velocemente in essi. Sistemo i miei capelli in una crocchia e scivolo nel suo letto.

"Non so come riuscirò ad addormentarmi," dico mentre Harry chiude la porta. "Riesco a sentire la festa fuori."

Sento il letto scendere mentre Harry ci si arrampica sopra, il suo corpo che irradia calore. "Ti aiuterò io ad addormentarti," mi dice, avvolgendo le sue braccia attorno a me e tirandomi più vicino. Arrossisco.

"Mi dispiace per quello che ho detto prima," dico. Harry mi guarda negli occhi, alzando una mano per accarezzare lentamente la mia guancia.

"Anche a me," dice. "A volte... non... non riesco a controllare quello che dico."

"Puoi sempre controllare ciò che dici."

"Non io," dice. "Non quando sono con te."

"Cosa intendi?"

"A tutti gli altri... non mi faccio problemi a dire tutte queste cose... ma tu... tu mi fai sentire terribilmente in colpa." Sorride.

Incrino un sorriso. "Questo è l'effetto che faccio," dico.

Harry ride, un bellissimo suono.

"Harry, non l'hai mai detto in risposta," dico all'improvviso.

"Detto cosa?"

"Lo sai." Harry si acciglia.

Si gira sulla schiena, rimuovendo la sua mano dal mio viso. Evita il mio sguardo.

Mi sostengo sul gomito. "Harry, non voglio essere un'altra delle tue ragazze," dico delicatamente. "Se è quello che stiamo facendo qui--"

"No," dice Harry. "Non ti oggettiverei mai in quel modo."

"Lo fai alle altre ragazze--"

"Le altre ragazze non sono te!" Dice quasi con rabbia.

Non dico niente. Distolgo lo sguardo. "Se non mi ami in quel modo, lo capisco," dico con calma. "Solo non voglio che tu finga di amarmi quando non lo fai davvero."

Harry mi guarda. "È questo quello che pensi? Che stia... fingendo?"

Scrollo le spalle. "Non so quello che penso. Francamente, sto pensando troppo in questo periodo." Rido in modo distaccato.

"Blair," sospira. "Tu ed io... siamo davvero diversi, sai?"

Annuisco lentamente, insicura di dove voglia andare a parare con questo.

"Anche se siamo cresciuti insieme... siamo due persone molto diverse."

"Cosa--cosa stai dicendo?"

"Dovrà essere dura per te amarmi," dice. "Tu sei quella con la famiglia rotta. Io... sono cresciuto in maniera perfetta. Non ho il diritto di lamentarmi di niente."

"Pensi... di non meritarmi?" Chiedo a bassa voce.

"Non lo penso... so di non meritarti." Mi guarda. "E mi dispiace."

"Quindi... perché pensi che non mi meriti... non mi amerai." Batto gli occhi.

"No... no, ti amerò sempre." Harry si interrompe mentre inspiro. "Voglio soltanto essere quello di cui hai bisogno."

Mi mordo il labbro, stendendomi sul torace di Harry. "Sarai sempre quello di cui ho bisogno," dico nel suo orecchio.

Lo sento espirare lentamente mentre si gira, tirandomi vicino. "Bene," dice. Scorre gentilmente una mano tra i miei capelli, mandandomi brividi per la spina dorsale. "Bene."

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Mi sveglio tra le braccia di Harry avvolte saldamente attorno al mio bacino, il suo respiro che fa aria sul mio collo. I suoi ricci mi solleticano la pelle mentre mi libero dalla sua presa, reprimendo uno sbadiglio. Cammino lentamente in bagno, chiudendo silenziosamente la porta dietro di me. Schizzo acqua sul mio viso, rammentando gli eventi della notte scorsa.

Harry ha detto di amarmi.

Sorrido al mio riflesso nello specchio, mordendomi il labbro con incredulità. Ventiquattro ore fa non avrei mai sognato niente di tutto questo succedere.

"Blair?" Chiama Harry dalla sua camera.

"Sono qui," rispondo, sciogliendo i capelli dalla crocchia. Scivolo di nuovo nell'abito della festa, non avendo altri vestiti; non resto certamente nei vestiti fuori misura di Harry, anche se confortevoli.

Harry compare all'entrata del bagno, sospirando di sollievo quando i suoi occhi mi trovano. "Pensavo te ne fossi andata," dice.

"Perché?"

Scrolla le spalle. "Di solito le ragazze con cui trascorro la notte lo fanno."

Arrossisco e mi rigiro allo specchio. "Non sono una puttana come loro," dico.

"So che non lo sei, Blair," dice, realizzando quello appena detto. Avvolge un braccio attorno al mio bacino, premendo le labbra sulla mia tempia.

Prendo il suo spazzolino dal bicchiere di fianco al lavandino e ci spruzzo sopra il dentifricio, mettendomelo in bocca. "Questo è davvero disgustoso." Dico mentre continuo a lavarmi i denti.

Harry ride sotto i baffi mentre ritorna nella sua stanza, indossando nuovi vestiti per la giornata. Distolgo velocemente i miei occhi dal suo corpo tonico, arrossendo furiosamente.

"Sei bellissima in quel vestito," commenta mentre sputo il dentifricio nel lavandino. "Sembra un po' difficile respirarci dentro, però."

"Lo è," dico. "Ho bisogno di fare una corsa a casa e cambiarmi."

Harry annuisce. "Certo."

Sospiro al mio riflesso. "Iniziamo allora."

"Cosa?"

"Questo posto sembra assolutamente una merda," dico mentre cammino nell'ingresso, raccogliendo alcuni bicchieri vuoti. Il vestito è così stretto attorno al mio corpo da aver paura che mi si fermi la circolazione mentre lancio bicchieri nella spazzatura.

Harry fa un sorrisetto e mi segue. "Possiamo farlo più tardi," dice, notando i miei problematici movimenti nel vestito.

"Oh, grazie a Dio," dico. "Potrei soffocare in questo maledetto vestito."

"Sono sorpreso che tu non insista di pulire adesso," dice Harry mentre camminiamo fuori verso la sua auto. "Di solito il tuo disturbo ossessivo-compulsivo fa effetto."

"Non in questo maledetto coso," dico, indicando il vestito mentre scivolo nel sedile di pelle.

Harry ride mentre mi porta a casa, mordendosi l'interno del labbro.

"Stai bene?" Chiedo mentre entriamo nel vialetto.

"Sì, bene," risponde.

"È per... per Louis?" Chiedo, allungandomi per appoggiare la mia mano sulla sua.

"Non voglio entrare e ritrovarmelo sul punto di colpirmi, per poi colpirlo di rimando e avere te arrabbiata con me."

"Non ti colpirà," dico. "Va bene. Non devi restare..."

"Vuoi che lo faccia?"

"Non mi interessa."

"Dovrei probabilmente andare, comunque. Devo pulire la casa."

Annuisco. "D'accordo."

Mi rivolge un sorriso. "Ci vediamo dopo," dice. Aspetto che mi baci o faccia qualcosa del genere, ma non lo fa, quindi slaccio la cintura ed esco dalla macchina. Va via dal vialetto non appena chiudo la portiera. È arrabbiato? Perché lo dovrebbe essere? Non ho detto niente, no?

Sospiro ed entro in casa, chiudendo la porta dietro di me. È sabato, quindi i gemelli dovrebbero essere a lezione di danza. Fizzy è agli allenamenti di calcio e Lottie... probabilmente è con amici o qualcun altro. Trasporto i miei tacchi in mano mentre salgo le scale.

"Dove sei stata tutta notte?"

Sobbalzo alla voce di mio padre. Mi giro e lo vedo in piedi vicino alle scale, le sue braccia incrociate sul torace.

"Ero a... Ero con Harry," rispondo.

"In quello?" Guarda il mio vestito dall'alto al basso, uno sguardo di disgusto si inizia a formare sul suo viso.

"Non è mio," dico.

"Allora perché lo stai indossando?"

"Io... io ero... ero alla festa." Perché improvvisamente gli interessa di me?

"Con Harry?"

"Sì."

"Tutta la notte."

"Non è successo nulla, se è quello di cui sei preoccupato."

"Non sono preoccupato. Non mi piace solo il fatto che trascorri tutta la notte fuori e arrivi a casa alle nove del mattino."

"Da quando?"

"Da sempre, Blair. Sei mia figlia."

Sbeffeggio. "Ero con Harry."

"Harry... Harry non è lo stesso ragazzo di anni fa."

"Che intendi? Stai dicendo che è falso?"

"Beh..."

"Ti interessi a stento di me da quando hai sposato Jay, e all'improvviso ti importa che sono uscita con il mio migliore amico?"

"Attenta a come parli, Blair."

"Inizierò a stare attenta a come parlo quando tu comincerai ad essere un padre migliore!" Gli urlo prima di correre il resto delle scale verso la mia camera, sbattendo la porta dietro di me.

Mi sbarazzo del miserabile vestito ed entro in doccia, lavando ogni traccia della festa da me. Lascio i miei capelli bagnati ad asciugarsi e indosso una maglietta e dei jeans. Scivolo nelle mie Keds e afferro le chiavi dell'auto, uscendo di casa e camminando fino alla macchina. Sbatto le chiavi contro l'accensione e mi allontano velocemente da casa e da mio padre.

Compongo il numero di Harry e tengo il telefono al mio orecchio.

Risponde al secondo squillo.

"Hey," dice.

"Dove sei?"

"A casa. Va tutto bene?"

"No. Possiamo incontrarci da qualche parte?"

"Certo."

Attacco al telefono ed entro in autostrada, girando verso un piccolo parco che io e Harry abbiamo scoperto tempo fa.

Esco dall'auto, camminando rapidamente verso il piccolo ruscello che scorre nel parco.

Metto le mani nelle mie tasche frontali, i miei capelli si sollevano dietro di me a causa del vento.

"Hey." Harry cammina di fianco a me.

"Ciao."

"Cos'è successo?"

"Mio papà di nuovo."

Harry annuisce. "Cosa ha detto questa volta?"

Distolgo lo sguardo. "Niente." Non voglio ferire i sentimenti di Harry con le parole di mio padre.

"Dimmelo."

"Mi... mi stava interrogando come il fottuto poliziotto che è su dove fossi la notte scorsa."

"Sapeva che eri con me, no?"

"Sì, gliel'ho detto ma... non pensa più che tu sia molto affidabile."

"Perché?"

"Magari lo sapessi... è così... ugh!" Guardo il ruscello, sperando che il modo in cui l'acqua scorre pigramente mi aiuti a calmarmi.

"Mi dispiace, Blair."

"È solo... che è un padre di merda e mi fa innervosire troppo facilmente. Odio essere così intollerante, ma ogni volta che lo guardo vedo solo la pistola nella mano di mia madre." Abbasso lo sguardo. Questa è la prima volta che lo dico a qualcuno.

Harry mi guarda con attenzione. "Blair," dice, raggiungendo la mia mano. Allaccia le sue dita con le mie, rassicurandomi. Mi tira vicino a lui così che il mio viso sia seppellito nel suo torace. Non piango, però. Mi rifiuto di piangere per mio padre.

"Era la sua pistola, dopo tutto," dico, la mia voce attutita dal corpo di Harry.

Harry scorre una mano delicatamente sul retro della mia testa.

Mi ritraggo dal lui, girandomi. Prendo un sassolino liscio dal torrente e lo lancio in acqua, facendolo rimbalzare una, poi due volte.

"Non male," dice Harry, piegandosi per raccogliere una pietra delle sue. "Ma non ottimo." Fa un sorrisetto mentre lancia la sua pietra, facendola rimbalzare tre volte.

"Fortuna," dico, gettandone una che rimbalza quattro volte.

"Non penso di poter battere questo," ammette, facendo un mezzo sorriso.

"Non potresti mai," dico.

Scrolla le spalle, i suoi occhi brillano alla luce del sole.

"Mi dispiace di essere venuta da te con i miei problemi," dico. "Mi sento una fottuta cretina."

"Non preoccuparti," dice. "Non mi dispiace ascoltare."

"Grazie," dico.

"Sempre."

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