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By september199six

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ยซLo faccio perchรฉ io ero come loro.ยป Cover / logaphile Trailer / @-Niaas : https://www.youtube.com/w... More

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epilogue
ANNUNCIO

fortysix

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By september199six

[Not about angels — Birdy]

🌹 A R I E L 🌹

«No, Harry», sussurro contro ogni aspettativa mia e sua.

Lui finalmente si volta, incrociando il mio sguardo.

«Non me ne vado», continuo, la voce bassa e il tono fermo, saldo.

Harry indugia sul mio volto per qualche istante prima di spostarsi da quella parete e venire verso di me.

«Vuoi davvero sapere cosa c'è, Ariel?» mi chiede, guardandomi con i suoi occhi verdi in un modo in cui non mi ha mai guardata.

Io esito per pochi istanti, poi annuisco debolmente. «Sì.»

Le sue labbra sono chiuse in una linea dura e sottile; la mascella è contratta e io sto tremando. Sta davvero per dirmi tutto? E io sono davvero pronta ad ascoltarlo e ad accettarne le conseguenze, di qualsiasi cosa si tratti?

«C'è che io non posso darti ciò di cui tu hai bisogno», afferma passandosi una mano tra i capelli.

Io continuo a guardarlo, un cipiglio prende forma sul mio volto e «Non sai di cosa ho bisogno io, Harry», replico, ma lui scuote la testa e si avvicina ancora.

«Io non ho niente da darti, e tu dovresti solo stare lontana da me.»

«Non è vero, non è così», sostengo scuotendo la testa a mia volta.

«È così», mormora, e io non riesco più a pensare.

«Perché dovrei stare lontana da te?»

«Perché è ciò che è giusto che tu faccia.»

«Non puoi saperlo, Harry. Non puoi semplicemente dirmi tutto questo dopo avermi baciata e dopo tutto quanto!» Scatto, mettendomi davanti a lui e cercando la sua attenzione.

Ma lui non fa niente. Non mi guarda, non dice una parola. Resta fermo, immobile.

«Va via, Ariel», dice poi dopo, continuando a non guardarmi e allontanandosi da me. Si volta leggermente quando io lo raggiungo e gli prendo il volto tra le mani, costringendolo a guardarmi.

«Dimmi che non provi niente per me, che non lo hai mai fatto e che non lo farai mai. Dimmi che tutte le parole e le promesse non erano vere, e me ne andrò. Per sempre

Sostiene il mio sguardo mentre le parole scivolano via dalle mie labbra; il cuore trema nel mio petto, pronto per essere distrutto ancora una volta.

Harry distoglie lo sguardo, voltandosi e dandomi quasi le spalle.

«Non provo niente per te», sussurra, e i frammenti in cui si distrugge ancora il mio cuore stanno lentamente distruggendo anche me. Forse non era pronto.

«Credevo che io ne valessi la pena», dico allontanandomi da lui, ma continua a non guardarmi.

Aspetto un breve secondo prima di voltarmi e fare lo stesso, e prima che le schegge del mio cuore crepino anche ciò che ne rimane di me stessa.

«Lo credevo anch'io», dice, la voce roca, bassa e a malapena udibile, ma che continua a ripetersi nella mia mente.

🌹 H A R R Y 🌹

Non sono riuscito a farlo.

Non sono riuscito a voltarmi per fermarla, a riprenderla tra le mie braccia e a dirle ciò che in realtà provo per lei. Ma è giusto così. È così che deve e come sarebbe sempre dovuto andare.

Sapevo cosa stavo facendo, cosa ho fatto. Lo sapevo anche quando l'ho baciata, quando le sue labbra hanno toccato le mie. Sapevo che quella sarebbe stata l'ultima.

E non come le altre; non come le promesse che abbiamo sempre fatto a noi stessi e che poi abbiamo infranto. Quel bacio — il modo in cui la tenevo stretta tra le mie braccia come se non volessi più lasciarla andare — era tutto, perché ero consapevole che non avrei più potuto farlo. Che non potrò più farlo.

Ho smesso di farle del male a sua insaputa, e lei ha bisogno di qualcuno al suo fianco che può darle tutto ciò che io non posso offrirle. Lei ha bisogno di qualcuno che sia migliore di me, di qualcuno che resti. E che resti non solo perché è disposto a farlo, ma perché può farlo. Lei merita questo.

Scivolo contro la parete prima di ricadere sulla sedia e prendo la testa tra le mani, afferrando i miei capelli tra le dita e tirandoli. Come se questo potesse sostituire il dolore che non si placherà mai; come quello che ha attraversato il suo volto quando le ho detto che non provo niente per lei, rompendola in mille pezzi.

Ma i pezzi della sua anima verranno curati, le sue cicatrici saranno risanate e qualcuno aggiusterà per sempre il suo cuore, ma quel qualcuno non sarò io.

🌹 A R I E L 🌹

Prima di ritornare da mio padre permetto a me stessa di crollare. È inevitabile, e sono stanca di tenere tutto dentro, di soffrire in silenzio.

Con le spalle contro la parete, su queste scale scomode di un ospedale, un cuore in mille pezzi e un'anima distrutta, nessuna lacrima solca il mio volto.

Chiudo gli occhi e mi porto le ginocchia al petto, mentre tutte le parole si rincorrono nella mia mente.

E fa male, quasi come se fosse un dolore fisico. Anzi, è anche peggio. Dio, è decisamente peggio, perché questo dolore è graduale, si amplifica, ti riempie tutta, e non se ne va. Anche quanto tu credi che ti stia concedendo una tregua, quel dolore non ti lascia. Mai.

Non posso credere che sia successo. Non posso credere che mi abbia lasciata andare e che io sia riuscita a lasciare andare lui.

La speranza che si era riaccesa in me nel momento in cui lui mi stringeva tra le sue braccia e quando le sue labbra erano sulle mie si è dissolta quando mi ha detto che non ne vale la pena. Neanche per me.

Lentamente mi alzo, riprendo a scendere le scale e raggiungo il corridoio dove prima ho incontrato mio padre. Non so quanto tempo sia passato, perché quando sono con Harry perdo ogni convinzione e ogni certezza, nonostante credessi che lui potesse rappresentare l'ancora che mi permette di non vacillare.

Mentre attraverso il corridoio, improvvisamente una donna che indossa un camice bianco mi supera, correndo verso quella che credo sia la stanza di mio padre. Una strana sensazione riprende a farsi spazio dentro di me, e non so per quale motivo, ma aumento il passo e la seguo quando lei è già dentro la stanza.

Mio padre esce come un impeto nello stesso momento in cui io raggiungo la stanza, scontrandosi con me.

«Che succede?», chiedo, il respiro irregolare e veloce.

«Andrew», dice continuando a camminare velocemente. Io lo seguo. «C'è un'emergenza.»

La donna che credo sia un medico è insieme a noi mentre riprendiamo le scale per il piano di sopra. Ci sono persone che vanno da una parte del reparto all'altra; non è più vuoto come prima.

«Robert», quasi esulta Harry, che si fa spazio tra la folla. I miei occhi si spostano su di lui. I suoi sono completamente umidi, e sono sicura che i segni sul suo volto siano dovuti alle lacrime che io non riesco a versare.

«Andrà tutto bene, Harry», lo rassicura mio padre, mentre continua a camminare fino a raggiungere una piccola stanza in cui può prepararsi per aggiungersi all'intervento.

Lui annuisce e per un breve istante guarda me, prima di allontanarsi.

Io sono ancora con mio padre. «Cos'ha Andrew?»

So che in qualche modo lui e Harry sono legati, e sono quasi sicura che quello che sta passando Andrew in questo momento — di qualsiasi cosa si tratti — l'ha passato anche Harry. Ha detto che quello sarebbe dovuto essere il suo posto, che lui avrebbe dovuto trovarsi in quella stanza in cui sta succedendo Dio solo sa cosa.

«Non è il momento, Ariel», mi risponde mentre si risciacqua le mani compulsivamente prima di indossare i guanti e la mascherina.

La sua voce è bassa e decisa; lui è completamente concentrato su quello che sta facendo e su quello che dovrà fare, qualunque cosa lo aspetti.

«Ce la farà?» gli domando in un sussurro dopo qualche istante.

Mio padre si volta verso di me. «Non lo so.»

A questo punto, riesco a leggere ciò che sta realmente provando nel momento in cui mi guarda. Riesco ad immaginare a cosa sta pensando e mi avvicino a lui, poggiando la mia mano sulla sua spalla.

«Non ho più operato dopo quella volta», ammette, e mi si stringe il cuore.

So a cosa si riferisce. Ma so anche che non è colpa sua, e che lui può farlo.

«Tu ce la farai», gli assicuro, e anche se non posso vedere le sue labbra so che si stanno curvando in un accenno di sorriso dietro il tessuto azzurro. «Lo salverai.»

Lui mi guarda ancora, mi accarezza delicatamente la mano e poi annuisce, prima di abbassare lo sguardo e allontanarsi da me, raggiungendo la porta che confina con la stanza in cui si trova Andrew.

Lo guardo entrare, e allo stesso modo io esco da quella piccola stanza, chiudendo la porta dietro di me e tornando nel corridoio.

Tutte quelle persone non ci sono già più, probabilmente tutte impegnate a salvare la vita di Andrew, il bambino dagli occhi azzurri e dal cuore grande che riesce a tenerti in vita con un solo sguardo.

Quando svolto l'angolo i miei occhi si spostano su Harry. È seduto ancora sul pavimento, la schiena contro il muro, e potrebbe sembrare una sorta di dejà - vu o qualcosa del genere, se non fosse per l'intervallo di tempo in cui non vorrei essere rinchiusa che continua a ripetermi che io non sono ciò di cui ha bisogno e che lui non è ciò di cui ho bisogno io.

Il suo sguardo è vuoto e rivolto verso la parete di fronte a lui; non si accorge di me fino al momento in cui io non mi avvicino a lui, ignorando quell'intervallo di tempo.

Non dice niente, mi guarda scivolare lungo la parete accanto a lui e poi torna a voltarsi lentamente, verso quella parete bianca.

«Ho conosciuto Andrew quasi quattro anni fa», dice, la voce roca e provata.

Mi volto nella sua direzione, ma lui non mi sta guardando. Torno a voltarmi verso la parete su cui ha posato il suo sguardo e aspetto che continui.

«Lui aveva appena compiuto cinque anni, ed era già qui.» Un sospiro cade dalle sue labbra, e sono tentata di prendere la sua mano e rassicurarlo. Ma non lo faccio.

Non faccio niente, se non ascoltare le sue parole.

«Mi sono legato a lui come a nessun altro, nonostante tenga a tutti quei bambini. Ma con lui è diverso. È come se rivedessi me stesso, quello che non sapevo di essere e che non sono stato per troppo tempo.»

Anche se non lo sto guardando, mi rendo conto di quando abbassa lo sguardo sulle sue gambe distese, distogliendolo da quelle mura davanti a noi.

«È la persona più forte che io abbia mai conosciuto, e ha soltanto otto anni.»

La sua voce si spezza e io mi volto a guardarlo. Una lacrima scivola sul suo volto, ma lui la raccoglie all'istante.

«Non merita questo», continua sospirando. Lascia andare poi la testa contro la parete e guarda verso l'alto, prima di chiudere gli occhi.

«Ce la farà, Harry. Quel bambino è anche più forte di quanto tu creda», rispondo, cercando di essere sicura delle mie parole e di avere fiducia in mio padre.

Anche se non è riuscito a salvare mia madre, io so che lui salverà Andrew. So che salverà lui e tante altre vite che hanno bisogno di essere salvate.

Harry si gira a guardarmi, e i suoi occhi incontrano i miei. E fa male, perché sono qui nonostante tutto, e perché so che ci sarò sempre.

A prescindere da tutto, anche se lui mi ha detto che devo stargli lontana, che non ha bisogno di me e che non prova niente nei miei confronti, io non riesco a fare a meno di lui.

Me ne sono resa conto in America, quando lo cercavo e lui non c'era.

Quando ho sentito il calore delle sue braccia e il tocco delle sue labbra sulle mie.

Quando ho creduto che non mi avrebbe più lasciata andare, perché credevo che entrambi fossimo pronti a rischiare.

Quando, come adesso, lui si lascia andare a me e a se stesso, scivolando sul mio corpo e poggiando la testa sulle mie gambe.

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