Fuoco e fiamme

By ludyday

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Ginger è una ragazza di provincia, costretta dalla vita ad accantonare i sogni di gloria e diventare donna i... More

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By ludyday

Ha messo la sveglia all'alba.

Sà che Cain si alza presto per i suoi allenamenti mattutini e vuole approfittarne per uscire di casa senza incontrarlo. Ha bisogno di riorganizzare le idee e rilassarsi un po', allontanandosi da tutta la baraonda che ha attirato questa storia.

Infila costume, infradito, un vestitino leggero, cappellino e occhiali da sole. Nella borsa infila cellulare, portafogli, un telo da spiaggia, la crema da sole e gli spartiti che ha recuperato dal pianoforte la sera prima  assiema a gomma e matita... vuole lavorarci un po' sù.

Le previsioni di oggi sono stupende, passerà in banca e poi trascorrerà la giornata in spiaggia. Si è messa d'accordo con Dillon per incontrarsi al locale sul presto, devono discutere su come riorganizzare i turni per coprire l'assenza di Viky e prendere una decisione in merito ai comportamenti di Nina.

Con Sam ha cercato di buttare acqua sul fuoco, ma più passa il tempo più anche a lei i suoi atteggiamenti cominciano a sembrare decisamente fuori luogo. Comincia a chiedersi se tenerla al locale sia davvero una buona idea.

Sulla porta di casa incontra Rosa che sta entrando. Le sorride gentile, ma non le sfugge l' espressione preoccupata che ha sul viso.

'Buongiorno Rosa, tutto bene?'

'Sì, certo. Il Sig. Rock .. come sta meglio? Ci sono aggiornamenti?'

Scuote la testa.

'Nessuno, purtroppo.'

'E lei?'

Si stringe nelle spalle.

'Approfitto di questa bella giornata per andare in spiaggia. Mangerò qualcosa là e poi penso che andrò direttamente al locale. Dici tu a Cain che tornerò tardi stasera? E' uscito ad allenarsi e non ci siamo incontrati.'

Lei annuisce,  senza nascondere il suo disappunto.

'Non sarebbe meglio confrontarvi? E' una situazione difficile per entrambi e sui giornali scrivono di tutto... è prudente per te uscire così... da sola?'

Ginger sorride ed indossa occhiali e cappello.

'Esco dal mio solito passaggio segreto, non preoccuparti non mi vedrà nessuno. Ed in spiaggia sceglierò un angolino appartato così da non attrarre l'attenzione.- Si avvia verso il giardino prima che possa aggiungere altro, ha bisogno di staccare - Buona giornata.'

Cammina spedita senza voltarsi, fino a quando intravede il varco nella siepe.

Avvicina la scaletta ed in un attimo è fuori. Libera.

Respira l'aria di mare, mentre si dirige a passo svelto in banca. La canzone di Aaron continua a risuonarle in testa come anche le parole di Sam, ovunque sia ha probabilmente letto le notizie che la riguardano ormai e se davvero la sta cercando ora sà esattamente dove trovala.

Sente un brivido di paura correrle lungo la schiena, sà che non le farebbe mai del male, non fisicamente. Ma Aron è capace di ferirla in mille modi diversi ed estremamente  dolorosi , gli basta una parola, uno sguardo, un commento sprezzante per riuscire a farla sanguinare.

Si chiede se è ancora così.

Se dopo tutti questi anni ha ancora su di lei un tale potere.

Affretta il passo, vuole capire in quanto tempo può avere i 50.000$ che ha sul conto in contanti. Ha già pensato ad aprire una cassetta di sicurezza, sapeva che questo momento sarebbe arrivato, prima o poi. Deve solo prelevarli e metterli al sicuro, così che siano disponibili per quando ne avrà bisogno.

Il piano A è mettersi in contatto con Aaron tramite la casa discografica, fargli avere i soldi tramite bonifico e chiudere così la questione, con lui e con il suo passato.

Così da continuare la sua vita lì a la Jolla.

Il piano B è usarli di nuovo per fuggire , se qualcosa dovesse andare storto. 

Si chiede se sia il caso di passare da casa per cominciare ad impacchettare le sue cose. Pensa alla sua musica e a tutti gli strumenti che ha comprato per produrla e registrarla.. questa volta non se ne andrà a mani vuote, no. Non si lascerà tutto alle spalle per ricominciare da zero, lo farà alle sue condizioni . 

Sospira preoccupata, chiedendosi perchè quella canzone. 

Perchè non è andato avanti con la sua vita come ha fatto lei, perchè cercarla ancora.

Non era mai abbastanza,  per lui. Non abbastanza sexy, non abbastanza talentuosa, non abbastanza intrigante... gli ha dato tutto quello che aveva e non era mai sufficiente. Cos'altro potrebbe offrirgli adesso?

Vede l'ingresso della filiale ed entra, dirigendosi decisa verso lo sportello.

Sorride all'impiegata e si leva gli occhiali da sole, per cortesia.

'Salve, sono Ginger Moore, vorrei ritirare 50.000$ in contanti dal mio conto.'

Vede quella che spalanca gli occhi e la fissa attonita.

'Ha detto 50.000$?'

Lei annuisce.

'Esatto.'

La ragazza le indica un signore in un ufficio separato.

'Può aspettare 5 minuti? Devo farla parlare col direttore.'

Quando esce dalla filiale è passata quasi un'ora. Le hanno fatto firmare non sà quanti moduli, controllato i documenti 3 volte e chiesto all'infinito se ne è assolutamente sicura. Sembra che ci vorranno 2 giorni. Si è accordata che venerdì sarà di nuovo lì per il ritiro.

Decide di passare da casa .

Vuole rendersi conto di quanto tempo le ci vorrebbe per imballare tutto, se proprio si rivelasse indispensabile ricorrere al piano B. La casa che ha preso in affitto era già arredata, ha solo i vestiti e la sua attrezzatura, non dovrebbe essere complicato.

Prende la metro e in poco meno di mezz'ora è davanti al suo palazzo. Vederlo dopo Miami e dopo essere vissuta a casa di Cain è disarmante, ha sempre trovato casa sua fantastica, un piccolo angolo di paradiso, il rifugio perfetto che l'ha accolta quando più aveva bisogno di pace e tranquillità . Ma adesso, sotto la luce impietosa del sole delle 10, quel vecchio palazzo scalcinato non le sembra più così perfetto.

Sorride, sà che da fuori non ha mai dato il massimo, ma il suo piccolo appartamento , accogliente e colorato saprà restituirle un po' di allegria e di ottimismo.

Tira fuori le chiavi ed apre il portone fiduciosa. Non prova nemmeno a chiamare l'ascensore , tanto sà che un giorno su tre è guasto. Sale le scale a passo veloce fino a quando non si trova davanti a casa sua, sospira sollevata. Casa dolce casa.

Infila la chiave nel portone ed apre svelta, ma lo scenario che si trova davanti non è certo quello che si aspettava. Resta a bocca aperta. Senza fiato.

Le pareti sono ricoperte di scritte.

Puttana è  scritto ovunque, assieme a svariati epiteti altrettanto offensivi. Resta immobile, incapace di processare quello che vede .. il suo appartamento è devastato. Le sue cose sono sparse sul pavimento, alla rinfusa, ovunque, i pochi oggetti di valore gettati a terra o sfasciati con cattiveria.

Prende il telefono senza saper chi chiamare.

Cain ?  

Verrebbe, ne è certa, ma solo per dovere.  Ha bisogno di qualcuno che tenga davvero a lei. Qualcuno con cui poter piangere, senza pentirsene il giorno dopo.

Dillon. 

E' l'unico che potrebbe capirla in questo momento. E anche Ross, forse, ma è Dillon su cui ha sempre potuto contare nel momento del bisogno. Fà partire la chiamata senza nemmeno rendersene conto .

'Ginger... GINGER ! Tutto ok? '

Cerca di parlare ma non le vengono le parole.

'Ginger, sei li?'

'Sono a casa... a casa mia, puoi venire? Perfavore... è entrato qualcuno..non sò chi... ha distrutto tutto...'  Le sembra che improvvisamente la sua vita sia diventata un inferno.

'Hai chiamato la polizia?'

Fà di no con la testa, ma ovviamente lui non la può vedere.

'Sto arrivando, ok? Chiuditi dentro e non fare entrare nessuno fino a quando non arrivo , ok?'

Fà di sì con la testa.

'Ginger , dimmi che hai capito!'

'....Ho capito.'

'Arrivo.'

Fà come gli dice, si chiude dentro e cerca di interrompere il fiume in piena di lacrime che le impedisce di vedere il disastro che la circonda. La sua pianola è sfasciata e giace a terra , esanime. 

Si chiede come farà ora a comporre le sue canzoni, non ha più un dollaro sul conto ed il pianoforte enorme che Cain le ha regalato sà che è solo temporaneo...non potrà più usarlo quando lui la caccerà di casa...  è un regalo .. ma dove potrebbe mettere lei un pianoforte a coda in una casa normale? Anche il computer è a terra e il cavo dell' hard disk dove ha salvato tutti i suoi pezzi ciondola strappato... ricomincia a  piangere. 

Quando sente la voce di Dillon alla porta pensa di avere esaurito tutte le lacrime, apre, devastata.

'Red.. cristo santo... ma cosa hanno fatto a questo appartamento...' vuole solo piangere e sentire che a qualcuno importa di lei. Si sente sola, sola come non si sentiva da tanto tempo e l'idea di aver percorso tanta strada per poi ritrovarsi di nuovo al punto di partenza è desolante.

'...ho chiamato la polizia, stanno arrivando. Hai avvertito Cain? Stà arrivando?'

Scuote la testa sul suo petto.

'Non voglio chiamarlo.'

'Come non vuoi!'

Risponde senza levare la faccia dalla sua camicia ormai zuppa di lacrime ' Non sà nemmeno chi sono Dillon.. e poi arriverebbero subito anche  i giornalisti..'

'Ginger ..è assurdo. E' troppo grave quello che è successo.. te ne rendi conto? Devi dirglielo...guarda questa casa!!'

Si stacca da lui a malincuore, si asciuga gli occhi.

'Perchè? Per fargli pietà... perchè mi veda come un caso umano e mi tenga con sé come una sorta di cucciolo abbandonato per strada.. no grazie.'

Dillon si guarda attorno incredulo.

'Ti rendi conto che chi ha fatto questo disastro è una persona pericolosa , vero? Non si può non fare niente... dovrai sporgere denuncia.. dovrai essere protetta ..Cain può farlo.  E poi qui ci sarà da imbiancare tutto, spostare le tue cose altrove... non è più sicuro. Hai bisogno di aiuto, lo capisci? Non puoi fare sempre tutto da sola.'

Lei si stringe nelle spalle.

'Infatti ho chiamato te... chiederò anche a Ross...ma ti prego, non farmi chiamare Cain.'

Dillon sospira, a disagio vedendo che è di nuovo sul punto di piangere. 

'Va  bene, ma calmati.. ok? Troverai un altro posto e vedrai..  sarà anche meglio di questo, ricomprerai tutto quello che ti hanno distrutto e per te che sei un'amante delle cose tecnologiche sarà fantastico avere tutto un nuovo arsenale di diavolerie con cui registrare la tua splendida musica.'

Sorride stanca e gli appoggia la testa alla spalla.

'Non ho più un dollaro Dillon...non so neanche se riuscirò a comprarmi una tastiera di seconda mano...'

Il suo tono è incredulo.

'Ma come è possibile Ginger... guadagniamo un sacco di soldi al locale, non puoi essere sempre al verde...'

I passi della polizia sulle scale li interrompono.

'Siete voi che ci avete chiamato?'

Il primo dei due poliziotti entra in casa ed esclama allibito...

'Cristo santo... ma che cosa è successo qui!'

Ginger sà che passerà il pomeriggio in centrale a sporgere denuncia, altro che spiaggia e ore di tintarella e relax. Per fortuna c'è Dillon con lei, che le mette un braccio attorno alla vita incoraggiandola a raccontare tutto ai poliziotti .




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