2.Dillon

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Dove cavolo ha infilato la rubrica dei fornitori... sa che è lì...in qualche cassetto.. eppure non la trova. Cerca tra i fogli fino a quando non scorge un quadernino rosso: Dio ti ringrazio! Deve ricordarsi di segnarsi anche quel numero sulla rubrica del cellulare, ormai i fornitori di alcolici non bastano più.

Prende il quadernetto e cerca freneticamente la pagina di suo interesse, poi tira fuori il cellulare, memorizza il numero e registra un messaggio vocale piuttosto concitato.

'Sono Dillon, del Red Ginger. Abbiamo finito tutte le scorte di alcolici, ho bisogno che domani mi portiate quello che abbiamo ordinato, è urgente. Ci sarò dalle 11,00 in avanti, portateci tutto così riapprovvigioniamo il bar.'

Devono aumentare lo stock in magazzino o una di queste sere finiranno gli alcolici sul più bello. Fa mente locale, di cos'altro hanno bisogno? Si appunta su un foglio alcune voci, servono più bicchieri, di plastica spessa possibilmente, ogni sera se ne frantumano una marea e deve assolutamente trovare un'altra ragazza... ha un elenco di nomi tra cui scegliere, grazie a dio le richieste di studentesse che vogliono arrotondare non mancano, ma sa bene quanto i ritmi siano stressanti... sono poche quelle che non mollano dopo poco e tengono il passo, in più ai clienti piace l'idea di vedere sempre le stesse facce, serve stabilità... inoltre non sarà facile inserire un nuovo elemento alla crew, ma non  può più temporeggiare. Sono in affanno.

Deve anche chiedere ai ragazzi di fargli il nome di qualcuno  affidabile per  aiutarli con la sicurity, almeno il sabato e il venerdì... ormai le risse sono all'ordine del giorno con tutto il testosterone che c'è in giro.. ci vuole qualcuno in più per calmare gli animi. Guarda l'orologio, le 2,30... cazzo.. a proposito di risse... deve uscire di lì e andare in sala, quando  Ginger sale sul bancone c'è sempre qualche casino.

Sente la porta del suo ufficio che si apre e alza la testa irritato, cosa c'è ancora!?

Resta perfettamente immobile.

'Che mi prenda un colpo...'

Non si vedono da anni, ma non potrebbe dimenticare quella faccia neanche in un milioni di secoli.

'....Cain! Che cazzo ci fai qui?'

Si alza, gira intorno alla scrivania e gli và incontro. Se lo ricordava alto, ma Cristo santo, adesso è un vero e proprio armadio. Si avvicina per dargli il benvenuto ma quello lo precede, stritolandolo con un abbraccio da orso.

'Ho pensato di farti una sorpresa adesso che sono tornato in città.'

Dillon lo guarda incredulo.

'Tu? In città? Che mi prenda un colpo se questa non è proprio bella. E per quanto stavolta? Sentiamo...due giorni ? Resisti? '

Cain accenna un sorriso e fa un passo indietro.

'Ti ricordi la vecchia palestra, quella vicina alla scuola.. bhè...l'ho comprata.'

Dillon si appoggia col sedere alla scrivania dietro di lui e lo guarda, scettico.

'Comprata?! Tu? Ma se sono anni che non resti più di qualche mese nello stesso posto...'

Cain alza le spalle.

'Mi sono  trasferito qui, ho comparto anche casa... in collina.. ti ricordi le ville sul mare che guardavamo da ragazzi.. ecco, adesso una di quelle  è mia.'

Dillon scuote la testa e lo prende in giro.

'Chi l'avrebbe mai detto che un teppista come te avrebbe fatto strada.'

Cain annuisce serio, ricorda bene cosa dicevano di lui, tutti, tranne Dillon.

'Tu lo dicevi. Mi hai convinto ad iscrivermi in palestra, ricordi? Sei sempre stato il mio sostenitore più accanito.. - ride - ...per molto tempo l'unico... a dire la verità.'

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