62. Cain

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Nel momento in cui Ginger esce di casa, capisce di aver fatto una cazzata. E le corre dietro.

E' assurdo, ma è così.

Se qualcuno gli avesse detto che si sarebbe trovato un giorno a rincorre una donna, avrebbe riso. Adesso invece l'unica cosa a cui riesce a pensare è fermarla . Consapevole che se non dovesse riuscirci gli sfuggirebbe l'unica cosa davvero bella che gli è capitata da un sacco di tempo a questa parte.

La raggiunge quando ormai è in mezzo alla strada,  ha superato il cancello,  l'unica cosa che riesce a fare è abbracciarla e stringersela al petto ripetendo che gli dispiace, come un mantra, come una nenia. Sentirla singhiozzare gli strappa l'anima perché sa che è solo colpa sua, e tenerla ferma mentre Ginger cerca di divincolarsi per allontanarsi da lui, gli fa ancora più male.

Ma non la lascia andare.

La tiene stretta al petto, fino a quando sente che lentamente i suoi singhiozzi si placano, fino a cessare del tutto. Vorrebbe restare così per sempre, con le mani di lei aggrappate alla sua maglietta, mentre lui l'abbraccia e sprofonda il viso in quella nuvola profumata di capelli rossi.

'Sono un idiota, un vero idiota.' Le bisbiglia tra i capelli, mortificato 'Non sono abituato ad avere qualcuno a cui  importa qualcosa di me, hai ragione.. volevo ferirti. Ma ferire te, ferisce anche me...non so come, ma è così.'

La tiene stretta, mentre sente il respiro di Ginger che rallenta e torna regolare. La stringe a sé, non gli è mai capitato prima di desiderare così tanto di stringere una donna. Di non lasciarla andare.

'Non andartene ok? Resta con me. Non dobbiamo fare niente, possiamo anche non parlare, ma ho bisogno di tenerti stretta ancora un po.'

Non sa neanche lui cosa stia farneticando. Sa solo che l'odore di quei capelli è troppo buono, la sensazione di quel corpo minuto contro al suo inebriante. Non vuole che finisca, non adesso, non così. Non vuole che lei se ne vada. Direbbe qualunque cosa per non farla andare via.

'Non puoi ferirmi e poi chiedere scusa.'

Lui si tira indietro per guardarla negli occhi, sono arrossati e ancora bagnati di lacrime ma determinati ad essere presi sul serio. Ginger prosegue, parlando forse più a se stessa che a lui.

'L'ho permesso in passato, ma non lo permetterò più. A nessuno.'

Lui annuisce piano, ma lei prosegue.

'Puoi lasciarmi andare ed io sparirò dalla tua vita se è questa che vuoi. Possiamo strappare il contratto anche subito, non m'interessa.'

Lui se la stringe contro, come un riflesso condizionato, come se il suo corpo si rifiutasse anche solo di prendere in considerazione l'ipotesi.

'Oppure posso rientrare con te, ma non puoi più trattarmi come hai appena fatto.'

Cain annuisce piano, ha la voce roca.

'Non accadrà'

Ginger lo guarda, indecisa se confessarglielo.

'Ho avuto una sola relazione in vita mia, ed è stata un disastro.'

Lui continua a tenerla stretta e le confida.

'Ho avute tante donne ma non ho idea di come funzioni una relazione.'

Restano a guardarsi soppesando il rischio. Ginger è la prima a parlare.

'Non è incoraggiante.'

Cain annuisce.

'Lo so.'

Lei lo scruta seria.

'Allora perchè sei qui?'

'Non voglio essere da nessun altra parte.' Deglutisce, come se  ammetterlo gli costasse fatica.

Ginger lo fissa intensamente, non sà quello che vede, forse lo sgomento, la franchezza di quell'ammissione inaspettata. Qualunque cosa sia, si  alza sulla punta dei piedi e lo bacia.

E per Cain è come entrare dentro una bolla. Una bolla  dove non senti nient'altro che il respiro dell'altro, il suo sapore dolce, le  labbra morbide, l'odore profumato della pelle liscia. La  baciare senza inibizioni,  mentre lei gli avvolge le  braccia attorno al collo e i suoi seni appuntiti gli premono contro il  petto. Se la stringe addosso.

Cristo santo!

Fosse un'altra saprebbe già come andrebbe a finire. Se la porterebbe a casa e finirebbero a scopare come forsennati, ha già in mente un paio di posizione in cui la vorrebbe . S'impone di pensare ad altro, sà che d'ora in avanti dovrà navigare a vista in mari sconosciuti, con Ginger valgono altre regole, non ci sono coordinate precise solo le stelle. La bacia chiedendosi che diavolo stia facendo, se non esattamente il contrario di quello che aveva programmato... eppure non riesce a smettere.

Le fa scorrere le mani sulla schiena imponendosi di non esplorare quel corpo che tanto brama, quei piccoli seni che gli premono contro al petto  e lo fanno diventare matto. Vorrebbe infilare una mano sotto la stoffa sottile della maglietta e prenderne uno nel palmo della mano, sentire il capezzolo duro, farla gemere come ha fatto sabato sera.

Invece si limita a baciarla con desiderio, ad occhi chiusi, immaginando quel corpo minuto sotto il suo, pelle contro pelle. A come sarebbe leccarle piano il collo, morderle quella pelle bianca e delicata, per poi fare scorrere le mani sempre più giù fino a trovare la sua fessura inespugnabile. E' certo di poterla fare godere ancora, non sà cosa le sia successo, ma non gli serve saperlo. Conosce il corpo di una donna come il palmo della sua mano, troverà il suo punto debole, la breccia in cui infilarsi piano piano, per poi innescare la deflagrazione finale. 

Fosse l'ultima cosa che farà. 

Non sà perchè sia così indispensabile, ma deve farlo. Con lei è tutto diverso,  da quando le ha messo gli occhi addosso non riesce a levarsela dalla mente. Ripensa a sabato, a come si è eccitato vedendola ballare su quel bancone, a come avrebbe voluto tirarla giù di lì, chiuderla in ufficio, sfilarle le mutandine da sotto quella gonna succinta e farsi strada tra le sue gambe spalancate. O come sarebbe averla sopra, farsi cavalcare da lei e nel contempo esplorare  con le mani  il suo corpo nudo. 

Vuole tutto e se per averlo deve aspettare , aspetterà.

Si accorge che le ha infilato entrambe le mani sotto la maglietta e le sta accarezzando la pelle nuda della schiena, è liscia e morbida, una sensazione che crea dipendenza. Potrebbe spostarsi un attimo di lato, scivolarle sotto un braccio agevolmente, raggiungere il seno ed il capezzolo eretto e poi....

Si stacca da lei.

Ansimano entrambi, mentre restano a guardarsi come appena usciti da un trance.

Cain sà che è a un passo dal perdere il controllo. Ha un erezione poderosa che preme dentro i jeans e le mani che  gli formicolano dalla voglia di toccarla. Ma sà anche che non può farlo, scapperebbe di nuovo e dubita che questa volta tornerebbe da lui. La guarda come se volesse mangiarsela ma fà un passo indietro  e una cosa ancora più assurda: la prende per mano e la riporta a casa.

Mentre cammina con la mano di Ginger nella sua, si chiede che cosa diavolo stiano facendo.


Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora