48. Cain

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Non sà perchè lo stia facendo, eppure non riesce a smettere.

Questa ragazza che piange disperata tra le sua braccia gli fà male, come non gli fa male nulla da tanto tempo. Dovrebbe solo lasciarla andare, sbarazzarsene con una pacca sulla spalla e accompagnarla alla porta. Ma non ci riesce.

Ha preso calci e pugni sul ring, ha preso schiaffi dalla vita e colpi bassi da manager e procuratori ma era preparato. Sempre. Non lo hanno colto di sorpresa, è abituato a non aspettarsi troppo dalla gente. I loro tradimenti non lo hanno scalfito. Le donne opportuniste, gli abboccamenti di comodo. Era preparato, tutto previsto, aveva la guardi alta a proteggere i punti vitali. Tutto calcolato.

L'indifferenza è sempre stata la sua unica religione. 

Il suo unico obbiettivo : il risultato.

Ma quello che sente adesso, mentre stringe tra le braccia questa giovane donna che singhiozza disperata, e che è piombata all'improvviso nella sua vita senza il minimo preavviso, è un dolore sordo e acuto che non provava più da un sacco di tempo.

Le sue parole.

Una pugnalata dalla precisione chirurgica.

Lo ha guardato e in un attimo gli ha letto dentro. Spazzando via un'armatura che lui ha impiegato anni a costruire e che per anni ha funzionato egregiamente con chiunque.

La stringe tra le braccia e si chiede come sia possibile che quel corpo minuto, esile, in confronto al suo, gli sembri tanto prezioso. Essenziale. Come se racchiudesse tutto quello di cui lui ha disperatamente bisogno.

Sente la necessità viscerale di proteggerla, da qualunque cosa possa ferirla di nuovo, da chiunque possa minacciarla.

Sente la necessità di possederla, a qualunque prezzo, indipendentemente dal rischio a cui quella scelta lo esporrà.

La tiene stretta cercando di assorbire con la forza del suo abbraccio almeno parte di quel dolore immenso, che lei ha custodito per tanto tempo, da sola, fino a quando non è più riuscita a contenerlo. Vuole condividerlo con lei.

Qualunque cosa significhi.

La tiene stretta sperando non gli chieda mai più di lasciarla andare.

Restano così non sà neanche lui per quanto. E quando la tempesta si placa, sà solo che non viole  farla andare via.

L'accompagna verso il divano confortandola e la fà sedere accanto a lui, mentre le accarezza piano la testa. Le racconta  cose che gli vengono in mente, a caso, solo per farle sentire la sua voce. Per farle capire che è li con lei, non è sola, non più.  E solo quando sente che  il suo respiro  si placa,  quando prende una cadenza lenta e regolare e capisce che si è addormentata, smette di parlare.

La fa scivolare piano sul divano accanto a lui, continuando ad accarezzarle piano i capelli , le appoggia la testa su un cuscino senza svegliarla. Poi si alza, recupera una coperta per proteggerla dall'aria condizionata e ce l'avvolge, come facevano con lui da bambino le baby sitter, quando si addormentava sul divano in attesa del ritorno dei suoi genitori da qualche serata di gala.

Resta seduto. Guarda l'orologio, sono le 16.00 e si chiede se anche questa sera Ginger debba andare al locale. Gli è sembrata stanca... ha bisogno di riposo... senza pensarci troppo prende il cellulare dalla tasca dei jeans e chiama Dillon.

'Hey.'

'Ciao Cain, tutto bene?'

Guarda la criniera di capelli rossi accanto a lui sul divano.

'Direi di sì,  tu?'

'Stasera esco con mio nipote, è diventato l'appuntamento fisso del lunedì. Non pensavo mi sarebbe piaciuto tanto stare con un bimbetto di 7 anni.'

Cain annuisce.

'Bene , mi fa piacere . Senti, ti chiamavo perchè sono a casa mia, con Ginger. E' passata oggi, dopo il cantiere perchè dobbiamo definire un po' di cose.. e mi chiedevo se stasera è il caso che venga al locale. Sò che non sono affari miei e non voglio certo mettermi in mezzo, ma ho visto il livido che ha in faccia, è gonfio ...e visto che qua abbiamo da fare... non so, ho pensato che forse sarebbe meglio che almeno questa sera se la prenda comoda, che dici?'

Dio, sembra un fidanzato protettivo? Che accidenti ne sà lui di questa roba.. l'ultima volta che ha avuto una ragazza è stato alle superiori.

Sente che Dillon sospira.

'Non sai quante volte gliel'ho detto ieri sera.'

'Ieri sera?'

'Sì, siamo andati a trovarla con Ross, per accertarci che stesse bene e abbiamo finito per restare a mangiate una piazza. Ho provato a convincerla a non venire oggi, ma  è una testona... se riesci a tenerla lì con la scusa del lavoro mi fai un regalo, sicuramente sarei più tranquillo. Chiamo Sam per dirle di andare al posto suo.'

'Perfetto, qui farò andare il tutto un po' più per le lunghe allora.'

'Sei un amico. Tu piuttosto? Come va la convalescenza?'

'Meglio. Oggi ho fatto 15 chilometri... sto risalendo la china.'

'Bene, sono contento.' Si sentono delle voci in sottofondo 'Vado che sono arrivato da mia sorella.'

'Buona serata.'

Mette giù.

Il pensiero di Dillon è un altra di quelle cose che non lo fanno dormire tranquillo.

E' un amico o comunque l'unica persona che potrebbe definire tale. In questi anni non gli ha mai chiesto nulla : un biglietto gratis per un incontro, un prestito, un autografo... mai niente . Quando lo ha cercato è sempre stato solo per sapere come stava, per fare due chiacchiere o per sfogarsi di una brutta giornata. Non si merita che lui lo pugnali alle spalle, anche se continua a negarlo è chiaro quanto Dillon tenga a questa donna.

Dove parlargli. Subito. Non gli piace lasciare le questioni in sospeso, è uno che affronta i problemi di petto, andando dritto al punto.

Ma per dirgli cosa?

Che vuole farsi la sua socia?

E se è davvero una scopata che cerca, c'è davvero bisogno di parlarne?

Una scopata, è una scopata. Il giorno dopo volti pagina e vai avanti, come ha fatto con Nina.

Ma non è la stessa cosa che prova per Ginger.

Cosa prova davvero?

Cerca di affrontare la cosa in modo razionale. Attrazione. Curiosità. Interesse.

E puoi qualcos'altro.

Che però non riesce ad afferrare.

E' come un peso dentro, che quando è insieme a lei sembra scomparire.


Guarda Ginger che dorme sul divano.

Osserva il suo viso acqua e sapone con una spruzzata di lentiggini.

Sospira.


L'ha capito dal primo istante che sarebbe stata una fonte inesauribile di guai.

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora