49. Ginger

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Sente qualcuno che la scuote ma non ha voglia di svegliarsi. Stà troppo bene dov'è a crogiolarsi in quel limbo, sente una voce indistinta, che diventa sempre più reale. 

E' la voce di Cain! 

In un attimo i ricordi le si proiettano nel cervello a velocità supersonica e si ritrova a sedere dritta sul divano, guardandosi attorno, imbarazzata.

Lui è accovacciato, davanti a lei.

'Oddio.... Devo essermi addormentata..'

Si guarda di nuovo intorno, è sul divano di Cain , nel suo salotto. Ma la luce è cambiata.

'Scusami... accidenti .... Ma quanto ho dormito?'

Lo chiede soprattutto a se stessa, ma è lui a rispondere.

'Tre ore direi... ho aspettato a svegliarti, sembrava ne avessi bisogno.'

Ginger scatta in piedi come una molla.

'Oddio.. sono desolata. Davvero!'

La sua confessione, il pianto, l'abbraccio... le torna in mente tutto e ogni ricordo è più imbarazzante del precedente. Raccoglie la coperta che le è caduta ai piedi e la rimette sul divano.

'Non so cosa mi sia preso... davvero...è stato un fine settimana assurdo, non ho praticamente dormito mai ... oddio, scusami ancora. Che imbarazzo....'

Tenta di giustificarsi e si guarda intorno per cercare le sue cose, così da  levare il disturbo.

'Sai per caso che ore sono? Mi aspettano al locale per le otto... me ne vado, giuro, prendo le mie cose e ti lascio in pace... '

Cain la interrompe.

'Ha chiamato Dillon dicendo che era più tranquillo se ti prendevi la serata libera oggi. Sam ti sostituisce al locale, quindi ho pensato di lasciarti dormire. Ti ho svegliata ora solo perché è arrivata la cena, potremmo approfittarne per mangiare qualcosa e metterci in pari con i lavori al cantiere, eri venuta per questo no?'

Ginger annuisce, ancora mezza addormentata.

'Giusto. Il cantiere!'

Prende al volo la possibilità di cambiare argomento, è terrorizzata all'idea che dopo la scena di prima lui possa chiederle qualcosa di suo padre o di Aaron o dell'assurda performance sessuale di venerdì. Molto meglio parlare dei lavori al cantiere, dopo tutto era venuta per quello no?

Lo scopo della visita di oggi era quella di dimostrarsi fredda, professionale, distaccata.

Sente l'imbarazzo travolgerla nuovamente come un onda.

La voce di Cain interrompe di nuovo i suoi pensieri.

'Prima mangiamo però...' sente i suoi piedi nudi che si allontanano mentre parla '..stò  morendo di fame.'

Vede che si avvia verso la cucina e lei lo segue. Anche quello è un ambiente luminoso, come tutta la casa. Non c'è uno spazio che non sia stato concepito per accogliere la luce.

Studia i mobili bianchi e acciaio, puliti come se fossero in una sala chirurgica. Immagina non debba utilizzarla spesso questa cucina.

Infatti  ci sono delle buste appoggiate sul bancone e due piatti, si siedono uno di fronte all'altra su due dei sei sgabelli disponibili.

'Io bevo the verde al ginseng , oppure acqua naturale. Se vuoi una birra dovrei averne qualcuna in frigo.'

Lei scuote la testa e si schiarisce la voce.

'L'acqua va benissimo, grazie.'

Lui prende due bottigliette d'acqua dalla busta e ne mette una davanti a lei, una davanti a sé. Fa lo stesso col Thè.

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora