E' stata una giornata impegnativa.
Con Higgins sono andati in centrale e ha fatto la sua deposizione, era preoccupato ma è andato tutto liscio. Più che altro lo hanno lasciato parlare e quando gli hanno fatto qualche domanda è riuscito a rispondere, soprattutto grazie al confronto con Ginger che ha passato tutta la mattina a ripetergli la sua versione dei fatti.
Sà che non deve essere facile per lei.
Ha avuto un'esperienza traumatica e quando si è svegliata lui è stato decisamente uno stronzo, se ne è reso conto in centrale recitando la parte per i poliziotti. Per lui è solo una storiella imparata a memoria, per lei è realtà e negli ultimi due giorni non ha avuto nessuno con cui condividerla. Certo lui non è stato particolarmente gentile o comprensivo, ma tutta questa storia lo ha preso alla sprovvista.... si è ritrovato con un'estranea in casa dall'oggi al domani, cosa doveva fare?
E' tutto assurdo.
Ha pensato molto nelle ultime ore, ha parlato con Dillon , con Rosa, ha riletto il biglietto e guardato le mail... ha scoperto che erano mesi che dava la caccia a quell'enorme piano, gli è costato una fortuna e non è stato affatto facile convincere il produttore a venderglielo dal momento che c'è una lunga lista d'attesa da rispettare ... far si che glielo consegnassero in tempo ha richiesto molti sforzi. Non sà come sia possibile, ma è ovvio che deve tenerci davvero molto a quella rossa.
Non si è mai comportato così con nessuna prima, questo è poco ma sicuro.
Eppure non ricorda nulla.
Nelle ultime 24 ore è stato impossibile non trovarsela sotto gli occhi continuamente, in tv, on line, dappertutto ci sono foto e video di lei. E' terribilmente sexy, innegabilmente, ma da portarsela a casa per una notte, due, scoparsela una settimana di fila.. non certo pensare alla convivenza!
Sospira.
Averla in casa lo ha costretto però a riflettere su come devono essere stati questi ultimi giorni anche per lei : prima l'aggressione, poi l' amnesia, ora questo.. decisamente non deve essere stato un bel compleanno il suo. Ha provato a parlarle per capire come l'ha presa e cercare di rompere il ghiaccio, ma subito dopo averlo preparato per la deposizione si è rintanata nella camera degli ospiti e non ne è più uscita.
Non sà cosa fare.
Non la conosce.
Non ha idea di come prenderla.
Sospira, non è abituato ad avere a che fare con le donne, lui di solito se le scopa e basta.
E' seduto nel suo studio che aspetta Yuri, dovrebbe arrivare a minuti con lo strizza cervelli che gli ha consigliato e che lui ha accettato di vedere per quieto vivere. Vorrebbe solo che la memoria gli tornasse. Si sente come se gli stessero tenendo nascosto qualcosa ed è una sensazione che non gli piace affatto.
Sente il campanello, sente dei passi.
Rosa bussa alla porta e gli chiede se può fare entrare i suoi ospiti. Gli fà cenno di sì.
Yuri entra, accompagnato da una donna che lo fissa attenta. Fà le presentazioni ed in breve tempo sono tutti seduti, si scambiano i convenevoli di rito e poi Yuri si alza.
'Io levo il disturbo e vi lascio soli, allora.'
Cain aggrotta la fronte, infastidito.
'Perché?'
Yuri gli sorride accomodante.
'Vado a fare due chiacchiere con Rosa e vi lascio un po' di privacy.'
Esce dalla stanza senza dargli il tempo di replicare.
'Preferisce non restare solo con me?'
La dottoressa sorride e lui non sà cosa rispondere. Dice la verità.
'Non amo gli strizzacervelli se devo essere sincero.'
Quella annuisce.
'E se le dicessi che io e lei ci siamo già conosciuti?'
Per un attimo Cain resta immobile a fissarla, è una bella donna , ma potrebbe essere sua madre, dubita fortemente che possa avere avuto una relazione con lei. La dottoressa scoppia a ridere, probabilmente intuendo cosa gli passi per la mente.
'Ovviamente non in senso biblico, intendo conosciuti professionalmente.'
Ora è Cain a ridere. Più a suo agio.
'Dubito... come le dicevo, non amo gli strizza cervelli.'
Lei annuisce.
'Lo sò, me l'ha già detto, al telefono. Non ci siamo mai incontrati di persona, ma abbiamo fatto delle sedute telefoniche non troppo tempo fà... non per lei, ma per una persona che sembrava interessarle molto.'
Cain scuote la testa, di nuovo a disagio.
'Non lo ricordo.'
Lei puntualizza.
'Per Ginger o come amava chiamarla sempre, per Lilith.'
Cain resta interdetto.
'Per mesi mi ha chiamato il martedì e il giovedì, ogni mattina alle 9,30 puntuale, come un orologio svizzero. Può verificare i tabulati telefonici se non si fida. Sono Emily, ci davamo del tu.'
Lui scuote la testa e ripete diffidente.
'Non ricordo.'
Lei annuisce.
'A seguito dell'aggressione ha dimenticato Ginger e a quanto pare anche tutto ciò che era legato a lei. Sono qui per questo Sig. Rock, sono riuscita ad aiutarla una volta e - se vorrà - forse potrei aiutarla ancora.'
Cain si alza in piedi e comincia a camminare, nervoso.
'Non mi piace l'idea che gli altri sappiano di me cose che io non sò. Mi innervosisce.'
'E' comprensibile.'
'E non mi piace essere spinto a fare cose che non voglio fare.'
Quella sorride di nuovo, accomodante.
'Nessuno vuole spingerla a fare nulla, stiamo solo parlando. Yuri è un caro amico, mi ha chiesto di venire per un consulto ed eccomi qua, ma posso andarmene anche subito se preferisce.'
Resta seduta sul divano, ma mette una mano sulla borsa.
'E sentiamo, perché in passato avrei chiesto il suo aiuto?'
Emily leva la mano dalla borsa.
'Possiamo tornare a darci del tu?'
'Dipende.'
Lei sorride.
'Da cosa?'
Cain risponde serio.
'Dalla sua risposta.'
Lei si stringe nelle spalle e replica.
'Mi ha chiamato per capire se potevo aiutarla con Ginger. E le dirò, mi ha fatto subito una pessima impressione - ammette schietta - immaturo, autoritario, sicuro di sé. Mi è sembrato solo un uomo a caccia di una conquista in più, determinato a vincere un rifiuto, che non conosce affatto le donne e non è interessato a investire il suo tempo nel capirle. Ho cercato di dissuaderla. Più volte in realtà, ma lei non ha mai mollato. Mi ha ossessionato ha dir la verità, come penso abbia fatto con quella povera ragazza.' Sorride divertita. 'Ma a conti fatti penso che anche lei, come me, abbia capito alla fine che si sbagliava. Che il suo interesse fosse sincero e col tempo e le attenzioni che le ha dedicato ha cominciato a fidarsi delle sue parole, dei gesti.... per poi permetterle di conoscerla davvero .'
Cain la osserva severo.
'E se è così importante per me , sentiamo, come mai è proprio l'unica persona di cui non ricordo assolutamente nulla?'
Emily fà un sorriso amaro.
'C'è qualcosa di più spaventoso che vedere la persona amata davvero in pericolo?'
Lo guarda seria. Ora non sorride più.
Si sofferma un attimo a riflettere, prima di proseguire
'Penso che lei abbia raramente sperimentato la paura, Sig. Rock. E' abituato a scontrarsi sul ring con avversari spaventosi, certo, e a batterli. Mette a rischio la sua incolumità, ma in un contesto tutto sommato controllato. E' una scelta di cui conosce i limiti, in cui è sicuro delle sue capacità e di quelle dell'avversario. Sono sfide pericolose ma di cui ha il controllo e soprattutto in cui l'unico ad essere messo in pericolo a parte il suo avversario è lei. Da quanto mi ha fatto capire in passato, non è abituato a preoccuparsi dell'incolumità di qualcuno altro, magari di qualcuno che le sta davvero a cuore. Semplicemente perchè non c'è mai stato.'
Fa una pausa ad effetto prima di proseguire.
'Ora immagini di trovarsi su un ring completamente diverso: la strada. 5 contro 1. I suoi sfidanti non sono lottatori certo, ma sono comunque atleti, giovani, forti, allenati e fuori di testa. Sono sù di giri e fuori controllo magari sotto l'effetto di droga ed alcool e questa volta prendono di mira non lei, perfettamente capace di difendersi, ma la sua ragazza. Non per sfidarla, alla pari su un ring, ma per possederla, carnalmente contro la sua volontà. Uno di loro ha già cercato di aggredirla in passato, sotto casa e lei è arrivato appena in tempo, per puro caso. Si è talmente spaventato che le ha chiesto di venire a vivere qui, con lei, per poterla proteggere. Ha chiamato la società sportiva tramite i suoi avvocati, ha fatto arrivare una segnalazione all'allenatore, insomma ha utilizzato tutta la sua influenza per scoraggiare ulteriori approcci indesiderati.'
Si sofferma un attimo a riflettere prima di proseguire.
'Per una persona che non è abituato a preoccuparsi di nessuno a parte se stesso, che non è abituato ad amare ...ritrovarsi improvvisamente vulnerabile in un modo che non ha mai sperimentato prima non deve essere facile . Scoprire che non ha più il controllo, su niente, nemmeno sulla sicurezza dell'unica persona di cui le importa davvero. Fà molto paura, non crede? Questa paura ha creato una sorta di blackout out, di momentaneo corto circuito.. lo trova credibile?'
Cain la fissa torvo.
'Sì, penso di sì. Ma io come faccio a saperlo?'
Emily lo guarda incerta.
'Cosa intende?'
'Anche se fossi davvero io l'uomo di cui racconta - si stringe nelle spalle, senza levare le mani dalle tasche - come farei a saperlo ... non ricordo nulla.'
Emily cerca di nascondere la sua delusione con un sorriso tirato, prende la borsa e si alza in piedi.
'Sà quali sono i pazienti che guariscono prima dalle amnesie? '
Cain scuote la testa.
'Quelli che vogliono ricordare.'
Gli porge la mano che lui stringe meccanicamente.
'E' stato un piacere conoscerla Sig. Rock.'
Poi si volta ed esce dalla stanza, lasciandolo da solo.
Cain fissa la porta, impassibile. Si avvicina al mobile bar riservato agli ospiti e si versa uno scotch, di solito non beve ma è il pomeriggio giusto per fare un'eccezione.
Che cazzo di giornata!
Si siede sul divano con il bicchiere in mano. Non vuole, ma ripensa a quello che ha appena sentito. Sà che c'è una logica in quelle parole, una logica che non vuole ammettere, ma che non riesce ad ignorare.
Beve il suo scotch e quando lo ha finito, sa che deve salire le scale e parlare con la rossa al piano di sopra. Non può essere tanto male dopo tutto: ha fatto le valigie e si è spostata nella stanza degli ospiti alla velocità della luce senza che lui gli dicesse nulla, se non altro è una tipa perspicace.
Non vuole imporgli la sua presenza, anzi. Dalla sera prima è sparita ed esce dalla sua camera solo se convocata, si chiede se abbia mangiato. Cristo santo, stai a vedere che adesso riesce anche a farlo sentire in colpa.
Si alza in piedi per andare a cercarla, questa giornata di merda evidentemente non è ancora finita.