Fuoco e fiamme

By ludyday

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Ginger è una ragazza di provincia, costretta dalla vita ad accantonare i sogni di gloria e diventare donna i... More

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By ludyday

Non sono neanche le 8 di mattina quando rientrano  in camera.

La prima cosa che fà lei è andare in bagno per darsi una sistemata, asciugarsi i capelli, vestirsi e poi ributtarsi sul letto che qualcuno ha già provveduto a rifare. E' stremata.

La prima cosa che fà Cain invece, è chiamare il servizio in camera per ordinare la colazione , anche se da quello che sente sarà più una sorta di pranzo luculliano.

Meglio così, oltre che stremata è anche affamata.

Guarda Cain che si muove per la camera con indosso soltanto l'asciugamano avvolto attorno ai fianchi, entra in bagno per mettere da qualche parte i vestiti sudati che ha usato per allenarsi e poi torna in camera. Prende dalla valigia dei vestiti puliti e l'indossa, incurante del fatto che lei lo stia osservando. Gli slip, una canotta larga da basket e un paio di pantaloncini. 

E' assolutamente a suo agio con la nudità ed il suo corpo, forse perchè è consapevole di essere assolutamente perfetto.  Lei invece si è cambiata in bagno, in imbarazzo per l'improvvisa intimità che condividono in questa stanza. 

Ha indossato  un vestitino estivo di cotone giallo, non sà se sia adatto ma l'alternativa era quello verde fantasia, non ha portato altro. Sà che dovrebbe essere a suo agio con Cain,  soprattutto dopo quello che hanno fatto insieme poco prima...ma Dio.. diventa rossa solo a pensarci.

Non sà proprio cosa le sia preso. 

Penserà abbia una personalità bipolare e forse è così... l'ha come sbloccata e ora quando lo ha accanto non riesce davvero a pensare a nient'altro se non al sesso . A come la fà sentire quando la tocca, quando la guarda..  anche adesso...  cosa gli farebbe se avesse ancora un briciolo di energia e  la sua passerina non fosse  estremamente bisognosa di una lunga tregua.

Fortunatamente viene distratta da una vibrazione persistente, è il cellulare di Cain, che si muove sul comodino.

'Cain' Si sporge in avanti sul letto, per afferrarlo e porgerglielo. 'Cercano te.'

Lui si avvicina per afferrarlo, guarda il nome di chi lo sta chiamando e poi lo spenge e lo appoggia sulla scrivania lontana dal letto. Si volta di nuovo verso di lei e mentre si avvicina le fà segno di fargli posto per poi  sprofondarle accanto sul materasso , con un verso soddisfatto.

Lo guarda, interdetta.

'Non rispondi?'

'No.'

Lei si mette seduta in mezzo al letto , con le gambe incrociate.

'Perchè?'

Cain incrocia le braccia dietro la testa e la guarda da sdraiato.

'Non è un week end di lavoro. Volevo che ci fossi anche tu alla cena di ieri  per stare con te  e conoscerti meglio, quindi userò il tempo che mi rimane in modo più  intelligente che ascoltare Jeff e le sue paranoie. Almeno fino a domani penso che possa fare a mano di me.'

Sente che sta diventando rossa, quello che ha appena detto è  così dolce... si mette una ciocca di capelli ribelli dietro un orecchio.

'Magari era una cosa urgente.'

'Non mi interessa. - Il suo tono è definitivo. E' chiaro che per lui l'argomento è chiuso. -Piuttosto, voglio sapere se ieri sera ti sei divertita.'

Annuisce, è stata davvero una bella serata.

'Molto. Maya e James.. wow, sono una bellissima coppia. Simpatici, interessanti, dinamici. Non me li aspettavo così.'

Lui aggrotta la fronte.

'Così come?'

Lei si stringe nelle spalle.

'Non lo sò.. sembravano davvero affiatati. Le coppie sposate te le immagini annoiate, stanche ..loro invece si guardavano in un modo, non sò... intenso.  E poi era come se ci stessero raccontando solo una parte della loro storia e un'altra fosse un segreto  tra loro due, che non avevano nessuna intenzione di condividere. E Maya? L'hai vista? Accidenti!!  Quello non è certo l'aspetto di una mamma di tre bambine! Quando è arrivata con quel vestito giallo...  praticamente ogni uomo presente nel locale si è girato a guardarla.'

Cain la fissa serio.

'Non stai esagerando un po'? Io non me ne sono accorto.'

Lei lo dice tutto d'un fiato, senza pensarci.

'Lo sò. - Sorride - Tu guardavi me.'

Restano per qualche secondo occhi negli occhi ma un bussare secco spezza l'attimo. Lei scende dal letto con una piccola smorfia, sì, decisamente per qualche giorno è meglio se si dà una calmata. Apre la porta e resta attonita di fronte al cameriere e al carrello di cibo che sta spingendo in camera.

'Dove desidera Signorina che serva la colazione?'

La guarda in attesa di una risposta  e lei guarda Cain, interdetta.

'Dove volgiamo la colazione?'

Lui si alza dal letto.

'Possiamo mangiare in camera o in terrazzo, dove preferisci.'

Non le sembra vero.

'In terrazzo!'

Esclama subito e un attimo dopo il suo stomaco emette un brontolio prolungato. Si copre la pancia con le mani ma è troppo tardi, sia Cain che il cameriere stanno sorridendo.

Lui lo guarda e gli indica il terrazzo.

'E' meglio che faccia in fretta, la mia ragazza è decisamente molto affamata.'

'Certo.'

Quello si affretta ad uscire e comincia ad apparecchiare la tavola fuori, mentre lei non riesce a credere che l'abbia chiamata di nuovo così. Le piace essere di nuovo la ragazza di qualcuno. 

Anzi, le piace  essere la ragazza di Cain.

Gli si avvicina, incapace di resistere all'attrazione magnetica che prova ogni volta che lo guarda. Lo abbraccia stretto, circondandogli la vita con le braccia e cogliendolo alla sprovvista. 

'Mi piace quando mi chiami così.'

Mormora senza guardarlo, la guancia contro al suo petto. Lui se la stringe forte addosso  e sente che affonda il viso tra i suoi capelli e le sussurra.

'Mi piace chiamarti così,  non pensare di liberarti di me tanto presto.'

Sembra una promessa, vorrebbe ribattere ma il cameriere è di nuovo nella stanza.

'La colazione è servita, avete bisogno di me per il servizio?'

Cain la libera dell'abbraccio e allunga 20 dollari che ha in tasca al ragazzo.

'Siamo a posto così. Grazie'

Non aspetta neanche che sia uscito. Le appoggia una mano sulla schiena e la guida fuori, dove una tavola imbandita di prelibatezze le dà il benvenuto.

'Cain accidenti.. oddio, non sò da dove cominciare sembra tutto buonissimo. Non sarà troppo?'

Lui ride della sue espressione estasiata e la fà sedere.

'Non penso di essere mai stato più affamato in vita mia, se non ti sbrighi potrei finire tutto anche da solo.'

Lei ride a sua volta e si affretta a prendere un cornetto caldo al cioccolato. Lo addenta.

'Mmmmm ... oddio, che buono!'

Cain le si siede davanti, versa ad entrambi del succo di arancia appena spremuto e poi prende 3 o 4 fette di salmone, le mette dentro un panino che sembra morbido, appena sfornato e lo addenta. Socchiude gli occhi soddisfatto.

'Ora sì che si ragiona.'

Mangiano entrambi come se la sera prima non fossero stati a cena fuori. La vista del mare a pochi metri da loro è incredibile e una brezza leggera gli fà compagnia. Sembra tutto perfetto, Cain interrompe la pace di quel momento.

'Non avevo idea che suonassi così.'

Ginger lo guarda, mentre addenta una fetta di pane con la marmellata.

'Il Clair de lune è il terzo pezzo della Suite bergamasque, prima importante opera pianistica di Claude Debussy. L'ha composta nel 1890 e pubblicata nel 1905. E' il mio pezzo preferito, quello con cui mi sono diplomata al conservatorio. Non lo ricordo tutto a memoria, la Suite bergamasque intendo, ma Il Clair de lune sì.'

Lui la osserva attento, mentre si versa una quantità impressionante di cereali.

'Non ci capisco niente di musica classica, spiegami un po'..come funziona?'

Lei sceglie uno yogurt e ci prova.

'La musica, in generale, è come una seconda lingua. Devi prima imparare le note, come se fossero semplici lettere dell'alfabeto . Poi, devi imparare a leggere le note sul pentagramma che è proprio come imparare a leggere un libro. La differenza è che un libro lo leggi una riga per volta, nella musica invece - nel piano, nello specifico - leggi due righe in contemporanea. Una è per la mano destra che segue la chiave di violino, in generale. Una è per la sinistra che segue la chiave di basso.'

'E cosa cambia?'

'La posizione delle note sul pentagramma e dei suoni sui tasti.'

Cain annuisce.

'Sembra dannatamente complicato.'

Lei sorride.

'Una volta che hai imparato a leggere bene è soprattutto una questione di memoria. Il resto è come per te: se non ti alleni ogni giorno il tuo fisico non può fare certi sforzi o certi movimenti in modo efficace. Con la musica è lo stesso, soprattutto con i pezzi di musica classica , se non mi alleno le mie dita sul piano non riescono a suonare le note giuste.' prende un cucchiaino e poi prosegue ' Il resto è solo una questione di gusti : la musica classica è come leggere un libro di Umberto Eco o di Dostoevskij,  complicato, cervellotico, ci metti di più a capirlo o a leggere in modo scorrevole, magari devi anche guardare sul dizionario alcune parole. La musica leggera è come leggere ... - ci pensa un attimo - ... Alta fedeltà di Nick Hornby, forse più in linea con al vita vera, col giorno per giorno.'

'E tu, cosa preferisci?'

'Ho sempre snobbato la musica classica con grande frustrazione della mia maestra di piano. Ero costretta a suonare certi pezzi impossibili, complicati, difficili... lo facevo, ma appena potevo preferivo sperimentare generi diversi, più semplici oppure scrivere cose mie. Mi ci sono voluti anni per capire quello che lei cercava di spiegarmi e credo che la Suite bergamasque di  Debussy fosse un modo per farmi comprendere cosa intendesse davvero.' 

Si sporge in avanti e prova a spiegargli.

'E' una composizione che si sviluppa così : dopo un Prélude pieno di allegria  c'è un Menuet dalle tessiture asciutte che stilizza un liuto e poi,  un Passepied che crea arabeschi su un accompagnamento in staccato.' Lo guarda per cercare di capire se la stia seguendo, le sembra di sì, almeno a grandi linee, quindi continua .' Ma l'evidente gemma della Suite bergamasque è il Clair de lune. E'  in un re bemolle maggiore ed è un pezzo talmente pervaso di serenità, che chiunque lo ascolti si accorge che presenta sonorità risonanti e sensuali, con una parte centrale animata da armonie di singolare bellezza. Il brano è rappresentativo di un'estetica che hanno definito impressionista, Deboussy non era d'accordo ma io sì. In parole povere chiunque lo ascolti ne rimane rapito, stregato, intravvede qualcosa e anche se non capisce cosa sia, ne è affascinato . E' uno dei pezzi tra i più noti della musica classica, ha dato a Debussy una fama che nessun'altra sua composizione gli ha mai più  conferito, neppure quelle più importanti. Del Clair de lune sono stati realizzati nel tempo  innumerevoli arrangiamenti, è stato ripreso svariate volte dalla pubblicità o dal cinema, per esempio nei film Sette anni in Tibet di Jean-Jacques Annaud, Tokyo Sonata di Kiyoshi Kurosawa o Ocean's Eleven di Steven Soderbergh, per citarne solo alcuni.' Si ferma e lo guarda. 'E' un pezzo magico, evocativo, capace di raggiungere chiunque amante della musica o meno. E' un pezzo che ti fà sentire qualcosa dentro. In profondità' 

Prova a spiegarlo con un paragone. 

'E' come quando leggi  Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez , Narciso e Boccadoro di Herman Hesse, Delitto e castigo, di Fedor Dostoevskij oppure Cime tempestose, di Emily Brontë. Sono libri che ti restano conficcati dentro per sempre, non sai bene  perchè. Non te ne sbarazzi più, non riesci. Mentre  Alta fedeltà Nick Hornby ti accompagna solo per un breve tratto.' 

 Ride, imbarazzata.

'Ora basta, sto zitta prima di annoiarti del tutto .. sembro proprio un secchiona, vero?'

Cain scuote la testa.

'No, non mi annoi ..affatto... è che davvero.... non sò chi sei. - La scruta - Non penso di aver mai conosciuto nessuna come te.'

Lei ride di nuovo, a disagio questa volta.

'Oddio.. così mi preoccupo. - Cerca di mantenere un tono scherzoso ma aggrotta la fronte -  E' un bene o è un male?'

Lui la guarda serio, non sorride più. Non mangia.

'Non lo sò Ginger.'

Esita.

'Un male, credo.' Sembra che non voglia continuare ma poi lo fà. 'Non amo dipendere da qualcuno, non mi capita da un sacco di tempo in realtà... ma stare con te... crea assuefazione. ' Le lancia una rapida occhiata, circospetta. ' Più tempo passiamo insieme più farò fatica a lasciarti andare temo ..   al contrario di quello che mi succede di solito con le  persone ....   più ti conosco, più scopro lati interessanti di te.' - Si sofferma un attimo come a soppesare la frase successiva. Ma poi non dice niente.

Scuote la testa e ricomincia a mangiare. 

Riprende  a fare colazione, come se nulla fosse. 

Mentre lei resta lì, a fissarlo. Chiedendosi se ha sentito bene.









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