E' domenica mattina tardi quando atterrano a Miami.
Ha organizzato tutto per non avere contrattempi e quando scendono dalla scaletta un'auto li aspetta per portarli direttamente fuori dall'aeroporto.
Hanno poco tempo, non vuole sprecarlo inutilmente.
L' autista si dirige verso il Four Seasons in Brickell Avenue, senza che debba dirgli nulla. Avrebbe potuto prenotare altrove ma ha pensato che era inutile indorare la pillola, è ricco, molto ricco, tanto vale che Ginger se ne faccia da subito una ragione soggiornano nell'albergo più bello e caro di Miami.
La osserva mentre guarda fuori dal finestrino, dalla sera prima è insolitamente silenziosa, forse è solo stanca ma a lui sembra di poter sentire le rotelle che girano dentro la sua testa. Può solo cercare di decifrare i pensieri dalla sua espressione , dal momento che lei non dice nulla. Vede che osserva tutto, attenta.
Cain si chiede come reagirà a tutta questa opulenza. Si chiede anche se la cosa la renderà esaltata o guardinga, se quando torneranno a La jolla tra loro non sarà cambiato niente o se sarà cambiato tutto .
I soldi, tanti soldi, fanno uno strano effetto alle persone , difficile supporre come reagirà. Continua a fissarla in silenzio, fingendo di studiare i fogli che ha in mano, mentre l'autista giuda per le vie di Miami fino a fermarsi davanti al loro albergo.
Il portiere non fà in tempo ad avvicinarsi per aprire la portiera che Ginger è già saltata giù. Sorride divertito, non pensa di avere mai conosciuto nessuna come lei, le poche accompagnatrici con cui ha condiviso un'auto attendevano altezzose fino a quando la portiera non veniva aperta con reverenza .
Scende dall'auto e la raggiunge, mentre scaricano i loro bagagli.
'Che dici, ti piace?'
Lei lo guarda come se la stesse prendendo in giro, ma lui è assolutamente serio.
'Scherzi vero? Questo posto è davvero incredibile!'
Gli sorride. Ma chissà perchè i suoi occhi non si illuminano come quando è davvero felice. La prende per mano e si avvia verso l'ingresso senza lasciarla.
'Ceneremo qui stasera, c'è un ristorante sulla terrazza che dicono sia il migliore della città.'
Lei annuisce.
'Sarà sicuramente stupendo.'
Cain sente che c'è qualcosa che non và dal suo tono, ma non riesce a capire cosa.
Entrano e alla reception sono già pronte le card della loro stanza. Cain fà segno al ragazzo che porta il carrello con il loro bagaglio di avviarsi , mentre lui prende una chiave e porge l'altra a Ginger.
'Sei stanca e preferisci andare subito in camera o facciamo un giro esplorativo?'
Lei arriccia il naso nel suo modo inconfondibile e accenna un sorriso.
'Giro esplorativo?'
E' il primo sorriso vero da quando l'ha rivista la sera prima.
'In questo albergo ci sono delle stupende piscine, una con sopra delle fantastiche amache così che quando hai troppo caldo basta semplicemente voltarsi e lasciarsi cadere in acqua.'
'Davvero?'
Lui annuisce.
'Io la prima volta sono stato praticamente sempre lì.' La prende per mano e si avvia verso gli ascensori ' Ma prima voglio andare a vedere il ristorante all'ultimo piano , dicono che ci sia un vista esagerata e dal momento che sarò io a dover offrire la cena ai nostri ospiti stasera, voglio costatare coi miei occhi che ne valga davvero la pena. Dopo tutto ho scelto questo albergo solo per impressionarli.'
Il sorriso di Ginger si allarga, entrano in ascensore e spinge il tasto della terrazza.
'Davvero?'
Lui solleva le spalle, come per spiegarle che prima di ogni incontro bisogna studiare una strategia.
'Devo convincerli che siamo le persone giuste a cui vendere, dovrò pur attirare la loro attenzione in qualche modo.'
Ora Ginger ride, non sà perchè ma finalmente il suono di quella risata sincera lo fà sentire sollevato.
'Quindi tu di solito non frequenti posti del genere?'
Lui ammette.
'Solo se devo. Altrimenti diciamo che preferisco tenere un profilo basso, l'ostentazione non è nelle mie corde.'
'Meno male.' Vede che si mette una ciocca dietro l'orecchio nervosa. 'Cominciavo ad essere un po' preoccupata. Una settimana in un albergo così mi sà che non riuscirei a pagarla nemmeno con tutti i miei risparmi.' Ride 'Pronto per l'esplorazione?'
La osserva attento mentre lei cerca di camuffare il suo stato d'animo, le mette un braccio attorno alla vita e se la stringe contro.
'Prima baciami però, sono in astinenza.'
Lei gli mette le braccia attorno al collo e si alza sulle punte mentre lui si abbassa. Si trovano a metà strada, chiude gli occhi per assaporarla meglio. Quando si staccano non la lascia andare.
'Sei nervosa?'
Vede che si stringe nelle spalle.
'Non mi sento troppo a mio agio, tutto qui.'
'Non ti senti a tuo agio con me?'
Domanda lui senza capire.
Lei scuote la testa.
'No...non con te.. qui a Miami. Questo albergo... questa gente che dobbiamo incontrare.. - cerca di spiegarsi - ...non lo sò, mi sento un po' un pesce fuor d'acqua.'
Lui la fissa serio.
'Sono io la tua acqua e tu sei la mia. Ovunque andiamo, quando siamo insieme, non ci serve altro.'
Vede che le guance le diventano rosse, ma i suoi occhi brillano e il sorriso che si allarga sulle sue labbra la illumina come farebbe una lampadina da 1000 watt. Questo sorriso lo riconosce.
'Guarda che questa è davvero carina, potrei rubartela per una mia canzone!'
Ridono entrambi e lui se la stringe contro.
'Affare fatto, ma solo se la canzone è per me.'
E la bacia di nuovo perchè vederla felice lo mette sempre di ottimo umore.
Ding!
Le porte dell'ascensore si aprono all'ultimo piano. La lascia andare e cerca di calmarsi un po'. Non può pensare solo a scopare.
Escono sulla terrazza che effettivamente è davvero qualcosa di spettacolare.
'Accidenti!'
Si volta a guardarla.
'Che dici , merita?'
'Oddio sì, eccome se merita! E' qualcosa di straordinario.'
Ginger fà qualche passo in avanti e si gira su se stessa. Non c'è molta gente a quell'ora e fà davvero una certa impressione trovarsi all'improvviso davanti a quel panorama.
'Giuro, non ho mai visto niente di più spettacolare in tutta la mia vita.'
Cain la guarda, indossa un vestitino di cotone color giada corto, un paio di sandali senza tacco e la sua criniera di capelli rossi sciolta sulle spalle, nient'altro. Nessun gioiello, nessun artificio, solo un'accenno di trucco sugli occhi.
'Neanche io.'
Si lascia sfuggire in un sussurro. Ma per fortuna Ginger è troppo lontana per sentirlo.
Si dirige decisa verso il ristorante , per dare un'occhiata ai tavoli all'aperto dove qualcuno stà mangiando. Perlustra la situazione e poi torna, gliene indica uno vicinissimo alla balaustra, è un po' appartato e sembra che abbia la vista migliore di tutti.
'Dovresti chiedere quel tavolo.'
Lui la guarda curioso.
'Dici?'
Lei annuisce decisa.
'E' il più bello in assoluto, ma non sò se te lo daranno così all'ultimo minuto , magari lo hanno già assegnato a qualcun altro.'
Cain sorride, divertito.
'Dici? - Alza un sopracciglio - 'Pensi che non sappia essere abbastanza persuasivo?' Lei ride di gusto, ma lui non le dà il tempo di replicare. 'Vediamo se il mio fascino funziona ancora.'
Si avvia a grandi falcate verso l'ingresso del locale e lo vede parlare con un cameriere. Dopo pochi minuti arriva una donna in giacca che probabilmente è il matreè del ristorante. Vede che gli sorride e per un attimo è tentata di avvicinarsi, per farle capire che è già occupato ma si trattiene. Odia fare la parte della fidanzata gelosa, si costringe invece a voltarsi ed ammirare il panorama, fingendo indifferenza.
Fà scorrere lo sguardo sull'oceano a perdita d'occhio davanti a lei e respira l'aria di mare. Chiude gli occhi e si gode la leggera brezza che rende quella torrida giornata estiva un pò più sopportabile.
'Fatto.'
Cain , da dietro, le passa soddisfatto le braccia attorno al torace , proprio sotto il seno e se la stringe addosso soddisfatto.
'Un gioco da ragazzi.'
Sente Ginger che sorride e ribatte divertita.
'Non vale.. era una donna!'
'E allora?'
La stringe a sè un po' di più, mentre lei replica.
'Nessuna donna saprebbe dirti di no.'
Ora è lui a ridere di gusto.
'Addirittura! Mi sopravaluti. ' La fa ruotare per averla di fronte ' Sai come è andata veramente?'
Lei lo guarda, incuriosita.
'Sentiamo.'
'Era libero. Mi ha detto che in pochissimi specificano il tavolo quando fanno la prenotazione. La maggioranza vuole un tavolo qui solo per raccontare che c'è stato.. ma a pochi importa davvero di godere della cosa più spettacolare che questo ristorante può offrire, ossia la vista.' La fissa serio. 'Per questo tu mi piaci così tanto.'
Si concentra su quegli occhi di giada così profondi ed intriganti.
'Perchè?'
Sente che c'è una reale venatura di curiosità nel tono della sua voce. Davvero non capisce ?
Non è mai stato bravo con le parole, non sà se riuscirà a spiegarle.
'A te importa. Di tutto. Delle persone che hai accanto, delle cose nuove che puoi imparare, di tutte le inezie che ognuno di noi fa durante la giornata. - Prova a spiegarsi meglio - Tu riesci a trovare il bello in ogni singola sfumatura della vita. Si possono avere tante possibilità ma se non si è capaci di essere come sei tu, tutto sfugge in un attimo, come sabbia tra le dita.'
La guarda intensamente e cerca di spiegarle cosa prova per lei.
'Mi piaci perchè da quando ti conosco vedo di nuovo i colori e non sai da quanto per me la vita era solo in bianco e nero.'
Si rende conto che sta dicendo cose assurde, ma dio lo fulmini .. le pensa davvero.
Per fortuna le si alza sulle punte e lo bacia, impedendogli di continuare a dire fesserie.