Si sente un po' ridicola a vestirsi così alle cinque di pomeriggio, ma non può certo tornare a casa con la maglietta di Cain e basta. Indossa frettolosamente la biancheria ed i vestiti della sera prima, Rosa deve averli lavati e stirati la mattina, mentre lei dormiva. Si guarda allo specchio... oddio!
Un conto è vestirsi così per andare al locale la sera, un altro è tornare a casa in metropolitana come una piccola lolita alle cinque di pomeriggio. Aggiusta la maglietta facendo il nodo ma lasciando la pancia coperta e dà una sistemata alla criniera leonina che senza poter usare il suo balsamo è ormai decisamente fuori controllo, poi scende le scale per raggiungere Cain che è rimasto in giardino a lavorare sotto al gazebo.
C'è una giornata stupenda e la villa deserta è un autentico paradiso di silenzio e tranquillità. Si sentono solo le onde del mare che s'infrangono sugli scogli ed i versi degli uccelli che volano sopra le loro teste. La vita reale sembra lontana e Cain si comporta come il ragazzo della porta accanto, facendole dimenticare che loro due si sono incontrati per uno strano scherzo del destino deciso, inspiegabilmente, ad ingarbugliare le care e far collidere due mondi altrimenti lontani mille miglia tra loro.
E' tutto così assurdo da sembrare irreale.
Ore prima, quando finalmente sono riusciti ad alzarsi dal letto entrambi affamanti , l'ha convinta a pranzare con lui con la scusa che Rosa aveva preparato la colazione e sarebbe stato un vero peccato non approfittarne. Lei lo ha seguito, pensando di mangiare qualcosa di veloce in cucina e poi andare a casa e levare il disturbo.
Mai avrebbe creduto di trovare imbandito, fuori, in un angolo di paradiso fiorito vicino alla piscina, un piccolo banchetto. Tra divani morbidi e bianchi, amache sospese, mobili di legno chiaro e cibi di tutti i tipi, lei e Cain hanno mangiato un po' di tutto, per poi restare a chiacchierare cullati dalla brezza leggera e dal rumore del mare. Seduti uno accanto all'altra, inconsapevoli delle ore che passavano lente, hanno riso e parlato di mille argomenti, avvicinandosi sempre di più, fino a quando lei ha finito per addormentarsi appoggiata alla sua spalla.
Si è svegliata solo poco prima, con ancora la maglietta di Cain addosso, sdraiata su uno di quei morbidi divani bianchi, mentre lui lavorava sul suo portatile, sdraiato sul divano accanto. Per un attimo ha desiderato che quella fosse davvero la sua vita, lì con lui e tutto le è sembrato così assolutamente perfetto da metterle quasi paura. Si è alzata di scatto facendolo sobbalzare, determinata ad andare a casa.
E ora eccola lì, vestita e pronta ad andarsene davvero, dopo una parentesi di felicità durata quasi 24 ore.
Come ci si congeda dalla felicità?
Raggiunge Cain sotto al gazebo, dove lui è rimasto a lavorare mentre lei è scappata per recuperare il suo travestimento della sera prima. Ora che lo indossa chissà perchè non si sente affatto a suo agio, si sente impacciata, un'impostora.
'Sono le cinque passate... non mi ero accorta che fosse così tardi, è meglio che levi il disturbo.'
Cain alza lo sguardo, finisce di digitare sui tasti e poi abbassa lo schermo del portatile, dedicandole tutta la sua attenzione.
'Perchè?'
Lei non sà cosa rispondere.
Perchè è così che si fa?
Tutti sanno che quando si finisce a letto con qualcuno la mattina dopo è meglio togliere il disturbo alla velocità della luce. Considerato che sono le cinque passate lei ha sforato decisamente già di parecchio.
Cain approfitta della sua perplessità per farle un domanda più facile.
'A che ora devi essere al locale stasera?'
Lei risponde in automatico.
'Alle nove.'
'E quanto ti serve per andare a casa a cambiarti?'
'Un'oretta .. perchè?'
Lui risponde serafico.
'Resti fino alle otto e poi ti accompagno a casa io. Problema risolto. Ora vieni qui, devo parlarti di una cosa.'
Lei sbatte gli occhi, confusa. Vede che con la mano le fa segno di sedersi sul divano, accanto a lui.
'Sicuro? - Si schiarisce la voce - Voglio dire...'
Cain non la lascia finire.
'Più che sicuro.'
Sbatte di nuovo la mano accanto a lui, sul divano.
'Dai, vieni.'
Lei fà come dice e appena fà per sedersi Cain se la trascina sulle ginocchia.
'Anzi, ho cambiato idea.. decisamente meglio qui.'
Ginger sorride e alza il viso per guardarlo.
'Hai sentito la mia mancanza?'
Lui la prende in giro.
'Dormi tanto, sai?'
'Non è vero!' Ribatte lei ridendo 'Sei tu che non ti stanchi mai.' Mormora rannicchiandosi tra le sue braccia muscolose. Non pensa ci sia nessun posto dove starebbe meglio e lo bacia fino a quando Cain si tira indietro.
'E' vero..e non hai ancora visto niente.'
Gli fà scorrere una mano sulla coscia fin sotto la gonna, fermandosi a pochi centimetri dalle mutandine. Quando è certo di avere tutta la sua attenzione si ferma.
'Nei prossimi giorni devo andare a Miami .' Esordisce . ' Per quella cena di cui ti ho parlato. Voglio acquistare una catena di palestre sulla cosa ovest.'
Lei annuisce, senza capire perchè ne stia parlando con lei .
'Pensi di poterti organizzare per venire con me? Ho fissato per domenica sera. Potremmo partire la mattina e se riesci a prenderti un giorno libero potremmo tornare martedì.'
Non sà bene cosa dire, può provarci, anche se Dillon non sarà esattamente malleabile in questi giorni.
'A Miami? Con te?'
'Sì. Con me, a Miami. Andremo a cena con la proprietaria ed il marito per convincerli che fanno la scelta giusta a vendere a me. Mi ha chiamato il commercialista mentre dormivi, hanno accettato la proposta economica ma prima di firmare il compromesso di vendita vogliono conoscermi per sapere a chi cedono l'attività.'
'Non credo che Dillon sarà troppo disponibile se gli dico la vera ragione per cui mi serve il giorno libero... ma posso inventarmi qualcosa, se tu sei d'accordo.'
Lui annuisce.
'Quando pensi di riuscire a dirmi una risposta?'
E' già mercoledì e Dillon lunedì è impegnato con Mike, suo nipote...
'Potrei provare a parlargliene domani.'
'Bene. Se è un problema possiamo sempre tornare lunedì, ma sarebbe una sfacchinata, soprattutto per te.'
'Sei sicuro che vuoi che venga? Voglio dire... non ci capisco niente di palestre, compromessi e cessioni milionarie.'
'E' solo un cena Lilith. E non c'è dubbio che tu possa farmi fare brutta figura, al massimo ti annoierai un po'.. ma prometto che sarà noiosa solo la cena.'
Il pensiero di trascorrere due giorni con lui le farebbero affrontare qualunque cosa.
'Ok, allora ci proverò.' Abbassa lo sguardo, fingemdo di trovare estremamente interessante uno dei braccialetti che Cain indossa e chiede con noncuranza 'Passerai al locale i prossimi gironi?'
Cain scuote la testa.
'No. Domani mattina prendo un volo per il Messico, c'è un ragazzo che devo vedere e venerdì mi fermo a Las Vegas, ho lasciato degli affari in sospeso quando mi sono trasferito qui, voglio sistemarli. Ne approfitterò per incontrarmi con Jeff, vuole che accetti di fare un'intervista in tv ma non sono affatto convinto che sia una buona idea.'
Questo sì che è un brusco ritorno alla realtà: lei passerà le giornate a La Jolla tra casa e locale, mentre Cain sarà in giro chissà dove, circondato da persone interessanti. Cerca di camuffare il disappunto.
'Però.. hai una settimana fitta d'impegni.'
Come sempre lui percepisce il suo disagio.
'Hey.. guardami.'
Lei solleva lo sguardo.
'Non verrei comunque al locale... ieri è stata una serata infernale. Non mi piace vedere come gli altri ti guardano, nè sentire quello che dicono di te quando sei sopra quel bancone.. mi fà davvero incazzare se devo dire la verità..se non vuoi che prenda a pugni qualcuno è meglio se d'ora in avanti giri alla larga da lì.'
Annuisce, neanche a lei piace come le clienti lo mangiano con gli occhi.
'Quindi, quando ti rivedo?'
Lui sorride soddisfatto.
'Perchè? Sei ansiosa di rivedermi?'
Gli tira un pugno sul petto, forte. Non sembra accorgersene neanche.
'Figurati...Era solo così, per dire.'
Lui alza un sopracciglio, beffardo.
'Davvero?'
Annuisce , ora è lei a prenderlo in giro.
'Certo, con tutti gli impegni che ho tra i miei spettacoli, gli ammiratori e i voli internazionali non troverei un posto per te nella mia agenda neanche a volerlo.'
Lui ride, divertito, ma poi le prende il volto tra le mani e torna serio.
'Potresti infilarmi dopo lo spettacolo di sabato sera e venire a Miami con me.'
Lei fà la sostenuta.
'E in cambio? Tu cosa faresti per me?'
Cain sorride, come un gatto col topo.
'Lilith... ho tante di quelle idee.'
E questa volta la mano che tiene sotto la sua gonna non si ferma.