Quando finalmente viene sotto la doccia, è insoddisfatto. Nulla è più frustrante che desiderare qualcosa che non puoi avere.
Resta con le spalle appoggiate al muro, mentre l'acqua tiepida scorre sul suo corpo scolpito da anni di allenamento sperando possa portare via la frustrazione oltre a quello che resta del suo recente amplesso.
Non pensava che sarebbe andata così anche sta notte, deve ammetterlo.
Da quando conosce Lilith si ritrova un po' troppo spesso a darsi sollievo da solo, sotto la doccia, immaginandola lì con sè. Sà bene che potrebbe supplire altrimenti, ma non vuole.
Infrangerebbe il loro patto facendo sesso con un'altra donna, insieme alla speranza di riuscire ad averla. Ginger non glielo perdonerebbe mai e lui non ha ancora rinunciato all'idea di loro due insieme.
Ne ha parlato ancora con Emily, evidentemente si è rassegnata alle sue chiamate mattutine e sembra adesso disponibile ad aiutarlo davvero. E' stata categorica nello spiegargli come la fiducia sia alla base di tutto, c'è un unica strada da percorrere ed è quella di conquistare la sua mente : in un qualche modo deve convincere Lilith che può fidarsi di lui.
Sinceramente però non sà più cosa inventarsi.
A volte pensa a Dillon e si chiede se non stia combattendo una battaglia persa in partenza. Il suo amico è l'uomo più affidabile, sincero, paziente e leale che abbia mai conosciuto eppure con Ginger non è bastato. Sà bene di non essere migliore di lui e il solo pensiero che possa aver rovinato la loro amicizia per niente lo fà sentire davvero, davvero molto stupido.
Ci sono momenti con Lilith in cui gli sembra di essere a un millimetro dal poterla afferrare e un attimo dopo la sente lontana mille miglia, irraggiungibile, con la testa piena di dubbi assurdi, proprio come è successo poco prima, in macchina. E' terribilmente frustrante.
Scuote la testa perplesso, è decisamente stanco.
Forse ha solo bisogno di dormire un po'.
Chiude l'acqua ed esce dalla doccia.
Si asciuga rapido ed infila un paio di boxer, per un attimo pensa se sia il caso d'infilarsi anche una maglietta , ma è luglio. C'è caldo. Se per Ginger è un problema anche vederlo a torso nudo, bhè... forse è davvero l'ennesima conferma che le cose non stanno andando come dovrebbero.
Si lava i denti e va in camera. Accende l'abatjoure , si leva l'orologio e lo appoggia sul comodino dopo avergli dato un'occhiata: sono quasi le tre. E' la prima volta che si porta a casa una donna e si ritrova a letto certo che non faranno altro che dormire, fà un sorriso amaro.
Se lo raccontasse a Jeff sà che non gli crederebbe.
Sente il rumore del phone provenire dal bagno e quando si interrompe, si ritrova a fissare la porta, impaziente. Ginger compare indossando una delle sue maglietta che le arriva a metà coscia, i capelli sono una nuvola rossa sciolti sulla schiena e sorride, ma è un sorriso che non le ha mai visto, è come se sapesse un segreto che non ha nessuna intenzione di rivelargli .
Probabilmente non se ne è accorta ma i suoi capezzoli eretti premono contro il tessuto sottile di cotone ed è impossibile non rimanere ipnotizzati dal modo in cui si muovono ad ogni passo.
Sà che non dovrebbe fissarli, ma non può distogliere lo sguardo.
'E' da tanto che aspetti?'
Gli chiede mentre si avvicina. Sembra di nuovo serena, forse la doccia l'ha rilassata o forse, semplicemente, il pensiero che stanotte non faranno sesso la tranquillizza.
Sale carponi sul letto senza aspettare la sua risposta e avanza lentamente verso di lui, flessuosa come un felino, snella ed elegante.
Lo scollo della maglietta troppo larga scivola in avanti regalando uno scorcio generoso dei suoi seni appuntiti che ondeggiano mentre si avvicina.
Non capisce cosa stia succedendo, borbotta confuso la prima cosa che gli viene in mente.
'Non indossi il reggiseno.'
Lei gli sorride, un sorriso carico di promesse.
'Se è per questo, non indosso neanche le mutandine.'
E' seduto, con la schiena appoggiata alla testiera del letto e Lilith ora è a carponi sopra di lui che lo bacia. Appoggia le ginocchia una a destra e una a sinistra delle sue cosce e gli si struscia contro come una gatta desiderosa di attenzioni.
Se la stringe addosso incredulo e respira il profumo di quei capelli che stasera è il suo, deve essersi lavata col suo stesso shampoo. Le accarezza la pelle morbida, quella pelle bianca e calda, consapevole che crea dipendenza come il sapore di quelle labbra turgide e invitanti da cui non vorrebbe più separarsi.
Si tira indietro a stento, frastornato da tutte quelle sensazioni inaspettate.
'Non penso sia una buona idea Lilith.. se continui così non riuscirò a trattenermi.'
Lei gli si siede sulle cosce, restandogli davanti e lo guarda. Poi afferra con entrambe le mani l'orlo della maglietta e con un gesto rapido se la sfila lasciandola cadere a terra.
'Allora, non farlo.'
E' nuda, davanti a lui.
Completamente nuda.
Cain fà scorrere lo sguardo dal collo lungo e slanciato, ai capezzoli rosa, fino al ventre piatto per poi fermarlo sulla sottile striscia di peli rossi che gli indica l'accesso alla sua fessura segreta. Allunga una mano per toccarla.
Ha la pelle così perfetta da sembrare quella di una statua di marmo.
Fa scorrere i polpastrelli dalla base del collo giù, in mezzo ai seni, poi lungo il solco verticale al centro degli addominali, passando sull'ombelico e poi ancora più giù fino a toccare quella peluria rossa che tanto lo eccita ogni volta che la vede.
La guarda per assicurarsi che non abbia ripensamenti, ma lei sta seguendo il percorso della sua mano come ipnotizzata, la fa scendere ancora più giù fino a seguire il percorso indicato da quella peluria rossa che lo guida fino in mezzo alle gambe, fa scorrere piano la mano avanti e indietro, avanti e indietro, fino a quando è bagnata degli umori di lei.
La guarda di nuovo.
'Ti piace?'
Ha la voce roca. Non credere di essere mai stato più eccitato in vita sua. Lei solleva lo sguardo, quegli occhi di giada sono due pozze di desiderio profonde in cui è certo, annegherà.
Annuisce, muta.
Sale lentamente a ritroso, facendo lo stesso percorso , ma lasciando questa volta una traccia umida su quella pelle perfetta. Si ferma solo quando raggiunge un capezzolo rosa, per fare dei piccoli cerchi lenti attorno all' areola mentre Lilith inarca la schiena, eccitata.
'Ti piace?'
Domanda ancora.
Lei annuisce con gli occhi chiusi.
Fà la stessa cosa anche con l'altro seno per poi ridiscendere ed infilarsi di nuovo tra le sue gambe, lungo la sua fessura.
Ora, è decisamente più bagnata. Come piace a lui.
Soddisfatto fa scorrere la mano avanti e indietro fino a farla gemere piano, la sente aggrapparsi con entrambe le mani alle sue spalle muscolose. E' ha gambe aperte, in ginocchio , davanti a lui.
Cain si sente finalmente padrone della situazione, come quando sale sul ring, quando dopo tanta tensione finalmente, suona la campanella e l'incontro può cominciare.
Scalpita.
'Avvicinati'
Non è una domanda. Non può più aspettare.
E mentre lei fà come le dice, lui si sfila i boxer e li getta sul pavimento.
Non riesce a credere di averla finalmente lì, nuda, a gambe aperte, calda e bagnata sopra di lui. Ringrazia dio di essersi appena fatto una sega nella doccia, altrimenti sarebbe probabilmente già venuto all'idea di tutto quello che vorrebbe farle.
Invece no, ha intenzione di godersi ogni singolo minuto, ogni istante.
La prende per i fianchi con entrambe le mani, imponendosi mentalmente di non perdere la ragione ed il controllo, rovinando tutto.
Deglutisce.
Deve andarci piano con lei.
Se lo ripete come un mantra.
'Abbassati, lentamente.'
La guida, mentre lei lo guarda attenta.
'Strusciati piano sopra di me e dimmi se ti piace.'
La mano destra di lei lascia la presa sulla sua spalla e scivola piano verso il basso, percorrendo i tatuaggi di mille colori, sfiorandogli i capezzoli leggera, per poi prosegue toccandogli le costole una per una e fermandosi curiosa sugli addominali.
Lilith si piega, avvicinandogli la bocca al petto e lo morde, per poi stuzzicargli il capezzolo con le labbra bagnate.
Poi gli afferra decisa l'erezione.
Cain ringhia roco, senza neanche rendersene conto.
Adora la sensazione di quella mano attorno al suo cazzo eretto, di quelle labbra sul suo petto nudo, dei denti che gli mordono piano il capezzolo.
La guarda mentre si abbassa per sedersi sopra di lui, così come le ha detto di fare, chiude gli occhi solo per un attimo quando se lo fa scivolare tra le grandi labbra umide e comincia a strusciarsi piano, senza lasciare la presa, per creare tra i loro corpi una frizione ancora più intensa.
Ginger inarca la schiena e mentre ondeggia su di lui quei capezzoli appuntiti si avvicinano sempre un po' di più al suo petto, fino a quando incapace di resistere oltre alla tentazione, lascia la presa sui fianchi di lei per afferrarli entrambi e se ne porta uno alla bocca, affamato.
La morde, la lecca , la assaggia... eppure non gli basta.
Lilith geme e comincia a muoversi più in fretta su di lui, mentre banchetta inappagato con quel seno perfetto, vuole di più. Vuole tutto, subito, adesso. L'afferra di nuovo per i fianchi e la costringe a fermarsi, lei lo guarda senza capire, ha le guance rosse , le labbra bagnate... dio quella bocca. La bacia vorace per poi tirarsi indietro di nuovo, prima di perdere il controllo del tutto.
Sà che è pazzo anche solo a pensarlo, ma l'idea di entrarle dentro senza preservativo è un chiodo fisso che lo tormenta assurdo da giorni.
'Prendi la pillola?'
Domanda brusco.
Lei scuote la testa, stupita.
'No. - Lo guarda, senza capire . - E' un problema?'
Maledizione, pensa frustrato.
'Devo mettere un preservativo.'
Risponde secco. Lilith fà per spostarsi ma lui la trattiene esattamente lì dov'è, afferrandole le cosce con entrambe le mani.
'Tu non ti muovi di qui, chiaro?'
E' chiaramente un ordine e lei annuisce, incerta.
Cain si rende conto di essere stato ruvido, quasi sgarbato. Cazzo, questa rossa gli fotte il cervello, è un'effetto assurdo, l'attira verso di sé e le dà un bacio famelico, impadronendosi di quelle labbra carnose e perfette.
'Tu ... - la bacia ancora - ... mi fai diventare matto.'
Mormora roco, mentre si sporge per aprire il comodino, afferra la scatola di plastica e prende l'involucro di alluminio al suo interno.
Lei glielo sfila dalle dita, con un sorriso malandrino.
'A questo posso pensarci io?'
Ora è lui a guardarla stupito.
Alza un sopracciglio incuriosito da questa sua iniziativa, facendola sorridere imbarazzata.
'Voglio prendere confidenza ....prima che...insomma , hai capito.'
Abbassa lo sguardo ma lui le solleva il mento con la mano fissandola attento.
'Hai paura?'
Lei scuote al testa ridendo.
'No!' Lancia una rapida occhiata alla sua erezione e poi a lui ' Non sò quanto tu possa essere gestibile.. tutto qui.'
Rompe con i denti l'involucro argentato e si concentra sul suo compito con la stessa dedizione con cui un chirurgo opererebbe un paziente a cuore aperto. Lui la guarda muovere quelle dita affusolate e si chiede come è possibile che ogni parte di lei sia in grado di eccitarlo.
'Vuoi la verità?'
Confessa.
Lei solleva lo sguardo, una volta portata a termina la missione.
'Sentiamo.'
Cain l'afferra per le cosce e se la tira contro, senza smettere di fissarla serio.
'Anche io non so quanto tu possa essere gestibile.'
E poi la bacia, stringendosela addosso, così che siano pelle contro pelle, petto contro petto, le labbra sigillate. Fà scorrere le mani su quella pelle di seta, per poi afferrarla dietro la nuca mentre le avvolge un braccio dietro la schiena perchè gli resti incollata addosso.
Sente quei seni schiacciati contro al petto, quel culo sodo nella sua mano, la bocca contro la sua, ma non è abbastanza.
Le mani di lei strette ai suoi bicipiti lo eccitano, come il modo in cui muove il bacino contro la sua erezione con sempre maggior convinzione.. no, non vuole che venga così, non stasera, non oggi.
Vuole essere lui a farla gridare di piacere.
Vuole sentirla ansimare e gemere e gridare, vuole che si stringa attorno al suo cazzo duro, con i muscoli tesi e contratti, vuole affondarle dentro ancora e ancora e sentire finalmente il calore di lei esplodere assieme al suo .
Gioca con le dita con uno dei sui capezzoli per eccitarla al massimo, ha scoperto che sono incredibilmente sensibili, potrebbe farla venire anche così, ma non stasera .
Quando la sente gemere la pizzica, forte, facendola inarcare ancora di più contro di lui, per poi afferrarla per i fianchi con entrambe le mani e creare quel minimo spazio tra loro che gli permetta di spingersi dentro di lei.
Allarga con entrambi i pollici le grandi labbra e si posiziona al suo ingresso, impaziente.
'Cristo Lilith... sei fradicia.'
Lei muove il bacino verso di lui, smaniosa, prendendo il glande dentro di sè, ma lui la trattiene . Sente che sospira, insofferente.
'Ti prego Cain...'
E' così che la vuole, eccitata, bramosa, irrequieta. Con entrambi i pollici le cerca il clitoride e cominci a stimolarlo, insistente.
'Mi vuoi? Davvero?' Ansima 'Quanto. Sentiamo.'
Sente che si muove in avanti per cercare di accoglierlo dentro di se, ma non glielo permette. Sono al punto di non ritorno, da ora in avanti non può più tirarsi indietro.
'Non sia quanto Cain, ti voglio, ti prego...'
Continua a muovere le dita.
'Voglio prenderti Lilith. Davvero questa volta, niente più giochetti..'
Dà una piccola spinta col bacino per entrare qualche altro centimetro dentro di lei, non c'è niente di più erotico che vedere i loro corpi unirsi. Quelle gambe aperte, la sua fessura gonfia, pronta ad accogliere il suo membro turgido con le vene pulsanti, impaziente di profanarla. Lei geme ancora e lo asseconda col bacino.
'Niente più giochetti... ok.'
E' così eccitato che vorrebbe entrarle dentro con un unico potente affondo. Vorrebbe afferrale i glutei e tenerla ferma, invertire le loro posizioni per inchiodarla a quel letto e pomparle dentro tutta la sua frustrazione, il suo desiderio, la sua smania.
'Dimmi quanto mi vuoi Lilith.'
La presa delle mani di lei si serra attorno alle sue braccia, come un laccio emostatico.
'Voglio tutto.' Gli và incontro col bacino. 'Ho bisogno di sentirti Cain... adesso. Dentro di me.'
Lui spinge ancora un po', afferrando i sui fianchi sinuosi.
Sente l'osso dell'anca sotto la pelle sottile, si chiede se la stia stringendo troppo ma dio.. deve pur aggrapparsi a qualcosa per potersi trattenere.
Lilith geme, di piacere , di dolore ... non lo sà. E' così dannatamente stretta. Le scintille che sente da per tutto si trasformano presto in lampi sfavillanti, mentre cerca di infilarsi lentamente più a fondo dentro di lei.
E' il Paradiso, è l'Inferno, non lo sà più.
Improvvisamente la sente irrigidirsi, diventare tesa, stretta come una morsa, scende con una mano a cercare ancora il suo punto nevralgico per innescare la reazione che ormai è certo, gli permetterà di espugnarla. Consce bene il corpo delle donne e come sul ring, qui, è lui il padrone di casa.
Comincia a sfregare il polpastrello ruvido del pollice sul suo centro, prima in modo circolare poi sempre più deciso . Mentre con la bocca scende a cercare il suo capezzolo, lo morde piano, lo lecca, lo morde di nuovo, fino a quando sente che si rilassa di nuovo tra le sue braccia come aveva previsto. Sente che sospira, che geme ancora, di nuovo impaziente.
'Lilith apri le gambe' lei fà come le dice, ma non è abbastanza. Vuole che si abbandoni a lui, completamente, senza remore, vuole posseduta davvero.
'... di più Lilith.. Voglio entrarti dentro fino in fondo. Mi vuoi?'
Lei gli si arrampica addosso impaziente.
'Ti voglio...'
Gli mormora in un sussurro.
Bene.
Accelera il movimento del dito fino a quando sente che ondeggia il bacino ansiosa di trovare sollievo. Troppo facile così piccola, pensa, oggi l'onda la cavalchiamo insieme. E con un affondo deciso le si spinge dentro. Facendola urlare.
'Ahh!'
Lilith grida affondandogli le unghie nelle spalle mentre lui resta fermo, senza fiato, stordito dal piacere. Conficcato dentro di lei.
Resta immobile qualche secondo, per darle il tempo di adattarsi alla sua presenza, ma non è più in grado di controllare niente. E' accaldato, sudato, impaziente. Vuole muoversi, accedere con lei al livello superiore del gioco.
Afferra con entrambe le mani quelle cosce sottili e in un attimo le loro posizioni sono invertite : Lilith si aggrappa alle sue spalle, con la schiena sul materasso, mentre lui comincia a muoversi sopra di lei con maggior accanimento.
Non c'è più nient'altro se non i loro corpi che fremono, le loro bocche ansiose, le mani che stringono, accarezzano, esplorano. Si muovono l'uno contro l'altra, l'uno sull'altra, l'uno dentro l'altra, rincorrendo un appagamento condiviso che è sempre un passo avanti a loro e che non riescono da afferrare.
Cain sente il sudore imperlargli la fronte mentre si muove su quel corpo minuto, aggrappato al suo, sotto il suo. Sente che Lilith gli si stringe addosso, con le braccia, con le gambe, geme alla ricerca di un sollievo che però non riesce a trovare.
S'impone di portarla con sè, a qualunque costo.
Continua a muoversi dentro di lei cambiando angolazione per capire cose le piace, fino a quando sente un gridolino trattenuto e le dita di lei che affondano di più nella carne della sua schiena. Sorride .
Sà di avere la soluzione.
Esce quasi completamente da lei per poi affondare ancora, mantenendo la stessa angolazione.
'Ah!'
Lilith urla, ma questa volta è certo, è un grido di piacere.
Esce e affonda di nuovo dentro di lei, sempre lì, facendola gridare ancora più forte, mentre le unghie di lei gli si conficcano più a fondo nella schiena . Sorride ancora.
Sà che sta per venire ed è l'unica cosa che conta. Un altro affondo.
'Ahh!'
I talloni di lei gli premono contro il sedere, come ad incitare un cavallo al galoppo e lui non aspetta altro. La impala ancora e ancora, è stretta, scivolosa, gonfia, perfetta. Ogni spinta è più eccitato, più frenetico, più vicino alla meta, è ormai impaziente di arrivare al traguardo assieme a lei e quando sente che si contrae attorno a lui in uno spasmo di piacere, con un ringhio strozzato s'impossessa con entrambe le mani dei sui fianchi per tirarsela contro e le si spinge dentro un ultima volta, venendo con un ruggito di soddisfazione.
Chiude gli occhi. Ascolta i loro respiri affannati, i corpi avvinti e sudati, il cuore che gli martella nel petto. E' ancora dentro di lei, ma l'unica cosa a cui riesce a pensare è quando potrà averla ancora. Quando potranno rifare tutto da capo.
Di nuovo.