[Love drunk — Boys Like Girls]
Zayn posa le sue labbra sulla mia guancia, mentre mi avvolge la vita da dietro.
«Cosa ci fai qui?» gli domando quando un sorriso si impossessa delle sue labbra.
«Sorpresa» sussurra sorridendo con la lingua tra i denti. Guardo Tara e Stephan, che con un ghigno compiaciuto ci stanno osservando.
«Ecco perchè eravate così insistenti.»
«Ne è valsa la pena, no?» mi chiede Zayn, aumentando la presa intorno al mio corpo. Porto le mie mani sulle sue e mi volto nella sua direzione; avvicino le labbra alle sue, che scoccano in un baco veloce.
«Può darsi» rispondo e il suo sorriso cresce, mentre cerca ancora una volta le mie labbra. Imbarazzata, mi sposto lievemente così che mi sfiori la guancia.
Vicino a me c'è sempre Liam, ma intorno a noi tutti gli altri. Zayn sembra capirlo, perchè allenta la presa per avvolgere la sua mano intorno alla mia.
«Vieni» sibila, tirandomi verso di lui. Guardo velocemente Liam, che annuisce e mi sorride; ma poi involontariamente, prima che possa voltarmi del tutto e seguire Zayn, i miei occhi si scontrano con quelli di Harry.
Non nego che abbia cercato di evitare ogni possibile contatto con lui, e adesso che è successo vorrei poter tornare indietro e stare più attenta, preservarmi di più. Perché il suo sguardo è talmente intenso che sembra essere attraversato dai lampi e dalla pioggia estiva, e non mi sono mai sentita tanto impotente per non riuscire a leggerlo. Ma anche prima che possa provarci sto seguendo Zayn sulle scale.
Sono già stata in questa casa, eppure Zayn sembra averlo fatto più volte, dato il modo in cui sembra proseguire deciso nei corridoi del piano superiore. Le sue dita sono ancora intrecciate alle mie; si volta nella mia direzione dopo essersi fermato davanti ad una delle porte che credo sia una delle camere da letto, prima di aprirla. Lo seguo all'interno e nel momento in cui si assicura che la porta sia chiusa mi raggiunge e preme le sue labbra sulle mie. Le dischiude piano, poi più intensamente. Le mani stringono dolcemente la mia vita, mentre le mie sono sul suo petto. Mi è mancato, non posso negarlo.
Come se mi leggesse nel pensiero, Zayn si allontana e fa scorrere una mano tra i miei capelli, prima di guardarmi e prendere il mio volto fra le mani.
«Mi sei mancata.»
«Anche tu» replico, sorridendo debolmente. «Credevo dovessi andare dalla tua famiglia.»
Sto temporeggiando e ne sono consapevole. Ma voglio davvero sapere di più di lui, e la sua famiglia potrebbe essere un inizio, anche se forse ho scelto il momento sbagliato per parlarne.
«È così. Sono tornato soltanto per passare un pò di tempo con te, parto dopo la festa» spiega, e mi si gonfia il cuore per le sue parole. È tornato a Nottingham soltanto per poter stare con me.
Riporta le labbra sulle mie prima di sollevarmi tra le sue braccia e spostarsi sul sul letto in fondo alla stanza. Il mio corpo è al di sotto del suo; avvolgo le gambe intorno al suo corpo quando lascia le mie labbra per portare le sue sul mio collo. Rilascia una scia di umidi baci sulla mia pelle, scendendo sempre più in basso. Mi accarezza le gambe sollevando la stoffa sottile del vestito per avere maggiore contatto.
«Zayn» boccheggio, non essendo sicura di volerlo davvero. Non sarebbe la prima volta, ma non sono pronta. E non sono sicura si tratti di lui, ma so che non posso farlo. È troppo presto.
Quando si solleva e si riavvicina a me sul suo viso compare un profondo cipiglio, il sorriso spaccato in due per il modo in cui lo allontano piano da me. Vorrei riuscire a fidarmi al punto da riuscire a lasciarmi andare con lui, ma non ci riesco.
«Mi dispiace» sussurro, distogliendo lo sguardo dal suo. Porta una mano sul mio viso per farmi voltare nella sua direzione.
«No, Ariel. Dispiace a me, per essermi spinto così tanto con te» si scusa, la mortificazione tinge ogni parola. Copro la sua mano con la mia, ancora sul mio volto.
«Voglio davvero farlo, ma non sono ancora pronta.»
«E io ti aspetterò. Fino a quando lo sarai, e anche dopo» promette, e ne sono quasi spaventata. Le sue attenzioni sono qualcosa che non ho mai avuto, neanche da Jake. In questo momento, guardandolo e facendomi guardare, capisco che lui può realmente essere ciò di cui ho bisogno.
«Mi sto innamorando di te, Ariel.»
«Zayn» riesco a sussurrare dopo qualche istante, provando a rielaborare le sue parole.
Sono passati tre mesi da quando sono arrivata a Nottingham, e ho conosciuto Zayn solo poco dopo. Non avrei mai creduto che mi sarei ritrovata qui, davanti a lui, e che mi avrebbe dichiarato quello che sta iniziando a provare per me.
Ma io? Io sono innamorata di lui?
Se lo fossi, me lo starei chiedendo adesso?
So di provare qualcosa per lui, ma non sono sicura sia ancora amore. Ho bisogno di più tempo.
«Non ho bisogno di una risposta ora. Avevo semplicemente voglia di dirtelo» sostiene sorridendo. Vorrei tanto poterlo ricambiare, lasciarmi accarezzare e proteggere, tenere al sicuro.
«Mi serve solo un po' più di tempo» gli dico, poi appoggio la testa sul suo petto. Mi avvolge con le sue braccia prima di lasciarmi un bacio tra i capelli.
«Non vado da nessuna parte» dichiara, facendomi sorridere.
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Zayn tiene la mia mano nella sua mentre raggiungiamo gli altri nella sala. Le sue parole continuano a riecheggiare nella mia mente, e ho bisogno di trovare una risposta. Ho bisogno di capire cosa provo per lui, e ho bisogno che funzioni.
«Eccoti» dice Liam quando si accorge di me.
«Scusa se ti ho lasciato così e me ne sono andata.» Realizzo che non conosce nessuno a parte Stephan, e io l'ho letteralmente abbandonato. So bene che Liam si adatta ad ogni situazione, ma mi dispiace lo stesso. Mi sento in colpa, dopo il viaggio che ha affrontato soltanto per venire da me.
«Tranquilla» mi rassicura con un sorriso. Un sorriso che si trasforma in un debole cipiglio quando si accorge che non riesco a nasconderglielo. È inevitabile, con lui non posso fingere.
La voce di una donna interrompe tutti gli invitati, portando l'attenzione su di lei. È la madre di Tara.
«Va tutto bene?» mi domanda Liam avvicinandosi a me e approfittando del momento. Accenno un sorriso e annuisco debolmente, rimandando la conversazione a più tardi.
La madre invita tutti al buffet intorno al tavolo sul fondo della sala. Ogni cosa è maniacalmente curata nei i minimi dettagli; dalle posate ai calici, fino alle stelle del Natale al centro del tavolo.
Sono seduta tra Zayn e Liam, e come se il destino continuasse a prendersi gioco di me, Harry è diametralmente di fronte a Zayn. A colpirmi, però, è la ragazza dai capelli rosa che siede di fianco a lui. Ha qualcosa di così familiare, come se l'avessi già vista, prima di oggi. Soltanto quando incrocia il mio sguardo riesco a ricordare.
È la ragazza che era insieme a Harry in aeroporto.
Ricordo anche di aver creduto che fosse la sua ragazza, ma adesso mi sembra chiaramente impossibile, a meno che non ammettano tutti la poligamia, dato che lui sta con Tara. Ma non penso sia il loro caso, perchè sono entrambe qui. Dio, mi gira la testa.
«Ariel» mi scuote leggermente Liam, facendomi distogliere lo sguardo da quella ragazza.
Mi volto verso di lui. «Eh?»
«Sicura di stare bene?» mi domanda; la preoccupazione impressa sui lineamenti del suo viso.
«Sì... non è niente.»
Il resto della cena trascorre tra qualche battuta di Stepahn, le carezze sotto il tavolo di Zayn e le veloci occhiate di Harry.
Liam parla molto con Danielle e sorride tanto quando lo fa, e io non posso fare altro se non essere felice per lui. Che si sia ambientato così bene, che mi stia accanto anche se da lontano. Anche Niall e Louis lo includono in ogni discorso come se non fosse la prima volta; non posso biasimarli. Liam attira sempre tutti, come Har.. Maledizione, che mi succede?
Ne approfitto quando mi accorgo Zayn sta discutendo di qualcosa con Niall per uscire e prendere un po' d'aria.
Non avrei mai creduto che la mia vita potesse cambiare talmente tanto in così poco tempo. Soltanto un anno fa credevo di essere felice e di poter controllare tutto; credevo di aver conosciuto l'amore e che sarebbe stato per sempre, di star costruendo il mio futuro con una persona che non aveva mai pensato di includermi nella sua vita. E quando mi sono risvegliata, ero sola.
Mi appoggio alla ringhiera del patio e osservo l'esterno della casa, decorato come se fossimo pianeti nella galassia. Ho le braccia coperte per tre quarti dal vestito che indosso, ma mi rendo conto che avrei dovuto prendere il cappotto prima di uscire quando un brivido mi corre sulla pelle.
Percepisco dei passi avvicinarsi sempre di più, ma potrebbe trattarsi di chiunque. Solo che, ancora una volta, continuo a sbagliarmi. E ne ho la conferma quando la mia attenzione viene richiamata nel modo in cui soltanto una persona riesce a fare.
«Ariel Green» sussurra, e mi volto istintivamente nella sua direzione. È in piedi a qualche passo di distanza da me; la camicia scura lascia intravedere le rondini tatuate al di sotto delle clavicole e i suoi capelli sono spinti più del solito verso l'alto e poi all'indietro. Poi i suoi occhi, luminosi come comete che mi guardano come se non aspettassero altro che leggermi dentro. È bellissimo, e fa così dannatamente male che vorrei strapparmi il cuore dal petto.
«Harry» rispondo, poi distolgo lo sguardo voltandomi ancora.
La suola dei suoi stivali produce un suono sul legno che cessa solo quando mi raggiunge. Si appoggia anche lui alla balaustra.
«Così, è quello il tuo Liam» dice, e la sua scelta di parole potrebbe alludere a qualcos'altro, se non conoscesse il mio rapporto con lui. Ma il suo tono non racchiude la minima traccia di giudizio.
«Sì, è arrivato oggi» rispondo, e poi il silenzio. Non so neanche come dovrei comportarmi, dopo il modo in cui ci siamo lasciati quella sera nel parcheggio della clinica.
«E c'è anche Zayn» continua. Non sono sicura di dove voglia arrivare.
«Sì, c'è anche lui.» Sconfitta e prima che uno dei due possa dire la cosa sbagliata mi sposto, facendo per rientrare. Non dice nulla, fino a quando gli do le spalle e sono ad un passo dall'ingresso.
«Mi stai evitando.»
Non mi volto, perché sono consapevole che, forse, ha ragione.
«Non è vero» nego ugualmente. Non può vedermi e mi sento meno scoperta, più sicura, anche se con lui non lo sono mai.
«Allora voltati.»
Ma prima che possa valutare se assecondarlo o scappare all'interno della casa per continuare ad evitarlo, le sue dita si avvolgono intorno al mio polso. La sua presa è calda e fredda allo stesso tempo, e i brividi che corrono sulla mia pelle adesso non sono causati dal freddo.
Chiudo gli occhi e sospiro; poi, esitante e con la sua mano ancora avvolta intorno al mio polso lo assecondo e faccio ciò che mi ha chiesto, incontrando il suo sguardo.
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È molto chiedere a tutte (o quasi) di cliccare su quella stellina? Ci vuole un attimo, e mi darebbe la conferma di cui ho bisogno per portare ancora avanti la storia. Anche commenti e opinioni sono i benvenuti, se vi va!
Grazie a tutte sempre,
Chiara 🌙✨