Shiver || Michael Clifford

By accolasvoice

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«Respingo tutti quanti, non prenderla sul personale.» highest rank in fanfiction #1 More

cast
Prologue.
1. A New Beginning
2. Echo
3. Cookies
4. Little crush
5. Moe
6. Rain And Green Eyes
7. Melting
8. Innocent
9. Overthinking
10. Bravery
11. Confessions
12. Brothers
13. Battleships
14. Miss Marple
15. Challenge
16. Revenge
17. Affection
18. Nightmares
19. Madness
20. Sweatshirt
21. Awkward
22. Feelings
23. Let Me In
24. You
25. The First Time
26. Feel Again
27. Make Me Fall
28. The Last Time
29. Remember
30. Change My Mind
31. Up
32. She Is The Sunlight
33. I Won't
34. You And Me
36. Best Of Me
37. Sweet Despair
38. I Will Be
THANKS.
39. Broken
40. No More Lies
41. Demons
42. Wasted
43. Everything Has Changed
44. All About Us
45. Look After You
46. Sparks
47. Unbreakable
48. Holding On And Letting Go
49. Mine For A Night
50. Reason
51. Hush Hush
52. Can't Stop
53. This Love
54. Find My Way Back
55. Firefly
NON ODIATEMI
It All Ends.
Ringraziamenti
Characters Ask

35. Tear Me In Two

57.7K 2.8K 1.6K
By accolasvoice

Girl, I told you
After all we've been through
I don't wanna be by myself.
Girl, I told you
That it would tear me in two
If I see you with someone else.

[Blind - Hurts]

(vi suggerisco di ridare un'occhiata veloce al capitolo "Feelings", nel caso non lo ricordaste)

-----------------

- Tu sapevi di questa storia? - domandò Jenna, facendosi strada in mezzo alla folla che si era accalcata nella caffetteria del campus.

- Luke me ne aveva parlato, ma non era ancora sicuro che avrebbero partecipato. - le spiegai, trovando per pura fortuna un posto a sedere in un angolo dell'edificio.

Ero davvero felice che alla fine i miei amici avessero deciso di partecipare alla gara per dilettanti organizzata dall'università ed ero anche sicura che avrebbero vinto alla grande. Pensavo seriamente che avessero talento e che meritassero di raggiungere il successo.

- Verranno anche Lux e Claire? - chiese ancora la mia coinquilina, alzando la voce per farsi sentire.

- Suppongo di si. - alzai le spalle, prendendo a giocare con l'ennesima bustina di zucchero colorata. Questa era arancione e con la scritta "Cappuccino is for life."

- Lux ti ha raccontato del suo appuntamento con Ash? - ammiccò lei, allungando le braccia sul tavolo e alzando le sopracciglia.

- Mmh, no. In realtà l'ho vista solo di sfuggita questa settimana. - ponderai, sporgendo in fuori il labbro inferiore.

- Io so tutti i dettagli. - mi sorrise maliziosamente, alzando le mani per legarsi i capelli biondissimi in un'ordinata coda di cavallo.

- Non avevo dubbi, Jen. - ridacchiai, inclinando la testa per vederla meglio. - E so anche che muori dalla voglia di raccontarmi tutto, quindi spara. -

- Lui l'ha portata al parco, quello a cinque chilometri da qui. - mi spiegò, facendo emergere nuovamente la sua miglior voce da pettegola. - Hanno passeggiato mano nella mano per un po', lei ha scoperto che il suo secondo nome è Fletcher, che odia i broccoli, che da bambino aveva un pesciolino rosso di nome Colbie, che ha una sorella e un fratello più piccoli, Lauren ed Harry, che è stato l'ultimo ad entrare nella band, che... -

- Non scherzavi quando hai detto che sapevi tutti i dettagli. - asserii, leggermente sconcertata da quante informazioni mi stesse dando.

- Io non scherzo mai su queste cose. - replicò, in tono estremamente serio.

- Beh, va' avanti. - la incitai, con un sorriso. - Ma ti prego, limitati a raccontarmi dell'appuntamento. -

- Va bene! - sbuffò lei, alzando scherzosamente gli occhi al cielo. - Dopo aver passeggiato per un po', si sono fermati ad un piccolo chiosco e lui le ha offerto un gelato... -

- Oddio, spero che non abbia fatto la stessa fine del frullato che Calum ha offerto a Aubrey. - rabbrividii, ripensando alla storia che Luke mi aveva raccontato sul primo appuntamento dei due.

- Tu sai cosa è successo a quell'appuntamento e non mi hai raccontato nulla? - chiese scandalizzata, spalancando gli occhi e la bocca.

- Un pettegolezzo alla volta. - sospirai, maledicendomi per aver fatto quell'osservazione.

- Giusto, giusto. - annuì Jenna, tornando a concentrarsi. - Sapevi che Lux è allergica alle fragole? -

- No, perché? - domandai, con tono stranito.

- Perché Ash le ha chiesto se volesse assaggiare il suo gelato, ma lei ha detto di no perché era alle fragole e gli ha spiegato che era allergica. - mi informò, gesticolando in modo buffo.

- Jen, stai di nuovo divagando. - sospirai, scuotendo lievemente la testa.

- Hai ragione. - annuì lei, alzando l'indice e chiudendo gli occhi per un momento. - Hanno mangiato il gelato e poi sono andati a pattinare sul ghiaccio. Lux aveva preso lezioni da bambina, quindi era molto brava, mentre Ashton è caduto almeno una decina di volte. - continuò a raccontarmi, ridendo brevemente al pensiero del nostro amico spalmato sul ghiaccio della pista. Ripetutamente. - Dopo aver rinunciato al pattinaggio, con un Ashton dolorante e una Lux che non riusciva a smettere di ridere, hanno deciso di passare il resto del pomeriggio seduti su una panchina a chiacchierare. -

A quel punto Jenna sospirò e mi regalò ancora una volta la sua migliore espressione da pettegola, spalancando gli occhi e rivolgendomi un sorriso malizioso. - E mentre Lux gli raccontava di quanto da bambina avesse sempre voluto un pony, Ash si è sporto verso di lei e l'ha baciata! -

Sorrisi al pensiero dei miei due amici insieme. Avevo sempre pensato che sarebbero stati una bella coppia ed ero felicissima che alla fine lui avesse trovato il coraggio di chiederle di uscire e lei avesse accettato.

- Sono sicura che ci vorrà ben poco prima che si mettano insieme ufficialmente. - annuì la mia coinquilina, sorridendo con entusiasmo.

Restammo in silenzio per alcuni minuti, guardandoci intorno alla ricerca di qualche volto conosciuto, ma poi Jenna si voltò nuovamente verso di me e mi rivolse un'occhiata interessata. - Tu hai più parlato con Nolan? -

Al pensiero del discorso che avrei dovuto affrontare con lui, un lungo brivido mi percorse la schiena. Sapevo che il momento sarebbe arrivato presto e sapevo anche che lo stavo facendo per una buona ragione... un'ottima ragione. Ma non potevo comunque evitare di essere agitata. - No, è tornato al campus oggi nel tardo pomeriggio e parlargliene per telefono non mi sembrava una buona idea. -

- Hai ragione, questi discorsi sono da fare faccia a faccia. - mi rivolse un sorriso incoraggiante. - Ma te lo chiederò un'ultima volta, Shiver: sei assolutamente convinta di non voler stare con lui? -

Io le sorrisi di rimando, annuendo lentamente. - Assolutamente sicura. -

- Se lo stessi facendo per via di un altro ragazzo me lo diresti, non è vero? - ammiccò lei, lasciandosi andare ad una breve risata.

- Si, certo. - mentii, spalancando gli occhi e distogliendo lo sguardo da lei. Non sapevo di preciso perché non volessi dirle di Michael, perché non volessi dire a nessuno (eccetto Colton) di quello che stava accadendo tra noi due. Forse non volevo farlo semplicemente perché anche io ero ancora perplessa riguardo l'intera faccenda. Io e Mike eravamo qualcosa, ma non sapevo nemmeno io cosa.

- Mi hai sentita? - chiese Jenna, sventolandomi una mano davanti al viso.

- Scusa, ero soprappensiero. - mi riscossi, sbattendo velocemente le palpebre.

- Luke sta tentando di raggiungerci da almeno una decina di minuti, ma continua ad essere bloccato da ragazze che tentano di ricordargli di quando sono andati a letto insieme. - ridacchiò, indicando il nostro amico che al momento stava parlando con una ragazza mora dal seno prosperoso. Era palese che lui non avesse la più pallida idea di chi fosse.

- Lo hai chiamato Luke e non microcefalo. - osservai, voltandomi nuovamente verso la mia coinquilina.

- Si, siamo in una specie di pausa dall'odio reciproco. - alzò le spalle e sporse in fuori il labbro inferiore.

- E da quando? - chiesi incredula, alzando le sopracciglia.

- Un paio di settimane. È venuto a parlarmi per chiarire la nostra situazione e poi ci siamo ritrovati a parlare di sentimenti e cose del genere. - mi spiegò, gesticolando e spalancando lievemente gli occhi.

- Luke che parla di sentimenti? - ridacchiai.

- Si, è parso strano anche a me. - annuì lei, ridendo insieme a me.

- Ehi, ce l'avete fatta! - esclamò il nostro amico, non appena riuscì a raggiungerci. Ci rivolse un caldo sorriso, ma nei suoi occhi riuscii comunque a scorgere una traccia di ansia.

- Non avrei mai immaginato che sarebbero venute così tante persone. - osservai, guardandomi brevemente intorno.

- Già, nemmeno io. - ridacchiò nervosamente lui, passandosi una mano tra i capelli chiari.

- Non preoccuparti, andrà tutto benissimo. - cercai di rassicurarlo, rivolgendogli un sorriso d'incoraggiamento.

- Si microcefalo, siete davvero bravi. - ammise Jenna, lasciandoci entrambi a bocca aperta. Allora non mentiva sulla pausa dall'odio. - Smettetela di guardarmi così, sto solo cercando di essere gentile. -

- Grazie Satana. - le sorrise lui, questa volta usando il soprannome in modo affettuoso.

- Ora non lasciarti andare ai sentimentalismi. - alzò gli occhi al cielo la mia coinquilina. - Continui a non andarmi a genio. -

- Mi adori Jen, e lo sai anche tu. - rise ancora Luke, alzando le sopracciglia in modo buffo.

- Oh, sta zitto. Dove sono i tuoi compari? - sbuffò lei, nel tentativo di cambiare argomento.

- A prepararsi. - replicò il nostro amico. - E dovrei andare anche io, la gara inizierà tra poco. Lux e Claire dovrebbero essere qui da qualche parte, se le vedo ve le mando qui. - ci sorrise un'ultima volta, iniziando ad allontanarsi tra la folla.

- Buona fortuna! - gli urlai io, sorridendogli nuovamente.

Dopo qualche minuto anche Lux e Claire ci raggiunsero e tutte e quattro attendemmo pazientemente che la gara iniziasse. Parlammo del più e del meno quasi tutto il tempo, ma ci zittimmo immediatamente quando il presentatore della serata, un buffo ragazzo dai capelli rossi e con degli spessi occhiali da vista, annunciò il nome della prima band. Suonarono una canzone parecchio strana e il cantante dimenticò un paio di volte le parole a causa dell'emozione. Loro non erano sicuramente una minaccia per i ragazzi.

Il secondo gruppo invece non era affatto male; erano tre ragazze poco più grandi di me, con un look stravagante e delle voci molto orecchiabili. Avrebbero potuto vincere, se soltanto una di loro non fosse caduta dal piccolo palco improvvisato nella caffetteria e non si fosse slogata una caviglia. Ero dispiaciuta per quello che le era capitato, ma in fondo, era sempre un ostacolo in meno per i ragazzi. Suonarono numerose altre band dopo di loro, ma nessuna di loro andava oltre la mediocrità. Le canzoni che avevano scelto erano noiose o i cantanti dimenticavano le parole, e nessuna di loro riuscì a catturare l'attenzione del pubblico abbastanza a lungo da evitare il chiacchiericcio che pian piano andava sempre ad aumentare.

Quando finalmente il buffo ragazzo dai capelli rossi, che nel frattempo aveva detto di chiamarsi George, presentò la successiva band e noi ci rendemmo conto che erano proprio i 5 Seconds Of Summer, ammutolimmo e ci limitammo a scambiarci occhiate estasiate, impazienti di ascoltare questa fantomatica canzone di cui ci avevano parlato.

Iniziarono a suonare dopo aver sistemato tutti i loro strumenti e aver regolato le altezze dei microfoni davanti ai loro visi, e a me ci vollero soltanto pochi secondi per riconoscere quella canzone: era la stessa che Michael aveva suonato per me quel giorno agli spalti, quando io avevo dimenticato l'iPod e lui si era offerto di creare un sottofondo di riserva. A quel tempo non aveva ancora trovato le parole giuste per completarla, ma ora sembrava esserci riuscito. Ci erano riusciti.

Il vociare del pubblico si interruppe quasi immediatamente, perché tutti vennero rapiti dalla loro immensa bravura. Quei ragazzi erano nati per stare su un palco, quei ragazzi erano nati per essere una band.

Rimasi ad ascoltare la canzone rapita dalla sua splendida melodia e un gigantesco sorriso mi nacque spontaneo sul volto quando capii perché Mike fosse così convinto che mi sarebbe piaciuta tanto.

I like the summer rain
I like the sound you make
We put the world away
We get so disconnected
You are my getaway
you are my favorite place
We put the world away
We get so disconnected.

Il ritornello della canzone era il perfetto riassunto di quella prima giornata in cui io e lui avevamo parlato e condiviso qualcosa. Io gli avevo detto che adoravo la pioggia estiva e lui aveva detto a me che gli piaceva il suono della mia risata, gli avevo spiegato che mi rifugiavo sempre sugli spalti perché era il mio modo di evadere dal resto del mondo e lui ora aveva ricambiato facendomi sapere che ero io ciò che gli permetteva di evadere dal mondo. Quella canzone non soltanto mi piaceva, ma mi rappresentava. Quella canzone era il suo modo per dimostrarmi ancora una volta quel sentimento che avevo letto nei suoi occhi l'ultima volta che avevamo parlato. Quella canzone era semplicemente perfetta.

Quando i ragazzi finirono di suonare il pubblico esplose in un fragoroso applauso, e noi ragazze facemmo altrettanto, sorridendo per quanto fossimo fiere di loro. Persino Jenna era rimasta a bocca aperta e continuava a ripetere che quella canzone era davvero orecchiabile.

La gara terminò con loro e i giudici si ritirarono nel retro della caffetteria per deciderne il risultato. Ci assicurarono che la pausa sarebbe durata almeno un quarto d'ora, perciò parte del pubblico uscì a prendere una boccata d'aria o comunque si disperse chissà dove.

I ragazzi ci raggiunsero immediatamente e, dopo esserci ripetutamente congratulate e aver assicurato loro che erano stati indiscutibilmente i migliori della serata, io mi allontanai con una scusa, sperando sinceramente che Michael capisse che volevo che mi seguisse. Volevo potergli parlare in privato di quanto la canzone mi avesse colpita e di quanto l'avessi amata.

Uscii fuori dalla caffetteria e mi sedetti su un muretto poco distante, respirando a pieni polmoni l'aria fresca della sera. Per fortuna, non ci volle molto prima che nel mio campo visivo vedessi apparire l'ormai familiare chioma viola di Mike e venissi invasa dal suo profumo quando si accomodò accanto a me.

- Hai trovato la parola giusta. - sorrisi io, senza voltarmi verso di lui.

- Ci ho messo un po'. - ammise, ridendo brevemente.

- Ma è esattamente quello che intendevo io quando ti ho detto che andavo lì per allontanarmi dal resto del mondo. - annuii, finalmente guardandolo in faccia. Non lo avevo mai visto così felice ed entusiasta di qualcosa.

- All'inizio non ero sicuro che avresti colto il riferimento a quella giornata. - lo vidi arrossire lievemente. O almeno così mi parve, data la scarsa illuminazione che vi era al di fuori della caffetteria.

- L'ho capito immediatamente. - sorrisi ancora, sentendomi nuovamente pervadere dal quello splendido sentimento. - E adoro la canzone. La adoro davvero. -

Anche Michael si voltò verso di me, rimanendo a guardarmi negli occhi come ormai faceva sempre. E lo vidi di nuovo. Vidi di nuovo quel luccichio che mi riempiva il cuore e mi faceva sentire sicura che tutto sarebbe andato come doveva andare.

-----------------

MICHAEL.

Mi piaceva guardarla negli occhi. Non solo perché fossi una delle poche persone a cui lei desse il permesso di farlo, ma anche perché i suoi occhi erano esattamente come lei: pieni di infinite sfaccettature di colori, pieni di sentimenti così profondi eppure ancora inesplorati, pieni di dolore e di gioia. Non sapevo come facessi a leggervi così tanto conoscendo così poco lei, ma io in quegli occhi ci vedevo un intero universo. Il mio universo.

Sarei potuto rimanere a guardarla per l'intera serata, infischiandomene della gara e di chi avesse vinto, sarei potuto rimanere su quel muretto con lei per tutta l'eternità, se solo tutto non fosse precipitato nel giro di pochi secondi.

Non mi accorsi subito della presenza di quel tizio, quel Nolan, alle spalle della ragazzina, ma di sicuro me ne accorsi quando la prese di sorpresa per le spalle e poggiò delicatamente le labbra sulle sue. Fu quello il momento in cui sentii il mio universo, quello che fino ad esattamente due secondi prima riuscivo a vedere nei suoi occhi, crollarmi letteralmente sulle spalle.

Lessi chiaramente lo stupore sul volto di Moe e notai anche le sue mani allontanarlo immediatamente da lei, ma per me non aveva alcuna importanza. Mi aveva mentito e aveva fatto esattamente ciò che Georgia aveva fatto prima di lei: aveva finto di tenere a me mentre invece stava con qualcun altro. Non mi ero sbagliato su di lei, avevo solo voluto convincermi di averlo fatto.

- Mi sei mancata, scricciolo. - sussurrò quel tizio, senza lasciare la presa sul suo corpo.

- Nolan. - rispose lei semplicemente, respirando più rapidamente del solito. - Che ci fai qui? -

- Dei miei amici hanno partecipato alla gara. - le sorrise ancora. - Speravo di incontrarti qui. -

In tutto questo io rimasi immobile, incapace di staccare gli occhi dalla scena nonostante in realtà non volessi vederla.

- Lui è un tuo amico? - chiese a quel punto il giocatore di football, spostando lo sguardo su di me.

- Lui è Michael. - replicò Moe in un sussurro, evitando di incontrare i miei occhi.

- È un piacere conoscerti, amico. - mi tese la mano e io la strinsi con gesti meccanici, senza ancora realizzare appieno ciò che stava succedendo.

- Oh, ehi, quello è il mio amico Chad. - proseguì lui, indicando chissà quale tizio in mezzo ad una folla di persone. - Ti dispiace se vado a salutarlo, Shiver? Ci vediamo direttamente dentro e poi puoi parlarmi di quello che mi avevi accennato al telefono qualche settimana fa. - le sorrise ancora, lasciandole un leggero bacio sulla tempia e allontanandosi prima ancora che lei potesse anche solo annuire.

Il silenzio regnò tra di noi per numerosi secondi, dopo che lui se ne fu andato. Io ero ancora completamente sotto shock e lei probabilmente era delusa da sé stessa per essersi fatta beccare così facilmente. Quanto ero stato stupido a credere che lei potesse essere diversa.

- Mi dispiace. - bisbigliò con voce quasi impercettibile, tenendo lo sguardo incollato al suolo.

- Di cosa, Moe? - domandai, in tono sarcastico. - Di esserti fatta beccare così presto? -

- Di essermi fatta beccare? Mike, di cosa stai parlando? - si voltò verso di me e mi rivolse un'occhiata confusa. Avrebbe dovuto studiare recitazione, perché come attrice non se la cavava affatto male.

- Ora non fare la finta tonta, ragazzina. - ringhiai, stringendo i pugni. - Sappiamo entrambi che ho già vissuto una situazione del genere, quindi risparmiami la recita. -

- Non sto facendo nessuna recita, avrei soltanto voluto che tu non vedessi quella scena. - bisbigliò, rivolgendomi un'occhiata dispiaciuta. - Ho cercato di... -

- Di cosa, Moe? DI COSA? - urlai improvvisamente, balzando giù dal muretto e mettendomi esattamente di fronte a lei. - Di portarti a letto anche me prima che io scoprissi che in realtà ancora te la facevi con il giocatore di football? -

- Ma che stai dicendo? Lo sai benissimo che non è così! - sbottò lei, corrugando le sopracciglia e scuotendo la testa.

- No, ragazzina, non lo so! - continuai a urlare, prendendomi la testa tra le mani e respirando affannosamente. - Io e Georgia siamo stati insieme per tre anni e non avrei mai pensato che lei potesse tradirmi, eppure... - non finii la frase e mi limitai a ridere senza ironia.

- Smettila di chiamarmi ragazzina, Mike. - asserì dolcemente, cercando di prendermi le mani, ma io la scrollai via malamente. - Lo sai che io non sono lei. Questo è stato solo un... gigantesco malinteso. -

- Un gigantesco malinteso. - ripetei, mantenendo la mia laconica ironia.

- Mikey, non provo nulla per lui. - sussurrò ancora, scendendo dal muretto e avvicinandosi a me.

- E invece cosa provi per me, eh? - sputai, prendendole i polsi e guardandola dritta negli occhi.

La vidi boccheggiare in cerca di parole, probabilmente spiazzata dalla mia domanda, ma poi si limitò ad abbassare lo sguardo.

- Come pensavo. - risi senza ironia per l'ennesima volta, voltandomi e allontanandomi a grandi passi da lei.

- Mikey aspetta, lasciami spiegare! - mi pregò, aggrappandosi al mio braccio.

Mi girai verso di lei e vidi i suoi occhi pieni di lacrime, ma sapevo che la sua era soltanto una finta. - Non osare mai più chiamarmi così. - sibilai, liberando bruscamente il mio braccio dalla sua presa e riprendendo a camminare.

- Nemmeno tu sai cosa provi per me, Michael. - mi urlò dietro e, mio malgrado, dovetti ammettere a me stesso che aveva ragione. - Non lo sai tu come non lo so io, quindi... -

Mi voltai di scatto e interruppi le sue parole, non intenzionato ad ascoltare altre bugie. Ne avevo sentite fin troppe nella mia vita. - Va' a farti fottere, Moe. Non voglio vederti mai più. -

Mi allontanai definitivamente e questa volta lei non provò nemmeno a seguirmi. Sentii distintamente i suoi singhiozzi alle mie spalle e capii subito che stava piangendo, ma non mi voltai indietro, mi limitai ad asciugare le lacrime che stavano scendendo anche sulle mie guance. Almeno le mie erano lacrime vere.

Avrei dovuto capirlo sin dall'inizio che lei sarebbe stata soltanto l'ennesima persona che mi avrebbe mentito.

Cause after the beauty we've destroyed
I'm cascading through the void,
I know in time my heart will mend,
I don't care if I never see you again. Yeah.

-------------------

Madonna quanto vorrete uccidermi. Vado a nascondermi in un rifugio antiatomico. Però siamo sinceri, sapevamo tutti che sarebbe accaduto. Io ho cercato di rimandare l'inevitabile il più possibile, ma doveva capitare, doveva capitare e basta.

Nessuna di voi aveva azzeccato la canzone, ma meglio così, vuol dire che non sono così prevedibile! A questo punto VOGLIO SAPERE I VOSTRI PARERI SU QUELLO CHE SUCCEDERÀ PROSSIMAMENTE e poi mi dileguo per risparmiarmi ulteriori insulti :)

Un grazie gigante come sempre a tutti voi che leggete, commentate e votate, sia che ci siate stati dall'inizio che siate nuovi lettori, io vi adoro dal più profondo del mio cuoricino malvagio

love you all,
accolasvoice.

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