Shiver || Michael Clifford

By accolasvoice

3.1M 165K 88.3K

«Respingo tutti quanti, non prenderla sul personale.» highest rank in fanfiction #1 More

cast
Prologue.
1. A New Beginning
2. Echo
3. Cookies
4. Little crush
5. Moe
6. Rain And Green Eyes
7. Melting
8. Innocent
9. Overthinking
10. Bravery
11. Confessions
12. Brothers
13. Battleships
14. Miss Marple
15. Challenge
16. Revenge
17. Affection
18. Nightmares
19. Madness
20. Sweatshirt
21. Awkward
22. Feelings
23. Let Me In
24. You
25. The First Time
26. Feel Again
27. Make Me Fall
28. The Last Time
29. Remember
31. Up
32. She Is The Sunlight
33. I Won't
34. You And Me
35. Tear Me In Two
36. Best Of Me
37. Sweet Despair
38. I Will Be
THANKS.
39. Broken
40. No More Lies
41. Demons
42. Wasted
43. Everything Has Changed
44. All About Us
45. Look After You
46. Sparks
47. Unbreakable
48. Holding On And Letting Go
49. Mine For A Night
50. Reason
51. Hush Hush
52. Can't Stop
53. This Love
54. Find My Way Back
55. Firefly
NON ODIATEMI
It All Ends.
Ringraziamenti
Characters Ask

30. Change My Mind

52.6K 3K 1.5K
By accolasvoice

Never felt like this before
Are we friends or are we more?
As I'm walking towards the door
I'm not sure.

[Change My Mind - One Direction]

----------------

Avete presente quando il secondo giorno in cui avete il ciclo vi sentite come se aveste un tricheco che vi balla il valzer sull'utero? Ecco, quella era esattamente la situazione in cui mi trovavo io in quel momento.

Ero tornata in camera dopo pranzo con l'intento di mettermi a studiare con impegno, visto che quella mattina ero rimasta tutto il tempo sdraiata sul letto a ripensare al bacio tra me e Michael, ma tra il dolore e le fantasie che mi si aggiravano ancora in testa, non ero sicura che sarei davvero riuscita a combinare qualcosa di utile. Dio, mi sentivo una di quelle ragazzine petulanti alle prese con le prime cotte.

E non ci sarebbe stato nemmeno nulla di così male in tutto ciò; se lui non fosse stato un coglione lunatico, io un ghiacciolo negato con i sentimenti e se non avessi baciato un ragazzo che a quanto pare era cotto di me una settimana prima. Ma perché la mia vita doveva essere sempre così incasinata?

Ad ogni modo, quel pomeriggio tornai in camera con un mare di buoni propositi e un programma mentale su come organizzarmi il resto della giornata (che ovviamente pianificai sotto la doccia, perché si sa che quello è il luogo migliore per ragionare), ma ci volle ben poco prima che il mal di pancia mi rendesse impossibile qualsiasi movimento e l'irritazione verso l'intero universo annientasse ogni pensiero positivo che avevo formulato. Essere donne era davvero atroce, qualche volta.

Ero uscita da sotto la doccia da circa dieci minuti ed ora ero in pantaloncini corti e canottiera ad asciugarmi i capelli davanti allo specchio. Era novembre inoltrato, ma quando avevo il ciclo, nel mio corpo si alternavano brividi e botte di caldo ogni due minuti. E in quel momento avevo un caldo bestiale.

Mentre recuperavo la spazzola dal lato del lavandino, scontrai inavvertitamente contro la saponetta al cocco di Jenna, che scivolò sul pavimento. Con un grugnito, senza spegnere il phon, mi chinai per raccoglierla e, quando tornai a guardare nello specchio, mi prese quasi un infarto.

- Oh Gesù! - sobbalzai, dopo aver spento l'asciugacapelli, portandomi una mano al petto e prendendo un profondo respiro.

- No, sono solo io. - replicò Michael, con un sorriso buffo, facendomi alzare gli occhi al cielo.

Che diavolo ci faceva di nuovo in camera mia? Perché, sul serio, non era un buon momento per avere altri lunatici intorno, lo ero già abbastanza per i fatti miei.

- Che bel completino, Moe. - ghignò lui, infilandosi le mani in tasca e mordendosi leggermente il labbro inferiore.

- Mi hai quasi fatta morire di paura! - sbottai, lanciandogli addosso la saponetta che avevo appena raccolto. - E come diavolo hai fatto ad entrare? -

Lui alzò le mani in segno di resa e si chinò per raccogliere l'oggetto. - Non ci vuole un genio per capire che dietro la lavagnetta attaccata alla vostra porta ci sia una chiave di riserva. - ridacchiò, osservando ciò che aveva in mano. - Mi hai tirato una saponetta? -

- Una saponetta al cocco di Jenna. - precisai, recuperandola dalle sue mani e riportandola in bagno.

- Perché Jenna ha una saponetta al cocco? -

- Ma che ne so! - sbottai, appendendo l'asciugamano bagnato all'asse accanto alla doccia.

- Ma più che altro... Fanno davvero saponette al cocco? - domandò, corrugando le sopracciglia e spalancando gli occhi.

Perché ora gli importava così tanto delle saponette al cocco? Non sapevo nemmeno che esistessero prima che la mia coinquilina ne mettesse una sul nostro lavandino e mi ripetesse ogni due minuti quanto fosse buono il suo profumo.

- A quanto pare. - alzai le spalle, riponendo ciò che avevo usato per farmi la doccia e per asciugarmi i capelli.

- Ti ho già detto che quei pantaloncini ti stanno davvero bene? - chiese Mike, ghignando nuovamente e squadrando il mio corpo, facendomi alzare gli occhi al cielo per l'ennesima volta.

- Oh, sta zitto. - sbottai, passandogli accanto e infilandomi sotto le coperte del mio letto. - Che ci fai qui, comunque? -

- Stamattina mi sono dimenticato di prendere la mia felpa. - replicò semplicemente. Non vidi cosa fece dopo, perché mi voltai verso il muro e alzai le coperte quasi fin sopra la testa.

- È sulla scrivania. - borbottai. Lo sentii avvicinarsi, ma rimasi immobile nella mia posizione. Non mi importava che fosse lui, avrebbero anche potuto essere gli One Direction in persona... avrei odiato anche loro, in quel momento. Avevo già detto che essere una donna era atroce qualche volta?

- Si può sapere che ti prende adesso? - sbuffò, rimanendo in piedi accanto al mio letto.

- Sto da schifo, ok? - scattai, tirando ulteriormente su le coperte. - Quindi vattene e basta. -

- Tu hai decisamente il ciclo. - rise brevemente, alimentando l'odio che provavo per lui... e per il resto dell'universo, ovviamente.

- Non c'è nulla di divertente, tu non sai cosa voglia dire! - sibilai. - E mi pareva di averti chiesto di andartene. -

- Perché voi donne dovete essere sempre così lunatiche in quel periodo del mese? - sbottò e, se fossi stata girata verso di lui, sicuramente lo avrei visto alzare gli occhi al cielo.

- Almeno noi abbiamo un motivo per esserlo, la tua scusa qual è? - sputai, con forse più astio di quanto intendessi metterci.

A quel punto, il silenzio scese nella stanza e per un attimo mi pentii di ciò che gli avevo detto. Fui sul punto di voltarmi e chiedergli scusa, ma ancora prima che potessi farlo, sentii la porta della camera aprirsi e richiudersi subito dopo. Mi maledissi in tutte le lingue e i dialetti esistenti, maledissi il ciclo e anche quella deficiente di Eva che in un giardino pieno di frutti era andata a mangiare proprio quello proibito, condannando l'intera popolazione femminile del mondo a sopportare quella tortura una volta al mese.

Le cose tra me e Michael iniziavano ad andare bene e io cosa facevo? Beh, incasinavo tutto nuovamente, ovvio. Ma che avevamo di sbagliato io e lui? Non riuscivamo proprio ad andare d'accordo per più di due giorni.

Valutai l'opzione di uscire dal letto e andarlo a cercare, ma il tricheco ancora appollaiato sul mio utero me lo impedii. Stavo davvero, davvero male.
Decisi, allora, che non appena mi fossi sentita meglio, sarei andata a cercarlo e mi sarei scusata per come mi ero comportata. Sembrava che io e lui passassimo quasi tutto il tempo a scusarci l'uno con l'altra... o a litigare... o a baciarci. Il terzo punto era quello che preferivo, in realtà.

Il flusso del mio sproloquio mentale fu interrotto dal rumore della mia porta che si apriva nuovamente. Ancora una volta, decisi di non voltarmi, troppo irritata e stanca per affrontare chiunque fosse venuto a disturbarmi; ma poi sentii dei passi avvicinarsi al mio letto e il rumore di qualcosa che veniva appoggiato sulla scrivania. Subito dopo, la trapunta venne alzata e qualcuno entrò nel letto insieme a me, con un profondo sospiro. A quel punto, non ebbi più bisogno di voltarmi per sapere chi fosse.

- Ti ho portato i tuoi biscotti preferiti. - bisbigliò, avvicinandosi a me e avvolgendo un braccio intorno alla mia vita.

- Dove li hai trovati? - borbottai, raggomitolandomi maggiormente.

- Li ho comprati mentre eri via. Speravo che mi avrebbero aiutato a farmi perdonare da te. - mi spiegò, alzando leggermente la mia canottiera e poggiando la sua mano calda al centro della mia pancia. Normalmente, mi sarei irrigidita e lo avrei scansato in malo modo, ma la verità era che quel contatto mi piaceva. E parecchio anche.

- Mi dispiace per come mi sono comportata prima. - sussurrai, avvicinando i piedi ai suoi.

- Come hai detto, almeno tu hai una scusa. - rise brevemente, strofinando il naso sulla mia pelle.

Scese un confortevole silenzio tra di noi, ed io rimasi a bearmi della bella sensazione che mi dava la mano di Michael sulla pancia, gioendo anche del fatto che tutte le paranoie che mi ero fatta poco prima fossero insensate. Forse saremmo riusciti ad andare d'accordo per più di due giorni.

- Ti ho già detto che è strano? - sorrisi, nonostante non potesse vedermi.

- Cosa? - soffiò lui.

- Che tu sia gentile. - risi brevemente, continuando ad osservare il muro e notando una minuscola crepa nella pittura bianca.

- Non abituartici. - scherzò lui, provocandomi un lungo brivido a causa del suo respiro caldo sulla mia pelle.

- Potrei farlo, invece. - sorrisi ancora.

- Dovresti farlo. - lo sentii annuire e seppi anche che stava sorridendo. Lo seppi e basta.

- Quindi non tornerai a fare il lunatico coglione? - lo stuzzicai, strofinando leggermente uno dei miei piedi contro i suoi.

- Se dovessi farlo, ti autorizzo a darmi una strigliata uguale a quella di qualche settimana fa. - ridacchiò, provocandomi altri brividi.

- Ho un po' esagerato, quella volta. -

- No, credimi, me lo meritavo eccome. Non posso credere di essermi comportato così male con te. - sussurrò, muovendosi a disagio.

- Sei stato ferito, posso capirlo. - avvicinai nuovamente la mia schiena al suo petto.

- Non giustifica comunque quello che ho fatto. - si lamentò, appoggiando il mento sulla mia spalla. - Sono stato davvero un idiota. -

- Si, su questo siamo d'accordo. - ridacchiai. - Ma credo di essere più idiota io, visto che ti ho perdonato. - scherzai, chiudendo leggermente gli occhi.

- E mi hai anche baciato. - sghignazzò.

- Tu hai baciato me! - protestai, spalancando gli occhi per lo stupore.

- Perché tu mi hai detto di farlo! - ribatté, punzecchiandomi la schiena con l'altra mano.

- Tu hai detto che vorresti baciarmi per tutto il tempo! - esclamai, tentando di voltarmi, ma lui mi impedì di farlo.

- Dovevo proprio essere ubriaco. - scherzò, facendomi ridere leggermente.

- E anche la prima volta in cui mi hai baciata eri ubriaco? - chiesi, sperando che finalmente mi avrebbe dato una spiegazione sensata. Perché, a quel punto, era ovvio che non l'avesse fatto soltanto perché sembravo carina sotto la pioggia.

- Si, ovvio. - questa volta fu lui a ridere, ed io sentii il suo petto vibrare contro la mia schiena. Era una sensazione strana, ma così bella.

- Davvero, perché l'hai fatto? - domandai, assumendo un tono serio.

- Un giorno te lo dirò, Moe, devo solo trovare le parole giuste. Non sono molto bravo con i sentimenti e le cose del genere. - ammise, tornando serio a sua volta. - E comunque potrei ritorcerti contro la domanda e chiederti perché non ti lasci toccare da nessuno all'infuori di me. -

- Anche io un giorno te lo spiegherò... Forse. - mormorai, in tono piatto.

- Forse? - domandò, in tono scherzoso e curioso allo stesso tempo.

- Devo ancora capirlo anche io, ok? - sbuffai, ma risi subito dopo. - E tutto questo è sempre più strano; non possiamo passare dall'odiarci al parlare e al comportarci così. -

- Io non ti ho mai odiata. - sussurrò, in tono estremamente serio.

- Nemmeno io ho mai odiato te... Per quanto abbia provato a convincermi a farlo. - ammisi in un sospiro, prima che un altro confortevole silenzio scendesse tra di noi. Attimi di silenzio in cui mi concentrai semplicemente sul battito del suo cuore sulla mia schiena, sulla sua mano, che ancora non aveva spostato, e sul suo profumo. Dio, il suo profumo.

- Quando torna Luke? - domandai, dopo un po'.

- Domani nel primo pomeriggio, perché? - Michael si avvicinò ulteriormente e iniziò ad accarezzare delicatamente la mia pancia con il pollice.

- Resti con me? - bisbigliai, arrossendo subito dopo e ringraziando il cielo che lui non potesse vedere il mio viso.

Jenna non sarebbe tornata prima di un paio di giorni e io volevo davvero che passasse un'altra notte insieme a me. E non solo perché significava che avrei potuto dormire senza incubi.

- Per quanto tempo vorrai. - rispose lui, lasciandomi un leggero bacio sulla pelle nuda della spalla.

Sorrisi un'ultima volta prima di chiudere gli occhi, e mi ritrovai a sperare che le cose sarebbero rimaste così per sempre.

Ma, ovviamente, la mia vita non poteva essere così semplice.

So baby if you say you want me to stay
I'll change my mind
Cause I don't wanna know I'm walking away,
if you'll be mine.

-----------------

Troppa, troppa dolcezza. Qui ci vuole una catastrofe nucleare. Haha no, ok, sto scherzando; ma dovete ammettere che in questi capitoli sono stata fin troppo brava e vi ho regalato un bel po' di feels in cui annegare. :)

Ah, non ho idea se le saponette al cocco esistano davvero, ma mi suonavano bene hahaha

Ho già più o meno in mente cosa far accadere nei prossimi capitoli, ma per ora è tutto un groviglio di idee che devono essere collegate coerentemente, quindi pregate che mi venga l'ispirazione divina, ma soprattutto: DATEMI LE VOSTRE OPINIONI COME SEMPRE, SIATE IL PIÙ FANTASIOSE POSSIBILE.

Detto questo, oggi vorrei ringraziarvi più del solito perché... SHIVER HA RAGGIUNTO LE 100K VISUALIZZAZIONI E IO MI SENTO MALE!siete le persone più adorabili sul pianeta e io vi amo con tutto il cuore.
love you all,
accolasvoice.

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