10) LA PIASTRA DI ALFONS

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Quando arrivò al villaggio dell'Arcobaleno, Aldaberon era solo, perché Neko lo lasciò prima dell'ultimo tratto di strada. Appena giunto al villaggio, la prima cosa che fece fu andare a trovare il padre. Aveva sentito la sua mancanza. Fino al ritorno di Neko non avrebbe avuto nulla da fare, così decise di impiegare quel tempo in sua compagnia. Non avendolo trovato alla Casa Comune, andò a cercarlo alla casa delle Farfalle, dove vi trovò Jynri che pareva piuttosto preoccupata per la salute del suo uomo.

Aldaberon non provò mai grande simpatia per quella donna sgraziata e opportunista, però in quel momento non poté che condividerne le ansie. Sembrava sinceramente preoccupata per Alfons.

Le chiese dove poteva trovarlo e lei gli disse di andare a cercarlo nei pressi della Casa dei Nasoni. Sicuramente lo avrebbe trovato lì.

Quando sentì pronunciare il nome di quella Casa ebbe un sussulto al cuore.

Era lì che abitava Vandea, con la famiglia e il marito. L'inverno successivo alla nascita dei due gemelli lei ebbe un'altra gravidanza e questa volta alla coppia di sposi nacque una bimba. Lui le fece visita come tutti al villaggio, ma quando fu il suo turno di abbracciarla, si sentì a disagio.

Da allora aveva fatto il possibile per incontrarla solo lo stretto indispensabile perché la gente del villaggio non pensasse che la volesse evitare. Solo ora si accorse che il loro ultimo incontro risaliva a quasi otto mesi prima, solo allora comprese di come passasse veloce il tempo.

Prima era venuto il lungo inverno che li aveva tenuti chiusi nelle case, poi, subito dopo il disgelo, lui e il maestro erano partiti per quel lungo viaggio. Quanto tempo, si trovò a pensare incredulo, eppure ancora non desiderava vederla.

Era mattina inoltrata e i lavori dei campi dovevano essere fatti e le reti tirate a riva. Probabilmente lei sarebbe stata nei campi e Fredrik a pesca con gli altri uomini della Casa. Soltanto pochi vecchi e i bambini sarebbero stati al villaggio, lo sapeva, però il pensiero di andare dove viveva lei lo metteva ugualmente in imbarazzo.

Controvoglia si avviò lo stesso. Salutò Jynri e si diresse alla ricerca di Alfons.

Era una bella giornata di inizio estate, fresca e non troppo ventilata, invogliava a stare fuori. Tutti i bambini del villaggio si trovavano nello spiazzo libero o sparsi nei dintorni a giocare. Tra poche settimane ci sarebbe stata la Festa della Scelta e lui avrebbe di nuovo fatto il possibile per non esserci, come nei tre anni passati.

Dopo di lei non aveva più cercato di accompagnarsi con delle ragazze, perché il prezzo da pagare sarebbe stato troppo alto. Preferiva rimanerne fuori.

Altre coppie si sarebbero formate nel frattempo, altre nascite avrebbero allietato le giornate, ma tutto questo non era per lui. Era inutile mentirsi.

La vergogna che provò quando Vandea scelse Fredrik al posto suo, ancora gli bruciava sulla pelle e se non fosse stato per Alfons, avrebbe preso le sue cose e sarebbe andato via subito, probabilmente perdendosi per sempre. Invece rimase.

Rimase per lui.

Arrivato nei pressi del luogo indicato dalla donna, in distanza vide il padre appoggiato con la schiena alla Casa dei Nasoni, non molto distante dai gradini che conducevano al suo interno. Era là, smagrito e pallido, a scheggiare un pezzo di legno con un coltello, intento ad osservare un gruppo di bimbi che schiamazzando giocavano a poca distanza da lui. Erano una decina, maschi e femmine, appartenevano tutti allo stesso disgelo. I più giocavano nudi nella polvere. Potevano contare più o meno tre, quattro inverni, non di più. Aldaberon non avrebbe saputo dirlo con precisione, perché quelle non erano cose che lo riguardavano. Da quando Vandea si era sposata non aveva fatto nulla per conoscerne i figli direttamente. Non gli interessavano i bambini, a dire il vero anche il solo pensiero lo infastidiva.

LA MASCHERA E LO SPECCHIO-Prima ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora