17a) L'ANELLO

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Il contatto con la mano di Wal lo strappò ai suoi pensieri, tornò presente. Cominciava a provare pena per quel giovane steso nel letto. Gli dimostrava così tanta riconoscenza e fiducia senza domandare nulla in cambio.

Come è diverso da noi, pensò quando gli tese il laccio che teneva stretto tra le dita.

Il Varego prese l'anello e l'osservò a lungo, incerto sul da farsi.

In un modo o nell'altro quell'anello rappresentava il suo passato, era uno dei pochi legami che ancora rimanevano con quel periodo della sua vita. Al contatto lo sentì caldo e liscio, tenerlo in mano gli diede sollievo. Ma guardarlo non aveva senso, se tutto il resto gli sfuggiva. Non era che un oggetto senza nessun valore, per lui.

In più la sua esistenza sarebbe terminata quel giorno nella foresta se non avesse incontrato Flot. A lui doveva la vita, quella vita non più sua e a lui doveva quell'anello. Scuotendo la testa glielo ridiede.

"No, non lo voglio" gli disse tranquillo "Prendilo tu, è tuo. Mi hai salvato la vita nella foresta, desidero che tu lo tenga come segno di riconoscenza".

Confuso da quel gesto di generosità, Flot lo prese indietro. Non capiva. Rimase per un po' incerto sul da farsi. Cercò conforto nello sguardo del ragazzo più giovane, ma non vi trovò che imbarazzo. Si sentì smarrito, per la prima volta dopo tantissimo tempo non aveva le idee chiare.

Quelle erano state settimane dure per lui, di delusioni e disillusioni. Non credeva potesse esserci ancora qualcosa di così spontaneo come il donare in modo disinteressato e onesto.

<Come è ingenuo> pensò nel guardare il volto radioso dello straniero divenuto suo amico <Si aspetta così tanto, invece noi...>.

Tra la sua gente, la generosità non si usava più da tanto tempo, ormai. Tante cose non erano più accettate tra la sua gente, ormai, ed era stata colpa sua. Le leggi del suo popolo erano chiare, nessuno poteva sentirsi escluso dal loro potere. Nemmeno lui, che le aveva fatte.

Girò e rigirò l'anello tra le mani, quasi scottasse. Non sapeva cosa fare.

Doveva seguire il sentiero tracciato da lui stesso, oppure gettarsi a capofitto nella foresta sconosciuta?

Lì per lì, incerto sulle conseguenze del suo gesto, prese una decisione che aveva il sapore della vendetta.

Se le leggi del mio popolo sono inflessibili, pensò sorridendo, lo siano tutte.

Facendosi aiutare da Radice, si sollevò l'ampia camicia. La sfilò e si fece legare il laccio di cuoio al braccio sinistro, appena sotto l'ascella.

"Come vuoi Wal" disse infine "Lo terrò. Ma non come dono. Sarà un segno della nostra amicizia che porterò fino a quando non lo vorrai ancora per te. In cambio prendi questo" aggiunse il giovane, srotolando parte della chioma. Ne tagliò una grossa ciocca che intrecciò fino a farla diventare una corda, poi la legò attorno al braccio del Varego.

"In questo modo porteremo sempre addosso qualcosa l'uno dell'altro" gli disse una volta terminato " Da questo momento siamo Prim Amis, Radice ne è testimone. Quello che vale per me, vale per te, Wal. Rammentatelo".

Sotto lo sguardo attonito di Radice si scambiarono un abbraccio. Il giovane non avrebbe saputo dire quale dei due fosse il più commosso.

Sapeva che Flot era nervoso dopo la Festa di Citati e poteva capirlo. Lui stesso aveva partecipato alla Scelta e ne aveva accettato il responso per quanto crudele fosse stato, però mai si sarebbe aspettato di vederlo così cambiato. Era diventato più umano, meno intransigente verso gli altri e verso se stesso. Era cambiato molto, sì, e non soltanto nel comportamento.

LA MASCHERA E LO SPECCHIO-Prima ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora