7c) AMICO DI TUTTE

221 93 214
                                    

Chiarito questo andarono a dormire, anche se per Aldaberon fu difficile prendere sonno. La sua fu una lunga notte insonne, perché le parole del Gangi non smisero di frullargli per la mente. Aveva voluto chiarezza e l'aveva ottenuta.

Fin dalla più tenera età gli avevano detto che per il loro popolo la famiglia era tutto e per un giovane Varego il primo dovere era sposarsi e mettere al mondo figli. Per la grandezza del nome della sua famiglia, questo era l'obiettivo e lo scopo della vita di un guerriero.

Ma Neko, con le sue parole l'aveva escluso da tutto questo.

Come Sanzara era imparentato con tutte le ragazze del popolo Varego, perciò non poteva sposarne nessuna.

Come Sanzara aveva capito che un giorno avrebbe dovuto andarsene, lasciare il villaggio, per affrontare il proprio destino in solitudine, perciò nessuna donna l'avrebbe seguito.

Solo se fosse tornato come Gopanda-Leta avrebbe potuto legarsi per la vita a una donna Varega, ma questa era una possibilità così remota che pareva impossibile.

Ora finalmente capiva quello che poteva attendersi dalla sua vita e, per quanto possibile, il suo futuro gli apparve ancora più nebuloso.

Si vedeva destinato alla solitudine e il suo nome sarebbe andato perduto per sempre, ma fu allora che iniziò a rendersi conto che non era sbagliata la legge che gli impediva di prendere moglie.

Lui non aveva un nome da perdere, perché era un Prendi Nome.

Lui non poteva sposare una donna Varega, perché gli uomini Vareghi partivano per viaggi lontani con l'intento di ritornare, lui poteva solo partire.

Rendersi conto di quanto labile fosse la sua situazione all'interno del villaggio lo angosciò a tal punto da creargli un impulso distruttivo.

Anche se si trovavano nel bel mezzo della notte provò il desiderio di uscire e andare di corsa al "Nido", subito, senza dire nulla gettarsi dalla grande scogliera che sovrastava il grande mare dei Vareghi, ma poi intervenne ancora il pensiero di Vandea e questo lo portò indietro, a quei momenti magici che avevano vissuto e che voleva ancora, nonostante tutto e tutti. Quel pensiero lo pervase di dolcezza e agitazione.

Rivide i momenti delle carezze e gli sguardi, che ora gli laceravano il cuore nel ricordarli. Il senso di pienezza che provò allora, ora lo faceva sentire vuoto; il calore che allora lo ritemprò, ora raggelava il pensiero per non poterlo avere più. Si girò e rigirò irrequieto nel letto nel disperato tentativo di trovare una via d'uscita, fino a quando non gli venne in mente che tra i Vareghi una ragazza poteva scegliere.

Spettava a lei e a lei soltanto il diritto di dirgli se voleva ancora vederlo o meno, non alla sua famiglia.

Una debole fiammella di speranza si riaccese, lasciandolo più sereno. Lentamente scivolò nel sonno e al mattino si risvegliò risoluto.

Affrontò subito Neko:

"Maestro, se sei d'accordo voglio uscire all'aperto" gli disse senza preamboli.

Voleva farsi vedere per il villaggio insieme a lui. Voleva che tutti lo vedessero e sapessero che il Sanzara riprendeva il suo posto nella comunità.

Neko accolse con gioia la notizia, in fondo era quello che stava aspettando da tanto tempo. Fecero una rapida colazione, poi uscirono.

Nella notte aveva piovuto, il terreno fuori della capanna era fradicio e scivoloso. Ampie pozzanghere ristagnavano sul terreno compatto, eppure il cielo era azzurro, pulito e limpido come solo al Nord del mondo può essere. L'aria era fresca e lo spiazzo davanti alla casa del Sanzara vuota. Era ancora molto presto.

LA MASCHERA E LO SPECCHIO-Prima ParteOnde as histórias ganham vida. Descobre agora