9c) LA FESTA DEL RITORNO

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Tutto si svolse nel migliore dei modi.

Un grande falò fu acceso nello spiazzo del villaggio, in modo che tutti ne fossero illuminati mentre mangiavano, bevevano e ridevano, ascoltando le storie che i naviganti avevano portato dal lungo viaggio e le vanterie di chi era rimasto.
Aldaberon sedette accanto ad Alfons e a Neko, parlò poco, ma osservò molto. Nessuno fece il minimo accenno all'orrore della razzia, al sangue, alle urla. Si raccontò solo del valore dimostrato; di come i tre nuovi guerrieri avessero superato la prova del sangue in modo superbo trovando ognuno la propria vittima. Accettò con imbarazzo i complimenti del padre e di altri che erano con loro durante la razzia, bevve e mangiò come tutti, però non riuscì a dimenticare quegli occhi vuoti che lo fissavano come per chiedergli:"perché mi hai fatto questo?".

Si sentiva a disagio in mezzo a tutta quella ipocrisia. Non si sentiva al suo posto. Le uniche persone che ancora lo trattenevano dall'andarsene erano Alfons, Fredrik, Thorball e Vandea, anche se sapeva che presto alcune di queste si sarebbero allontanate da lui.

Finalmente anche Vandea si aggiunse alla festa. Arrivò per ultima, si sistemò accanto al padre e alla madre, in mezzo alla sua famiglia. Zie, cugine, nonne, parenti prossime e lontane, la circondavano completamente quasi la volessero isolare da tutto. Impossibile per Aldaberon avvicinarla in quelle condizioni, doveva solo accontentarsi di guardarla da lontano. Era raggiante nel suo vestito da sposa, colorata come un arcobaleno. Lei come le altre ragazze che dovevano scegliere, erano già agghindate per il matrimonio ed erano al centro dell'attenzione di tutti. Battute salaci e grossolane allusioni venivano accolte da tutto il villaggio con sonore risate. I bersagli erano gli sposi e le prodezze che li avrebbero aspettati nella notte; nulla di nuovo, ogni volta gli scherzi e le battute si ripetevano uguali alle volte precedenti, però facevano parte della tradizione. Alleviavano la vita, davano speranza.

Quando poi la luna arrivò alta nel cielo, i cibi e le bevande furono consumati e i giochi ultimati, arrivò il momento della scelta.

Aldaberon ebbe un balzo al cuore quando vide le famiglie che si muovevano, separandosi per case, lasciando al centro della scena le quattro ragazze, sole, in piedi ad attendere. In mano tenevano stretto l'anello che avrebbero dato al prescelto, in modo che capisse con chi avrebbero passato la vita. Alfons che gli era accanto gli posò una mano sulla spalla e lo spinse leggermente per farlo avanzare. In un attimo si trovò al centro dell'attenzione di tutto il villaggio. Alcuni bisbigli e gesti scaramantici, lo misero in imbarazzo. Alle volte si dimenticava di essere un Sanzara. Per fortuna durò poco, perché anche Fredrik e Thorball vennero spinti in avanti. Anche i suoi amici erano tesi, imbarazzatissimi. Dopo un rapido cenno di saluto, i tre si avvicinarono l'un l'altro, poi si avviarono lenti verso le quattro ragazze che li attendevano.

Mentre si avvicinavano alle ragazze, Aldaberon cercò gli occhi di Vandea ma non riuscì a trovarli. Erano diretti altrove, non fissavano i tre pretendenti. Pareva avere un velo di tristezza sul volto, al contrario di Ingrid e Thulid che erano raggianti.

In quanto appartenenti alla medesima casa di Aldaberon, le due gemelle nemmeno lo consideravano, pareva non esistere per loro. Avevano occhi soltanto per Fredrik e Thorball, che resosi conto di essere studiati come bestie da macello, divennero rossi come dei peperoni.

L'unica a sembrare a proprio agio era la giovane della casa delle Formiche. Sapeva di non avere da scegliere per quell'anno, così si godeva la serata e le attenzioni che tutti le rivolgevano.

I tre ragazzi arrivarono davanti alle quattro future spose e si fermarono a un paio di passi di distanza. Tutto il villaggio era ammutolito, in attesa che il rito del matrimonio venisse svolto.

Aldaberon era al centro dei tre. Alla sua sinistra c'era Fredrik, mentre Thorball era alla sua destra.

Attesero come tutti che Vandea venisse avanti, specialmente lui che in cuor suo sperava mantenesse la promessa che aveva fatto prima della partenza. Continuava a fissarle il volto in cerca di un cenno, di un segno, di qualunque cosa che potesse dargli un poco di pace al tormento che lo rodeva da quando si era alzato di fronte a tutto il villaggio per venire lì, dove tutti credevano che non sarebbe successo nulla per lui. Ma quel cenno non veniva. Vandea continuava a guardarsi attorno, verso la gente del villaggio, verso il padre, la madre, che attendevano immobili in mezzo a tutti i loro parenti. Pareva non decidersi a muoversi. Fu Thulid a darle una spinta discreta, invitandola a procedere, provocando qualche discreto scoppio di ilarità nella gente del villaggio. Lei si voltò a guardare la ragazza più giovane e fece un cenno con il capo. Con passo malfermo fece un passo avanti, trovandosi proprio davanti ad Aldaberon.

LA MASCHERA E LO SPECCHIO-Prima ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora