🖤- Capitolo 21 || Non è una novità -🖤

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Katherine Pov's

Quando mi sveglio mi ritrovo nel mio caro e amato letto al calduccio. Suppongo che Wesley mi abbia presa in braccio come un principe azzurro fallito e rifatto e portata delicatamente nella mia stanza.

La sua bontà mi spiazza.

Mi fa strano non vederlo quando scendo al piano di sotto in cucina, ci sono tutti ma lui no.

"Dov'è Elvis?" è la prima cosa che chiedo quando mi siedo al bancone di fronte a un piatto pieno di pancakes, che mi sta decisamente chiamando per essere mangiato al più presto.

"Buongiorno anche a te stronza" mi risponde Aly ridacchiando e venendo verso di me, con l'intenzione di darmi un bacio sulla guancia, che le concedo.

"È uscito stamattina" mi informa mio fratello.

"E si può sapere dov'è andato?" inizio a mangiare per evitare di agitarmi di più.

"Non l'ha detto"

Katherine, fai dei respiri profondi.

"Beh.. guarda caso mi servite voi Stevens oggi, quindi Victoria, chiama tuo fratello e digli di venire qui immediatamente"

Alex mi lancia un'occhiata di rimprovero, che ignoro completamente. Victoria chiama Wesley, ma passano i secondi, e lui non risponde.

"Pazienza, saremo solo noi due" le faccio cenno di seguirmi, e lei lo fa senza ribattere. Usciamo dalla villa, ed entriamo nella mia macchina.

"Dove andiamo?" domanda mentre si mette la cintura.

"A ritirare delle cose" le rispondo prima di accendermi una sigaretta, e partire di scatto di proposito per farla spaventare.

Sono proprio simpatica.

Il tragitto in macchina dura abbastanza da farmi capire che lei non parlerà, ed io pure.
Devo capire ancora perché si è messa a baciare mio fratello, sì, ci penso ancora purtroppo. Sono abbastanza protettiva verso i suoi confronti.

"Ho sentito che alla sfilata, tu e Hayden stavate litigando riguardo il bacio che ci siamo scambiati io e lui" si schiarisce la voce, guarda la strada davanti a sé.

"Sì, ok.. e?!" butto la sigaretta dal finestrino.

"Volevo dirti che, era tutto programmato. Ci siamo messi d'accordo per scandalizzarti un po'"

Mi viene spontaneo alzare le sopracciglia.
Mi ero sorpresa solo di vedere i miei due migliori amici baciarsi, perché a quanto pare si piacciono a vicenda. Si sta un po' coprendo il culo, mi sa.

Non le rispondo, e quando parcheggio la macchina, scendiamo senza fiatare. Victoria mi sta dietro perché, ovviamente, non sa dove andare. Tra pochi passi in realtà siamo già arrivate, sarà una cosa breve.

"Perché siamo qui? È tutto abbandonato in questa via.." cammina accanto a me "Mica vuoi uccidermi?!" sbotta facendo un passo indietro.

"Certo che no, stupida" le rispondo a tono facendo un sospiro di frustrazione "Dobbiamo solo prendere una cosa, fine"

Facciamo altri dieci passi, e come immaginavo, quello che dobbiamo ritirare è messo al solito posto. Accanto a l'unico cespuglio decente.

"Prendi quella scatola" dico a Victoria mentre io prendo l'altra. Lei annuisce senza farmi domande, per fortuna. Ritorniamo indietro nella macchina sane e salve e con il bottino a bordo.
Quando faccio partire l'auto e lei si mette la cintura, parte con le domande.

"Cosa c'è in quelle scatole?"

Sbuffo, ma le rispondo bene stavolta.

"Come ben sai, qui le gang per farsi riconoscere hanno i nomi. I Diabolics siamo noi, I Dragons sono Adam e i suoi ragazzi, e così via. Dentro le scatole ci sono le giacche e felpe con il nostro nome. È una delle regole che io e mio fratello abbiamo messo, come ad esempio, farsi il tatuaggio del simbolo della propria gang"

Il pericolo nei nostri occhiWhere stories live. Discover now