🖤- Capitolo 24 || L'intero zoo -🖤

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"Se continui così.. avrai tutto il corpo pieno di buchi" afferma Wesley con le sopracciglia aggrottate mentre con delicatezza mi benda entrambe le braccia.

"Ormai ci ho fatto l'abitudine" rispondo sovrappensiero, mordicchiando il mio labbro inferiore.

"Sembro la solita brava ragazza crocerossina dei libri, solo in versione maschile" ridacchia alzando gli occhi su di me.

"Sei l'unico che te ne intendi di cure. Ma comunque, se dovessi stancarti di salvarci la vita, ho un vecchio amico che lavora come medico all'ospedale, quindi può esserci molto utile" anche se in realtà chiedere il suo aiuto è l'unica cosa che non vorrei fare. Mi alzo lentamente dal mio letto prendendo un enorme respiro, sentendo gli occhi di Wes puntati sulla mia schiena. So che adesso inizierà a parlare di ciò che è successo prima.

"Perché hai deciso di non coinvolgerci? Eravate tu, Hayden e quel ragazzo.. Jacob, credo? Non sapevi in cosa andavi in contro e decidi di non dire niente agli altri?" incrocia le braccia al petto, mettendo in mostra i suoi muscoli. Potrei svenire da un momento all'altro, non gli rispondo, ma continuo a fissare le sue braccia.

"Katherine?" mi richiama alzandosi dal mio letto.

Distolgo lo sguardo, concentrandomi sui suoi occhi verdi.

"Perché credevo non ce ne fosse bisogno" gli dico "E se ci pensi, è stato un bene che non vi abbia portati con me, perché a quest'ora saremmo tutti quanti per terra e sanguinanti in quella stanza e non avremmo avuto nessuno a cui chiedere aiuto" incrocio io le braccia al petto, stavolta.

"Ma ce l'avremmo fatta, in qualche modo. Potevate morire, tutti quanti" inspira dal naso dilatando le narici mentre mi guarda giocando con il suo labbro inferiore con le mani.

"Ma siamo vivi, ancora" guardo altrove, pensando ancora alla conversazione con Adam.

Mi guardava come mi guardava tempo fa, era tornato come prima. Il vecchio lui è ancora dentro di sé, l'ho visto, deve solo uscire fuori. Non si può cancellare quello che mi ha fatto, quello che ci ha fatto, ma la me stupida si preoccupa ancora per lui, a volte. Potevo lasciarlo morire in quella stanza, ma non l'ho fatto, perché so che in lui c'è speranza. Mi nasconde delle cose, che io devo assolutamente scoprire.

"Perché hai detto a Derek di salvare Adam?" mi chiede Wesley confuso "Avresti potuto finalmente avere la tua vendetta" mi scruta in volto come a volermi leggere dentro la vera risposta alla sua domanda. Ma vedrà solo un muro, e sentirà una falsa risposta.

"Non era ancora la sua ora" non distolgo lo sguardo dai suoi occhi "Se deve morire, deve succedere per mano mia, non degli altri"

Non dice niente, cerca ancora di capire se ho detto la verità o no. Ma non sa, che so mentire meglio di chiunque altro, ormai. Il dolore porta a cambiare sé stessi, a saper nascondere le proprie emozioni quando si può, e a scoppiare quando tutta la sofferenza è troppa da sopportare.

"Cercare vendetta non serve a niente, lo sai?" mormora "Finirai per rimetterci tu"

"Voglio che soffra come lui ha fatto soffrire me e-" mi blocco, ripensandoci "Comunque, cosa credi che dovrei fare? Lui mi fa del male, ed io dovrei perdonarlo e fare come niente fosse? Con me non funziona così" stringo le mani in due pugni.

"Mi vendicherò sempre delle persone che mi fanno soffrire, sempre" serro le labbra.

"Se vuoi vendicarti vuol dire che ci tieni tutt'ora a lui, nonostante quanto ti ha fatta soffrire. Tu brami una vendetta in grande, servita fredda su un piatto d'argento, aspettando il momento giusto per farlo cadere a pezzi. Perché vuoi mostrargli quanto davvero lui ti ha ferita. Non vuoi vendicarti per farlo soffrire, vuoi vendicarti per fargli capire che sei ancora delusa da lui e che ti ha distrutta" afferma Wesley sicuro di sé.

Ha fottutamente ragione.
Ma non è questo quello che devono vedere gli altri.

"No, Wesley" dico solamente, avendo improvvisamente un nodo alla gola.

"E dimmi come stanno le cose allora" sbotta allargando le braccia per poi lasciarle ricadere sui fianchi.

"Non ti devo dire un bel niente" mi innervosisco velocemente e mi allontano da lui con dei passi indietro.

"Ecco" ridacchia "Quando qualcuno scopre quello che davvero pensi, scappi. Non affronti i problemi" mi accusa tranquillamente, sedendosi sul mio letto.

"Io scappo dai problemi??" alzo la voce indicando me stessa scioccata "Sono ancora davanti a te che ti sto parlando, quindi in realtà il mio problema, lo sto affrontando eccome" mi avvicino a lui.

"Quindi ora sono io il tuo problema??" sbotta alzandosi di scatto, mettendosi ad un palmo da me e sovrastandomi con la sua altezza.

"Sì, sei uno dei miei problemi" affermo sicura di me, e senza volerlo mi cadono gli occhi sulle sue labbra, che ho sempre avuto la fortuna di ammirare, ma mai assaporare "Lo sei sempre stato in realtà, perché con te non vado d'accordo"

"Però.. io.." cerco di continuare a dire. Lo guardo negli occhi, guardo di nuovo le sue labbra, presa dal nervoso. Wesley coglie i miei movimenti, e fa quello che avrei voluto fare io tante volte. Mi afferra da un fianco e mi bacia. Appoggia una mano sulla mia guancia, mentre io allaccio un braccio sul suo collo, e porto una mia mano tra i suoi capelli, presa completamente dalla adrenalina di questo bacio.

Mi allontano di poco spontaneamente, ma riprende di nuovo a baciarmi con insistenza, spingendomi indietro fino a toccare con la schiena la porta della mia stanza. Le nostre lingue vanno in collisione, le sue mani arrivano nel mio di dietro stringendolo con forza nel mentre le mie di mani scompigliano i suoi capelli.

"Wes-"

Mi interrompe prendendomi in braccio, e appoggiandomi sulla scrivania vicino al letto.

Mi ribacia afferrandomi dalle guance, per poi far scendere una mano nel mio fianco e una mano sulla mia coscia.
Il mio petto preme nel suo, le mie braccia cercano di portarlo il più vicino possibile, più di quanto non fosse già.

Interrompe di nuovo il bacio riprendendomi in braccio.

"Insomma, deciditi" ridacchio, fino a quando non mi mette sopra il letto, salendo sopra di me e riprendendo a baciarmi.

Il mio cuore batte all'impazzata come credo non abbia fatto mai prima d'ora. Non provo le solite farfalle nello stomaco, ma direttamente l'intero zoo.

Strizza la mia coscia, mentre dalle mie labbra scende nella guancia, per poi fermarsi sul collo, in cui inizia a lavorarci. Inarco la schiena leggermente, portando la testa indietro e sospirando.

All'improvviso però sento delle urla, che inizialmente non riesco a capire.

"Voglio vederla!!" la porta della mia stanza si spalanca d'un tratto, Wesley salta via da me, ed io mi metto subito a sedere, fino a che non riconosco quegli occhi.

E mi chiedo come abbia fatto a trovarmi, a trovare la villa nel bosco così facilmente.

"Oh dio" commenta girandosi per un momento dall'altro lato "Che schifo" ritorna a guardarmi.

Mi alzo lentamente, lanciando un'occhiata a Wesley, che ha già capito come andrà a finire la situazione.

"Ciao Katherine" un sorriso praticamente inesistente si forma sulle sue labbra, guardandomi con curiosità.

"È bello vederti" sposto gli occhi alla sua sinistra, sentendomi leggermente più sollevata a vedere che lo scontro non sarà a due.

"Ciao mamma, ciao papà"

Il pericolo nei nostri occhiWhere stories live. Discover now