🖤- Capitolo 20 || Non ti dimenticare di me -🖤

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"Cioè.. fammi capire bene" mio fratello mi guarda prendendo un enorme respiro, alzandosi lentamente dalla poltrona, pronto per fare una delle sue solite sceneggiate da fratello maggiore "Tu eri pronta ad andartene via con Adam, senza cercare di trovare un altro modo, tipo ucciderlo, e per giunta il diretto interessato ti ha tirato un pugno nel naso?" alza le sopracciglia.

"Alex, ma tu non eri mezzo morto in quei momenti?" mi volto verso di lui, che è sdraiato sul divano "Non potevi startene semplicemente zitto non raccontando niente ad Hayden e ringraziarmi per averti salvato la vita?" incrocio le braccia al petto.

"Grazie per avermi salvato la vita, Kat" mi sorride "E no, non potevo non raccontare niente ad Hayden dopo aver saputo del pugno sul naso da parte del coglione" fa spallucce. Abbozzo un sorriso per il suo preoccuparsi per me sempre.

"Ok, stavo dicendo" Den si schiarisce la voce "Che cazzo ti salta in testa?! Ogni volta che non ci sono ti vengono delle idee che al massimo la pazza di Nonna Marie può esserne fiera!!" sbotta.

"Hey!!" mi avvicino a lui, puntandogli il dico contro "Non parlare così di Nonna Marie, lei non è pazza, è solo.. stravagante"

"Stravagante?!" ridacchia sarcasticamente "Secondo te essere stravagante è infilare un mazzo di fiori dentro al cesso scambiandolo per un vaso e affermando: questo è un vaso così carino e raffinato, bello, davvero bello. Dove lo avete comprato? Se scambia il gabinetto per un vaso, allora il vaso lo scambia per il gabinetto, e a quel punto, addio fiori seriamente"

I nostri amici scoppiano a ridere, mentre io cerco di trattenermi per difendere Nonna Marie.

"Ma perché i loro litigi sono così strani e divertenti allo stesso tempo?" chiede Victoria a Derek cercando di smettere di ridere.

"Sono dei McCallen" ridacchia Der "E in più perché personalità così sono rare da trovare"

"Vogliamo parlare invece di te che due anni fa, quando ancora soffrivi di sonnambulismo, ti sei alzato dal letto e sei andato a dormire nella cuccia del cane che avevamo, Terry?! E che l'indomani mattina ti ho trovato pieno di croccantini e di terriccio perché, giustamente, hai fatto i tuoi bisogni in giardino, proprio come un cane?" sorrido vittoriosa a guardare la sua faccia sconvolta e imbarazzata.

Il mio racconto suscita, nuovamente, le risate dei nostri amici. Ecco, così magari ci pensa due volte prima di parlare male di Nonna Marie, che è la persona più dolce, buona e gentile che abbia mai conosciuto, e che non vorrei perdere mai. L'unica cosa negativa è che non abita qui, a Miami, ma proprio a Chicago, dove siamo stati in vacanza qualche anno fa.

"Ok ok basta così" ovviamente il mio caro fratellone dall'imbarazzo mi lancia occhiate malefiche, guardandosi attorno senza incrociare gli occhi di nessuno.

"Tornando al discorso di prima" si riavvicina a me puntandomi il dito contro "Sei irresponsabile, non pensi completamente prima di agire. Non posso vivere con la paura di perderti, almeno questo lo capisci? Sei un capo, e i capi pensano al bene degli altri e al bene di sé stessi, tu non lo fai!! Se non fosse stato per Wesley, adesso saresti con Adam chissà dove, te ne rendi conto?! Mettiti la testa a posto, e poi forse, potrai pensare a come si ragiona responsabilmente!"

"Dio, Hayden!!" sbotto "Sembri i nostri genitori, non sei tu. Cosa dovevo fare? Eh?! Voglio ricordarti che a causa del vostro comportamento irresponsabile, stanotte c'è stato lo scontro con Adam e il rapimento di Alex. La colpa non è stata mia. Fai tanto il saggio ma poi sei il primo che sbaglia, e quindi a te serve qualcuno che ti faccia la predica. Volevi che lasciassi Alex ad Adam? Mmh? Non dovevo affrontarlo, quindi. E forse Alex sarebbe morto. Bel ragionamento che fai, complimenti"

"Ragazzi, finitela" si intromette Alyssa "È tardi, siamo tutti stanchi e quindi nervosi. Una bella dormita sistema tutto" mi lancia un sorriso, e la ringrazio annuendo.

"Buonanotte" dico riferito a tutti, per poi alzarmi e andare nella stanza della palestra. È meglio per me non tornare a casa, soprattutto in questi giorni, sapendo che ora i miei genitori sono tornati.

Mi soffermo nel bagno della palestra, sono venuta qui principalmente perché so che non verrà nessuno, senza un motivo.
Accendo la luce, mi avvicino allo specchio.
La tinta blu dei miei capelli si è schiarita, quindi devo decidermi: rimanere blu o tornare mora.

Prendo dal mobile un fazzoletto e lo bagno, per togliere il sangue secco nel mio naso.

"Tutto ok?" spunta Wesley dalla porta, e non ne rimango sorpresa. Annuisco, continuando a fare quello che stavo facendo e sì, anche ad ignorarlo. In momenti come questi io voglio stare sola, ho bisogno di pensare per conto mio, senza nessuno intorno.

"Non mi parli?" chiede alzando un sopracciglio, mentre si appoggia di spalla allo stipide della porta incrociando le braccia al petto.

"Che dovrei dirti, Wesley?" uso un tono seccato e disperato allo stesso tempo.

"Non lo so, qualcosa" mi raggiunge "Qualsiasi cosa tu voglia"

Finisco di pulirmi il naso, poso il fazzoletto e mi giro verso di lui, essendo così faccia a faccia.

"Mi stai troppo incollato, non mi piace, ho bisogno di spazio" lo sorpasso con tranquillità con l'intenzione di andare fuori, a prendere una boccata d'aria. Ne ho proprio bisogno.

Lui mi segue, ovviamente.

Una volta usciti dalla villa, io mi siedo per terra, nel prato, portando le gambe al petto. Lui si mette dietro di me, e circonda con le sue braccia le mie spalle, e di conseguenza mi fa appoggiare la schiena sul suo petto.

"Ti ho dato il consenso per caso?" dico frustrata, ma non mi sposto.

"Orale no, ma fisico sì" se ne esce con questa frase, che a quanto pare, ha capito solo lui il significato. O forse, io non voglio proprio capirlo.

"Ormai discutere con te è diventato il mio hobby" sospiro, lasciando trapassare un piccolo sorriso, che lui fortunatamente non può vedere.

"Anche il mio" ride "Io voglio semplicemente starti accanto, ma tu non me lo permetti"

"Capita" alzo le spalle.

"Un amico in più cosa ti cambia?"

"Non mi cambia niente avere un amico in più, il punto è com'è fatto di carattere, e in questo caso, tu mi stai antipatico" dico sicura di me.

"Sì, certo" ridacchia, facendoci dondolare leggermente "Non ci credi neanche tu a quello che dici, e dovrei crederci io?"

"Io credo sempre in quello che dico, tienilo a mente" mi volto per guardarlo, solo per rendergli chiaro il concetto.

"Va bene" alza gli occhi al cielo.

"Non potresti essere sempre così?" dice a bassa voce, appoggiando il mento sulla mia testa.

"Così come?" chiedo chiudendo delicatamente gli occhi.

"Serena.. e non allergica al mio tocco" lascia un bacio tra i miei capelli, o almeno credo, non vorrei sbagliarmi dato che sono davvero stanca, e vorrei tanto dormire.

"Un giorno magari lo sarò" sussurro, accucciandomi di più a lui, porta una caloria rilassante e siccome sento un po' freddo e non abbiamo le coperte.. ne approfitto.

Per vari secondi regna un silenzio tranquillo, interrotto solo dai nostri leggeri respiri.

"Katherine.." lo sento chiamarmi a voce bassa leggermente roca.

"Dimmi" biascico, presa letteralmente dal sonno.

"Non ti dimenticare di me" lo sento accarezzarmi delicatamente la guancia con le nocche delle mani.

"E tu di me"

Il pericolo nei nostri occhiWhere stories live. Discover now