🖤- Capitolo 37 || Le 3 domande -🖤

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Io e Wesley usciamo dal casinò con passo tranquillo, con me davanti per fare strada per andare nella mia macchina, è stato accompagnato qui da Victoria, almeno questo è ciò che mi ha detto qualche secondo fa. È la verità?

La brezza estiva si fa sentire, è una serata abbastanza fresca. E nonostante io stia bene così, e che non senta freddo, noto Wesley togliersi la giacca di dosso, e appoggiarla delicatamente sopra le mie spalle.

Decido di non dirgli nulla stavolta, nessuna battutina, si merita un po' di tregua a volte, vero? Gli lascio realizzare la sua piccola scena da gentiluomo.

Accenno un sorriso, tenendomi la giacca con la punta delle dita.

"Ancora non mi hai detto come hai fatto a trovarmi" gli faccio notare, lanciandogli un'occhiata curiosa e sospetta, ma lui sembra essere sereno.

"Io e gli altri ti abbiamo cercata ovunque.. al tuo rifugio, a casa, alla villa, da Kledy" si mette a contare con le dita, ma lo interrompo.

"A casa? Perché mai sarei dovuta andare dai miei genitori?" mi piazzo di fronte a lui a braccia conserte.

"Perché forse sentivi la loro mancanza?!" fa un piccolo sorriso, alzando leggermente un sopracciglio.

"Ah, che divertente" ridacchio "Mai" ritorno seria, e ricomincio a camminare.

"E alla fine Hayden ha pensato ad un'ultima opzione, e dato che siamo insieme adesso, ci ha azzeccato" si rimette al mio fianco, con le mani dentro le tasche dei suoi pantaloni.

"Grandioso" farfuglio sbuffando "E perché sei venuto tu e non lui?" gli chiedo per completare il mio puzzle.

"Ha preferito lui così" fa spallucce.

"Strano" mormoro a me stessa.

Passano alcuni secondi di silenzio, non riesco a capire se di imbarazzo o altro. Ma preferisco questo a sentirlo parlare.

"Dobbiamo parlare di molte cose, io e te" sbotta d'un tratto, stavolta è lui a piazzarsi davanti a me. Aggrotto le sopracciglia, ipotizzando gli argomenti di cui vuole discutere. È serio, ma sempre tranquillo. Beve più volte al giorno qualche camomilla?

"Ovvero?" mi allontano di un passo, partendo in difesa.

"Ovvero i nostri baci e la notte passata insieme.. insomma, il nostro rapporto" sorride, ma in modo provocatorio, come se fosse divertito.

Sono indecisa tra scoppiargli a ridere in faccia e prenderlo a pugni. Ho sentito male, vero?

"E perché mai? Non abbiamo nulla di cui.. chiarire" alzo un sopracciglio.

"Invece, sì" si avvicina a me a passi lenti, e per chissà quale strana ragione, invece di spostarmi o di sbraitargli contro.. indietreggio, fino a toccare con la schiena una macchina. La mia. "La prima domanda è.. perché ci siamo baciati?" mi intrappola con un braccio, appoggiato alla macchina vicino alla mia vita.

"Se non lo sai tu, perché mai dovrei saperlo io?" faccio un ghigno "La gente, e in particolare, i ragazzi d'oggi, si baciano di continuo. Per noia, per divertimento, per bisogno, per vendetta" incrocio le braccia al petto.

Se credeva che la sua vicinanza mi causasse imbarazzo, si sbaglia di grosso. Prova che, ancora non ha proprio capito che tipo di ragazza io sia.

"O per amore" aggiunge lui, non smettendo di guardarmi.

"Sì, anche per questo. E quindi?" lo sfido con lo sguardo.

Sospira, mentre assottiglia gli occhi e annuisce leggermente. Mi sta sfidando anche lui.

Il pericolo nei nostri occhiWhere stories live. Discover now