🖤- Capitolo 29 || Perché non parli? -🖤

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Non riesco ancora a muovermi.
Rimango bloccata davanti la mia moto, continuando a pensare a quanto possa essere stata brutta la situazione di prima. A ogni singola parola, a ogni singolo gesto.

Kledy è l'ennesima persona che ho fatto soffrire, che posso benissimo aggiungere alla lista.

Perché devo far star male tutti, anche se non voglio?

Gli occhi continuano a bruciarmi, ma mi rifiuto di lasciar scendere ancora lacrime. Passo una mano nelle palpebre, e schiarendomi la voce, salgo in sella alla moto.

Ma mi fermo, di nuovo.

Perché non so dove andare.

Non voglio tornare alla villa, dove ci sono tutti che mi aspettano, che la loro unica intenzione è urlarmi addosso quanto io fossi stata incosciente a voler uccidere Adam, togliendomi la vita.

E per adesso, non ho bisogno di questo.

Kledy era la mia unica possibilità.

Per una, cazzo di volta, non voglio stare da sola in un momento di debolezza come questo.

Ho bisogno di qualcuno al mio fianco.
Ma ho sempre allontanato chi voleva starmi vicino, chi voleva essere mio amico.

Senza pensare ad altro, accendo la moto, e parto, con l'intenzione di ritornare al mio rifugio. 

Appena arrivo a destinazione e mi siedo sul divano, lancio uno sguardo all'orologio della cucina, che segna le due e un quarto di notte.

Così, mettendo da parte l'orgoglio, prendo il mio cellulare che avevo lasciato sopra il bancone della cucina, mi rimetto sul divano, e chiamo l'unica persona che nonostante avesse cercato di starmi vicino, io ho voluto allontanare, sempre e sempre, per paura.

Porto il cellulare all'orecchio, e aspetto e spero che risponda.

-"Katherine.." sussurra il mio nome, come a non voler farsi sentire e come se non si aspettasse una mia chiamata. In sottofondo riconosco le voci degli altri, che urlano fra di loro, sicuramente a causa mia. Sento le ragazze, che cercano di prendere le mie difese.

-"Wesley.." mormoro, prendo un enorme respiro, stringendo il cellulare tra le mani, per la fatica di dover dire questa frase
-"Ti prego, vieni da me" ma alla fine, ci riesco.

-"Dove sei?" mi chiede, e dal silenzio che sento adesso, suppongo che sia andato via dagli altri.
-"Sei nel tuo rifugio? Avevo intenzione di dire ad Hayden del magazzino, perché era troppo preoccupato.. ma alla fine non l'ho fatto, non sarebbe stato giusto nei tuoi confronti"

-"Sì, sono qui" mi limito a rispondere, cercando di sorvolare sul fatto che stava per rivelare l'unico posto in cui posso avere la mia pace quando ne ho bisogno.

-"Sto arrivando" afferma, per poi staccare senza dirmi altro.

Forse era arrivato qualcuno.

Metabolizzo quello che ho appena fatto.

Ho chiamato Wesley. Gli ho detto di venire da me.

Mi alzo di scatto dal divano.
Che cazzo ho fatto?

"Ho chiamato Wesley.." farfuglio con me stessa "L'unica persona che non deve vedermi così" mi passo una mano tra I capelli, e cammino avanti e indietro per la cucina.

"No.. no" guardo fuori dalla finestra "Sono troppo esposta"

A volte mi chiedo il perché, agisco d'impulso.

Vorrei tanto non farlo, così smetterei di fare cazzate una dopo l'altra.

Prendo degli enormi respiri per calmarmi, e vado subito in bagno.
Apro il rubinetto dell'acqua fredda, e mi bagno tutta la faccia, cercando di riprendermi.

Il pericolo nei nostri occhiWhere stories live. Discover now