97

2.9K 118 10
                                    


PRESLEY'S POV

Sbadigliai stanca sollevando i piedi sul cruscotto e domandandomi cosa stesse combinando il piccolo Peppermint tutto solo a casa, mentre lui mise in moto il veicolo e partì dopo un ultimo saluto a Santi e a suo padre.

«Che ti ha detto Javi sull'uscio della porta?» Chiesi curiosa abbozzandogli un sorriso.

«È un segreto.»
Misi il broncio, ma per finta finché accorgendosene posò la sua mano sulla mia pancia e mi solleticò.
«Mi ha detto che sarò il coglione più stupido della storia dell'umanità se ti lascio andare.»

Alzai gli occhi al cielo. «Dai, mi prendi in giro!»

«Affatto.» Scosse la testa lanciandomi una lunga occhiata, stavolta per poi fermarsi ad un semaforo. Si accese una sigaretta mentre mi resi conto delle luci natalizie appese per le vie sfollate della città.

«E tu che gli hai risposto?»

«E chi ha intenzione di lasciarla andare!» Esclamò chiaro e tondo mentre sorrisi sprizzando gioia da tutti i pori e mordicchiandomi perfino il labbro pur di non darlo a vedere. «Vuoi davvero restare in questo luogo sperduto ed iscriverti a questo College da due soldi?»

Annuii seria. «Mi sembravi così triste e pensieroso poco fa. Se è per questo motivo allora non devi temere nulla perché la mia decisione l'ho presa ed è irrevocabile.» Aggiunsi. «Ma non è solo per questo, vero?»

Sospirò. «Anche per Chloe. Sento qualcosa di inspiegabile nei suoi confronti.» Mormorò corrugando la fronte e non sapendo bene come descrivermi quella sensazione. «Come se mi stesse tenendo all'oscuro da qualcosa, ma non so cosa. È la stessa identica sensazione che provavo nei tuoi riguardi, come se in qualche modo mi mancasse un piccolo tassello per unire i vari ricordi sparsi nella mia testa.»

Afferrai la sua mano tra le mie e gliela accarezzai vedendolo così afflitto e percependo la sua ansia.
«Io sono qui con te e sai che puoi parlarmi di qualsiasi cosa. Non tenerti tutto dentro, va bene?»

«Lo so che sei qui per me e non chiedo nient'altro.»

Intrecciai le mie dita alle sue e gli stampai un bacio sul dorso riportando lo sguardo sulla strada deserta, finché qualcosa catturò la mia attenzione e sobbalzai sul posto spaventandolo.

«Cristo Santo, Peps! Ma che ti prende?»

«Quelle sono le giostre?» Indicai le lucine colorate provenienti da quello che riconobbi fosse un vecchio campo da rugby, utilizzato come parcheggio dai vari camper. «Ci andiamo?»

Scosse la testa divertito e svoltò imbucandosi nella stradina conducente all'entrata mentre saltellai sul sedile felice come una pasqua. Anche se non durò molto dato che trovammo il cancello chiuso e sul quale c'era anche scritto che quella, purtroppo, era l'ultima notte.

«Sono qui da circa tre settimane. Sono venute quando eri a Detroit, ma se sapevo che ci volessi venire ti ci avrei portata.» Esclamò dispiaciuto mentre notai le due di notte sullo schermo del telefono.

«Dai, non importa.» Borbottai trascinando i piedi per dirigermi di nuovo verso il veicolo, cosa che lui però non fece. «Che fai?» Lo vidi strattonare il cancello speranzoso che potesse aprirsi. «Harry...non ho voglia di andare in carcere!»

Rise divertito. «Dai, porta il tuo culo qui...ora, Peps!»

«No.»

Sbuffò correndomi incontro mentre tentai di fuggirgli via tra le risate finché mi acchiappò in braccio e mi portò di nuovo al cancello.
«Ti aiuto io a scavalcare.» Disse sollevandomi un po' più su cosicché mi sedessi sulla sua spalla e riuscissi ad arrampicarmi.

Agrodolce- H.SWhere stories live. Discover now