74

4K 138 16
                                    

PRESLEY'S POV

«Perché hai insistito così tanto che venissimo a mangiare qui, in un posto simile...» diedi un'occhiata alla piccola tavola calda che si trovava sulla statale quindici appena fuori città «...quando potrei portarti ovunque e nei ristoranti più alla moda della città?» Spostai gli occhi sull'anello di mio padre Hawk appeso al collo che le faceva da accessorio principale, e scesi un po' più giù ad ammirare le sue gambe. Stava divinamente con quel vestito corto di lana bianca e a forma di golfino, abbinato ad un paio di stivali alti e neri che le arrivavano a metà coscia.

Si allungò per rubarmi una crocchetta di pollo, nonostante le avessi più volte ripetuto che avrebbe potuto prendersele tutte quante dato che non avessi molta fame. Appoggiai di nuovo il mio braccio sulle sue spalle, vedendola sorseggiare della Coca Cola.

«A me non importa tanto del posto. Mi importa con chi sono!» Mangiucchiò una patatina sollevando il viso per guardarmi. «Mi basta stare con te.» Replicò rubandomi un sorriso a trentadue denti finché i suoi occhi catturarono qualcosa in fondo alla sala, mentre le lasciai un bacio tra i capelli, annusandoglieli e domandandomi cosa ci fosse di tanto interessante da vedere. Cercò delle monetine nella sua borsetta e mi sfuggì via all'improvviso, correndo nella direzione di un uomo anziano fermo in piedi dinanzi a quello che capii fosse un Jukebox degli anni sessanta ; un pezzo
straordinario ricco di storia e fascino che sicuramente regalava non poche emozioni visive e sonore alle vecchie generazioni che si fermavano a mangiare lì. Una volta che lo raggiunse lui le riferì qualcosa facendola saltellare e poi sorridere mentre scossi la testa , meravigliandomi di continuo di quella strabiliante creatura finita per caso tra le mie mani.
Ci infilò dentro le monetine, una dopo l'altra, mentre il vecchietto le insegnò quali tasti premere, finché la musica partì e non a caso scelse Hound Dog di Elvis Presley.
In parte pensai subito a lei, al nome che suo nonno avesse scelto per il padre della ragazzina dato che fosse un grande fan del famoso cantante. Poi mi venne in mente Javi con la cazzata del concepimento di Santiago ed incominciai a ridere come un'idiota mentre il vispo vecchietto le afferrò la mano e la portò in pista.
Lei sorrise imbarazzata ma seguì alla perfezione tutte le mosse dell'uomo, che nonostante le ginocchia arrugginite, sfoderò con esuberanza un ricco repertorio di passi, trascinandola con leggerezza insieme a sé prima di farle fare una giravolta. Oltre alla mia, catturarono anche le occhiate malinconiche di gente della sua età che per una ragione o per un'altra, tentennò a raggiungerli, finché l'anziano signore corse verso la sua signora seduta a qualche tavolo più in là, invitandola a ballare un lento che partì subito dopo. La riconobbi subito, dato che fosse la canzone che i miei ballarono al loro matrimonio ; Unchained Melody dei The Righteous Brothers, colonna sonora usata per il film Ghost.
Colti dalle emozioni che quella melodia suscitò, tre coppie incominciarono a posizionarsi al centro della sala, per ballare stretti l'una all'altro mentre mi alzai anche io e decisi di raggiungere la mia piccola dj. Sorrideva estasiata e con lo sguardo sognante, non accorgendosi affatto di me finché mi ci piazzai di fronte e le allungai la mano.

«Potrei avere l'onore di questo ballo, principessa?» Posò la sua mano sulla mia, mentre le cinsi i fianchi avvicinandola a me. Legò a fatica le sue braccia attorno al mio collo, data la sua statura, mentre la baciai subito non riuscendo a tenere a bada la mia impazienza nell'assaggiarla. Non m'importava se qualcuno ci avrebbe visti, o pensava male di me. Volevo gridare al mondo intero che lei fosse mia.

«Hai appena vinto due mie prime volte in un colpo solo.» Mi guardò all'insù, appoggiando il mento sul mio petto, mentre le accarezzai i capelli portandoglieli all'indietro. Le posai le labbra sulla fronte mentre la sentii rilassarsi sotto il mio tocco, tant'è che quando mi scansai per afferrare il telefono vibrante nella mia tasca, aveva ancora gli occhi chiusi. «Che succede?»

Agrodolce- H.SWhere stories live. Discover now