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PRESLEY's POV

«Dai, vieni che ti mostro il resto.» Disse il ragazzo che un attimo prima scherzava e rideva con me mentre quello dopo, cupo, come il cielo su Long Island. 

Era bipolare e su questo non ci pioveva.

Fatto stava che quel locale era davvero magnifico , segno di tanti investimenti e duro lavoro. Era moderno e giocava sulle tipiche tonalità scure ; gli arredi e le rifiniture erano di pregio, raffinati e di parecchia qualità. Era suddiviso in due. In fondo, l'angolo destro, pieno di divani, era dedicato alla zona narghilè e poco più vicino c'erano i tavoli alti ed il biliardo. La parte opposta, accanto alla vetrata che regalava una splendida vista sull'oceano, era piena di tavolini da caffè.

«Ci tengo molto alla qualità. Anche se si tratta di un solo caffè, voglio che il cliente ne rimanga soddisfatto. Per questo ho piena fiducia in Cooper.»
Annuii capendo che Cooper fosse il suo barista. «Di solito la mattina viene poca gente, cosí, lascio il lavoro semplice ai ragazzi, evitando di sfinirlo. Il pomeriggio é più che tranquillo, invece.» Mormorò nominando quel ragazzo, Ethan. «Di solito passo io, poi arriva lui e si occupa di tutto.»

«É un gran bel locale.» Mi guardai attorno meglio, non avendoci fatto molto caso l'ultima volta. La cosa che mi piacque di più fu il fatto che avesse i soffitti alti.

«Già.» Rispose incamminandosi ed introducendosi in una porta tra quella principale e l'angolo del bancone. «Questo é il magazzino e c'é anche il bagno e lo spogliatoio dei dipendenti. Giù in fondo, la cantina dei vini.» La sua voce echeggiò per quanto fosse grande quella sala ; volendo, avrebbe potuto costruirci un altro bar.

Mi mostrò anche gli scalini conducenti ad un secondo piano a balconcino, con vista sul locale , che veniva usato dai clienti che volevano starsene un po' più appartati.

«Di solito quelli che stanno qui entrano ed escono dalla porta secondaria.» Mi informò mentre deglutii comprendendo appieno di che tipo di persone si trattasse. «Qui ballano le ragazze...» mi fece affacciare «...oppure là sul cubo. Sai ballare?»

Spalancai gli occhi finché mi scoppiò a ridere in faccia ed acchiappò la mia mano per trascinarmi giù dalle scale.

«É stato un tour fantastico.» Mi sedetti su uno sgabello mentre lui si posizionò dietro il bancone dove aprí una lattina di Coca Cola, ci infilò una cannuccia e me la passò. «Grazie.» Ne sorseggiai un po' finché mi guardò in silenzio prima di pronunciare quello che mai avrei immaginato.

«Incominci domani!»

Spalancai la bocca, perplessa. «Dici..dici sul serio?»

Lo vidi annuire anche se con parecchi dubbi. «Non farmici ripensare o potrei cambiare idea!»

«Sì!!!» Gioii saltando giù dallo sgabello per poi raggiungerlo velocemente per provare ad abbracciarlo anche se mi spinse via.

«E dai.... le smancerie no, Peps.» Mi rimproverò divertito mentre da sbadata come sempre, mi resi conto che fosse appena diventato il mio capo.

Mi piegai a mo' di inchino facendolo sorridere. «Sissignore, scusami capo! Non ti deluderò.» Aggiunsi ritornando in posizione eretta mentre scosse la testa ridacchiando. Non resistetti dalla felicità che fuoriusciva da ogni singolo poro della mia pelle e cogliendolo impreparato, lo abbracciai, avvinghiandomi cosí forte a lui che gli tolsi il fiato, anche se lui lo tolse a me non appena il suo profumo accarezzò tutti i miei sensi, lasciandomi estasiata. Era davvero buono.

«Mi stai uccidendo.» Finse di svenire finché lo lasciai libero.

«Grazie, Harry!» Divenni seria stavolta. «Nessuno ha mai fatto così tanto per me.» Mi allontanai velocemente per tornare allo sgabello davanti alla mia bevanda gassata mentre restò in silenzio e mi seguí con lo sguardo. «Quali sono le condizioni?»

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora