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HARRY'S POV

Era sdraiata a pancia in giù sul mio letto, intenta a fissare le fotografie di quando ero bambino, mangiucchiandosi un lecca lecca mentre mi ero comodamente appoggiato alla sua natica soda e nuda. Le diedi un leggero morso a lato del tessuto degli slip facendola sorridere, finché si voltò di poco a mostrarmi una foto.

«Quanti anni avevi qui?» Sembrava così felice e spensierata in quei giorni che per una volta nella vita mi sentii appagato dall'idea che la mia presenza avesse fatto bene a qualcun altro. Anche lei più volte aveva affermato che ero diventato il suo conforto indispensabile.

«Forse due...» le sfiorai la schiena e poi raggiunsi i suoi capelli scuri sparpagliati ovunque «...o tre, non ricordo bene.»

«Eri un bambino bellissimo.» Mormorò mentre il caramello duro alla fragola sfiorò i suoi denti quando giocherellò ruotando il bastoncino di plastica. Lo leccò divinamente mentre il mio cazzo incominciò ad irrigidirsi al solo gesto ; avevo fatto sesso durante tutta la notte con lei, prosciugandola di tutte le energie, e tempo un paio d'ore sarebbe dovuta andare a lavoro. Cercai così di controllare le mie voglie e dopo una sculacciata che la fece sobbalzare, la affiancai , abbandonandomi al piacere di un abbraccio.

«Tu sei bellissima.»
Riportò gli occhi sulla foto, palesemente imbarazzata, mentre la fissai ed avvicinai il mio viso al suo volendoglielo ripetere all'infinito.
«Tu sei bellissima.» Sussurrai annusandole la pelle che profumava di vaniglia, sapone e me, soprattutto me. Niente fragranze costose. Niente che le coprisse la pura innocenza che emanava.
Non ne aveva bisogno.
«Sei bellissima...» ribadii solleticandola con la barba «....sei la più bella, Presley.» La feci finalmente scoppiare in una risata mentre mi guardò arrossita, mangiucchiandosi il lecca lecca, finché nascose il suo viso sul mio collo dove si affrettò a stampare un bacio.

«Com'eri da bambino?»

Mugugnai pensandoci. «Com'ero ? O come io credo che fossi?» Mormorai facendola sghignazzare. «Perché ci sono due versioni diverse del piccolo Harry.»

«Raccontamele entrambe.»

Mi pareva giusto. «Beh, credo che fossi terribilmente viziato, testardo e capriccioso. Super attivo, sportivo, volevo eccedere in tutto e cercavo in ogni modo di essere il primo della classe per rendere fiero mio padre.» Risposi rendendomi conto di quanto fossi scemo. «Ero un bambino parecchio competitivo, sai? Ma avevo un sacco di amici, in compenso, non ero emarginato. La solitudine la soffrivo dentro le mura di casa, non fuori.»

«Eri triste?» I suoi bellissimi occhi si velarono di lacrime e detestavo vederla così.

«Vuoto.»

Abbassò lo sguardo sulla foto forse volendo impedire alle lacrime di scendere mentre non appena notai il suo mento tremare le feci il solletico, facendola sorridere.

«Tu com'eri da piccola?» Anche se era ancora piccola, almeno ai miei occhi.

Ghignò. «Riservata, educata, seria, una scolara modello...» si pavoneggiò mentre pensai quanto fosse stata ingiusta la vita con lei. Andavano all'università cani e porci, mentre chi se lo meritava sul serio a volte non ne aveva l'opportunità e avrei dovuto rimediare in qualche modo.

«Hai l'aria di una ribelle...» scherzai mentre posai lo sguardo sulle sue labbra occupate ad avvolgere il suo lollipop alla fragola, mentre ingenua, pensò ne volessi un po' e me lo allungò «...una peste!» La baciai , invece, cogliendola impreparata anche se la sua bocca rispose ai movimenti della mia con tanta dimestichezza che mi privò del fiato.

Agrodolce- H.SWhere stories live. Discover now