45

3.2K 126 25
                                    

HARRY's POV

«Che cazzo ti ridi?» Chiesi a Santi mentre mi vide arrivare. Nikki invece non era nei paraggi.

«Ah, amico mio....» sospirò «...fossi in te le darei tante di quelle sculacciate che nemmeno immagina.» Si morse il labbro prima di sorseggiare dal bicchiere un drink. «Che merda!» Lo risputò nuovamente all'interno facendomi venire i conati di vomito. «Stanno insieme quei due?»

Morsi la lingua all'interno della mia bocca prima di mandar giù tutto il Whiskey presente nel mio bicchiere. «Non lo so e non mi interessa.»

Da qualche giorno a quella parte, sapevo solo che era lui ad accompagnarla ovunque, mettendo me fuori uso ; ero perfino venuto a conoscenza che lei fosse andata a casa sua un paio di volte, e la cosa mi divorava dentro.

«Secondo me t'interessa, invece.» Rispose facendo il saputello. «Ti rode il culo perché lui se la sbatterà prima di te, lasciandoti a bocca asciutta.» Sorrise mentre mi sarebbe bastato spingerlo così poco, per gettarlo in acqua.

«Vedi qual è il tuo problema? Pensi che si tratta solo di quello. E poi, tu un po' meno, ma ti ricordo che Bowie e Jefferson mi hanno fatto una testa così affinché la piantassi con questa fissa.» Gli ricordai mentre scosse la testa. «Ed ora lei, tiene la mano a quel manico di scopa e mi ignora completamente. Mi guarda pure come se mi detestasse.»

«No, bello!» Replicò. «Hai fatto tutto da solo.» Espirai sonoramente perdendo le staffe. «E se lei ora ti ignora non è perché ti abbiamo messo in guardia come un buon amico farebbe per il tuo bene. La colpa è solo tua e di nessun altro. Sapevi bene che a Presley piacevi, anzi, lo avevamo capito tutti e nonostante ciò, hai continuato a scoparti mezzo mondo senza curarti del fatto che così facendo l'avresti allontanata definitivamente da te fino ad arrivare a perderla del tutto. Si è sentita costantemente presa in giro ed arrivata ad una certa si è stufata anche lei, hermano, che ti aspettavi?»

Non fiatai finché Nikki ci raggiunse e si sedette sulle mie cosce mentre lui alzò gli occhi al cielo e scosse la testa ; era proprio a gesti come quello a cui faceva riferimento.

«Fattene una ragione e vai avanti!» Disse.

«Riguardo?» Domandò lei con curiosità mentre la spinsi via e mi alzai ; dovevo parlare con Presley. «Harry? Ma dove vai?»

Entrai in casa e girovagai ovunque alla ricerca della ragazza, controllando ogni angolo possibile. «Peps!» La chiamai un paio di volte ma parve quasi volatilizzata, sia lei che Ethan. Sospirai notando la porta chiusa della sua stanza una volta che giunsi nel corridoio . Avanzai lentamente temendo perfino di bussare, timoroso di trovarli a baciarsi. Sfiorai la maniglia e dopo un lungo respiro la abbassai lentamente e spalancai gli occhi , rendendomi conto che fosse chiusa a chiave.

Ghiacciai all'istante per poi indietreggiare , andando accidentalmente a sbattere con un ragazzo al quale rovesciai la birra addosso per poi pestandogli pure il piede. «Hey, sembri scosso...» mi chiese vedendomi in quelle condizioni «...va tutto bene?»

Respirai affannato convinto che lei fosse con lui e stessero facendo sesso. Con Ethan? Che spreco, pensai, e poi per cosa? Per farmi una ripicca o perché lei provava qualcosa per lui, che io rifiutavo di vedere o accettare.

Sarei dovuto essere io il primo per Peps. Io non le avrei fatto male e sarei stato cauto e delicato. Solo io avrei potuto toccarla in quel modo, perché lei di me si fidava e non mi temeva, e perché nessuno la conosceva più di quanto la conoscessi io.
Io avrei dovuto sfiorarla fino a quel punto, tenendola stretta sotto al mio corpo e tranquillizzandola affinché non avesse paura.
Ero io quello che doveva darle una prima volta indimenticabile, ed io meritavo di fissarla negli occhi lucidi durante quell'atto così intimo.
Io, non Ethan o qualcun altro.
Io.
Io, io, io, io, io....era sempre io. Quello era il vero problema. Ero solo un'egoista del cazzo che le incuteva pressioni psicologiche e la manipolava a mio compiacimento, approfittando del fatto che pendeva dalle mie labbra.
Sospirai sedendomi sul divano mentre uno dei ragazzi che lavorava nel mio locale mi allungò un bicchiere. «Grazie.» Mormorai con lo sguardo perso nel vuoto. «Senti, puoi dire a tutti di andarsene?»

Agrodolce- H.SWhere stories live. Discover now