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HARRY's POV


«Presley?...» bofonchiai dandole un'occhiata, nonostante fossimo al buio, illuminati solo dalla luce proveniente dalla tv «...ti sei addormentata?»

Aveva insistito così tanto a guardare quel film lagnoso d'amore, e poi, si era addormentata e chissà da quanto, lasciandomi lì da solo con i miei rumorosi pensieri. Sollevai di poco il plaid, coprendole le spalle mentre mugugnò scoprendosi e sdraiandosi del tutto. Appoggiò perfino la sua testa sulla mia coscia, ma con il viso girato verso lo schermo.

Sorrisi lasciandole qualche carezza sulla testa e sulle spalle ; non riuscivo a smettere di stringerla a me, o di guardarla, di posare le mie labbra sulla sua pelle morbida e profumata .

Afferrai il telefono in mano e di pancia, chiamai mia madre, desideroso di chiedendole una volta per tutte di cosa legasse veramente me e Peps. Avrei potuto attaccare bottone domandandole come stessero lei e Owen e come stesse procedendo la questione burocratica della sua cantina di vini, In Italia.  In seguito, avrei potuto accennarle anche qualcosa del tipo "Peps è qui, e rimarrà qui con me, anche quando ritornerai." - Così, diritto al sodo.
Beh, non così tanto diretto... un po' meno, giusto per farle capire che anche Presley avesse voglia di restare a Southampton con me, ma dopo il primo squillo, tentennai e declinai la chiamata, pentito. Terrorizzato dall'idea che me la portasse via. Non volevo perdere Presley per nessuna ragione al mondo.

Tutti credevano che quello che esercitava il potere su di lei ero io, ma nessuno era riuscito a comprendere che fosse lei, in realtà, a tenere le redini in mano. Ero debole ed accondiscendente quando si trattava di Presley. Mi ero inginocchiato dinanzi a quella ragazzina come un'adolescente alle prese con le prime seghe e la cosa mi terrorizzava.

Il mio ghigno scomparve quando il telefono squillò, ma era Santi. Declinai la chiamata, ancora furioso con lui.
L'aggeggio vibrò, ed era un messaggio stavolta.

"È tutto il pomeriggio che ignori le mie chiamate. Sto venendo da te!"

Avevo la nausea per quanto Santi fosse persistente delle volte, ma era anche giusto discutere con lui della questione di Freya. Sollevai lentamente e con tanta cura la testolina della ragazza gliela posai su un cuscino, per poi dirigermi a prendere un paio di birre in frigo, per aspettarlo fuori. Non ci mise molto, giusto il tragitto tra casa sua e casa mia.

«Sono andato a cercarti a lavoro ma non c'eri.» Parlò scendendo dall'auto mentre sorseggiai un po' di birra ed accesi una sigaretta.

«Perspicace.» Lo vidi prendere posto nello sdraio accanto a me ; gli stappai la birra e gliela porsi mentre mi sorrise ringraziandomi. «Che volevi dirmi?»

«Mi rendo conto di aver sbagliato, va bene? Ma ero fatto ed ero talmente tanto ubriaco che avrei potuto scoparmi un uomo e non me ne sarei nemmeno reso conto.» Disse mentre strinsi forte la bottiglia, sfogando la mia rabbia lì, altrimenti lo avrei riempito di botte. «Freya è carina e tutto quanto ma non me la sarei mai fatta, e tu lo sai, hermano! Le sorelle degli amici sono...una specie ... di nostre sorelle...no?»

Eh, infatti....Lo guardai male, molto male. «Era almeno consenziente o cosciente? O non ricordi nemmeno se hai usato precauzioni o meno...» sputai arrabbiato «...ma ti rendi conto di quello che le hai fatto?»

«Cazzo!» Sbottò scaraventando a terra il tavolino con le bevante ed il posacenere mentre scattammo contemporaneamente in piedi. «Non parlarmi come se l'avessi stuprata, porca puttana! Neanche immagini quanto fosse consenziente dato che è stata lei la prima a ficcarmi la lingua in bocca. Chiedi a Peps se non mi credi! Lei ha visto tutto....» mi fissò a lungo mentre avanzai contro la sua faccia «...tu ti credi migliore ma non sei diverso da me, Harry!»

Agrodolce- H.SWhere stories live. Discover now