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PRESLEY's POV


«Presley.» Udii una voce familiare provenire alle mie spalle mentre smisi di tirare a lucido un tavolo. Era Bowie, l'amico di Harry. Quello che nella lista dei miei preferiti si trovava al secondo posto, dopo Cooper. I ragazzi passavano spesso durante la settimana ; giocavano alla Play Station o si facevano una birra dopo cena, quando Harry non era a lavoro. Ci chiacchieravo un po' e poi andavo in camera mia , non disturbandoli inutilmente. Bowie era sempre quello che mi domandava come stessi e come procedessero le cose per il trasferimento della nonna ed in tutta franchezza, si stava lentamente guadagnando la mia fiducia.

«Bowie, ciao!» Gli sorrisi mentre mi abbracciò

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«Bowie, ciao!» Gli sorrisi mentre mi abbracciò . Non mi aspettai affatto quel gesto, ma mi fece piacere, cosa che invece non fece molto piacere a due occhi verdi puntati su di noi. Era in piedi accanto al bancone mentre Cooper gli riferì qualcosa, colpendolo con uno straccio per poter avere la sua totale attenzione. Tra i due era tornato il sereno ed avevano ricominciato a stuzzicarsi e a prendersi in giro come sempre.

«Come stai?» Domandò gentilmente.

«Alla grande, grazie! Tu come stai?»

«Bene, ma tra un po' finirà anche la pacchia per me.» Esclamò, anche se non nascose l'entusiasmo. «Tra qualche giorno incomincerò il tirocinio nella stazione di polizia di New York.»

«Harry me ne ha parlato. Vedrai che andrà tutto bene!» Lo rasserenai convinta che fosse parecchio in gamba e se la sarebbe cavata alla grande.

«Lo spero! Caspita, ci stavo pensando poco fa chiacchierando con Harry qua fuori, e ormai sono quasi tre settimane che sei qui. Sei diventata una di Long Island.» Mi mostrò le sue fossette.

«Eh, già!» Mormorai rendendomi conto di quanto velocemente fosse trascorso il tempo. «Non pensavo che mi sarei ambientata così velocemente, ma devo ammettere che mi trovo bene qui, ed é tutto merito di Harry.» Replicai sentendomi ancora addosso lo sguardo del riccio, nonostante provai più e più volte a nascondermi dietro la sagoma scolpita del ragazzo di colore, chiedendomi che problemi avesse quell'idiota. Bowie era un gran bel ragazzo ; un mix tra virilità esterna e dolcezza. Nulla a che vedere con l'amico inglese, molto più simile a Santiago e Jefferson, che tra i quattro, era quello con cui non avevo il minimo dell'affinità.

«Mi fa piacere!» Appoggiò la sua mano sulla mia spalla amichevolmente. «Comunque, sono qui perché voglio chiederti una cosa.» 

«Dimmi tutto.»

«Di solito io ed i ragazzi, a turno, organizziamo dei barbecue e mi chiedevo se ti andasse di venirci.» Mi informò. «Inoltre, ci sarà anche mia sorella Freya e non vede l'ora di conoscerti. É tornata ieri sera dal campeggio estivo e ha chiesto subito di te.»

Sorrisi a trentadue denti. «Davvero?»

Annuí. «Allora? Sarà qualcosa di tranquillo e sono certo che ti divertirai.»

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora