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PRESLEY's POV

Sfinita, raggiunsi l'ingresso dell'ospizio, correndo come una matta e rischiando di inciampare nei miei stessi piedi, un paio di volte.
«Hey, hey, hey...» mormorò una signora di colore seduta dall'altra parte della scrivania nella hall d'attesa mentre mi guardai attorno sperando di intravedere Liam «...frena, portento! Dove stai andando?»

«Da mia nonna...sta male..sono appena...» ripresi fiato piegandomi in avanti finché udii la voce dell'infermiere preferito di mia nonna; Liam.

«Presey, finalmente!» Sorrise raggiungendomi. «Maya, tranquilla, è con me!»

«Ciao!» Lo abbracciai sperando non mi desse cattive notizie. «La nonna?»

Tese le labbra incitandomi a seguirlo. «Sta poco bene. L'abbiamo attaccata all'ossigeno perché ha avuto un po' di tosse ultimamente e stanotte le difficoltà respiratorie sono peggiorate.»

«Ma è cosciente? Se la caverà?» Domandai. «Liam, ti scongiuro dimmi la verità. Dimmi che non le succederà niente!»

«Ora sta dormendo...» mi avvisò «..non faceva altro che mantenere gli occhi fissi sulla porta, come se aspettasse che da un momento all'altro, tu avresti fatto il tuo ingresso.»

Incominciai a piangere mentre il ragazzo provò a placarmi nonostante percepii all'istante uno strano vuoto allo stomaco, mai provato prima d'allora ; sentivo che l'avrei persa e non ero pronta ad accettarlo.

Non così.

«Presley, comunque vada, devi farti coraggio.» Posò la sua mano sulla mia clavicola cercando di consolarmi, nonostante mi diede solo un'ulteriore conferma di ciò che sarebbe accaduto. Scossi la testa singhiozzando, rifiutando di ascoltare le sue parole. La verità era che avrei voluto accasciarmi a terra e piangere e gridare fino a squarciarmi la gola o a svenire dal terribile scempio che aveva assalito la mia anima e che mi stava uccidendo lentamente, ma brutalmente. «Sarà felice di vederti.» Mi pulì il viso, incitandomi ad entrare nella sua stanza.

Riempii i polmoni d'aria, e a fondo, per niente pronta a ciò a cui stavo andando incontro, ma sapevo anche che più tardavo e meno tempo ci avrei speso insieme, perciò abbassai la maniglia ed entrai non facendo rumore. Inghiottii di forza un singhiozzo evitando di disturbarla, quando notai la flebo al braccio e che fosse anche attaccata all'ossigeno ; sembrava pallida e molto più magra di come me la ricordavo dall'ultima volta ed il suo volto era rivolto verso la finestra che dava sul cielo grigio di quella giornata di autunno.

Le accarezzai la testa con estrema delicatezza, cercando di metterle a posto i capelli bianchi e spettinati, poi, le stampai un bacio e chiusi gli occhi annusandola. Una sensazione di calore e protezione mi avvolse all'istante, facendomi subito sentire come se fossi a casa ed al sicuro. Solo un'altra persona era riuscita a farmi sentire così, ed era Harry.

Schiuse gli occhi e si voltò a guardarmi per qualche secondo, incredula ma felice. «Sto sognando?» Esclamò con tono di voce indebolito ed un po' assonnato, prima di levarsi la mascherina plastificata . «La mia piccola Peps! Oh, tesoro mio, sei qui!»

«Nonna.»
Una lacrima veloce scese sul mio viso, congiungendosi ad altre sotto il mio mento che colò ininterrottamente come un lavandino rotto. Si scoprì dandomi modo di notare che avesse perso parecchio peso, fracassandomi il cuore.
«Nonna, non avrei mai dovuto lasciarti da sola!» Singhiozzai abbracciandola forte a me e piangendo come una bambina tra le sue braccia. «Sarei dovuta restare qui con te...» ansimai, respirando a fatica mentre fu lei a cercare di calmarmi «...non me lo perdonerò mai! Io mi odio per averti abbandonata così. Mi detesto, lo giuro!»

«Ascoltami!» Esclamò quasi rimproverandomi mentre mi scostai dalle sue braccia. Mi ripulì il volto con cura, restando comunque a frignare in silenzio, ed emettendo qualche suono di tanto in tanto. «Tu sei una Hayden, non dimenticartelo mai. Noi non ci abbattiamo dinanzi a niente, Presley, nemmeno la morte ci spaventa. » Aggiunse mentre le afferrai la mano e gliela strinsi tra le mie, baciandogliela.

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora