Capitolo 50

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Esco dal tribunale e mi siedo sulle scale.
Afferro le mie braccia e cerco di calmare i miei brividi di paura.
Il corpo trema e la paura non vuole abbandonarmi.

Rivedere gli occhi di Ace mi hanno suscitato una strana sensazione e il mio corpo lo ha avvertito.
É stata una sentenza lunga e difficile, mi ero persino bloccata.
Per la prima volta in vita mia ho balbettato, non riuscivo a comporre una frase di senso compiuto.

Ero sotto shock, la paura mi stava guidando, il mio corpo era bloccato e la mia mente spenta.
I ricordi e le sue parole erano incastrate nelle mie orecchie e le sue due pozze scure mi ricordavano il mio oblio personale.

Il nero mi circondava e il dolore mi risucchiava le energie.
La sofferenza ormai fa parte di me, questa sono io, non posso farne a meno.
Sono diventata così anche grazie al dolore, la vita mi ha giocato brutti scherzi, ma sono cresciuta e cambiata grazie a tutto questo.

"Ragazzina", si mette davanti a me.

Appoggia la sua mano calda sulla mia guancia e il mio corpo si scioglie al suo contatto.
Inchioda i suoi occhi nei miei e una espressione di paura e terrore si tinge sul suo viso.

Il cuore mi si stringe nel vedere i suoi occhi tristi e, senza pensarci due volte, mi catapulto fra le sue braccia.
Aiden avvolge la mia schiena con le sue grandi braccia e inizia a stringermi solo come lui sa fare.

"É tutto finito", parla dolcemente.
"Davvero? Ora posso vivere una vita tranquilla al tuo fianco?", alzo il viso e lo metto davanti al suo.
"Sì, ragazzina. Ora sai tutto", appoggia la sua fronte sulla mia.
"Non ti lascerò mai più", é serio.

I suoi occhi luccicano e un sorriso spontaneo si forma sul suo viso, mettendo in evidenza le sue adorabili fossette.
Sorrido anche io nel vederlo così felice e poso le mie labbra sulle sue.

Aiden afferra le mie guance e ricambia subito il bacio.
É inutile ripetere le stesse cose, le sensazioni sono sempre le stesse, non cambiano, rimangono lì.
Aiden é semplicemente Aiden, il mio uragano.

"Finalmente vi ho trovati", ci stacchiamo.
"Oh, scusate, non volevo", si passa una mano fra i capelli.
"Ormai é andata così Tyler", Aiden si alza e mi porge la mano.

Colpisco il suo braccio e lo fulmino con lo sguardo.
Lui rotea gli occhi e ritorna a guardare Tyler.

"Grazie ancora", mi guarda.
"Figurati, grazie a te", andiamo verso di lui.

Stringo la sua mano e sorrido.

"Allora ci vediamo a scuola", é imbarazzato.
"Certo, ciao Tyler", avanzo per abbracciarlo.
"Ciao ragazzi", ricambia e se ne va.

Aiden afferra la mia vita e mi tira verso di lui.
Alza il sopracciglio e inizia a guardarmi con sguardo interrogatorio.

"Cosa?", domando.
"Lo sai ragazzina", é serio.
"Non sono pronta", lascio la presa.
"Invece sì! Non puoi continuare a comportarti così per sempre", si mette davanti a me.
"Perché devi sempre rovinare i nostri momenti dolci?", stringo i pugni.
"E perché tu devi essere così testarda?!", si passa la mano fra i capelli.
"Se non ti conviene la mia testardaggine ciao!", lo supero.

Scendo le scale e inizio a camminare velocemente.
Afferro il mio elastico e mi lego i capelli in una coda disordinata, poi prendo il mio telefono e chiamo un taxi.
Dopo una decina di minuti arriva e salgo.

"Camley Street Natural Park", chiudo la portiera.

Il signore annuisce e parte.
Scendo dal suo taxi e mi dirigo verso il reparto rose.
Mi siedo sulla panchina e chiudo gli occhi, sospirando pesantemente.

Ai confini dell'amoreWhere stories live. Discover now