Capitolo 35

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"Ti sono cresciuti i capelli", é imbarazzato.
"Sì, ho deciso di lasciargli lunghi", afferro una ciocca e inizio ad arricciarla.

Kevin era il fidanzato di Eveline.
Si sono messi insieme il secondo anno di liceo e hanno continuato a stare vicini fino alla sua...ecco...scomparsa.

Erano una bellissima coppia.
Kevin era davvero innamorato di lei, aveva grandi progetti per loro, voleva creare una famiglia insieme a lei.
Strano che un ragazzo così giovane abbia già tutti questi piani, ma Kevin é così, é diverso, unico nel suo genere.

Ad Eveline piaceva questo suo lato, il suo essere dolce e premuroso, il suo essere maturo con la testa sulle spalle.
Mia sorella contava su di lui, era completamente persa.
Grazie a Kevin, Eveline aveva sempre un sorriso stampato sulle labbra.

Non oso immaginare quanto sia stato difficile per lui lasciar andare Eveline.
Io ho perso una sorella, ma lui ha perso la sua anima gemella.

"Non sei cambiato di una virgola", lo osservo.

É alto con un fisico allenato, praticava il nuoto fino a qualche anno fa.
Capelli castani e ricci e due occhi verdi come lo smeraldo.
Così belli e così profondi, meravigliosi.
Eveline si é innamorata grazie ai suoi occhi.
Diceva che erano così ipnotici ed intensi, non riusciva a cambiare direzione.

"Non puoi distogliere lo sguardo da tale bellezza", diceva sempre questa frase.

Indossa un paio di jeans neri, una maglia bianca e una giacca invernale nera.
Abbasso lo sguardo e noto con piacere, le sue converse nere.
Sono le sue scarpe preferite.
É proprio rimasto lo stesso.

"Nemmeno tu, Abigail", sorride.

Nessuno dei due continua, comunichiamo con gli occhi.
Io sono troppo scioccata e lui troppo addolorato.
Dopo la scomparsa di Eveline, Kevin é andato via, ha cambiato città e non si é più fatto sentire.

Ormai sono passati 365 giorni da quel momento tragico, 365 giorni pieni di agonia e dolore, 365 giorni infernali.

"Sei riuscita a realizzare il tuo desiderio", balbetta.
"Sì. Ariel é venuta con me", rispondo.
"Davvero?", é sorpreso.

Studiare alla SOAS era il mio sogno e quello di Eveline non di Ariel.
Lei voleva studiare economia e diventare una grande donna d'affari, ma i suoi piani sono cambiati 365 giorni fa.
Ha voluto onorare nostra sorella e poi, non voleva abbandonarmi.
Dividerci sarebbe stato un dolore troppo difficile da sopportare.
Troppi pensieri, troppe ansie, troppe paure.

All'inizio avevo rinunciato al mio sogno, non volevo realizzarlo senza Eveline, così ho iniziato a lavorare nella pasticceria di mamma.
Ma Ariel e Nate si sono opposti, abbiamo litigato per settimane, ma io non volevo cambiare idea.
Così la mia iscrizione é stata compilata da loro con la supervisione di mamma.

Quando ho ricevuto la lettera di ammissione, ho iniziato a piangere, ho versato tante lacrime, ho buttato tutto fuori.
Ma nonostante questo, non volevo venire, la mia vita non aveva senso senza mia sorella.
Però la mamma non ha gettato la spugna, mi ha portata in camera sua e mi ha parlato.
Poi abbiamo pianto insieme e abbiamo deciso di accettare l'ammissione.

Dopodiché é arrivata Ariel e ha svelato un piccolo segreto, quello della sua ammissione alla SOAS.
Questa notizia mi aveva scioccata, ma al tempo stesso tranquillizzata.
Non avrei intrapreso questa nuova avventura senza la mia compagna di vita.

"Sì, anche Stella é con noi", sorrido.
"Le tre moschettiere continuano a combinare guai?", mi scompiglia i capelli.
"Sempre, mio caro", inizio a pizzicare il suo braccio.

Ai confini dell'amoreWhere stories live. Discover now