Capitolo 7

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Il vetro che cade per terra, il suono che rimbomba nella mia mente.
É incastrato nel mio cervello, quasi come una melodia.
Ma é un suono pieno di dolore che mi riporta alla luce brutti ricordi.

Osservo questi piccoli frammenti cristallini poggiati sul pavimento freddo.
Sono piccoli e taglienti, esattamente come il mio cuore.
É a pezzi, non esiste più.

Lui mi ha distrutta dentro.

Lacrime amare scendono sul mio viso ormai sfinito.
Sono stanca di stare male, stanca di piangere.

Ormai non vivo più, sono solo un essere umano che vaga senza cuore, senza mente.
Un morto che cammina.

Non mi godo più le giornate, non vivo più ogni secondo della mia vita.
Le lancette continuano a scorrere avanti, ma io sono bloccata, non riesco ad andare avanti.

Sono intrappolata nel passato, nel mio peggior incubo.

Non reagisco, non ci riesco, é più forte di me.
Le forze mi hanno abbandonata e mi sono lasciata andare.
Mi sono fatta risucchiare in questo vortice, nel mio oblio personale.

Questa non é più vita per me, é solo pura e semplice tortura.

Apro gli occhi e inizio a guardarmi intorno, ma questa non é la mia stanza.

Sono avvolta da pareti bianche.
É grande ma semplice.
Davanti a me si presenta un grande armadio marrone, a destra una scrivania e un letto.
Questo letto é matrimoniale, anche io ne avevo uno nella mia vecchia stanza, a casa mia.

Cerco di fare mente locale e mi vengono in mente i ricordi di ieri.
Aiden con sua padre, l'attacco di Bella, il pugno di Aiden, i pezzettini di vetro che ricadevano per terra, il sangue...

Okay, basta.

Devo andare a bere qualcosa e poi andare via.

Mi alzo e appoggio un piede sopra qualcosa.

"Ma che problemi hai?", abbasso lo sguardo e lo vedo.

É sdraiato su un materasso e il mio piede é sul suo stomaco.

"Che ci fai qui?", indietreggio.
"É la mia stanza", si alza in piedi.
"La tua....", rimango imbambolata.

Inizia a stiracchiarsi e la maglia si alza e fa intravedere i suoi addominali scolpiti.

"Ti piace quello che vedi?", abbassa le braccia e sorride maliziosamente.
"No", giro la testa.
"Certo", ridacchia.

Nel girare la testa osservo il mio vestito appoggiato sulla sedia davanti alla scrivania.
Abbasso subito lo sguardo e noto di indossare un paio di pantaloni da tuta grigia e una maglietta nera.
Questi non sono i miei vestiti.

"Di chi sono i vestiti?", lo indico.
"Blair o Bella", alza le spalle.
"Chi mi ha cambiata?", sbianco.
"Le mie sorelle anche se avrei...", lo interrompo dandogli un pugno sulla spalla.
"Non ti azzardare", lo guardo male.
"Okay", mi guarda attentamente.

I suoi occhi mi provocano altre scariche elettriche.
Non riesco a reggere il suo sguardo.
Mi sento scoperta, troppo vulnerabile.

Decido di uscire da questa stanza.
Giro le spalle e vado verso la porta.

"Aspetta", Aiden mi afferra il polso e mi attira verso di lui.

Mi ritrovo contro il suo petto.
Poggio la mia mano sinistra su di esso per mantenere la "distanza di sicurezza".

Ai confini dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora