Capitolo 38

8.5K 225 556
                                    

Esco di casa con le mie amate cuffiette e inizio a camminare.
Oggi fa alquanto freddo, più del solito.
Ormai la neve é diventata la mia accompagnatrice quotidiana.
Da quando sono tornata a casa non fa altro che nevicare, ma io adoro la neve.
Amo il colore bianco candido che contorna la mia amata città.

Alzo il volume della musica e continuo il mio cammino.
Stasera Ariel e Stella arriveranno a casa.
Questi sette giorni sono passati alquanto in fretta e tutto questo é successo grazie a mio fratello.

Dopo aver sentito tutta la verità mi ha supportata e sostenuta.
Non avevo voglia di uscire di casa, sono rimasta chiusa in camera mia per tutto il giorno.
Nate non era d'accordo con la mia decisione e allora mi ha costretta ad uscire fuori.

Come ha fatto?

Semplice, mi ha rubato il telefono e il computer.
Senza tecnologia non potevo fare granché in camera e così sono uscita.
Dalla mia stanza sono passata al soggiorno, ma Nate non si é fermato.
Mi ha preso con la forza, mi ha caricata sulle sue spalle e mi ha portata nella nostra officina, in quel posto troppo doloroso per me.
E visto che non sono riuscita a fare niente lì, mi sono "trasferita" in pasticceria.

Ammiro davvero tanto Nate, io al suo posto avrei venduto la sua officina, troppi ricordi, troppo dolore.
Ma Nate é andato avanti e si é rimboccato le maniche.
Lui é cresciuto in quella officina, aiutava sempre nostro padre e il suo sogno é sempre stato quello di diventare come lui, anzi di superarlo.

"Io sarò il miglior meccanico in tutta Birmingham, anzi no, in tutta l'Inghilterra", ripeteva sempre questa frase quando era piccolo.

Infatti aveva ragione, Nate é il miglior meccanico qui in città.
Questa orribile officina ha preso vita grazie a lui, é cambiata, é diventata migliore.

Ma per me il dolore é ancora troppo grande, troppo insopportabile da gestire.
Infatti non riesco a superare l'uscio della porta principale.
Gli attacchi di panico prendono il sopravvento e il dolore mi schiaccia la testa e il cuore.

Questa é stata la mia reazione quando Nate mi ha portata in quel posto qualche giorno fa.
Appena ha visto la mia reazione mi ha subito portata in pasticceria dalla mamma.

Arrivo davanti alla porta e nel leggere la sua insegna, un sorriso spontaneo spunta sulle mie labbra.

Paese delle meraviglie, questo é il suo nome.

Io e i miei fratelli abbiamo deciso di chiamare così il posto di mamma.
E questo nome si addice perfettamente, mia mamma é una grandissima pasticcera.
La più conosciuta, ha vinto un sacco di concorsi e si é persino aggiudicata il titolo di miglior pasticcera dell'Inghilterra.

I suoi dolci vanno subito a ruba, é il sogno di ogni bambino, di ogni persona.
Le code sono lunghe chilometri e il caos che si crea all'interno del negozio ti porta un mal di testa atroce, ma al tempo stesso ti porta un senso di soddisfazione incredibile.
Sono orgogliosa di lei, orgogliosa di essere sua figlia.

Entro dentro e la tranquillità mi accoglie.
Afferro il telefono e blocco la musica e poi guardo l'ora.
Sono esattamente le 7:15, perfetto ho del tempo per sistemare il tutto.
La pasticceria di mamma apre alle 8:30 e chiude alle 18:30.
Aperta sette giorni su sette.

Chiudo la porta e inizio ad osservare questo meraviglioso posto.
Il pavimento bianco lucido é pulito, anzi immacolato.
Davanti a me si presentano diversi tavoli rotondi di colori diversi, le sedie, invece sono bianche.
Alla mia destra, sul muro, ci sono una infinità di foto e lettere fatte e ricevute nel corso degli anni.

Adoro questa parte, rende così viva e reale la pasticceria.
É sempre bello osservare la felicità sul volto dei bambini, rende felice anche me.

Ai confini dell'amoreWhere stories live. Discover now