Capitolo 14

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"Siamo arrivati", picchietto la spalla di Nate.
"Stanza 115?", legge il numero sulla porta.
"Esatto", rispondo contenta.
"Okay", mi posa per terra.

Mi sistemo bene la maglia e la giacca e inizio a bussare.
Stranamente nessuno viene ad aprire.
Io e Nate ci guardiamo, sta succedendo qualcosa?
Insisto ancora, ma niente.

"Magari é uscita", Nate cerca di calmarmi.
"No, ad Ariel non piace uscire al mattino, già fa fatica ad alzarsi", continuo a bussare.
"Starà dormendo?", domanda.
"Probabile", insisto.
"Dai, Abby, aspetta qualche minuto", allontana la mia mano.
"Dobbiamo andare a lezione", lascio la presa.

Senza guardare ritorno a bussare, ma quello che colpisco non é di certo la porta.

"Ahia!", sento la sua voce.

Mi giro e vedo Ariel vestita in pigiama con i capelli tutti spettinati.
La sua mano é sul suo naso e il suo sguardo mi sta uccidendo.

"Scusa", mi mordo il labbro inferiore.
"Tu!", si blocca.
"Nate!", mi spinge e io cado per terra.

Salta addosso a nostro fratello e l'arrabbiatura svanisce.
Incrocio le braccia e osservo la scena.
Ariel ha avuto la mia stessa reazione.
Tutti e tre siamo molto legati da sempre ormai, nessuno vive senza l'altro, siamo tutti in simbiosi.
Nate ci ha sempre coccolate e protette, lui é il nostro eroe.

"Grazie Ariel", parlo quando Nate la posa per terra.
"Siamo pari", mi indica il suo naso.
"É stato un incidente", mi alzo in piedi.
"Anche il mio", mi fa la linguaccia.

E io ricambio.

"Sù, ora basta. Siete abbastanza grandi ormai", Nate pizzica le guance ad entrambe.
"Ehy!", ripetiamo all'unisono.

Ha sempre fatto così per placare i nostri litigi e funziona ancora oggi.
Nate si mette a ridere ed entra nella nostra stanza.
Io ed Ariel seguiamo il suo esempio.
Chiudo la porta e mia sorella si mette davanti a me.

Il suo sguardo cambia, i suoi occhi si illuminano un pochino e capisco che sta per scoppiare a piangere.
Vado verso di lei per stringerla in un forte abbraccio, Ariel ricambia e posiziona la sua testa nell'incavo del mio collo.
Il suo respiro mi fa il solletico, ma decido di lasciar perdere questa sensazione.

"Sto bene Ariel", sussurro piano al suo orecchio.
"Davvero?", alza la testa e inchioda i suoi occhi nei miei.
"Sì, scusa", sorrido.
"Non ti devi scusare", mi riabbraccia.

Rimaniamo così per qualche secondo.

"Tutto bene ragazze?", Nate attira la nostra attenzione.
"Sì, momento tenerezza", ci stacchiamo e sorridiamo entrambe.
"Okay", ci guarda con aria confusa.

Sentiamo la porta del bagno aprirsi ed esce Stella.
É bellissima come sempre.
Indossa una gonna corta nera attillata, un maglione bianco, calze sottili del colore della pelle e stivali alti neri fino al ginocchio.
I suoi lunghi capelli castani sono raccolti in una coda alta perfetta.
Gli occhi grandi e verdi vengono messi in risalto dalla linea sottile dell'eye-liner e le sue labbra grandi sono tinte di bordeaux.
É perfetta.

Nate si gira a guardarla e Stella si dirige subito verso di lui.

"Non ci posso credere!", anche lei gli salta addosso.

Nate la afferra e le fa fare una giravolta, dopodiché la posa per terra.
Le afferra la mano e le fa fare un'altra giravolta.

Ai confini dell'amoreTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang