Capitolo 11

10.1K 280 242
                                    

Per tutta la durata del tragitto, nessuno dei due parla.
Aiden ha acceso la radio é ascoltando la musica, il tragitto é passato velocemente, diciamo.

Finalmente parcheggia la macchina e scendendo riconosco la villa.
É la stessa dell'altra volta.

Aiden mi prende la mano e iniziamo a camminare verso l'entrata.
Ora riesco ad osservare meglio il "paesaggio".
Il giardino é molto grande e curato.
Piccoli alberelli di pino circondano la villa e la grande fontana al centro non passa inosservata.

Arriviamo davanti alla porta e Aiden preme il campanello.
Dopo qualche minuto qualcuno viene ad aprire.

"Salve ragazzi", una ragazza dai lunghi capelli blu ci accoglie con un sorriso.

Mi sembra di averla già vista, diciamo che i suoi capelli non passano inosservati.
Ma non ricordo dove.

"Io sono Kayla", tende la sua mano verso di me.
"Abigail", ricambio.
"Lo so", sorride.
"Come fai a saperlo?", domando.
"La tradizione", osserva Aiden.
"Giusto", rispondo seccata.
"Vieni ragazzina", Aiden mi tira verso di lui.
"Stavo parlando", stringo la sua mano.
"Quindi? Non era una conversazione importante", alza le spalle.
"Io non ti sopporto", rispondo male.

Non controbatte, continua a camminare.
Facciamo lo slalom tra varie persone, fino ad arrivare alla fine del soggiorno.
Mi fa sedere sul divanetto nero e si mette accanto a me.
Posa il suo braccio intorno alle mie spalle e inizia a guardarsi intorno.
Osserva ogni persona, ogni minimo movimento, é alquanto inquietante.
Gli occhi sono chiusi in piccole fessure e i suoi muscoli sono rigidi.
Ma quando vede Archie ed Ariel si rilassa.

"Allora siete venuti", Archie si siede davanti a noi.
"Ovviamente", risponde Aiden.
"Vieni qui", Archie sorride dolcemente ad Ariel e lei si siede accanto a lui.
"Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa Ariel?", la guarda.
"No, grazie", sorride mia sorella.
"Okay, arrivo subito", le spettina leggermente i capelli e si alza.
"Vengo anche io, tu non ti muovere ragazzina", mi guarda attentamente.

Roteo gli occhi e mi guadagno un'occhiata omicida.

"D'accordo", sbuffo.
"É successo qualcosa?", domanda Ariel.
"Mi ha portata qui contro la mia volontà", incrocio le braccia nervosa.
"Dai, sù, non fare così", si gratta la guancia.
"Tu, piuttosto, stai bene? Archie é bravo?", divento seria.
"Sì, tranquilla, é dolcissimo", sorride.

É felice.
Mi rilasso leggermente, era da un po' di tempo che non la vedevo così contenta accanto ad un ragazzo.

"Ti fa pesare la tradizione?", abbasso la testa.

Non voglio farla arrabbiare, ma sono protettiva o forse troppo curiosa, no dai, entrambe le cose.
Vero?

"No, Abby, non lo fa", sento avvicinare la sua voce.
"Non mi ha fatto fare niente, mi sta solo proteggendo", un peso si posa sul divano.

Alzo la testa e incrocio i suoi occhietti azzurri.
Mi perdo nel suo mare cristallino e non posso fare altro che annuire e abbracciarla.

"Sono contenta", la stringo forte a me.

Lei ricambia e affondo la mia testa nell'incavo del suo collo.
Chiudo gli occhi e inspiro il suo dolce profumo.
Ariel lo usa sempre e io, semplicemente, lo adoro.

"Guarda chi abbiamo qui", lascio subito la presa e corrugo le sopracciglia.
"Sei venuta a rompere le scatole, rossa?", uso un tono di voce scocciato.
"Beh, questa é casa mia, quindi posso fare quello che mi pare", alza le spalle.
"Casa tua?", domando scioccata.
"Certo, Aiden non ti ha detto niente?", sorride maliziosamente.
"Cosa c'entra Aiden?", domando irritata.
"Oh, niente, lascia stare", fa un cenno con la mano e se ne va.

Ai confini dell'amoreWhere stories live. Discover now