Capitolo 43

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Eveline:

Esco da questa inutile pagina e ritorno su Google.
Ormai sono le due del mattino e non sono riuscita a trovare niente.
Le uniche informazioni che ho letto non erano granché, ne ero già a conoscenza.

Ovvero che la famiglia Cooper é una famiglia molto ricca e rinomata qui a Londra.
Tyler é il secondo figlio, ha un fratello maggiore e una sorella minore.
Suo padre é uno tra i migliori avvocati, mentre sua madre dirige la sua azienda e, avendo tanti contratti e incontri con persone di nazionalità diverse, sfrutta le sue doti da traduttrice e interprete.

Passo ancora un'altra ora a cercare altre informazioni, ma niente!
Chiudo tutte le pagine, spengo il computer e abbasso violentemente lo schermo, provocando un suono fastidioso che sveglia la mia migliore amica.

"Evie che stai combinando?", cerca di aprire gli occhi.
"Niente Layla, torna a dormire", mi alzo dal letto.

Mi dirigo verso il bagno.
Accendo la luce e inizio a lavarmi la faccia.
Cerco di scacciare via i miei pensieri e di lasciar scivolare via i miei problemi, ma non ci riesco.

Questa tradizione e questo ragazzo, sono entrati nella mia mente e non hanno intenzione di uscire fuori!
Dobbiamo uscire da questa situazione e al più presto, Layla non può andare avanti così, non posso vederla in questo stato, non ci riesco, mi fa salire il nervoso!

Esco dal bagno e noto la luce accesa.
Poso lo sguardo sulla mia migliore amica e sorrido nel vederla così.
I suoi capelli lunghi e neri ora sono tutti scompigliati, formano un groviglio disordinato, i suoi grandi occhioni grigi sono lucidi a causa della troppa luce, la sua carnagione chiara mette in evidenza le sue, ormai presenti, occhiaie e il suo viso stanco e triste mi mette giù di morale.

"Devi smetterla Evie", si stropiccia gli occhi.
"Mai Layla! Non puoi andare avanti così! Rinuncia alla tradizione!", avanzo verso di lei.
"Non posso Evie", abbassa la testa.
"Perché?", mi siedo sul suo letto.
"Non voglio mettere in pericolo te e i ragazzi", sussurra.
"So cavarmela da sola e lo sai bene! Per quanto riguarda i ragazzi, non ti devi preoccupare, sono maschi", alzo il suo mento.

Inchioda i suoi teneri occhi grigi nei miei e noto un certo luccichio al loro interno.
Si sta calmando e sta trattenendo un grande sorriso, lo so, la conosco troppo bene.

"Rompi la tradizione Layla, ti proteggeremo noi", insisto.
"É per questo che non voglio romperla", si alza.
"In che senso?", domando confusa.
"Per voi sarò solo ed esclusivamente la ragazza debole che deve essere protetta ad ogni costo", inizia a gesticolare.
"Layla non é vero e lo sai bene! Io non ti considero debole!", mi alzo anche io.
"I vostri comportamenti lo confermano! Ogni santo giorno dovete ricordarmi la mia cartella clinica!", sbotta.
"Layla smettila! Non é affatto vero, per me non conta niente! E poi non stai morendo!", mi irrito.
"No! Ma la mia salute é troppo cagionevole! Devo sempre fare attenzione, mi ammalo troppo facilmente! Infatti a causa di questo ho dovuto ripetere il primo anno di liceo!", le lacrime iniziano a scendere sul suo dolce viso.
"Guarda il lato positivo", le asciugo.
"E quale?", alza lo sguardo.
"Grazie a questo abbiamo avuto la possibilità di conoscerci", sorrido.
"Hai ragione", fa la stessa cosa.
"Io voglio solo proteggerti, salute cagionevole o meno", la abbraccio.
"Scusa Evie", ricambia.
"Ti perdono, ma ad una sola condizione", sono seria.
"Ho capito, romperò la tradizione", sospira.
"Così ti voglio", la stringo.
"Mi stai soffocando, Evie!", si dimena.
"Oh scusa", lascio la presa.
"Andiamo a dormire, fra qualche ora avremmo una verifica importante", mi punta il dito contro.
"Odio la matematica", gonfio le guance.
"Lo so", lascia un bacio sulla mia guancia e si dirige verso il suo letto.
"Notte Evie", si infila sotto le coperte.
"Notte Layla", spengo la luce.

Ai confini dell'amoreWhere stories live. Discover now