Speciale (pt. 2)

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Eveline:

"Ma che ti é saltato in mente stupido?", mostro un sorriso a trentadue denti.

Sento il cuore scoppiare e gli occhi luccicare.
La gioia che mi ha trasmesso questo ragazzo mi ha portata al settimo cielo.
Nemmeno per L'anticamera del cervello mi é passata questa cosa.

Indossa un paio di jeans attillati neri, una camicia bianca con il papillon nero, i suoi capelli ondulati sono disordinati, ma a me non dispiace, adoro i suoi capelli.
Occhi grandi e luccicanti, sorriso da togliere il fiato e tanto profumo da farti perdere la testa.

Fra le mani tiene un bouquet di rose rosse, le mie preferite e dietro di lui un cartello bianco con la scritta: vuoi venire al ballo con me?".

Sulla panchina alla mia destra ha messo un lenzuolo grande con vari petali rossi su di esso e un cestino grande beige.

"Allora Evie?", sposta il peso da una gamba all'altra.
"Non saprei", mi dirigo verso di lui.

Inchioda i suoi occhi nei miei e inizia ad osservare ogni mio piccolo movimento.
Certo che voglio andare al ballo con lui, ma voglio tenerlo sulle spine e vedere la sua reazione.

Per aver organizzato una sorpresa così carina, ci deve essere sotto qualcosa, no?

Voglio tastare il territorio e azzardare un pochino per vedere la sua reazione.
Basta rimanere in silenzio e basta vagare nel buio, ho bisogno di ricevere una risposta e questo mi sembra il momento adatto.

Mi metto davanti a lui e afferro il bouquet.
Chiudo gli occhi e inizio ad annusare questa meraviglia, hanno un profumo meraviglioso.
Ha proprio fatto colpo questo ragazzo, mi conosce fin troppo bene.

Poi mi giro e mi dirigo verso la panchina, appoggio il bouquet e apro il cestino.
Al suo interno trovo due menù del Mc Donald e un sorriso spontaneo compare sul mio viso.
Poi continuo ad osservare e trovo due bottiglie, una Coca Cola e un tè alla pesca.

Cerco di trattenere la gioia e la felicità che ha circondato il mio corpo.
Ha fatto tutto alla lettera, ha comprato tutte le mie cose preferite, rose, cibo e succo.

Giro il viso verso di lui e inchiodo i miei occhi nei suoi.
É molto agitato, infila le mani nelle tasche dei suoi jeans e inizia a fissare il cemento sotto di noi.

Ogni volta che é agitato o imbarazzato si comporta in questo modo.
Siamo cresciuti insieme, lo conosco fin troppo bene.

"Se non vuoi va bene lo stesso", sussurra.
"Okay", alza il viso e mi guarda.

La sua espressione é triste, da cucciolo.
Il mio cuore si spezza in due nel vedere questa sua reazione.

Davvero tiene a me?

Buttati Eveline, al massimo farai una figuraccia ma almeno ti toglierai un dubbio.

"David prima rispondi alla mia domanda", inizio a torturarmi le mani.
"Dimmi", mi guarda confuso.
"Ecco...", continuo a torturarle ancora di più.

Sento dei passi e poi il suo calore posarsi sulle mie mani.
Alzo il viso e riprendo a guardarlo negli occhi.
Il nervosismo scompare e una calma assoluta si posa sul mio corpo.

Lui mi tiene in pugno, ha il potere di farmi arrabbiare ma anche quello di tranquillizzarmi.
Mi ha mandata in crisi, lui é il suo fascino.

"Sono qui Evie, parla", accarezza la mia guancia.
"Perché hai fatto tutto questo?", sussurro.

Lui ritrae la mano ed indietreggia.
Infila nuovamente le mani nelle tasche dei jeans e abbassa il viso.
Inizio a sentirmi a disagio, ora mi rifiuterà sicuro.
Magari lo ha fatto solo per pietà o solo perché si sente in obbligo.
Ormai ci conosciamo da una vita e per non lasciarmi sola si é sentito costretto.

Ai confini dell'amoreWhere stories live. Discover now