Capitolo 15.

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15.

Los Angeles

14/01/2021

Sara

Da quando ho detto ad Harry di voler andare all'osservatorio, la mezzanotte è già passata da qualche minuto , e le strade sono stranamente deserte. Harry ha le mani strette al volante e lo sguardo felice fisso sulla strada, mentre io lo osservo e lo analizzo; perché proprio lui? Perché ho deciso che a rendermi di nuovo felice dovrà essere una persona che nemmeno conosco e che nemmeno mi conosce bene? Mio nonno diceva sempre che le cose dovevamo aspettarcele da chi meno credevamo, e ora come ora, voglio mettere in atto le sue parole, e dare un senso ai miei se e ai miei ma.

Quando entriamo nel parco dell'osservatorio, non impieghiamo molto ad arrivare alle transenne che vietano l'accesso con l'auto.

<<Parcheggia lì>> annuncio facendo segno verso alcune case sulla nostra destra.

<<D...d'accordo>> conferma titubante , mentre accosta l'auto e la parcheggia con parsimonia. Usciamo velocemente, e muniti delle torce dei nostri cellulari, ci avviamo verso l'oscurità della notte.

<<Sei sicura che non ci succederà niente a quest'ora qui su?>> chiede con la paura che gli attraversa le parole uscite dalla sua splendida bocca, mentre il fiatone inizia ad aiutarci poco.

<<Prima ci venivo spesso da sola, e non mi è mai successo niente>> prendo grossi respiri; i tacchi non mi aiutano per niente, ma non posso toglierli, o rimarrei a piedi scalzi.

<<Tu qui sopra da sola? Sei matta>> ammette con sincerità.

<<Avevo bisogno del mio spazio, di stare da sola, e soprattutto di stare lontana dalla casa dove io e Liam vivevamo insieme>> .

<<Facciamo che mi racconti tutto una volta arrivati su, adesso non ne ho le forze>> ride e io lo seguo, mentre la strada si fa sempre più ripida, e le luci invece, iniziano a riempire l'oscurità della notte. Una volta arrivati su, l'osservatorio è chiuso, mentre la veduta è completamente come si vede dai film; perfetta.

<<Vieni con me>> gli dico avviandomi verso uno dei muretti che da sulla splendida vista. Non siamo soli, ma decide di persone vengono qui di notte per rilassarsi e catturando a pieno l'essenza di questa città. <<Sediamoci qui>> annuncio sorridendogli e guardandolo seguirmi in ogni cosa che dico. Ci mettiamo l'uno difronte, all'altro, e i nostri occhi, seppur poco illuminati, sono in perfetta sintonia.

<<Ti dispiace se ti faccio qualche domanda un po' più personale? E' per conoscerti meglio>> chiede con un sorriso dolce e perfetto, lasciando che il suo odore di vaniglia e cashmere mi arrivi alle narici e mi faccia tranquillizzare.

<<Fai pure>> gli sorrido.

<<Cos'hai pensato, quando hai saputo che Liam aveva la leucemia?>> la sua domanda mi tocca infondo, dove nessuno può metterci piede per niente al mondo, ma stranamente, non mi da fastidio.

<<Che fosse assurdo... Non poteva accadere a lui, a noi>> rispondo.

<<Lui cosa ha pensato?>> .

<<Lui era troppo buono per pensare al brutto delle cose>> prendo un grosso respiro ricordando quel sorriso e quegli occhi sinceri e buoni <<Non poteva far parte di questo mondo>> aggiungo.

<<Raccontami un po' di lui>> perché mi fa queste domande? Mai nessuno mi ha chiesto di Liam, piuttosto mi chiedevano io come stessi...

L'oscurità di non avere un nome. Harry Styles!Where stories live. Discover now