Capitolo Venticinque.

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Fui grato a Zayn che quando mi vide entrare non mi guardò male o di sottecchi, si avvicinò velocemente prendendomi tra le sue braccia, per quanto possibile.

'Mi sono preoccupato, non ti sei fatto vedere molto' mi sussurrò all'orecchio mentre lo stringevo a me e baciavo la sua guancia.

'Hai ragione Zay, mi dispiace' sfregai la mia guancia contro la sua.

Mi spogliai, togliendomi il cappotto, il camino di casa nostra era acceso da diverse ore e il calore della stanza era per me eccessivo, per cui mi tolsi anche la felpa.

Lanciai uno sguardo a Niall, che mi stava osservando, giudicandomi, probabilmente senza sapere davvero cosa fosse successo.
Mi avvicinai a lui.

'Sai cos'è successo?' gli chiesi, a voce bassa con uno sguardo non troppo rassicurante.

'No, ma' provò a dire prima che lo interrompessi.

Questa negazione in qualche modo mi rassicurò, Louis non aveva parlato con nessuno.

'Allora togliti quello sgaurdo, prima che lo faccia io per te' gli dissi e mi pentii subito, mentre le parole uscivano dalle mie labbra mi stavo già sentendo in colpa per aver reagito in modo aggressivo con l'irlandese.

Dette quelle frasi, salii le scale mentre all'idea di vederlo il mio cuore balzava in gola.
La porta di Louis era chiusa, mi fermai davanti ad essa, cercando di ascoltare.

Volevo bussare, vederlo ma quando alzai la mano una parte di me si tirò indietro e così andai nella mia camera.

Fottuto orgoglio, presente anche quando ero nel torto.

Mi feci una doccia cercando di rilassarmi con l'acqua bollente che scorreva sulla mia pelle.
Ma tutto quel caldo mi innervosì, così seduto sul pavimento della doccia a cercare di recuperare un respiro normale.

Mi conficcai le unghie nelle cosce, segnando le gambe ricoperte di peluria leggera.
Quando realizzai cosa stessi facendo spalancai gli occhi, rendendomi conto che stavo reagendo come presumibilmente avrebbe fatto Louis.

'Cazzo...' sussurrai.

Louis's Pov

Sapevo che quella sera l'avrei visto, era inevitabile.
Entrambi vivevamo nella stessa casa e non avremmo potuto non vederci più.

Quei due giorni mi avevano permesso di svagare la mia mente, il lavoro mi stava piacendo e anche se non lo avrei mai immaginato anche Adam, il mio capo, mi stava piacendo.

In pochi giorni mi aveva preso a cuore e io lo avevo trovato simpatico quando mi aveva detto di conoscere il mio ex capo, quel 'Finto etero, pedofilo e figlio di puttana'
Non gli avevo raccontato ciò che mi era successo, quei pensieri mi facevano ancora male e lo avrebbero fatto per molto tempo.

Avevo scoperto che quell'uomo che mi stava dando una nuova possibilità era proprio come me, gay e nuovo in quella città, infatti Adam aveva acquistato il Coffee shop solo due mesi prima e visto  la grande affluenza di persone non era stato ancora in grado di vedere le cose belle che la nostra città poteva offrire.

Quando andai a lavarmi, sentire il profumo del doccia schiuma di Harry mi fece perdere un battito.

L'idea di vederlo mi faceva battere forte il cuore e tremare le mani.

Mi lavai, inondandomi di sapone alla vaniglia e mi sistemai per bene prima di scendere.
Misi di nuovo uno dei miei maglioni di qualche taglia più grande di me, arrotolai le maniche sui polsi e scesi.

Lui era già giù, seduto sul divano, i capelli bagnati e ricci, appoggiati delicatamente sulle sue spalle.

Sentii il suo sguardo, spogliarmi dai vestiti e guardare le mie insicurezze, il mio malessere e poi, soffermarsi sulla mia mano, ancora fasciata per evitare che a lavoro qualcuno facesse domande spiacevoli.

Rainy Autumn | Larry Stylinson Where stories live. Discover now